Sant’Ambrogio della Massima

Creato da:

Francesco

Status Votante:

Elettore

Nazione:

Italia

Età:

69

Cardinale Claudio Gugerotti

Sant’Ambrogio della Massima

Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali

Italia

Per orientalem viam

Per la via orientale

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Dati chiave

Data di Nascita:

7 Ottobre 1955 (69 anni)

Luogo di Nascita:

Verona, Italia

Nazione:

Italia

Concistoro:

30 Settembre 2023

da

Francesco

Status Votante:

Elettore

Incarico:

Curiale

Tipo:

Cardinale Diacono

Chiesa Titolare:

Sant’Ambrogio della Massima

Sintesi

Un accademico e poliglotta, il Cardinale Claudio Gugerotti non è mai stato vescovo diocesano o rettore di seminario, ma ha trascorso quasi tutta la sua carriera nella Curia romana o come nunzio apostolico. Pur avendo ricoperto incarichi diplomatici per la Santa Sede per vent’anni, la sua competenza specifica riguarda le Chiese orientali.

Nato a Verona il 7 ottobre 1955, entrò nella Pia Società di Don Nicola Mazza e fu ordinato sacerdote il 20 maggio 1982 per la diocesi di Verona.

Conseguì la laurea in lingue e letterature orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la licenza in liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e, nel 1996, il dottorato in scienze ecclesiastiche orientali presso il Pontificio Istituto Orientale.

Insegnò patristica presso l’Istituto Teologico San Zeno di Verona dal 1981 al 1984 e teologia e liturgia orientale all’Istituto di Studi Ecumenici di Verona dal 1982 al 1985.

Ha inoltre insegnato patristica e lingua e letteratura armena presso il Pontificio Istituto Orientale ed è stato docente presso le università di Venezia, Padova e Roma e presso la Pontificia Università Gregoriana.

Nel 1985, a soli tre anni dall’ordinazione, iniziò a lavorare presso la Congregazione per le Chiese Orientali, il dicastero della Santa Sede che sovrintende alle 23 Chiese orientali in comunione con Roma, tra cui la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, la Chiesa Siro-Malabarese e la Chiesa Maronita.

Dal 1997 al 2001 fu sottosegretario della Congregazione quando il Cardinale Achille Silvestrini ne era il prefetto (1991–2000).

Fece anche parte dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice durante il pontificato di Giovanni Paolo II. In questa veste, lo assistette nella celebrazione della liturgia armena.

Grazie ai suoi studi sull’Armenia e sulla lingua armena, nel 1988 Gugerotti fu invitato, in qualità di funzionario della Congregazione, a unirsi a una delegazione della Caritas Italiana recatasi in Armenia in seguito ad un devastante terremoto. Attribuisce in parte quell’esperienza, che lo segnò profondamente, all’allora Segretario di Stato vaticano Cardinale Agostino Casaroli e all’Ostpolitik da lui promossa.

Nominato arcivescovo nel 2002, scelse come motto episcopale “Per orientalem viam” (Per la via orientale) e dal 2002 al 2011 fu nunzio apostolico in tre Paesi di tradizione cristiana orientale: Georgia, Armenia e Azerbaigian.

Nel 2011 Papa Benedetto XVI lo nominò suo rappresentante in Bielorussia. Papa Francesco lo nominò poi nunzio apostolico in Ucraina nel 2015, dove prestò servizio fino al 2020 nel contesto del conflitto in corso per la Crimea. In seguito, dal 2020 al 2022, fu nunzio in Gran Bretagna.

Nel novembre 2022 Papa Francesco lo nominò prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali e cancelliere del Pontificio Istituto Orientale. In seguito fu nominato patrono dell’Istituto, mentre il Cardinale José Tolentino de Mendonça ne divenne cancelliere al suo posto.

Papa Francesco lo ha creato Cardinale nel concistoro del 30 settembre 2023.

Il Cardinale Gugerotti parla italiano, latino, greco antico e moderno, armeno, curdo, inglese, francese e russo.

È autore di diversi libri in italiano sulla liturgia delle Chiese orientali e di numerosi saggi e articoli che uniscono la sua esperienza e i suoi studi in materia.1Tra queste pubblicazioni si ricordano: “La liturgia armena delle ordinazioni e l’epoca ciliciana. Esiti rituali di una teologia di comunione tra le Chiese” (Roma 2001); “L’uomo nuovo un essere liturgico” (Roma 2005), tradotto anche in romeno e ucraino; “Caucaso e dintorni” (Roma 2012) e “Riflessi d’oriente” (Bose 2012).

In virtù della sua lunga esperienza nella Curia romana, il Cardinale Gugerotti è membro di diversi dicasteri vaticani, tra cui il Dicastero per l’Evangelizzazione, il Dicastero per la Dottrina della Fede e il Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Fa inoltre parte della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Consiglio della Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato.

È un discepolo del defunto Cardinale Achille Silvestrini, figura controversa e membro di spicco del cosiddetta “gruppo di San Gallo”, che si oppose all’elezione di Papa Benedetto XVI, anche se resta incerta la misura della sua adesione alle idee del Cardinale. Si ritiene inoltre che sia vicino al Cardinale Pietro Parolin, anch’egli un protetto di Silvestrini.

Gugerotti è noto per la sua profonda conoscenza delle tradizioni cristiane orientali e per il suo impegno nel promuovere il dialogo tra le diverse comunità cristiane.

Il suo ministero di nunzio in Paesi come Ucraina e Bielorussia gli ha offerto un’esperienza diretta delle sfide affrontate dalle Chiese orientali, specialmente in contesti di instabilità politica e di conflitto.

Ha evitato la ribalta mediatica, scegliendo di non esporsi pubblicamente su questioni controverse e restando così una figura discreta e in parte imprevedibile.

Tuttavia, ha parlato con franchezza contro lo sfruttamento della religione a fini politici, sottolineando la necessità che la fede resti autentica e non diventi strumento di propaganda. Il suo approccio è radicato in un profondo rispetto per le tradizioni delle Chiese orientali e in un impegno per la pace e la riconciliazione.

La carriera di Gugerotti riflette la sua dedizione a colmare le distanze tra le tradizioni cristiane orientali e occidentali e a sostenere le comunità cristiane in contesti difficili. Il suo lavoro continua ad avere un impatto significativo nei rapporti della Chiesa cattolica con le comunità cristiane orientali in tutto il mondo.

Ordinazione Diaconale Femminile

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Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Promuovere una Chiesa “Sinodale”

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Profilo Completo

MUNUS SANCTIFICANDI

Considerando che il Cardinale Gugerotti non è mai stato vescovo diocesano o rettore di seminario, ma ha trascorso quasi tutta la sua carriera nella Curia romana o come nunzio apostolico, il suo esercizio del munus sanctificandi si manifesta forse al meglio nella promozione delle liturgie, delle devozioni e dei santi delle Chiese orientali.

Liturgia cattolica siro-malabarese

In qualità di nunzio apostolico nel Regno Unito, l’allora arcivescovo Claudio Gugerotti predicò alla liturgia conclusiva dell’Anno di San Giuseppe nel dicembre 2021.

Nell’omelia, lodò l’Eparchia siro-malabarese della Gran Bretagna, che — disse — stava cercando, nel contesto di una crisi di fede nel Paese, “di ritrovare la perduta gloria della Chiesa cattolica, le sue tradizioni antiche, e di impegnarsi seriamente a riscoprirle e riviverle oggi, in questo contesto occidentale quasi totalmente secolarizzato e relativista”.

Parlando nel contesto di una liturgia celebrata con il tradizionale canto siriaco presso l’Abbazia di San Michele a Farnborough, il Nunzio Apostolico invitò i fedeli “a rendersi conto” che il recupero “delle gloriose radici cristiane” è “semplicemente una grazia di Dio”.

Vetus Ordo

Non esistono dichiarazioni pubbliche del Cardinale Gugerotti sulle controversie legate a Traditionis Custodes e alle sue restrizioni sulla Messa tradizionale in latino. Tuttavia, nel giugno 2024, emersero notizie secondo cui avrebbe sostenuto la redazione di un nuovo documento volto a limitare ulteriormente il rito antico, cosa che il Cardinale smentì in seguito.

A prescindere dalla sua presunta opposizione alla Messa antica, Gugerotti partecipò a celebrazioni del Novus Ordo molto tradizionali e solenni, presiedute da sacerdoti legati alla tradizione, durante il suo breve incarico nel Regno Unito. Nella solennità del Corpus Domini, nel giugno 2022, celebrò una Messa Pontificale Solenne, seguita da una processione con il Santissimo Sacramento per le strade di Covent Garden. La celebrazione concluse l’Ottava Eucaristica di Londra 2022, un appuntamento annuale in onore dell’Eucaristia nel cuore della capitale britannica.

Nell’omelia, ricordò come la processione eucaristica “sia il segno del nostro cammino verso il cielo, preceduti da Gesù, che è presente e ama nell’ostensorio che portiamo.

“Corpus Domini, vero Corpo di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, non resistiamo all’essere trasformati a tua immagine nel cammino verso il Regno, dove non ci sarà più guerra, né malattia, né il senso della nostra inutilità”, disse. “Regno dove tu sarai la luce che, come ciechi, abbiamo cercato per tutta la vita. Cristo, che ti sei donato con il tuo Corpo e il tuo Sangue, sii tu la forza che ci salva. Amen”.

Avvertimento contro le novità liturgiche

Nel 2005 il Cardinale pubblicò un libro sulla liturgia e l’uomo moderno, intitolato L’uomo nuovo un essere liturgico. L’opera trattava in particolare della liturgia orientale e delle novità liturgiche. Gugerotti mise in guardia contro cambiamenti liturgici radicali e contro i tentativi di rendere il linguaggio simbolico della liturgia più comprensibile. La sua principale preoccupazione, osservava un recensore,1Sergii Sannikov, ricercatore senior presso l’Istituto di Teologia dell’Europa Orientale a Leopoli, Ucraina “è che l’uomo moderno dovrebbe vivere la liturgia e non ha bisogno di spiegazioni, quindi i tentativi di introdurre nuovi gesti o di tradurre la liturgia in un linguaggio comprensibile, con tutto il rispetto, non soddisfano l’uomo moderno”.

Devozione Mariana

Nel suo lavoro come nunzio e come prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, Gugerotti ha anche promosso la devozione mariana.

Nel luglio 2023, Papa Francesco inviò Gugerotti come suo rappresentante per il 25º anniversario dell’incoronazione della Madonna di Budslau in Bielorussia. L’icona, custodita nella Basilica dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e risalente al XVI secolo, ha una grande importanza per i cattolici bielorussi.2Nell’omelia, l’arcivescovo Gugerotti ricordò l’incoronazione dell’icona nel 1998, un evento solenne voluto da Papa Giovanni Paolo II e celebrato dal Cardinale Kazimierz Swiatek. Parlò della fede incrollabile e della resilienza del Cardinale Swiatek, anche di fronte alla prigionia, e di come Giovanni Paolo II lo avesse elevato alla dignità cardinalizia nella Santa Chiesa. … Si rivolse alla Madre di Budslau, salutandola come Regina dell’Amore. La ritrasse come una giovane umile che accettò con piena disponibilità le sfide poste da Dio. … Ai piedi della croce, accolse l’ultimo respiro di suo Figlio. Con gli Apostoli, ricevette lo Spirito Santo vittorioso, che conquistò il mondo e le sue sofferenze.

Già nel 2014, come nunzio in Bielorussia, Gugerotti aveva presieduto le celebrazioni per il 400º anniversario dell’icona miracolosa di Nostra Signora di Budslau presso il santuario nazionale a lei dedicato. Ispirandosi all’esempio di Papa Giovanni Paolo II, incoraggiò i cattolici bielorussi a non avere paura e lodò la loro grande pazienza, dicendo loro: “Oggi la Madonna vi guarda e vi dice: non lasciate cadere le braccia. Avete un futuro, popolo della Bielorussia. C’è una strada davanti a voi, anche se non riuscite a vederla. Dio ha pensato questa strada per voi. Il vostro Dio è ora in mezzo a voi in questa Eucaristia e anche la protezione di sua Madre è con voi”.

Lode a un santo armeno e alla solidarietà umana

Nell’aprile 2015, sotto il predecessore del Cardinale Gugerotti come prefetto per le Chiese Orientali, Papa Francesco elevò san Gregorio di Narek (951–1010), un monaco armeno del X secolo, poeta e scrittore mistico, alla dignità di Dottore della Chiesa. La sua memoria è celebrata nel calendario romano generale il 27 febbraio. Conosciuto per i suoi commentari al Libro di Giobbe e al Cantico dei Cantici, l’opera più celebre di san Gregorio di Narek è Il libro delle lamentazioni. Composto da 95 capitoli di preghiere e meditazioni, è riconosciuto come un’“enciclopedia della preghiera per tutte le nazioni”, è stato tradotto in oltre 30 lingue ed è stato paragonato alle Confessioni di sant’Agostino per il suo carattere introspettivo.

Tre anni dopo, Papa Francesco presiedette la benedizione della statua di san Gregorio di Narek nei Giardini Vaticani, rafforzando i rapporti tra la Santa Sede, l’Armenia e la Chiesa apostolica armena.

Celebrando la sua festa con una Messa nella Basilica di San Pietro nel 2023, il Cardinale Gugerotti affermò che, nell’attuale clima di “individualismo enorme” e di aggressività “feroce”, che talvolta “sembrano invincibili”, san Gregorio di Narek affronta questi mali “con una geniale visione spirituale”, proprio perché volle prendere su di sé i peccati di tutti, come fece Gesù.

In armeno, Gugerotti lesse questa preghiera tratta dalle opere di Narek: “Io prendo su di me i peccati di tutto il mondo perché io sono personalmente colpevole dei peccati di tutti. E li presento a te, Signore, perché tu possa avere misericordia di tutti.

È “molto raro nella storia del cristianesimo un atteggiamento del genere, ma profondamente persuasivo”, disse il Cardinale. “Quel grido è il grido di tante sofferenze, di tante lacerazioni, di tante morti, di tante persecuzioni. Un grido presentato come una poesia che strappa dalle mani di Dio la salvezza del popolo perché questo possa essere beatificato e gratificato dalla visione di Dio”.

Nella stessa omelia, Gugerotti sottolineò come Gregorio di Narek sia chiamato il “porta preghiere” di tutta l’umanità “non perché è generoso, ma perché è profondamente solidale con tutta l’umanità. Si fa carico della tragedia di tutti. È questo l’atteggiamento che sarebbe in grado di dare risposta all’esasperato individualismo”, disse.

Evidenziando il desiderio di san Gregorio di Narek di conformarsi a Cristo perdonando i propri nemici, il Cardinale Gugerotti insistette: “Non si tratta di una spiritualità melensa o zuccherosa che serve semplicemente a consolare i popoli. Qui c’è una forza di appartenenza all’umanità che è talmente solidificata da portarci a dire: tutti si salveranno o tutti periranno”.

Perseguendo esclusivamente i propri interessi economici, quelli delle proprie industrie e del proprio Paese, a scapito degli altri, “non si va da nessuna parte così”, affermò. “Questo è il Vangelo vissuto, il resto è un egoismo cosmico che è il contrario dell’amore di Dio il quale è finito sulla croce, lui che aveva creato il mondo”.

MUNUS REGENDI

Il Cardinale Gugerotti non ha ricoperto un ruolo particolarmente in vista nella Curia Romana prima della fine del 2022 e quasi tutta la sua carriera si è svolta o all’interno del Vaticano o come nunzio apostolico.

Sia la sua esperienza curiale sia il suo lavoro diplomatico si sono concentrati quasi esclusivamente sull’Oriente e sulle Chiese orientali. La sua competenza è quindi prevalentemente di carattere politico, ecumenico e diplomatico. È accomunato ad una ristretta minoranza di diplomatici vaticani dal non aver ricevuto una formazione diplomatica formale presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica, normalmente preposta alla preparazione dei diplomatici della Santa Sede.

Successi diplomatici

La carriera diplomatica di Gugerotti è stata generalmente di successo. In particolare, riuscì a migliorare i rapporti tra il governo dittatoriale della Bielorussia e la Chiesa cattolica locale, aprendo la strada a una possibile visita di Giovanni Paolo II nel 2002. Fu anche uno dei pochi a poter avere accesso ai prigionieri politici del Paese. Anni dopo, trattò per assicurare il rientro di un arcivescovo esiliato: nel 2020 ottenne il ritorno a Minsk dell’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, al quale era stato impedito per mesi di rientrare in patria.

Il suo approccio alla guerra in Ucraina

Gugerotti ha sempre promosso la riconciliazione e la pace, in linea con l’impostazione diplomatica della Santa Sede. La sua conoscenza dei contesti russi e ucraini è stata cruciale in questo ambito.

Durante un incontro con i giornalisti alla vigilia del concistoro in cui sarebbe stato creato Cardinale nel 2023, il neo prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali definì la guerra russa in Ucraina “una carneficina” e “una guerra barbara”. Secondo una trascrizione dell’incontro, difese anche il tentativo di Papa Francesco di mantenere un contatto equilibrato con entrambe le parti del conflitto.

Interpellato sulla guerra, alla luce della sua esperienza come nunzio in Ucraina, l’allora futuro Cardinale affermò che il popolo ucraino era “meraviglioso, ma per ragioni storiche ha subito molte divisioni: Est e Ovest; tra i cattolici, latini e greco-cattolici; tra gli ortodossi ci sono ora due Chiese; e sul piano politico, un governo succede all’altro con visioni e percezioni molto diverse”.

Il problema principale dell’Ucraina, aggiunse, “è quello di trovare l’unità al proprio interno. Ovviamente, la disunità non è solo colpa loro; è qualcosa che è stato ben pianificato e orchestrato”.

Paradossalmente, osservò, la guerra stava contribuendo a unificare il Paese: “Sta unendo gli ucraini, perché devono combattere contro un unico nemico, e quindi non c’è spazio per le dispute interne”.

Gugerotti sottolineò inoltre che la “falsificazione dei media” era “uno dei problemi fondamentali” e che “così in questi Paesi non conta quello che si fa, ma quello che si dice che si fa”.

In virtù della sua formazione e competenza sull’Est e sull’Ucraina, alcuni commentatori cattolici — tra cui The Catholic Herald — si aspettavano che il Cardinale Gugerotti “avrebbe giocato un ruolo chiave negli sforzi della Santa Sede per porre fine alla guerra in Ucraina”. Ma non è chiaro quale sia stata finora la sua influenza diretta su Papa Francesco in merito. La scelta da parte di Francesco di Gugerotti come prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali è stata interpretata come un segnale verso la Russia, data la nomina un nunzio conosciuto e non percepito come ostile.3Gugerotti ha costantemente invocato una riconciliazione russo-ucraina che vada oltre la politica e gli interessi politici. L’analista vaticano Andrea Gagliarducci ha osservato che la sua capacità “di cogliere prospettive contrapposte è dovuta anche all’ottima conoscenza della lingua russa e lo ha reso un candidato per ricoprire l’incarico di prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali”.

Rapporti con le Chiese locali ucraine

Durante il suo mandato come nunzio in Ucraina dal 2015 al 2020, il Cardinale Gugerotti si guadagnò una buona reputazione per il mantenimento di rapporti cordiali con le Chiese locali. È generalmente considerato in modo positivo dalla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (CGCU).

Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della CGCU, ha rivolto al Cardinale Gugerotti le sue congratulazioni per l’elevazione al Collegio Cardinalizio, riconoscendo in tale nomina una particolare attenzione del Papa verso l’Oriente cristiano. Shevchuk ha espresso apprezzamento per il servizio reso da Gugerotti ai popoli bielorusso e ucraino, sottolineando il suo ruolo di collaboratore del Vescovo di Roma e riconoscendo l’amore del Papa per coloro ai quali il Cardinale è stato inviato.

Il periodo trascorso da Gugerotti come nunzio in Ucraina dal 2015 al 2020, durante il quale affrontò attivamente le sfide poste dal conflitto nella regione del Donbass, ha probabilmente contribuito alla valutazione favorevole che lo accompagna. Il suo approccio diplomatico alla guerra in Ucraina tende ad allinearsi con gli sforzi della CGCU di navigare tra le complesse relazioni con la Santa Sede e il contesto geopolitico più generale.

Il Cardinale Gugerotti ha svolto in passato un ruolo di pacificatore nei confronti dei greco-cattolici ucraini. In risposta alle loro critiche alla dichiarazione congiunta tra il Papa e il Patriarca di Mosca firmata a L’Avana nel 2016, disse: “Vi chiedo di essere pazienti. Non sempre tutte le parti possono dire ciò che vogliono dire. A volte è necessario trovare un compromesso… Quello che la gente ricorderà è l’abbraccio e l’abbraccio è una cosa santa”.

Opinioni sulla diplomazia vaticana

Il Cardinale Gugerotti non si fa illusioni sull’efficacia che la diplomazia vaticana può avere in situazioni di conflitto. Ha osservato che essa è necessaria per offrire una mediazione nel “deserto di figure morali” nel mondo.

L’obiettivo della Santa Sede, ha affermato, “è sempre quello di essere l’ultima possibilità, quando tutte le altre scelte sono venute meno”.

Gugerotti si è mostrato entusiasta della decisione di Papa Francesco di inviare il Cardinale Matteo Zuppi come inviato di pace in Ucraina, affermando che la “cosa geniale” “è quella di aver messo finalmente insieme chi combatte sul terreno e le grandi potenze dalle quali [in] gran parte dipende la guerra”.

Quanto al suo ruolo personale, Gugerotti ha espresso soddisfazione per il fatto che il dicastero da lui guidato offra molte opportunità di mediazione e diplomazia e che, come Cardinale, egli possa attirare l’attenzione su aree di crisi. “il mio Dicastero si occupa delle situazioni più ‘disgraziate’ che ci sono al mondo”, ha detto poco prima di ricevere la porpora. “Quasi tutte queste Chiese si trovano in territori di grande difficoltà, in situazioni di guerra, di destabilizzazione… Il cardinalato significa porre all’attenzione del mondo queste situazioni”. Ha aggiunto che ci sono “cento guerre oltre a quella tra Russia e Ucraina di cui non parliamo mai”.

Nella stessa intervista rilasciata a Vatican News, Gugerotti ha spiegato che la Santa Sede sta agendo con molta prudenza anche in un’altra situazione di conflitto che conosce bene, quella tra Armenia e Azerbaigian. A suo avviso, questi conflitti hanno ripercussioni non solo sulle nazioni coinvolte, ma anche sull’Occidente.4“Bisogna capire innanzitutto che lì c’è una storia di dolore che comincia da tempi immemorabili e poi che se si scatena lì un gioco di potenze che sono estranee al blocco occidentale e ai suoi interessi, a pagare sarà proprio il blocco occidentale. È questo il punto. Siccome oggi è importante parlare di cose che ti servono, non di ideali, perché purtroppo questi si comprano e si vendono oggi, come le armi, la cosa fondamentale è capire che siamo noi in gioco. Non soltanto questa povera gente che si ritrova in queste condizion”.

In un’altra intervista del 2023, il Cardinale Gugerotti ha espresso il peso della responsabilità che avverte, poiché il suo Dicastero comprende non solo il Medio Oriente, ma anche Etiopia, Eritrea, Ucraina — aree segnate da conflitti sanguinosi.5“Tutte zone, o quasi tutte, che hanno in questo momento una vicenda particolarmente cruenta che non a caso li riguarda nel senso che l’Oriente cristiano è sempre stato un bacino di fedeltà a Cristo fino al martirio. Pensiamo a cosa erano le grandi Chiese orientali che ora sono ridotte a pochissime persone. E non per caso, ma perché la violenza degli uomini e delle culture ha determinato una loro quasi sparizione. Dunque, è quasi nel dna delle Chiese orientali questo legame profondissimo con la testimonianza martiriale. D’altra parte teniamo presente che molte delle Chiese orientali nascono in un contesto molto prossimo alla Palestina. Il nostro riferimento è a colui che è Signore e Maestro e che, appunto, ha effuso il suo sangue per noi, Gesù Cristo. Noi siamo i rappresentanti di una religione che nasce dal sangue del suo fondatore, a differenza di molte altre. Ed è anche la ragione per la quale il cristianesimo suscitava tanto stupore, sia nelle religioni imperiali, sia poi anche nelle altre religioni monoteistiche, proprio per l’estrema crudezza della sorte di colui che ne era oggetto di venerazione. Noi non abbiamo un profeta vittorioso, che ha fondato uno stato, non siamo un popolo che ha una città terrena; siamo i seguaci di qualcuno pellegrinando nella storia fino alla Gerusalemme celeste”.

Affinità con l’Armenia

Il Cardinale Gugerotti nutre un legame particolare con l’Armenia, dove si recò nel 1988 come membro di una delegazione umanitaria dopo il terremoto che devastò il Paese.

La visita, che egli attribuisce in parte all’allora Segretario di Stato Cardinale Agostino Casaroli e alla sua controversa diplomazia dell’Ostpolitik, lasciò una profonda impressione nell’allora giovane sacerdote.6La Caritas Italiana, un’organizzazione caritativa della Chiesa italiana, decise di recarsi nella regione settentrionale della Repubblica Socialista Sovietica Armena dopo un devastante terremoto, per aiutare le vittime. L’impatto della catastrofe colpì profondamente il giovane sacerdote. Lì vide anche Santa Teresa di Calcutta pregare con alcune delle sue suore.

Durante una conferenza tenuta in Vaticano nel 2022, Gugerotti ricordò come entrò a far parte della delegazione: “La coraggiosa delegazione vene a sapere che c’è un sacerdote italiano che ha studiato l’Armenia, cioè io, e mi chiede di unirmi al gruppo”, raccontò. “Il Cardinale Casaroli, allora Segretario di Stato, mi informa che la partenza è prevista per il giorno seguente. Credo che solo l’urgenza della situazione permise a un giovane della Curia romana, privo della grande esperienza diplomatica che allora caratterizzava coloro che venivano inviati da Roma nei paesi del blocco sovietico, nei giorni dell’‘Ostpolitik’, di poter partire”.

Gli eventi successivi in Armenia — Paese dove sarebbe poi diventato nunzio — costituirono anche il contesto del suo primo incontro con Papa Giovanni Paolo II, ’inizio di un duraturo rapporto con lui. Con profonda gratitudine, Gugerotti ha ricordato la profonda influenza che il  Santo Pontefice ebbe sulla sua vita: “Per me sarà l’inizio di un rapporto inatteso e senza precedenti, che mi accompagnerà fino alla morte del Papa e che segnerà profondamente la mia vita”.

Gugerotti guarda al futuro della Chiesa armena, risorta dopo settant’anni di oppressione: “Per anni non vi furono segni esteriori di cattolicesimo”, ha osservato. “I sovietici avevano completamente soppresso la Chiesa cattolica armena”.

Medio Oriente

Gugerotti ha inoltre dedicato particolare attenzione al Medio Oriente. In un discorso pronunciato nel 2023 a Nicosia, Cipro, il Cardinale si è scusato per “la responsabilità [dell’Occidente] nella destabilizzazione delle condizioni del Medio Oriente con la nostra tendenza a esportare la nostra cultura e a chiedere ai suoi popoli di conformare a questa le loro vite”. Ha anche espresso preoccupazione per la diaspora dei cristiani della regione, “causata dalla attuale tragica situazione che colpisce dal profondo la loro vita quotidiana”.

Rapporti con le Chiese riformate

Il Cardinale Gugerotti non ha intrattenuto contatti ecumenici di rilievo con luterani o altri protestanti, ma nell’ambito della sua missione di promozione del dialogo tra cattolici e anglicani, ha avuto una breve interazione con una delegazione anglicana della Chiesa episcopale scozzese durante la sua breve missione come nunzio nel Regno Unito. In quell’occasione, ha anche tenuto un’omelia durante una celebrazione anglicana.

MUNUS DOCENDI

Claudio Gugerotti è stato restio a intervenire in dibattiti controversi e, di conseguenza, le sue posizioni su temi attuali come il celibato sacerdotale, l’ordinazione di diaconesse o le benedizioni per coppie dello stesso sesso non sono note.

Tuttavia, i suoi legami con figure come il Cardinale Achille Silvestrini sono significativi. Silvestrini svolse un ruolo cruciale nelle relazioni internazionali della Santa Sede, soprattutto durante la Guerra Fredda. Fu anche un promotore di primo piano della Ostpolitik, una strategia diplomatica volta ad assicurare la sopravvivenza della Chiesa cattolica nei paesi comunisti, ma che, secondo i critici, comportò un costo elevato, incluso l’indebolimento dell’autorità morale della Chiesa e della sua efficacia nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa, nonché l’infiltrazione della Santa Sede da parte dei servizi segreti comunisti.

Silvestrini fu inoltre uno dei leader dell’ala progressista della Chiesa nel periodo post-conciliare, una figura controversa e un membro di spicco del cosiddetto “gruppo di San Gallo”, che si oppose all’elezione di Papa Benedetto XVI.

Gugerotti lavorò con Silvestrini per diversi anni in Vaticano e ricevette il suo sostegno e guida, ma non ha mai espresso critiche nei confronti del defunto Cardinale. Al contrario, nell’ottobre 2023 ha scritto un tributo encomiastico inserito in un’opera sull’eredità di Silvestrini.

In quell’occasione, Gugerotti ha elogiato la “passione per la cultura” e per la storia del Cardinale, sottolineando come il suo impegno andasse oltre la diplomazia e diventasse una missione di apertura e dialogo con tutti, a prescindere dalla loro fede o appartenenza politica. “[Una] radice evangelica […] ne motivò l’intera esistenza, senza peraltro far pesare alcun elemento di settarismo o di clericalismo”, ha affermato Gugerotti.

Interrogativi sui legami con Silvestrini

Nel libro Via col vento in Vaticano, pubblicato nel 1999 sotto lo pseudonimo “I Millenari”, iniziarono a emergere critiche nei confronti di Gugerotti e dei suoi presunti stretti legami con il Cardinale Achille Silvestrini. Il libro, che avrebbe suscitato scalpore in Vaticano, pretendeva di svelare episodi di corruzione, nepotismo e omosessualità nella Curia romana. Monsignor Luigi Marinelli, sacerdote in pensione che aveva lavorato presso la Congregazione per le Chiese Orientali, fu identificato come uno degli autori. Egli affermò che vi erano altri nove o dieci coautori, ma ciò non è mai stato verificato. Il volume fu aspramente criticato per le sue imprecisioni e per essere colmo di pettegolezzi non documentati.

Vicinanza a Parolin

Gugerotti è talvolta considerato vicino al Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, in parte perché entrambi si sono opposti a quella che è percepita come una posizione relativamente filo-russa del Papa, che continua a offendere la Chiesa ucraina. Insieme a Parolin, Gugerotti ha incontrato i vescovi ucraini nel settembre 2023, dopo una nuova controversia suscitata da alcune affermazioni di Papa Francesco sulla guerra.

Sia Parolin che Gugerotti furono discepoli di Silvestrini, fatto che lascia supporre una comunanza di idee e visioni, come sembrano confermare alcune voci sull’affinità delle loro posizioni sulla Messa tradizionale in latino. Tuttavia, la generale reticenza di Gugerotti nel prendere posizione su questioni dottrinali fa sì che il suo insegnamento rimanga in gran parte sconosciuto e oggetto di speculazione.

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    Tra queste pubblicazioni si ricordano: “La liturgia armena delle ordinazioni e l’epoca ciliciana. Esiti rituali di una teologia di comunione tra le Chiese” (Roma 2001); “L’uomo nuovo un essere liturgico” (Roma 2005), tradotto anche in romeno e ucraino; “Caucaso e dintorni” (Roma 2012) e “Riflessi d’oriente” (Bose 2012).
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    Sergii Sannikov, ricercatore senior presso l’Istituto di Teologia dell’Europa Orientale a Leopoli, Ucraina
  • 3
    Nell’omelia, l’arcivescovo Gugerotti ricordò l’incoronazione dell’icona nel 1998, un evento solenne voluto da Papa Giovanni Paolo II e celebrato dal Cardinale Kazimierz Swiatek. Parlò della fede incrollabile e della resilienza del Cardinale Swiatek, anche di fronte alla prigionia, e di come Giovanni Paolo II lo avesse elevato alla dignità cardinalizia nella Santa Chiesa. … Si rivolse alla Madre di Budslau, salutandola come Regina dell’Amore. La ritrasse come una giovane umile che accettò con piena disponibilità le sfide poste da Dio. … Ai piedi della croce, accolse l’ultimo respiro di suo Figlio. Con gli Apostoli, ricevette lo Spirito Santo vittorioso, che conquistò il mondo e le sue sofferenze.
  • 4
    Gugerotti ha costantemente invocato una riconciliazione russo-ucraina che vada oltre la politica e gli interessi politici. L’analista vaticano Andrea Gagliarducci ha osservato che la sua capacità “di cogliere prospettive contrapposte è dovuta anche all’ottima conoscenza della lingua russa e lo ha reso un candidato per ricoprire l’incarico di prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali”.
  • 5
    “Bisogna capire innanzitutto che lì c’è una storia di dolore che comincia da tempi immemorabili e poi che se si scatena lì un gioco di potenze che sono estranee al blocco occidentale e ai suoi interessi, a pagare sarà proprio il blocco occidentale. È questo il punto. Siccome oggi è importante parlare di cose che ti servono, non di ideali, perché purtroppo questi si comprano e si vendono oggi, come le armi, la cosa fondamentale è capire che siamo noi in gioco. Non soltanto questa povera gente che si ritrova in queste condizion”.
  • 6
    “Tutte zone, o quasi tutte, che hanno in questo momento una vicenda particolarmente cruenta che non a caso li riguarda nel senso che l’Oriente cristiano è sempre stato un bacino di fedeltà a Cristo fino al martirio. Pensiamo a cosa erano le grandi Chiese orientali che ora sono ridotte a pochissime persone. E non per caso, ma perché la violenza degli uomini e delle culture ha determinato una loro quasi sparizione. Dunque, è quasi nel dna delle Chiese orientali questo legame profondissimo con la testimonianza martiriale. D’altra parte teniamo presente che molte delle Chiese orientali nascono in un contesto molto prossimo alla Palestina. Il nostro riferimento è a colui che è Signore e Maestro e che, appunto, ha effuso il suo sangue per noi, Gesù Cristo. Noi siamo i rappresentanti di una religione che nasce dal sangue del suo fondatore, a differenza di molte altre. Ed è anche la ragione per la quale il cristianesimo suscitava tanto stupore, sia nelle religioni imperiali, sia poi anche nelle altre religioni monoteistiche, proprio per l’estrema crudezza della sorte di colui che ne era oggetto di venerazione. Noi non abbiamo un profeta vittorioso, che ha fondato uno stato, non siamo un popolo che ha una città terrena; siamo i seguaci di qualcuno pellegrinando nella storia fino alla Gerusalemme celeste”.
  • 7
    La Caritas Italiana, un’organizzazione caritativa della Chiesa italiana, decise di recarsi nella regione settentrionale della Repubblica Socialista Sovietica Armena dopo un devastante terremoto, per aiutare le vittime. L’impatto della catastrofe colpì profondamente il giovane sacerdote. Lì vide anche Santa Teresa di Calcutta pregare con alcune delle sue suore.

Servizio alla Chiesa

  • Ordinazione Sacerdotale: 29 maggio 1982
  • Ordinazione Episcopale: 6 gennaio 2002
  • Creato Cardinale: 30 settembre 2023

Studi

  • 1955: Pia Società di Don Nicola Mazza
  • Licenza in Lingue e Letterature Orientali, Università Ca’Foscari di Venezia.
  • Licenza in Liturgia, Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.
  • Dottorato in Scienze Ecclesiastiche Orientali, Pontificio Istituto Orientale.

Incarichi

  • 1985-1997 Ufficiale, Congregazione per le Chiese Orientali
  • 1997-2001 Sottosegretario, Congregazione per le Chiese Orientali
  • 2002-2011 Nunzio Apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaigian
  • 2011-2015 Nunzio Apostolico in Bielorussia
  • 2015-2020 Nunzio Apostolico in Ucraina
  • 2020-2022 Nunzio Apostolico in Gran Bretagna
  • 2023- Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali

Incarichi Curiali

  • Dicastero per l’Evangelizzazione
  • Dicastero per la Dottrina della Fede
  • Dicastero per i Vescovi
  • Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani
  • Dicastero per il Dialogo Interreligioso
  • Dicastero per la Cultura e l’Educazione
  • Dicastero per i Testi Legislativi
  • Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano
  • Consiglio della Sezione per le Relazioni con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato

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