MUNUS SANCTIFICANDI
Teologia Eucaristica
Angelo Scola ha sottolineato in modo evidente l’importanza della teologia eucaristica nei suoi scritti.
Nella sua relatio pronunciata al Sinodo dei Vescovi del 2005, organizzato per discutere dell’Eucaristia nella vita della Chiesa (e che ha dato i suoi frutti nella Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI, l’esortazione apostolica post-sinodale sull’Eucaristia come fonte e culmine della vita cristiana), Scola ha sottolineato che l’Eucaristia è il luogo della rivelazione dell’amore di Dio per l’umanità. Nell’Eucaristia, ha aggiunto, il credente può accedere alla Verità vivente e personale che salva. Allo stesso modo, nel 2008, Scola ha tenuto una conferenza alla Federazione Italiana Esercizi Spirituali intitolata “La spiritualità cristiana alla luce dell’Esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis“. Ha spiegato: “La spiritualità non è allontanarsi dalla vita. Alla sua radice, c’è lo Spirito Santo, lo Spirito del Figlio incarnato, che è morto e risorto”. Quindi, gli esercizi spirituali non possono che avere come centro l’Eucaristia, in modo che la vita stessa abbia una “forma eucaristica“.
La Liturgia
Sebbene la liturgia non sia stata un punto focale del pensiero di Scola, egli è stato uno dei pochi vescovi italiani a sostenere il Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI del 2007, che ha concesso una maggiore licenza ai sacerdoti e ai vescovi di celebrare la Messa e altre liturgie e riti sacramentali nelle forme utilizzate prima del Concilio Vaticano II. Scola ha difeso il documento, affermando che “la Messa in latino non è in contraddizione con la riforma liturgica del Concilio [Vaticano II]”, e che alcune parrocchie di Venezia sono state dedicate alla Forma Straordinaria senza alcuna tensione nella diocesi. Ha persino posto una cappella sotto la cura della Società Fraterna di San Pietro (FSSP), inaugurando formalmente la loro cura assistendo personalmente a una Messa nella Forma Straordinaria come vescovo nel 2010 a Venezia. A Milano, ha permesso a una comunità di avere una cappella in cui il tradizionale Rito Ambrosiano sarebbe stato offerto settimanalmente. Pur non essendo solito celebrare la Forma Straordinaria, era noto per celebrare il Novus Ordo in latino di tanto in tanto.
Importanza della Preghiera
La preghiera è stata un punto di riferimento importante per Angelo Scola nel corso della sua vita. Nei primi tempi, il suo impegno nella preghiera si manifestava nel modo in cui si univa ai giovani per le sessioni di incontro con la Comunione e la Liberazione. Come segno della sua fiducia nella preghiera, quando Scola stava per entrare a Milano come nuovo arcivescovo, scrisse al popolo: “Ho bisogno di voi, di tutti voi, del vostro aiuto. Chiedo in particolare la preghiera dei bambini, degli anziani, degli ammalati, dei poveri e degli emarginati”1Andrea Tornielli, Il futuro e la speranza: vita e magistero del cardinale Angelo Scola (Milano: Edizioni Piemme, 2011), 16. Negli ultimi tempi, condusse molti esercizi spirituali per diversi gruppi, tra cui, ad esempio, l’Associazione degli Amici del Seminario di Milano, in cui descrisse l’importanza di essere radicati nella vita di Cristo.
Un altro esempio del senso spirituale di Scola è il modo in cui ha guidato il Rosario nel Duomo di Milano per incoraggiare la diocesi a dedicare il mese di maggio alla Beata Vergine Maria. In quell’occasione disse: “Sentiamo il desiderio e il fascino di riunirci in preghiera sotto la Madonna. La Vergine Maria, che si è precipitata in cielo per entrare nella gloria, ci persuade ad alzare gli occhi, a rinvigorire la nostra speranza, a confermarci nella convinzione che, se facciamo tutto ciò che Gesù ci dice, vedremo di nuovo scorrere la gioia per le strade di questa metropoli travagliata e ferita, centro del mondo e periferia esistenziale che invoca la [sua] consolazione“.
Maria, la madre del Signore, è l’archetipo di ogni essere umano e l’archetipo delle donne, secondo Scola.2Tornielli, Il futuro e la speranza, 54, 55. Egli cita in modo affermativo alcuni passaggi dell’Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II del 1987, in cui Giovanni Paolo dice che Maria è il modello per le donne della “totalità dell’amore che si offre” (n. 46).
Le vocazioni
Incoraggiando le vocazioni di tutti i tipi, nel 2015 Scola ha scritto ai cittadini della Diocesi di Milano una lettera pastorale intitolata “Educatevi al pensiero di Cristo“. In questa sintesi del suo personalismo e del suo impegno pastorale nell’insegnamento cattolico, Scola ha scritto: “Nella Chiesa attraverso la comunione, alla scuola della Scrittura, della Tradizione e del Magistero, facciamo nostri i pensieri e i sentimenti di Cristo, che crescono progressivamente in noi generando una mentalità. L’incontro con Gesù per il credente è la fonte di un nuovo modo di pensare gli affetti, il lavoro, il riposo e la festa, l’educazione, il dolore, la vita e la morte, il male e la giustizia”. Insiste sul fatto che la spiritualità cristiana non è un generico senso religioso, o un mero risultato pratico, ma “è radicata nell’Incarnazione del Figlio di Dio e quindi nell’inabitazione dello Spirito in noi come generatore di comunione“.
MUNUS REGENDI
Grosseto
Il primo incarico pastorale di Angelo Scola fu quello della Diocesi di Grosseto, situata sulla costa occidentale dell’Italia tra Firenze e Roma. Le principali preoccupazioni di Scola includevano l’educazione dei bambini e dei giovani, le vocazioni e la formazione del clero, la cura pastorale dei lavoratori la cui sicurezza lavorativa era minacciata a causa dello smantellamento delle miniere di Grosseto e la cultura familiare. Durante questo periodo, Scola ha scritto e pubblicato un libro rivolto ai giovani e incentrato sul tema della missione educativa della Chiesa, intitolato E io chi sono? Un Vescovo parla ai giovani. La sua prima lettera pastorale, “Sarete veramente liberi”, è stata pubblicata nel 1992 , non molto tempo dopo la sua ordinazione a vescovo. In essa, Scola si è concentrato sul legame tra bellezza e speranza. Scola ha fondato un coro, “Gaudete”, durante i suoi anni a Grosseto. Al suo arrivo, le scuole diocesane erano in cattive condizioni: solo alcune scuole materne e un ginnasio erano operativi. Grazie ai suoi sforzi, la scuola media Madre della Grazia ha aperto le sue porte nel 1994.
Il giornalista italiano Andrea Tornielli ha dedicato un capitolo del suo libro del 2011 Il futuro e la speranza: la vita e l’insegnamento del Cardinale Angelo Scola al ministero pastorale di Scola a Grosseto.3Tornielli, Il futuro e la speranza, 83-97. In quel capitolo Tornielli nota che il nome di Scola era sconosciuto ai grossetani quando fu annunciato il 20 luglio 1991 come successore di Adelmo Tacconi. Scola conquistò rapidamente il suo nuovo gregge grazie alla sua attenzione per i giovani, per i quali celebrava regolarmente delle Messe speciali, che accompagnava nei pellegrinaggi e che incoraggiava nel discernimento delle vocazioni sacerdotali o religiose. Il suo incoraggiamento al discernimento vocazionale trovò un fondamento istituzionale nella creazione del Gruppo di verifica, una comunità di sostegno per giovani uomini e donne che discernono la chiamata alla vita religiosa e consacrata. Tornielli racconta anche come Scola abbia riaperto il Seminario diocesano – che era stato chiuso per ventitré anni – in risposta a un gruppo di giovani del Gruppo di verifica che avevano detto di voler diventare sacerdoti. Scola ha anche avviato una scuola di teologia nella diocesi, in modo che i seminaristi non dovessero viaggiare per seguire i loro studi. Ha supervisionato la creazione di una stazione radio cristiana, Toscana Oggi. Un sacerdote diocesano di Grosseto, con il quale Scola ha collaborato strettamente nel corso del perseguimento energico della sua visione per una Chiesa locale rinnovata, ha affermato che, anche dopo che Scola è stato richiamato a Roma da Giovanni Paolo II, ha sempre risposto in modo rapido e utile alle richieste di consigli e suggerimenti.
Quando Papa Giovanni Paolo II, nel 1995, volle che Scola assumesse incarichi accademici a Roma, egli resistette. Scola voleva continuare il suo lavoro pastorale a Grosseto, dove aveva prestato servizio per meno di quattro anni.4Cfr. Angelo Cardinale Scola, con Luigi Geninazzi, Ho scommesso sulla libertà (Milano: Solferino, 2018), 141. Le citazioni nel testo sono tradotte dall’italiano.
Patriarca di Venezia
Il prossimo incarico pastorale di Scola fu annunciato nel 2002: sarebbe stato il prossimo patriarca di Venezia, una sede che tre papi del XX secolo avevano occupato prima della loro elezione. L’annuncio sorprese Scola. Nella sua autobiografia del 2018, Ho scommesso sulla libertà , racconta che Giovanni Paolo II gli aveva personalmente assicurato all’inizio di quell’anno che Scola non sarebbe stato nominato per la sede di Venezia, perché Giovanni Paolo II riteneva più importante che rimanesse rettore del Laterano.5Scola, Ho scommesso sulla libertà. Quando il Papa invitò Scola a cena e lo informò della sua incombente nomina, Scola disse immediatamente di sì.6Scola, Ho scommesso sulla libertà, 163.
Nel 2004, Scola fondò un sistema educativo integrato che andava dalla scuola primaria all’università, la Fondazione Studium Generale Marcianum. Il Marcianum comprendeva una facoltà di teologia, una facoltà di diritto canonico, corsi universitari e scuole primarie e secondarie. Il suo curriculum era interdisciplinare, con corsi di bioetica, religione e patrimonio culturale.7Scola, Ho scommesso sulla libertà, 178-79. Scola afferma che la sua ragione principale per fondare il Marcianum era quella di realizzare “l’unità del soggetto”. 8Scola, Ho scommesso sulla libertà, 176. La frammentazione e la specializzazione delle discipline nell’educazione contemporanea, secondo lui, comportava la frammentazione del soggetto conoscente che apprende e si appropria di ciò che gli viene insegnato. Il Marcianum, che era gratuito e aperto a studenti cristiani e non cristiani, era uno sforzo per ripristinare la visione originale dell’università: riunire tutte le conoscenze in un insieme armonioso, un’unica “materia” nell’apprendimento della quale il “soggetto” pensante (l’allievo) può raggiungere l’integrazione intellettuale.9Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 176. Il successore di Scola, il Cardinale Francesco Moraglia, ridimensionò la fondazione, ma la sua facoltà di diritto canonico, creata da Scola e attualmente l’unica nel Nord Italia, sopravvive. Scola ritiene che il suo principale errore nell’amministrare il Marcianum sia stato quello di non individuare una persona con radici stabili a Venezia che potesse amministrare il Marcianum una volta che lui, Scola, non fosse più patriarca.10Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 181.
Oasis: Dialogo Cristiano-Musulmano
Nel 2004 l’allora Arcivescovo Scola fondò Oasis, una rivista internazionale pubblicata in inglese, francese, italiano, arabo e urdu, dedicata al dialogo cristiano-musulmano e al rafforzamento dei legami di comprensione e sostegno tra i cristiani in Oriente e in Occidente. Scola racconta di aver iniziato a pensare a un progetto come Oasis a seguito di un incontro, organizzato dal nunzio vaticano nel maggio del 2000, con sette rappresentanti di diversi riti cattolici orientali. In questo incontro, Scola, che all’epoca si trovava ancora al Laterano, fu messo sotto accusa dai membri delle Chiese orientali per non aver fatto nulla per aiutarli nella loro situazione, per non aver compreso le loro Chiese e per essere completamente ignorante sull’Islam. Se non fosse stato per questa esperienza, Scola riferisce che non avrebbe pensato di fondare Oasis, il cui obiettivo primario è quello di superare quella che Scola definisce l’ignoranza reciproca “abissale” tra cristiani e musulmani.11Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 182-83.[Il 90% dei cristiani, se gli si chiedesse di spiegare cos’è l’Islam, non saprebbe farlo, ha ipotizzato Scola – e viceversa.11Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011“Oasis è stata fondata”, ha scritto Scola nel 2013, “perché ci siamo resi conto che c’era una sostanziale ignoranza reciproca in termini di due fedi. L’ignoranza fa crescere la paura e impedisce alle persone di interpretare i processi che avvengono nel corso della storia. Non possiamo impedire che questi [fenomeni si verifichino], ma possiamo cercare di influenzare la loro direzione“. Scola rimane presidente a vita della Fondazione Oasis .
Scola descrive Venezia come “la città delle religioni”.12Scola, Ho scommesso sulla libertà, 171. È sede di una delle due sole sedi europee per i patriarchi della Chiesa latina. Ha una piccola ma vivace comunità ebraica, e il suo rabbino e Scola hanno mantenuto buoni rapporti mentre Scola era patriarca. Secondo Scola, inoltre, Venezia ha generalmente esibito il tipo di relazioni pubbliche interreligiose che sono alla base e rendono possibile una sana vita democratica.13Scola, Ho scommesso sulla libertà, 172. Il dialogo interreligioso, afferma Scola, “non è qualcosa di aggiuntivo all’atto di fede, ma ne è un elemento costitutivo”14Scola, Ho scommesso sulla libertà, 146.
Parrocchia e Attività Culturali e L’Evangelizzazione
Nel 2005, Scola ha iniziato un tour durante il quale ha visitato tutte le 128 parrocchie della diocesi. Questo impegno gli ha richiesto ben sei anni. Ha viaggiato ogni fine settimana, tranne alcuni in estate e durante alcune stagioni liturgiche.15Scola, Ho scommesso sulla libertà, 167. Scola ha detto che questa esperienza pastorale prolungata gli ha fatto apprezzare più profondamente l’importanza di vivere la Fede in comunità. Ha anche fondato una “scuola del metodo di vita cristiana”, un programma educativo comunitario che, in due cicli, ha dato a trecento gruppi all’interno della diocesi l’opportunità di lavorare attraverso testi sui temi della comunità cristiana, della fede e della cultura.16Scola, Ho scommesso sulla libertà, 169.
Durante la sua permanenza a Venezia, Scola ha favorito stretti rapporti pratici con i leader politici e culturali, in particolare con il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Si unì a loro per affrontare i problemi che possono affliggere qualsiasi grande città popolare e che affliggono Venezia in modo particolare, in quanto sito turistico estremamente popolare.17Scola, Ho scommesso sulla libertà, 173-74.[In un’occasione, Scola prese l’iniziativa di riunire una trentina di personalità politiche di spicco per un colloquio informale in cui tutti furono invitati a parlare liberamente e a tutti fu proibito di pubblicizzare qualsiasi cosa fosse stata detta durante l’incontro, durato un fine settimana.17Scola, Ho scommesso sulla libertà, 174.
A Scola è stata attribuita l’idea di creare il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, fondato da Papa Benedetto nel 2010. Autore di decine di libri e di molte decine di articoli accademici, Scola ha anche la fama di aver elevato il profilo accademico dell’Università Lateranense mentre ne era rettore.18Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011
Polemica su YouCat
Durante la sua permanenza a Venezia, Scola è stato pubblicamente criticato dal Cardinale Christoph Schönborn di Vienna in merito alla traduzione italiana (dall’originale tedesco) di YouCat – un catechismo per giovani che ha distillato l’editio typica del 1997 del Catechismo della Chiesa Cattolica. Schönborn ha citato le deviazioni dall’ortodossia dottrinale. Il manoscritto italiano includeva degli errori, come la fornitura di una risposta affermativa alla domanda se le coppie sposate possano lecitamente praticare la contraccezione in alcune circostanze. Non risulta che il Cardinale Scola abbia risposto pubblicamente al rimprovero.
Arcivescovo di Milano: Lettere Pastorali
Nel 2011, Scola è stato nominato arcivescovo di Milano, il centro finanziario e culturale più importante d’Italia. Con più di mille parrocchie e cinque milioni di cattolici battezzati, è una delle diocesi più grandi del mondo. Scola ha pubblicato rapidamente una breve lettera pastorale in previsione del settimo Incontro Mondiale delle Famiglie del 2012, incentrato sul tema “Famiglia, lavoro e festa”. (L’incontro avrebbe incluso una visita di Papa Benedetto XVI a Milano alla fine dell’estate). In questa lettera pastorale Scola elogia il ministero di Papa Benedetto, ricorda l’importanza del ministero petrino nella e per la Chiesa, sottolinea l’importanza e il ruolo della famiglia nella società e incoraggia i fedeli della sua nuova arcidiocesi a partecipare con cuore aperto all’incontro, in particolare mostrando ospitalità e rinnovando l’educazione dei bambini nel contesto della casa.
La seconda lettera pastorale di Scola è stata pubblicata nel 2012, durante l’Anno della Fede proclamato da Papa Benedetto. In essa, Scola ha invitato i fedeli a rinnovare il loro impegno verso Cristo e a riscoprire la ricchezza della fede, che scaturisce dall’incontro con il Cristo che salva. Li ha anche esortati a radicarsi in comunità con la Chiesa di oggi, e anche con la Tradizione che trasmette la Fede attraverso le generazioni.
La terza e di gran lunga più lunga lettera pastorale di Scola durante il suo periodo a Milano, “Il campo è il mondo”, è una riflessione sulla parabola del seminatore di Matteo 13. L’intero mondo è il campo – in quanto il mondo è il più grande – e la sua vita è la più grande. Il mondo intero è il campo – in italiano, il campo – di Dio, che, come il seminatore nella parabola, dà inizio all’intero dramma della libertà umana con il Suo amorevole invito alla comunione. La Parola di Dio richiama la nostra libertà, non solo presentandoci, ma richiedendo una scelta per aprirci o chiuderci al Suo amore. Scola riflette anche sulla transizione da Benedetto a Francesco nel mezzo dell’Anno della Fede, definendo le dimissioni di Benedetto un gesto umile di profonda fede.
Comunione e Liberazione
A Milano, Scola ha cercato di prendere le distanze dal movimento di Comunione e Liberazione ed è stato applaudito per non aver portato amici del movimento a servire nella curia di Milano, occupando invece posizioni con membri dell’Azione Cattolica, un altro movimento della Chiesa – ma che ha avuto dispute pubbliche con Comunione e Liberazione. Il modo in cui ha gestito la curia diocesana è stato preso come prova della sua capacità di governare, secondo i suoi sostenitori. Essendo un italiano ma al di fuori della Curia romana, si ritiene che Scola sia nella posizione ideale per ripulirla da malcostume e corruzione.
Dal 2015 al 2017, Scola ha intrapreso un programma di visite pastorali che ha coinvolto tutti i decanati (combinazioni organizzative canonicamente sanzionate di parrocchie) di Milano in una serie di visite e discussioni tra Scola e i membri delle parrocchie del decanato.19Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 240.[Il cuore del suo messaggio, ha detto Scola a proposito della predicazione e dell’insegnamento che avrebbe dispensato durante queste visite, era la necessità per i fedeli di mettersi in contatto intimo con la vita e la storia di Gesù Cristo e la necessità di testimoniare con coraggio che il Cristianesimo è il modo più accattivante per vivere una vita propriamente umana.19Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 240. Pur riconoscendo i frutti duraturi di questo programma di visite pastorali, Scola si rammaricava del fatto che i suoi discorsi sui fondamenti della Fede non fossero riusciti a radicarsi veramente nei fedeli milanesi. 20Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 241.
Carlo Acutis
Scola ha anche presieduto la chiusura della fase diocesana del processo di canonizzazione di Carlo Acutis, un ragazzo milanese morto di leucemia all’età di 15 anni, ma che aveva praticato una profonda devozione all’Eucaristia e aveva ispirato molti cattolici milanesi a crescere nella loro fede. Scola ha parlato con calore dell’influenza di Carlo sulla diocesi e su di lui. Acutis è stato beatificato nell’ottobre 2020 e il Collegio Cardinalizio ha approvato la sua canonizzazione il 1° luglio 2024, dopo che è stato riconosciuto un secondo miracolo a lui attribuito.
MUNUS DOCENDI
Sull’Identità Sessuale
Per Scola la differenza sessuale è un dato fondamentale dell’esistenza umana. In un articolo pubblicato in previsione del controverso Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014, ha affermato che “ogni essere umano è situato come individuo all’interno della differenza tra i sessi. Dobbiamo riconoscere che questo non potrà mai essere superato”21Angelo Cardinale Scola, “Matrimonio e famiglia tra antropologia ed eucaristia: Commenti in vista dell’Assemblea Straordinaria dei Sinodi dei Vescovi sulla Famiglia”, Communio 41 (estate 2014): 208-25, 211. Scola spiega con grande chiarezza che la differenza non è diversità. La diversità, dice, è quando due soggetti autonomi scelgono strade diverse pur rimanendo nella loro autonomia. La diversità è interpersonale. La differenza, invece, è intrapersonale.22Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212. “Ogni individuo si trova inscritto in questa differenza [tra i sessi] e si confronta sempre con quest’altro modo di essere persona, che gli è inaccessibile”23Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212. Scola spiega che la diversità non è la diversità.[Scola parla del carattere “insuperabile” e “primordiale” della differenza tra i sessi e dice: “Il carattere originale della differenza sessuale segna indelebilmente ogni persona nella sua singolarità”24Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212, 215. In quanto tale, Scola rifiuta l’affermazione che la persona umana possa esistere sia come maschio che come femmina, simultaneamente o alternativamente, o che si possa decidere quale identità sessuale avere o avere: “L’uomo esiste sempre e solo come essere maschile o femminile. Ha sempre davanti a sé l’altro modo di essere umano, che è per lui inaccessibile”25Angelo Cardinale Scola, “La dignità e la missione della donna: I fondamenti antropologici e teologici”, Communio 25 (primavera 1998): 46. Nel suo libro Il mistero nuziale, Scola afferma: “Il corpo [umano] (come sacramento dell’intera persona) è definito in tutto e per tutto dalla sua insuperabile differenza sessuale”26Angelo Scola, The Nuptial Mystery, trans. Michelle K Boras (Grand Rapids, Mich.: Eerdmans, 2005), 374. Questa edizione combina quelli che, in italiano, erano due volumi. Questa osservazione viene fatta nel contesto di una sezione sull'”androginia”, con la quale Scola intende l’affermazione che l’uomo è “capace di entrambi i sessi” – in altre parole, capace di affermarsi come maschio o femmina, a seconda della sua autocomprensione psicologica.
L’eliminazione della differenza sessuale dalle relazioni umane è una violazione della natura della persona umana. Scola ritiene che una cultura che non accetta la rivelazione del Dio trinitario si rende incapace di comprendere la differenza sessuale in senso positivo. Per questo, Scola commenta che “non per nulla l’accettazione aperta dell’omosessualità appartiene sia al paganesimo classico che al paganesimo attuale”27Scola, “Dignità e missione della donna”, 52. In un’intervista del 2013, ha dichiarato: “Sono convinto che una famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla vita sia un bene per la società”. Alla domanda sul crescente riconoscimento civile delle unioni omosessuali, Scola ha detto: “Garantire i diritti individuali a tutti è una cosa. Attaccare la famiglia, direttamente o indirettamente, è un’altra cosa“.
Il Mistero Nuziale, L’Ordinazione Femminile e le Questioni di Vita
La trattazione più completa di Scola sul mistero nuziale si trova nel suo libro omonimo, pubblicato in inglese nel 2005. Nel libro, Scola affronta diverse questioni morali controverse e fornisce la sua prospettiva del “mistero nuziale” su di esse. Questo libro fornisce quindi una visione molto utile del suo pensiero.
L’Appendice 1 del libro è una breve trattazione del recente insegnamento magisteriale di Paolo VI, Giovanni Paolo II e della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), riguardante il sacerdozio maschile.28Tutte le citazioni in questo paragrafo sono tratte da Scola, Il mistero nuziale, 307-13. Qui Scola chiarisce molto bene che afferma completamente l’insegnamento della Chiesa sull’inammissibilità delle donne al sacerdozio ministeriale. Egli caratterizza l’insegnamento di Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Ordinatio Sacerdotalis del 1994 in questo modo: “la Chiesa cattolica non possiede in alcun modo la facoltà di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne”; la Chiesa ha fatto “un pronunciamento definitivo sull’impossibilità di ammettere le donne al sacerdozio ministeriale”. Afferma la classificazione della CDF di questo insegnamento come “infallibilmente proposto dal magistero ordinario e universale”. Concorda con l’argomentazione di uno studioso cattolico che sostiene che, limitando le nomine al collegio degli apostoli ai maschi, Gesù “esprime la sua intenzione positiva di riservare il sacerdozio ministeriale solo agli uomini”. Scola afferma che la Chiesa “non ha il potere di fare [donne sacerdote], se vuole rimanere fedele a se stessa”. Infine, afferma che “il carattere definitivo del pronunciamento magisteriale sulla questione dell’inammissibilità delle donne al sacerdozio ministeriale si basa, a sua volta, sulla natura propria della libertà e del potere nella Chiesa”.
Nello stesso libro, Scola dice dell’aborto: “Quando la vita umana non è più un diritto sacro e inviolabile, ma un bene di consumo che può essere valutato in termini di utilità o di piacere, si sviluppa una ‘cultura della morte’ [citazione all’Evangelium Vitae, n. 95], che minaccia l’uomo e la sua civiltà.”Scola, Il mistero nuziale, 169.[/mfn] Egli afferma anche che la fecondazione artificiale “trasforma il bambino nell’oggetto di un processo di produzione”29Scola, Il mistero nuziale, 170.
L’Appendice 3 del libro tratta dell’istruzione della CDF del 1987 Donum Vitae, l'”Istruzione sul rispetto della vita umana nella sua origine e sulla dignità della procreazione”. Scola difende il documento, ne accetta gli insegnamenti e cerca di spiegare i fondamenti antropologico-teologici delle sue due norme centrali, che sono, in primo luogo, “dal punto di vista morale, la procreazione è privata della sua giusta perfezione quando non è voluta come frutto dell’atto coniugale”; e in secondo luogo, “la procreazione di un essere umano deve essere perseguita come frutto di uno specifico atto coniugale di amore tra i coniugi”.”30Scola, Il mistero nuziale, 331.
L’Appendice 5 è sull’Humanae Vitae, che Scola definisce “profondamente coerente con la tradizione della Chiesa”; non ci possono essere dubbi, dice, che “la dottrina dell’Humanae Vitae appartiene al Magistero ordinario universale della Chiesa [nota omessa]”31Scola, Il mistero nuziale, 357, 361. La sua essenza Scola la riassume e la afferma così: “La vita di un nuovo essere umano”, dice, “è voluta e ricercata giustamente quando è attesa e accolta come ‘dono di un dono’, quando l’intervento medico aiuta ma non sostituisce il dono fisico e spirituale che gli sposi fanno di se stessi nell’atto coniugale”32Scola, Il mistero nuziale, 359. Scola attribuisce una serie di problemi alla mentalità scientifica favorita dall’avvento dei metodi tecnici di manipolazione del concepimento. “Essa [la mentalità scientifica secondo la quale pratiche come la contraccezione, il sesso non matrimoniale, le tecnologie riproduttive artificiali dovrebbero essere intraprese in quanto possono essere intraprese] è l’espressione idolatrica di una follia utopica, alla quale, soprattutto nella comprensione popolare, rimangono esposte le conquiste della scienza e della tecnologia”33Angelo Cardinale Scola, “Il mistero nuziale: Una prospettiva per la teologia sistematica?”, Communio 30 (estate 2003): 217. In un’altra parte del libro scrive che “l’essere umano deve sempre essere concepito in un atto di amore-dono costituito dall’unione coniugale di un uomo e di una donna”34Scola, Il mistero nuziale, 135. Scola parla di “inadeguatezza oggettiva di ogni atto di procreazione umana che non sia frutto dell’amore espresso nell’unione coniugale dell’uomo e della donna”. Ibid., 137.
Comunione per i Divorziati “Risposati”
Scola è stato inflessibile nel difendere l’insegnamento di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, secondo cui le persone che sono parte di un matrimonio sacramentale e che divorziano e poi si risposano civilmente non possono essere ammesse all’Eucaristia, a meno che non ottengano una sentenza di nullità per il loro primo matrimonio. Afferma l’indissolubilità del matrimonio, fondandola sulla natura del rapporto del sacramento con l’Eucaristia, che è il legame che unisce Cristo in modo indefettibile alla Sua Chiesa; ancora una volta, Efesini 5 compare spesso nelle trattazioni di Scola sul matrimonio e sull’indissolubilità.
Ad esempio, Scola ha scritto: “L’indissolubilità è in definitiva ciò che rende il matrimonio cristiano un sacramento. Infatti, solo grazie alla sua indissolubilità, il matrimonio partecipa al sacrificio nuziale che il Verbo Incarnato fa di Se stesso sulla Croce alla sua Sposa Immacolata“. E nelle sue dichiarazioni che hanno preceduto il Sinodo Straordinario dei Vescovi del 2014, Scola ha affermato in modo inequivocabile l’indissolubilità del matrimonio sacramentale.35L’insider vaticano Sandro Magister nota che l’opposizione di Scola alla Proposta Kasper era nota all’epoca dei Sinodi. Cfr. Sandro Magister, “Figurarsi se al posto di Bergoglio avessero eletto Papa il Cardinale Scola”, L’Espresso, 6 settembre 2018. Vedere Scola, “Matrimonio e famiglia”, 210, 216, 217, 222. Cfr. anche Scola, “Dignità e missione della donna”, 52: “L’indissolubilità costituisce il destino e il nucleo stesso della relazione dell’uomo e della donna nel matrimonio” Egli afferma che lo stato o la condizione delle persone che hanno contratto un secondo legame mentre il primo è ancora valido è ciò che rende “impossibile” per queste persone ricevere degnamente l’Eucaristia. “Questa condizione [del secondo ‘matrimonio’] è una condizione che deve essere cambiata per corrispondere a ciò che si realizza in questi due sacramenti [il matrimonio e l’Eucaristia]”36Scola, “Matrimonio e famiglia”, 219. Scola sottolinea che l’Eucaristia non è un sacramento di guarigione. Non è, contrariamente a quanto affermano alcuni cattolici, solo per coloro che “hanno bisogno della grazia”.37Scola, “Matrimonio e famiglia”, 220. Ciò che l’Eucaristia produce e significa è di natura tale che coloro che , tra l’altro, persistono in secondi “matrimoni” che sono oggettivamente adulterini, non sono in grado di riceverla degnamente.
Scola testimonia che nel suo ministero pastorale ha conosciuto coppie in “seconde nozze” che, con la grazia di Dio, sono arrivate a vivere come fratello e sorella in completa continenza. Pertanto, afferma la possibilità di questa “soluzione” al problema dei divorziati e dei “risposati”, afferma l’elogio di Giovanni Paolo II e incoraggia i cristiani a tentarla.38Scola, “Matrimonio e famiglia”, 221. Scola suggerisce anche un nuovo modello canonico per gestire i casi di annullamento. Propone che un vescovo o i suoi delegati, invece di un tribunale, possano esercitare l’autorità, seguendo l’esempio delle procedure amministrative canoniche che attualmente regolano il processo di scioglimento dei matrimoni non consumati (CIC 1697-1706) o di scioglimento dei matrimoni consumati per motivi di fede (CIC 1143-1150).39Scola, “Il matrimonio e la famiglia”, 223.
Scola ha riaffermato il suo punto di vista sul divorzio, il nuovo matrimonio e l’Eucaristia in Ho scommesso sulla libertà, sostenendo di aver espresso questo suo punto di vista privatamente anche a Papa Francesco. In sintesi, l’etica sessuale di Scola è notevolmente coerente con quella di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Scola afferma che il Magistero è competente per insegnare in modo autorevole su questioni di morale e legge naturale. Scola afferma che “l’Enciclica Veritatis Splendor, nel nucleo dottrinale del suo insegnamento, afferma ‘l’universalità e l’immutabilità dei comandamenti morali, specialmente quelli che proibiscono sempre e senza eccezioni gli atti intrinsecamente malvagi’ (n. 115)”40Scola, “Il mistero nuziale”, 360. A pagina 361, Scola afferma nuovamente che il Magistero è competente per offrire un’interpretazione autentica della Legge morale. Qui cita anche favorevolmente, sul tema degli assoluti morali, il lavoro del teologo morale americano William E. May, che, insieme al filosofo giuridico australiano John Finnis, è stato il primo laico mai nominato alla Commissione Teologica Internazionale, per il quinquennio 1986 (mandato quinquennale). “Appartiene alla natura del Magistero”, ha scritto Scola, “enunciare la dottrina cristiana affermandone i contenuti e segnandone i parametri”41Scola, “Dignità e missione della donna”, 45.
Il Cardinale Scola ha ribadito la sua posizione in un’intervista lunga come un libro nel 2018, in cui ha difeso l’insegnamento tradizionale della Chiesa, ossia che i divorziati e i risposati non possono ricevere la Comunione a meno che non si impegnino a vivere “in completa continenza” – insegnamento che Papa Giovanni Paolo II ha presentato nella sua esortazione apostolica Familiaris Consortio.
Celibato Sacerdotale
Come già detto, Scola è uno strenuo difensore del sacerdozio maschile, ma difende anche la disciplina della Chiesa Cattolica Romana del celibato obbligatorio per coloro che ricevono l’Ordine Sacro. In un discorso del 2010 al termine di una grande Messa nella Basilica di San Marco a Venezia, rispondendo alle accuse di pedofilia recentemente emerse tra i sacerdoti e le persone consacrate, Scola ha detto alla congregazione: “È fuorviante e inaccettabile mettere in dubbio, a partire da casi di pedofilia nell’ambiente ecclesiastico, il santo celibato che la Chiesa latina chiede, in piena libertà, ai candidati al sacerdozio alla luce di una lunghissima tradizione“.
Universalismo
La libertà umana è uno dei temi principali del lavoro di Scola. Secondo lui, l’incontro con Cristo è ciò che suscita la libertà umana e la mette in cammino. Scola presumibilmente ammetterebbe la prospettiva della dannazione eterna per coloro che abusano gravemente della loro libertà. Ma Scola non predica o scrive spesso sulla dannazione, tanto meno come una realtà (e non solo come una possibilità che potrebbe essere irrealizzata). È anche un fervente discepolo di Hans Urs von Balthasar, che negli ultimi anni ha sostenuto strenuamente che la speranza che nessuno vada perduto è teologicamente fondata.
Scola ha elogiato la Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II del 1965 sulla Rivelazione divina Dei Verbum per aver sottolineato la natura di “evento” della rivelazione, che non è una mera trasmissione di informazioni (proposizioni), ma un’auto-rivelazione personale di cui ci si può appropriare solo con un assenso personale, il sì che dà inizio alla relazione che viene presentata come un invito. Scola era molto favorevole a Verbum Domini, l’Esortazione apostolica post-sinodale sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa promulgata nel 2010 da Papa Benedetto, che cita molti passaggi di Dei Verbum, anche se non quelli più centrali per il suo trattamento della storicità dei Vangeli. Scola elogia la chiarezza e la precisione di Verbum Domininel trattare questioni spinose della Scrittura e della rivelazione, lodando la sua accessibilità anche ai non teologi.
Migranti e Rifugiati
L’incontro a Damasco organizzato dal nunzio vaticano tra Scola e i rappresentanti dei riti cattolici orientali nel 2000 ha lasciato un segno nel pensiero di Scola e lo ha portato a fondare Oasis. Nella sua autobiografia del 2018, a Scola vengono poste diverse domande sul suo lavoro con Oasis. Queste domande riguardano la politica di immigrazione, la libertà religiosa e la compatibilità dell’Islam con la civiltà cristiana.
Scola ritiene che spetti alle istituzioni politiche dirigere e governare la migrazione di massa. Ma ritiene che i governi europei non abbiano fatto un buon lavoro in questo senso. Citando un rapporto del 2017 che indica che più di 250 milioni di persone hanno lasciato il loro Paese d’origine in quell’anno – Scola sottolinea che questo è circa il 50 per cento in più rispetto al numero dell’anno 2000 – parla di una “grossolana ingenuità” di cui l’Occidente è colpevole – vale a dire, la presentazione da parte dei mass media della vita occidentale come così meravigliosa che ha attratto molti migranti che cercano quei luoghi in cui il mondo è “migliore” di quello in cui si trovano.42Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 185-86. “Siamo stati ciechi e sordi per molti anni”, dice Scola, alla condizione degli immigrati e alle condizioni che la favoriscono.
Scola rifiuta la pertinenza di una distinzione tra rifugiati e immigrati economici ai fini della politica di immigrazione.43Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186. “Come si può pensare di accogliere solo i primi, rifiutando i secondi?Come si può pensare di accogliere solo i primi, rifiutando i secondi?”, si chiede.44Veda Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186. Un tale pensiero, afferma, si presta a una mentalità da sistema di caste propria del Medioevo.45 Veda Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186.
Islam
Scola riconosce che l’Islam deve avviare una trasformazione rispetto alle sue dottrine sulla libertà di coscienza. Ricordando un incontro ad Amman, in Giordania, sponsorizzato da Oasis, Scola nota che mentre i suoi interlocutori – membri di un’istituzione islamica nota e rispettata per la sua apertura al dialogo e guidata dal Principe Ghazi bin Muhammad bin Talal – erano “in linea di principio favorevoli” alla libertà di coscienza, tuttavia non avrebbero acconsentito a sottoscrivere un chiaro riconoscimento della libertà di conversione.46Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 191. Alla domanda diretta se l’Islam debba accettare il principio della laicità, lo status secolare, dello Stato, Scola risponde: “In linea di principio è corretto ricordare la distinzione tra la sfera religiosa e quella civile, ma nel concreto ciò rischia di diventare un discorso astratto che non prende contatto con il modo in cui l’Islam è nato e si è sviluppato”47Scola, Ho scommesso sulla libertà, 191.[Scola sottolinea che gli sforzi di laicizzazione del presidente turco Recep Erdoğan hanno avuto un “risultato inverso” rispetto a quello che gli occidentali vorrebbero dalla laicizzazione dello Stato islamico, e indica la Francia come esempio di Paese in cui la separazione tra religione e Stato è stata attuata in modo estremo. Scola accusa inoltre gli occidentali di essere infingardi quando, da un lato, esortano i musulmani a sottomettersi al “bagno purificatore del secolarismo”, mentre dall’altro lamentano gli effetti negativi del secolarismo avanzato in Occidente sul cristianesimo e sulla società.47Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 192.
Scola afferma che i Paesi musulmani dovrebbero rendere reale il rispetto per la libertà di ogni credente che vive nelle loro giurisdizioni. Riconosce che “è innegabile che l’espansione dell’Islam attraverso le attività di Maometto sia avvenuta con l’uso della forza violenta”, e afferma chiaramente che “anche l’Islam deve fare questo [riconoscere la libertà di coscienza]”: “Resta il fatto che il mondo musulmano è chiamato a riflettere in modo nuovo sul tema della libertà”48Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 193-94. Allo stesso modo, Scola ha affermato nel 2011 che “è necessario favorire un’evoluzione nell’Islam per arrivare a una distinzione tra la dimensione religiosa e la dimensione civileB.”Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo”, La Stampa, 30 giugno 2011[/mfn] In un’intervista del 2010, Scola ha affermato che l’attentato suicida è “intrinsecamente un male“. E ha scritto: “Esiste una violenza che viene perpetrata in nome di Dio. Le religioni devono togliere ogni legittimità a questi atti criminali“.
Libertà Religiosa
In un discorso tenuto nel dicembre 2012, poco prima del seicentesimo anniversario dell’Editto di Milano, Scola ha osservato che, poiché istituzioni ed esperienze antropologiche fondamentali come il matrimonio, il parto e la morte sono state private del loro significato religioso cristiano nelle democrazie liberali occidentali, la libertà religiosa è diventata un argomento sempre più importante e spinoso.49Gran parte del discorso di Scola è stato registrato nell’edizione in lingua italiana de L’Osservatore Romano, una copia del quale è stata fornita all’autore da una fonte a Roma.[Riferendosi alla resistenza dei vescovi statunitensi al mandato dell’amministrazione Obama sull’assistenza sanitaria, che richiedeva ai datori di lavoro religiosi, compresi gli ospedali e le scuole, di fornire gratuitamente contraccettivi, abortivi e servizi di sterilizzazione ai dipendenti di cui tali istituzioni coprivano l’assistenza sanitaria, Scola ha osservato che se la libertà religiosa non sarà considerata il primo e più importante dei diritti umani, l’intero edificio dei diritti umani crollerà. Ha riflettuto sul fatto che quando la libertà religiosa viene interpretata come indifferenza da parte dello Stato nei confronti dei fenomeni religiosi – ha citato il modello francese di laicità come esempio – ciò che accade è che lo Stato adotta una ‘neutralità’ nei confronti della religione in senso stretto che è, in pratica, un’affermazione di una visione del mondo controversa, il secolarismo, rispetto ad altre (visioni del mondo religiose). In questa situazione, le visioni del mondo religiose sono de facto evacuate dal dominio pubblico e relegate nel regno del privato, del mitologico e del folcloristico. La presunta ‘neutralità religiosa’ spesso si traduce nella promozione ufficiale di una cultura atea.
Scola sull’Essere un Concorrente Papale
Nonostante la sua lunga e profonda amicizia con Joseph Ratzinger e l’opinione ampiamente diffusa che fosse il successore designato di Benedetto (quando Benedetto gli ha consegnato il pallio in una cerimonia separata dopo la nomina di Scola a Milano, è stato preso come un chiaro segno), Scola afferma che lui, come tutti, è stato “assolutamente sorpreso” dall’annuncio di Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, che si sarebbe dimesso.49Scola, Ho scommesso sulla libertà, 259. Scola era uno dei principali ‘favoriti’ papabili per il conclave successivo. La Conferenza Episcopale Italiana ha persino pubblicato erroneamente un comunicato quando è stata avvistata della fumata bianca nella Cappella Sistina, congratulandosi con Scola per la sua elezione a nuovo Papa. Si dice che Scola abbia raccolto il maggior numero di voti durante la fase iniziale delle votazioni in quel conclave.50Sandro Magister, L’Espresso, 2018 Nonostante la presentazione costante dei media, prima, durante e dopo il conclave, che lui fosse il favorito, Scola afferma di non averci mai creduto: “Non ho mai creduto nella possibilità di diventare Papa”, scrive nella sua autobiografia del 2018.51Scola, Ho scommesso sulla libertà, 262.[Scola confessa di essersi sentito “emarginato” dalla presentazione che i media hanno fatto di lui come il “perdente” della “gara” con Bergoglio, che è stato dipinto come rappresentante della “Chiesa del futuro” in contrasto con la visione più tradizionale e quindi, agli occhi di alcuni, arretrata di Scola sulla vita della Chiesa.51Scola, Ho scommesso sulla libertà, 262.
Riflessione sul Coronavirus
Durante la pandemia di coronavirus del 2020, il Cardinale Scola ha sostenuto un duplice atteggiamento: rimanere uniti seguendo le istruzioni del governo, anche quando ciò comporta qualche sacrificio, e riflettere sul significato della vita. Ha detto che la sospensione della Messa è un’opportunità per sviluppare una maggiore fame per l’Eucaristia e la Parola di Dio.
Non è d’accordo con coloro che affermano che il virus è una punizione divina. “Dio vuole il bene”, ha detto. “L’idea della punizione divina, soprattutto in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, non fa parte della visione cristiana”. La corretta visione cristiana, ha detto, è quella che non prevede che Dio “ricorra alla pratica della punizione per convertire“.
Fedeltà al Papa
In un paio di interviste rilasciate nel 2019, Scola ha sostenuto con forza Papa Francesco, esortando a porre fine alle critiche nei confronti del Pontefice. “È un segno molto forte di contraddizione e denota un certo indebolimento del popolo di Dio, soprattutto della classe intellettuale”, ha detto a proposito delle critiche. “È un atteggiamento profondamente sbagliato perché dimentica che ‘il Papa è il Papa'”.
Ha aggiunto che il Papa “è il garante ultimo, radicale e formale – certamente, attraverso un esercizio sinodale del ministero petrino – dell’unità della Chiesa”.
Scola non è entrato nel merito di nessuna delle critiche, ma ha detto invece di considerarle, soprattutto quando fanno “paragoni irritanti con i papati precedenti, un fenomeno decisamente negativo che deve essere sradicato al più presto”.
Ha detto che ciò che ammira di Francesco è la sua “straordinaria capacità” di essere “vicino a tutti, e soprattutto agli esclusi, a coloro che sono soggetti alla ‘cultura dell’usa e getta’, come spesso ci ricorda nella sua volontà di comunicare il Vangelo al mondo”.
Scrivendo nella sua autobiografia Scommettere sulla libertà , pubblicata nel 2019, ha detto che Papa Francesco è stato come un “sano pugno nello stomaco” e che ha cercato di “scuotere le coscienze mettendo in discussione abitudini e costumi consolidati nella Chiesa, ogni volta alzando l’asticella, per così dire”.
“Questo può causare sconcerto e turbamento”, ha detto, “ma gli attacchi sempre più duri e insolenti contro la sua persona, soprattutto quelli che provengono dall’interno della Chiesa, sono sbagliati”.
Sinodalità
Sempre nel suo libro di memorie, Scola ricorda che quando Giovanni Paolo II lo chiamò all’episcopato all’età di 49 anni, sapeva di dover accompagnare la vita del Popolo di Dio. “Mi piaceva lavorare insieme alle persone, il mio metodo era la sinodalità!”, ha scritto.
In un’intervista del 2021 con la rivista America , ha detto di aver pensato subito che Papa Francesco fosse sulla strada giusta, spingendo l’intera Chiesa su un percorso sinodale. “La sua idea di sinodalità è dimostrata dal suo stile di esercizio del magistero, che si basa su gesti che raggiungono le persone, un magistero che attinge anche alla sua vita personale e arriva alla formulazione dogmatica quando se ne presenta la necessità”. Il Papa deve essere sostenuto in questo, ha detto.
Allo stesso tempo, ha confessato di avere “qualche timore” su come si svolgerà il Sinodo. “Almeno in Europa, siamo stati troppo abituati a creare commissioni e comitati, dove si parla e si parla, ma troppo spesso non si arriva a questo cammino insieme”.
Tuttavia, ha detto, “spero che le cose possano andare bene, che la sinodalità possa generare un nuovo stile di Chiesa…[e] suscitare una capacità di rimotivare tutti noi insieme – i laici, sia i giovani che gli anziani, così come i sacerdoti e i vescovi. Ma credo che non sarà facile, soprattutto dopo questo periodo di Covid”.
In vista della prima assemblea del Sinodo sulla Sinodalità, che si terrà nell’ottobre 2023, e forse rilevando come la sinodalità sia diventata un esperimento in gran parte sociologico e umanistico, Scola ha reso pubbliche le conversazioni che aveva avuto con Henri De Lubac e Hans Urs von Balthasar nel 1985.
Scrisse: “Dalla secolarizzazione alla scristianizzazione fino alla crisi della vocazione e della testimonianza: occorre molto di più di un ‘nuovo umanesimo’ che inquadra la necessità di porre le domande profonde dell’esistenza in un’unica grande ‘religione'”. Ha aggiunto, ricordando le tesi di Von Balthasar e De Lubac, che “il senso religioso è ineliminabile. Lo si può seppellire sotto cumuli di detriti ma, come i fili d’erba in primavera, tornerà a germogliare”. Pertanto, parlare di umanesimo esclusivo per descrivere lo stato attuale delle cose, come fa il filosofo Charles Taylor, può al massimo identificare una categoria sociologica di una certa utilità, ma non arriva al cuore del problema”.
Teologia Communio
Tracey Rowland è un membro del nono e attuale quinquennio della Commissione Teologica Internazionale (ITC) del Vaticano. L’ITC è composta da teologi di spicco in tutto il mondo, incaricati di pubblicare documenti su argomenti di importanza contemporanea per la Chiesa. Nel suo libro Catholic Theology, la Rowland descrive la scuola di pensiero che condivide il nome della rivista internazionale fondata da teologi ‘conservatori’ non molto tempo dopo la fine del Concilio Vaticano II, nel 1965.52Tracey Rowland, Catholic Theology (London: Bloomsbury, 2017). Una caratteristica di questa scuola Communio è la fedeltà al Magistero e l’enfasi su un personalismo filosofico utilizzato per interpretare le Scritture.
Dopo aver descritto la scuola Communio , Rowland scrive:
Il principale sostenitore dell’approccio Communio alla teologia in epoca contemporanea è il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e presunto secondo classificato nell’ultimo conclave papale, descritto da The Tablet come il Principe ereditario sotto i papati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ha sviluppato le idee di Giovanni Paolo II contenute nella Catechesi sull’Amore Umano insieme alle idee di Balthasar sulla teologia trinitaria, e la combinazione dei due ha prodotto la sua [di Scola] proposta di una prospettiva del Mistero Nuziale per la teologia sistematica.53Rowland, Catholic Theology, 129-30.
Qui è necessario un po’ di background. Dopo la chiusura del Vaticano II, nel dicembre 1965, un gruppo di teologi, molti dei quali erano stati molto influenti durante il Concilio, fondò una rivista accademica, Concilium, dedicata all’esplorazione continua dello “spirito” delle riforme di aggiornamento del Vaticano II. Questi teologi includevano Yves Congar, Hans Küng, Johann Baptist Metz, Karl Rahner, Henri de Lubac, Hans Urs von Balthasar, Joseph Ratzinger ed Edward Schillebeeckx. Ma de Lubac, Balthasar e Ratzinger si dimisero presto dal consiglio di amministrazione di Conciliume, nel 1972, fondarono una rivista teologica alternativa e, come si ritiene comunemente, rivale, Communio, i cui redattori e collaboratori erano meno desiderosi di istigare il “Vaticano III” e interpretavano il Concilio attraverso i suoi testi, non il suo “spirito”.
Communio, che significa “comunione”, è stato scelto come titolo dai suoi fondatori perché, mentre un concilio (il significato del latino concilium) è un atto all’interno della vita della Chiesa – un’occasione in cui la Chiesa si ferma e delibera su questioni particolari – la comunione è ciò che la Chiesa è: una comunione di persone nell’unico Signore Gesù Cristo. Per questo motivo, i redattori fondatori di Communio ritenevano che il legame duraturo delle persone unite nella comunione in Cristo – nella Trinità, nella comunione dei santi, attraverso l’Eucaristia, attraverso il mistero nuziale del matrimonio e così via – fosse il luogo adatto per la riflessione teologica di base.
Scola era ed è un ammiratore di Balthasar, Ratzinger e de Lubac. Ha pubblicato un libro-intervista con Balthasar (pubblicato in inglese nel 1989) e lo cita costantemente nei suoi scritti. Il pensiero di Scola trae i suoi orientamenti decisivi dal lavoro di Balthasar. L’identificazione di Rowland come la quintessenza della scuola Communio è ben fondata.
In un’intervista del 2011, Scola ha dichiarato che la domanda più importante che la Chiesa deve affrontare oggi è se stiamo vivendo in un mondo postmoderno.54 Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011 Un anno prima, Scola aveva definito cosa intendeva per “postmoderno” in riferimento a tre caratteristiche. In primo luogo, c’è una diffusa secolarizzazione avanzata, che Scola ha definito in riferimento al terzo dei tre significati di “secolarizzazione” che il filosofo canadese Charles Taylor fornisce nel suo studio del 2007 A Secular Age: vale a dire, la fede in Dio è solo un’opzione valida tra altre opzioni valide. In modo correlato, Scola afferma nella stessa intervista che il problema che affligge il mondo moderno è il divorzio tra la vita e la fede. La fede sembra irrilevante; la sua pratica non sembra avere un valore o un’importanza per la vita nel mondo moderno, soprattutto per i giovani. In secondo luogo, la libertà di scelta è ora interpretata come non vincolata da alcuno standard oggettivo di decisione giusta. In terzo luogo e infine, la verità è ora ridotta al tecnicamente fattibile: se può fare qualcosa, deve farlo.
Nella stessa intervista, Scola suggerisce che la crisi per la Chiesa nel terzo millennio è la domanda “Chi è l’uomo?”. Si tratta di una domanda di antropologia. Ed è nel contesto dell’antropologia teologica che Scola ha sviluppato e difeso la prospettiva del “mistero nuziale” di cui scrive Rowland.
La prospettiva del mistero nuziale sulla teologia sistematica, ha scritto Scola, pone i temi del matrimonio e della famiglia al centro della conoscenza della Fede.55Scola, “Il mistero nuziale: Una prospettiva per la teologia sistematica?” Per Scola, il mistero nuziale si trova all’intersezione tra la differenza sessuale, l’amore e la procreazione.56Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 630-62.[È l’identità perfetta nella differenza, l’unità-in-dualità, che trova il suo paradigma nella comunione di una sola carne tra l’uomo e la moglie, ma che esprime anche la relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito; Scola ricorre spesso al pensiero di Balthasar, secondo cui la relazione tra il marito, la moglie e il bambino che è il frutto del loro amore è l’analogo naturale più adatto per le relazioni trinitarie e per Cristo e la Sua Chiesa.56Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 655. “Il mistero della Trinità è il fondamento ultimo dell’unità duale”, scrive.57Scola, “Dignità e missione della donna”, 51 e cfr. in generale 42-56.
Per Scola, che qui segue Balthasar, la processione amorosa del Padre e del Figlio che genera lo Spirito è la base ontologica della possibilità dell’Incarnazione, in cui le nature divine e umane in Cristo sono “sposate”.
L’Incarnazione è a sua volta la base della Chiesa che sgorga dal costato di Cristo, rendendo i cristiani sposi dello Sposo. Questa unione mistica, a sua volta, fonda il matrimonio cristiano come paradigma umano (ma non esaustivo!) del mistero nuziale; Efesini 5, dove Paolo, nei versetti da 21 a 32, paragona l’unione dell’uomo e della moglie all’unione di Cristo con la Chiesa, è un leitmotiv che attraversa tutti gli scritti di Scola.
Per “mistero nuziale”, Scola intende innanzitutto “l’esperienza concreta del rapporto uomo-donna che si trova all’origine stessa del fenomeno della nuzialità in tutti i suoi vari tipi, e quindi ne costituisce il nucleo costitutivo”58Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 639.[La nuzialità manifesta una reciprocità asimmetrica tra l’io e l’altro”58Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 643. C’è un’altra modalità, un altro modo irriducibile, di essere umano rispetto al modo in cui lo sperimento: se sono un uomo, quell’altro modo è esistere come umano come donna (e viceversa). È identica nel suo essere persona in possesso di una natura umana, ma diversa nel suo essere sesso. Quindi, il mistero nuziale e la communio sono collegati nella misura in cui entrambi riguardano la creazione dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio, una caratteristica in virtù della quale l’uomo è chiamato alla comunione: “Lacommunio come dimensione essenziale dell’uomo fa parte del suo essere a immagine di Dio”59Scola, “Dignità e missione della donna”.
Questo profilo è stato tradotto con l’intelligenza artificiale e non è ancora stato revisionato per eventuali errori.
- 1Andrea Tornielli, Il futuro e la speranza: vita e magistero del cardinale Angelo Scola (Milano: Edizioni Piemme, 2011), 16.
- 2Tornielli, Il futuro e la speranza, 54, 55.
- 3Tornielli, Il futuro e la speranza, 83-97.
- 4Cfr. Angelo Cardinale Scola, con Luigi Geninazzi, Ho scommesso sulla libertà (Milano: Solferino, 2018), 141. Le citazioni nel testo sono tradotte dall’italiano.
- 5Scola, Ho scommesso sulla libertà.
- 6Scola, Ho scommesso sulla libertà, 163.
- 7Scola, Ho scommesso sulla libertà, 178-79.
- 8Scola, Ho scommesso sulla libertà, 176.
- 9Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 176.
- 10Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 181.
- 11Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 182-83.[Il 90% dei cristiani, se gli si chiedesse di spiegare cos’è l’Islam, non saprebbe farlo, ha ipotizzato Scola – e viceversa.11Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011
- 12Scola, Ho scommesso sulla libertà, 171.
- 13Scola, Ho scommesso sulla libertà, 172.
- 14Scola, Ho scommesso sulla libertà, 146.
- 15Scola, Ho scommesso sulla libertà, 167.
- 16Scola, Ho scommesso sulla libertà, 169.
- 17Scola, Ho scommesso sulla libertà, 173-74.[In un’occasione, Scola prese l’iniziativa di riunire una trentina di personalità politiche di spicco per un colloquio informale in cui tutti furono invitati a parlare liberamente e a tutti fu proibito di pubblicizzare qualsiasi cosa fosse stata detta durante l’incontro, durato un fine settimana.17Scola, Ho scommesso sulla libertà, 174.
- 18Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011
- 19Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 240.[Il cuore del suo messaggio, ha detto Scola a proposito della predicazione e dell’insegnamento che avrebbe dispensato durante queste visite, era la necessità per i fedeli di mettersi in contatto intimo con la vita e la storia di Gesù Cristo e la necessità di testimoniare con coraggio che il Cristianesimo è il modo più accattivante per vivere una vita propriamente umana.19Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 240.
- 20Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 241.
- 21Angelo Cardinale Scola, “Matrimonio e famiglia tra antropologia ed eucaristia: Commenti in vista dell’Assemblea Straordinaria dei Sinodi dei Vescovi sulla Famiglia”, Communio 41 (estate 2014): 208-25, 211.
- 22Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212.
- 23Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212.
- 24Scola, “Matrimonio e famiglia”, 212, 215.
- 25Angelo Cardinale Scola, “La dignità e la missione della donna: I fondamenti antropologici e teologici”, Communio 25 (primavera 1998): 46.
- 26Angelo Scola, The Nuptial Mystery, trans. Michelle K Boras (Grand Rapids, Mich.: Eerdmans, 2005), 374. Questa edizione combina quelli che, in italiano, erano due volumi.
- 27Scola, “Dignità e missione della donna”, 52.
- 28Tutte le citazioni in questo paragrafo sono tratte da Scola, Il mistero nuziale, 307-13.
- 29Scola, Il mistero nuziale, 170.
- 30Scola, Il mistero nuziale, 331.
- 31Scola, Il mistero nuziale, 357, 361.
- 32Scola, Il mistero nuziale, 359.
- 33Angelo Cardinale Scola, “Il mistero nuziale: Una prospettiva per la teologia sistematica?”, Communio 30 (estate 2003): 217.
- 34Scola, Il mistero nuziale, 135. Scola parla di “inadeguatezza oggettiva di ogni atto di procreazione umana che non sia frutto dell’amore espresso nell’unione coniugale dell’uomo e della donna”. Ibid., 137.
- 35L’insider vaticano Sandro Magister nota che l’opposizione di Scola alla Proposta Kasper era nota all’epoca dei Sinodi. Cfr. Sandro Magister, “Figurarsi se al posto di Bergoglio avessero eletto Papa il Cardinale Scola”, L’Espresso, 6 settembre 2018. Vedere Scola, “Matrimonio e famiglia”, 210, 216, 217, 222. Cfr. anche Scola, “Dignità e missione della donna”, 52: “L’indissolubilità costituisce il destino e il nucleo stesso della relazione dell’uomo e della donna nel matrimonio”
- 36Scola, “Matrimonio e famiglia”, 219.
- 37Scola, “Matrimonio e famiglia”, 220.
- 38Scola, “Matrimonio e famiglia”, 221.
- 39Scola, “Il matrimonio e la famiglia”, 223.
- 40Scola, “Il mistero nuziale”, 360. A pagina 361, Scola afferma nuovamente che il Magistero è competente per offrire un’interpretazione autentica della Legge morale.
- 41Scola, “Dignità e missione della donna”, 45.
- 42Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 185-86.
- 43Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186.
- 44Veda Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186.
- 45Veda Scola, Ho scommesso sulla libertà, 186.
- 46Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 191.
- 47Scola, Ho scommesso sulla libertà, 191.[Scola sottolinea che gli sforzi di laicizzazione del presidente turco Recep Erdoğan hanno avuto un “risultato inverso” rispetto a quello che gli occidentali vorrebbero dalla laicizzazione dello Stato islamico, e indica la Francia come esempio di Paese in cui la separazione tra religione e Stato è stata attuata in modo estremo. Scola accusa inoltre gli occidentali di essere infingardi quando, da un lato, esortano i musulmani a sottomettersi al “bagno purificatore del secolarismo”, mentre dall’altro lamentano gli effetti negativi del secolarismo avanzato in Occidente sul cristianesimo e sulla società.47Vedere Scola, Ho scommesso sulla libertà, 192.
- 48Cfr. Scola, Ho scommesso sulla libertà, 193-94.
- 49Gran parte del discorso di Scola è stato registrato nell’edizione in lingua italiana de L’Osservatore Romano, una copia del quale è stata fornita all’autore da una fonte a Roma.[Riferendosi alla resistenza dei vescovi statunitensi al mandato dell’amministrazione Obama sull’assistenza sanitaria, che richiedeva ai datori di lavoro religiosi, compresi gli ospedali e le scuole, di fornire gratuitamente contraccettivi, abortivi e servizi di sterilizzazione ai dipendenti di cui tali istituzioni coprivano l’assistenza sanitaria, Scola ha osservato che se la libertà religiosa non sarà considerata il primo e più importante dei diritti umani, l’intero edificio dei diritti umani crollerà. Ha riflettuto sul fatto che quando la libertà religiosa viene interpretata come indifferenza da parte dello Stato nei confronti dei fenomeni religiosi – ha citato il modello francese di laicità come esempio – ciò che accade è che lo Stato adotta una ‘neutralità’ nei confronti della religione in senso stretto che è, in pratica, un’affermazione di una visione del mondo controversa, il secolarismo, rispetto ad altre (visioni del mondo religiose). In questa situazione, le visioni del mondo religiose sono de facto evacuate dal dominio pubblico e relegate nel regno del privato, del mitologico e del folcloristico. La presunta ‘neutralità religiosa’ spesso si traduce nella promozione ufficiale di una cultura atea.
Scola sull’Essere un Concorrente Papale
Nonostante la sua lunga e profonda amicizia con Joseph Ratzinger e l’opinione ampiamente diffusa che fosse il successore designato di Benedetto (quando Benedetto gli ha consegnato il pallio in una cerimonia separata dopo la nomina di Scola a Milano, è stato preso come un chiaro segno), Scola afferma che lui, come tutti, è stato “assolutamente sorpreso” dall’annuncio di Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, che si sarebbe dimesso.49Scola, Ho scommesso sulla libertà, 259. - 50Sandro Magister, L’Espresso, 2018
- 51Scola, Ho scommesso sulla libertà, 262.[Scola confessa di essersi sentito “emarginato” dalla presentazione che i media hanno fatto di lui come il “perdente” della “gara” con Bergoglio, che è stato dipinto come rappresentante della “Chiesa del futuro” in contrasto con la visione più tradizionale e quindi, agli occhi di alcuni, arretrata di Scola sulla vita della Chiesa.51Scola, Ho scommesso sulla libertà, 262.
- 52Tracey Rowland, Catholic Theology (London: Bloomsbury, 2017).
- 53Rowland, Catholic Theology, 129-30.
- 54Gerard O’Connell, Scola: “Una certa fede apre la strada al dialogo aperto”, La Stampa, 30 giugno 2011
- 55Scola, “Il mistero nuziale: Una prospettiva per la teologia sistematica?”
- 56Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 630-62.[È l’identità perfetta nella differenza, l’unità-in-dualità, che trova il suo paradigma nella comunione di una sola carne tra l’uomo e la moglie, ma che esprime anche la relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito; Scola ricorre spesso al pensiero di Balthasar, secondo cui la relazione tra il marito, la moglie e il bambino che è il frutto del loro amore è l’analogo naturale più adatto per le relazioni trinitarie e per Cristo e la Sua Chiesa.56Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 655.
- 57Scola, “Dignità e missione della donna”, 51 e cfr. in generale 42-56.
- 58Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 639.[La nuzialità manifesta una reciprocità asimmetrica tra l’io e l’altro”58Scola, “Il mistero nuziale nel cuore della Chiesa”, 643.
- 59Scola, “Dignità e missione della donna”