MUNUS SANCTIFICANDI
Nella sua veste di prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Cardinale Filoni ha espresso diversi pensieri sui sacramenti e sul loro ruolo nella vita cristiana e nella missione della Chiesa.
Battesimo
Il Cardinale ha sottolineato l’importanza del battesimo come fondamento della vocazione missionaria di ogni cristiano: tutti i battezzati sono chiamati a essere missionari ed evangelizzatori. Il battesimo, ha affermato, “ci abilita ad annunciare e predicare il Vangelo a tutte le nazioni”. In un’altra occasione ha osservato che è necessario avere una “consapevolezza più chiara del dono del battesimo”.
Filoni considera il battesimo non solo un sacramento iniziale, ma una forza dinamica che spinge continuamente i cristiani verso la santità, la missione e un costante rinnovamento nella fede, sottolineandone il ruolo centrale nella vita e nell’identità della Chiesa. Il battesimo, ha detto, richiede una continua conversione e la necessità di “rinnovarsi” costantemente nella fede battesimale. Il sacramento ci unisce anche come “fratelli e sorelle” in una “comune appartenenza”, ma non ha parlato esplicitamente di “battesimo comune”.1Il “battesimo comune” è spesso interpretato dai progressisti come l’idea che il sacramento sia un riconoscimento dell’amore incondizionato di Dio per ogni persona, piuttosto che un rito di esclusione o un mezzo per divenire amati. In tal modo, essi intendono promuovere l’unità e l’inclusività piuttosto che la divisione tra le tradizioni cristiane.
Eucaristia
Il Cardinale Filoni considera l’Eucaristia un dono fondamentale per la vita cristiana, strettamente legato alla missione della Chiesa e alla conversione dei fedeli. Infatti, durante il suo servizio come prefetto di Propaganda Fide, ha spesso inquadrato i sacramenti all’interno della missione evangelizzatrice della Chiesa. I sacramenti sono strumenti di conversione e di grazia, ha sottolineato, essenziali per vivere la “gioia di annunciare il Vangelo” e per contribuire alla “piena comunione con Dio Padre nella potenza dello Spirito Santo”.
In sintesi, il Cardinale Filoni ha una comprensione fondamentalmente ortodossa dei sacramenti, in particolare del battesimo e dell’Eucaristia, e li considera elementi essenziali per la vita cristiana e per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Egli enfatizza il loro ruolo nella conversione dei fedeli e nel renderli capaci di partecipare attivamente alla diffusione del Vangelo.
Centralità di Cristo
Il Cardinale italiano ha insistito sul fatto che la missione della Chiesa deve essere centrata su Cristo, piuttosto che essere semplicemente plasmata dalle realtà politiche contingenti. Ha sottolineato che la Chiesa deve riscoprire la propria forza concentrandosi su Cristo, andando oltre una visione puramente sociologica del suo intervento nella società.
La missione della Chiesa, ha affermato, non è competitiva e non dovrebbe mai essere letta “come se fosse una competizione elettorale”. Egli ritiene che la missione della Chiesa sia “morale, spirituale, ma non distaccata da questo mondo, cioè profondamente umana e immersa nelle crisi dell’umanità”.
Formazione
Il Cardinale Filoni ha sottolineato che la formazione spirituale dei seminaristi deve essere orientata verso una profonda comprensione della natura missionaria della Chiesa. Ha menzionato in particolare l’importanza della Liturgia delle Ore nella formazione seminaristica e ha incoraggiato una filiale devozione alla Vergine Maria, specialmente attraverso la preghiera del Santo Rosario.
Oltre a questi elementi specifici, il Cardinale Filoni ha evidenziato la necessità di una formazione liturgica completa, che includa: una solida base di cultura generale; una profonda conoscenza delle scienze sacre; l’acquisizione delle virtù umane e del senso ecclesiale. Il Cardinale ha sottolineato che questi aspetti sono essenziali per formare sacerdoti che siano “veri discepoli di Cristo e autentici servitori della Chiesa”.
Cammino Neocatecumenale
Filoni è stato a lungo un alleato e fervente sostenitore del Cammino Neocatecumenale. È considerato un “patrocinatore dei Neocatecumenali” e, durante il suo mandato come prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha promosso attivamente la visione evangelizzatrice di Kiko Argüello, fondatore del movimento.
Si riporta che Filoni avrebbe incoraggiato l’approccio del Cammino Neocatecumenale alla rievangelizzazione delle aree scristianizzate. Ha inoltre sostenuto il concetto di missione inter gentes proposto dal movimento. Il suo messaggio di congedo dal dicastero ha avuto come tema centrale “Ogni battezzato è un missionario” — in linea con il rinnovamento post-battesimale promosso dal carisma laicale del Cammino Neocatecumenale.
Il Cammino Neocatecumenale è stato in passato oggetto di critiche per alcune deviazioni dalle norme liturgiche della Chiesa nella celebrazione della Messa, oltre che per alcune questioni dottrinali.
Nonostante le direttive delle autorità ecclesiastiche, si riportano casi in cui molte comunità neocatecumenali continuano a mantenere le loro pratiche distintive. Questa persistenza, unita alle dimensioni e all’influenza del movimento, ha reso difficile per le autorità ecclesiastiche far rispettare in modo uniforme le norme liturgiche. La continua alleanza di Filoni con il movimento, sebbene per molti aspetti lodevole e comprensibile alla luce del bene che esso realizza in altri ambiti, potrebbe indurre alcuni a mettere in discussione il suo giudizio.
MUNUS REGENDI
Le capacità di governo del Cardinale Filoni sono significative. Ha ricoperto diversi incarichi di alto livello in Vaticano e possiede un notevole curriculum diplomatico, maturato in decenni di servizio in missioni complesse in tutto il mondo.
I suoi primi incarichi diplomatici lo hanno portato in Sri Lanka (1981-1983), Iran (1983-1985) e Brasile (1989-1992). Ha trascorso il resto degli anni ’90 in Asia, in particolare a Hong Kong, dove ha aperto una “missione di studio” sulla Cina continentale. Da lì, ha operato anche presso la nunziatura apostolica nelle Filippine. Il suo periodo in Iran coincise con la fase più dura della guerra Iran-Iraq, mentre il suo servizio in Cina avvenne in un momento di grande trasformazione, segnato dalle riforme di Deng Xiaoping.
Nunzio in Iraq
Dal 2001 al 2006, Filoni è stato nunzio apostolico in Giordania e Iraq. È noto per essere rimasto al suo posto a Baghdad durante l’invasione statunitense del 2003, mentre altri diplomatici lasciavano il paese per motivi di sicurezza. “Se un pastore fugge nei momenti di difficoltà”, disse in seguito, “le pecore si disperdono”. Questa scelta coraggiosa gli valse il soprannome di “Nunzio Coraggio” tra gli iracheni, poiché rimase per condividere le sofferenze e i pericoli della popolazione locale anche dopo la fine delle ostilità.
Durante il conflitto, Filoni adottò diverse iniziative lodevoli: mantenne le chiese aperte anche di notte per accogliere chi cercava rifugio; visitò personalmente le zone colpite dai bombardamenti, offrendo sostegno e solidarietà; e, in linea con la posizione di Papa Giovanni Paolo II, si oppose all’invasione statunitense, continuando a promuovere soluzioni pacifiche.
Filoni rifiutò qualsiasi misura speciale di sicurezza personale, rinunciando a guardie del corpo e veicoli blindati. Il suo obiettivo, disse, era essere visto “come un iracheno, dagli iracheni”.
Tuttavia, questa dedizione alla sua missione lo espose a gravi pericoli: il 1º febbraio 2006 sfiorò la morte quando un’autobomba esplose accanto alla nunziatura. Durante la campagna di bombardamenti, missili caddero vicino alla sede diplomatica, ma Filoni rimase, affermando che restare con la gente non era “nulla di eccezionale”.
Le esperienze vissute in Iraq hanno ispirato il suo lavoro successivo, incluso il suo attuale ruolo di gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Ha inoltre scritto un libro su questa esperienza.
Sostituto della Segreteria di Stato
Al ritorno dall’Iraq, nel luglio 2007, Benedetto XVI promosse l’arcivescovo Filoni all’incarico di grande responsabilità di sostituto per gli Affari Generali nella Segreteria di Stato vaticana, un ruolo che equivale sostanzialmente a quello di capo di gabinetto del Papa, responsabile del buon funzionamento della Curia Romana. Rimase in questa posizione fino al 2011.
Durante il suo mandato, ebbe numerose responsabilità di rilievo, tra cui l’organizzazione delle attività della Curia Romana; la gestione delle traduzioni ufficiali dei documenti e della corrispondenza pontificia; la risoluzione di questioni giuridiche; la supervisione della gestione del personale della Curia e delle nunziature; il protocollo e l’etichetta per le visite dei capi di Stato; la gestione dell’informazione e dei rapporti con i media; la supervisione dell’archivio vaticano; e il coordinamento delle attività dei nunzi nelle loro relazioni con le Chiese locali.
Nel suo ruolo di sostituto, il Cardinale Filoni ebbe regolari incontri con Papa Benedetto XVI, incontrandolo almeno una volta a settimana per discutere questioni di rilievo e ricevere direttive su vari aspetti della Curia e della vita della Chiesa. Fu anche coinvolto nell’organizzazione dei viaggi Papali all’estero e nella gestione delle richieste di incontri con le vittime di abusi durante tali viaggi.
Come sostituto, il Cardinale Filoni si trovò ad affrontare diverse crisi, per lo più legate alla gestione dei casi storici di abusi sessuali da parte del clero. Fu presente durante alcuni incontri tra il Papa e le vittime di abusi.
Nel 2009, una grave controversia scoppiò quando Benedetto XVI revocò la scomunica di quattro vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), uno dei quali, Mons. Richard Williamson, aveva negato l’Olocausto. L’episodio suscitò un significativo clamore mediatico e, sebbene Filoni non fosse direttamente responsabile della decisione, dovette gestirne le conseguenze.
All’inizio del 2010, un altro scandalo complesso, noto come il caso Boffo, scosse il Vaticano. L’episodio riguardò alti funzionari vaticani, che sarebbero stati implicati in un complotto per screditare un giornalista cattolico italiano. I dettagli della vicenda furono particolarmente intricati e dannosi per la reputazione della Santa Sede.
Nel medesimo periodo si verificò anche lo scandalo di Vatileaks, che comportò la fuga di documenti riservati della Santa Sede, causando una grave perdita di fiducia all’interno del Vaticano. Sebbene Filoni non fosse ritenuto coinvolto, l’episodio segnò profondamente quegli anni.
Tuttavia, durante il suo mandato, alcuni cardinali e diplomatici accreditati presso la Santa Sede manifestarono crescente frustrazione per quelli che consideravano metodi di gestione antiquati e disfunzionali nella Curia Romana sotto il pontificato di Benedetto XVI. In quanto figura interna a quel periodo, Filoni fu probabilmente influenzato da tale clima. Alcuni ritennero che le difficoltà fossero in parte legate a tensioni tra Filoni e il Cardinale Tarcisio Bertone, allora Segretario di Stato vaticano, spesso ritenuto responsabile delle problematiche curiali di quegli anni.
Prefetto di Propaganda Fide
Il Cardinale Fernando Filoni ha avuto un intenso mandato come prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide), ruolo che ha ricoperto per otto anni, dal 2011 al 2019.
Ha effettuato circa 50 viaggi pastorali in diversi continenti, tra cui Asia, Africa, America Latina e Oceania. Queste visite gli hanno permesso di vedere da vicino le molteplici realtà delle Chiese locali e il loro impegno nella diffusione del Vangelo.
Durante il suo mandato, il Cardinale Filoni ha osservato e sostenuto l’opera delle Chiese locali nell’adattare il Vangelo alle esigenze dei fedeli appartenenti a culture e lingue diverse. Ha apprezzato la ricchezza della loro missione, che includeva: formazione spirituale, educazione morale, istruzione intellettuale e scolastica, nonché assistenza sociale per le persone che affrontano difficoltà come la migrazione, la persecuzione, la violenza e la discriminazione.
Come accennato in precedenza, una delle sue principali preoccupazioni ha riguardato la formazione sacerdotale, inclusa l’istruzione superiore per sacerdoti, seminaristi e religiose attraverso vari Collegi a Roma e altre istituzioni nel mondo; l’aggiornamento e la formazione dei docenti di seminario per garantire un insegnamento di alta qualità; e la formazione dei responsabili dei seminari, compresi i rettori e i vicerettori, per garantire un approccio corretto alla vita sacerdotale e religiosa..
Durante il suo servizio come prefetto, il Cardinale Filoni ha sempre considerato l’opera missionaria come un impegno collettivo, sottolineando che ogni cristiano dovrebbe sentirsi parte di questa missione e riconoscere Dio come il vero autore del lavoro compiuto.
Esperto della Cina, ha definito l’accordo provvisorio segreto tra il Vaticano e Pechino del 2018 come di “significato storico”.
Tuttavia, in un’ampia intervista del 2019 a L’Osservatore Romano, ha espresso preoccupazione, dicendo che “capisce le perplessità e, a volte, le condivide”.
Pochi mesi dopo la pubblicazione dell’intervista, e due anni prima dell’età canonica di pensionamento per i cardinali, Filoni, allora 73enne, ha lasciato la guida di Propaganda Fide ed è stato nominato Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Non è chiaro se la sua velata critica all’accordo sia stata la causa della sua rimozione, ma il fatto che la sua partenza sia avvenuta così rapidamente dopo l’intervista lascia ipotizzare un possibile collegamento.
Gran Maestro
Nominato nel dicembre 2019 Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, un’organizzazione con una particolare attenzione al sostegno dei cristiani perseguitati in Medio Oriente, il ruolo si è rivelato particolarmente adatto al Cardinale Filoni, data la sua esperienza nella guerra in Iraq e il suo servizio diplomatico in Iran.
Come Gran Maestro, il Cardinale Filoni ha posto un forte accento sull’approfondimento della dimensione spirituale dell’Ordine. Nel 2021 ha scritto un libro intitolato La casa si riempì del profumo del nardo, dedicato alla spiritualità del Santo Sepolcro, con l’obiettivo di rafforzare la dimensione spirituale dell’Ordine. Il Cardinale ha inoltre sottolineato che i simboli utilizzati dall’Ordine “riflettono realtà spirituali, favoriscono la pratica delle virtù cristiane e incentivano una partecipazione più intima alla vita dell’Ordine”.
Ha anche supervisionato una significativa riforma dei riti di investitura.2L’Ordine ha avviato un processo di standardizzazione della cerimonia per uomini e donne, garantendo che “la celebrazione dell’atto più solenne previsto dalla liturgia dell’Ordine sia identica, nelle parole e nei gesti”. In particolare, è stato eliminato l’uso delle spade nel rito di giuramento, segnando un passaggio verso una maggiore enfasi sugli aspetti spirituali rispetto a quelli tradizionalmente cavallereschi.
Il Cardinale Filoni ha mantenuto il focus dell’Ordine sul sostegno ai cristiani in Terra Santa, coordinando le risposte alle richieste di aiuto in seguito ai conflitti nella regione israelo-palestinese. Ha inoltre promosso una “profonda comunione” con il Patriarcato di Gerusalemme e invitato tutte le luogotenenze dell’Ordine a organizzare il sostegno necessario.
Sotto la sua guida, l’Ordine ha anche intrapreso iniziative per sottolineare la pari dignità dei suoi membri.
Attraverso queste iniziative, Filoni ha cercato di bilanciare le ricche tradizioni dell’Ordine con le esigenze spirituali e sociali contemporanee, mantenendo al centro la sua missione fondamentale di sostegno alla presenza cristiana in Terra Santa.
Visione per la Chiesa
In un commento del 2022 per ACI Stampa, il Cardinale Filoni ha delineato con chiarezza la sua visione della Chiesa e della sua missione. Egli ritiene che non solo Cristo debba essere posto al centro della missione ecclesiale, ma che il Papato, i vescovi, i religiosi e i fedeli battezzati debbano insieme ritrovare la “consapevolezza di sé e della propria vocazione cristologica”.
Fervente sostenitore del Concilio Vaticano II, ritiene che esso abbia portato una riforma molto necessaria: in particolare, ha sviluppato il concetto di dignità umana e di libertà personale dell’uomo, e ha spiegato che “le istituzioni non erano più al primo posto”.
In questo senso, egli crede che il Concilio abbia aperto la strada al dialogo interreligioso e all’ecumenismo, rimuovendo “la ruggine depositata dalle negatività” e favorendo uno spirito missionario “rispettoso del mondo contemporaneo, luogo di inquietudine in cerca di risposte”.
Ignorando le critiche rivolte al Concilio e agli effetti negativi che per alcuni ne sono seguiti, specialmente in ambito missionario ed evangelizzatore, Filoni lo considera un evento che ha “enormemente” rafforzato “il ruolo morale e spirituale del Papa”. Inoltre, grazie al Concilio, il Cardinale ha esaltato la creazione delle conferenze episcopali e del Sinodo dei Vescovi, strutture che ritiene preziose per il loro “importante ruolo dal punto di vista pastorale”.
Il Cardinale Filoni ha aggiunto che le conferenze episcopali favoriscono la comunione e il sostegno tra i vescovi e con il Papa, e costituiscono una parte essenziale della presenza della Chiesa nel mondo, fungendo da ponte tra la giurisdizione personale e quella collegiale. Ha inoltre sottolineato che le conferenze episcopali sono spesso più efficaci dei singoli vescovi nel difendere i valori ecclesiali e umani a livello regionale o nazionale, e ha evidenziato la loro capacità di affrontare questioni interne ai vari paesi in conformità con il principio di sussidiarietà, garantendo sostegno senza inutili interventi da parte di autorità superiori.
Secondo Filoni, resta ancora molto da approfondire riguardo alla vocazione cristologica e missionaria dei vescovi. “C’è chi già pensa a un Concilio Vaticano III, e le opinioni sono rispettabili”, ha affermato. “Ma il Concilio Vaticano II ha già esaurito la sua funzione riguardo al ruolo della Chiesa nel mondo?”
Libro sulle conferenze episcopali
Nel suo recente libro del 2024, Conferenze Episcopali. Un’istituzione moderna di comunione ecclesiale, il Cardinale Filoni approfondisce ulteriormente questi temi. Si tratta di un’opera di ecclesiologia che esamina gli sviluppi e la realtà concreta del Corpo di Cristo nella Chiesa contemporanea.
Il Cardinale ha affermato che il libro è il frutto del suo impegno decennale nel mondo, al servizio della Chiesa: come vescovo, come sostituto della Segreteria di Stato e come diplomatico della Santa Sede. Presentando il volume, ha sottolineato il ruolo centrale svolto dalle conferenze episcopali nella storia recente: durante i decenni del Secondo Dopoguerra, nell’accoglienza del Concilio Vaticano II e nella vita ecclesiale provinciale, regionale e nazionale. Egli ritiene che esse “costituiscano una base essenziale della vita cattolica contemporanea”.
MUNUS DOCENDI
Teologia
Il Cardinale Filoni è considerato un esperto in teologia e filosofia e ha scritto diversi libri e testi sull’argomento. Tra le sue opere figurano Dio e alterità nel pensiero di Emmanuel Levinas (1979) e La moralità come filosofia di vita in Socrate (1981). La sua riflessione teologica è stata inoltre integrata in due opere più recenti legate al suo servizio in Medio Oriente: La Chiesa nella terra di Abramo. Dalla diocesi di Babilonia dei Latini alla Nunziatura Apostolica in Iran (2008) e La Chiesa in Iraq – Storia, sviluppo e missione, dalle origini ai giorni nostri (2015).
Durante la sua giovinezza a Roma, Fernando Filoni si è dedicato all’educazione dei giovani insegnando nei licei classici Vivona e Socrate, un’esperienza che gli ha permesso di consolidare e trasmettere il suo sapere teologico.
Come prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Cardinale Filoni ha sottolineato l’importanza di una solida formazione teologica per i missionari. Ha raccomandato ai vescovi di garantire che nei seminari e nelle case di formazione religiosa venga insegnata “un’autentica teologia cattolica della missione”.
Questioni morali e dignità umana
Come molti diplomatici della Santa Sede, il Cardinale Filoni tende a mantenere riservate le proprie opinioni su temi controversi. Non è chiaro, ad esempio, quale sia la sua posizione riguardo al diaconato femminile, alle benedizioni delle coppie dello stesso sesso, alle restrizioni del Vetus Ordo con Traditionis Custodes, al cambiamento climatico, all’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione o alla sinodalità.
Evidente è il suo saldo legame con l’accento post-conciliare sulla dignità umana nel pensiero cristiano. Sebbene non sia esplicitamente dichiarato, la sua esperienza come nunzio apostolico in Iraq durante i conflitti e la sua scelta di restare accanto agli sfollati suggeriscono una particolare attenzione ai migranti e ai rifugiati.
In generale, il Cardinale Filoni sembra sostenere i valori e gli insegnamenti tradizionali della Chiesa. Ha inoltre difeso il diritto dei cristiani a rimanere nelle loro terre d’origine in Medio Oriente, sottolineando l’importanza di preservare le comunità cristiane e il loro patrimonio storico.
Cina
Uno degli interessi più profondi del Cardinale Filoni è la Cina, una passione che risale ai suoi anni di servizio diplomatico a Hong Kong negli anni ’90.
Il Cardinale ha riconosciuto il significato storico dell’Accordo Provvisorio del 2018 tra la Santa Sede e la Cina sulla nomina dei vescovi, considerandolo un passo importante per sostenere la predicazione del Vangelo e ristabilire l’unità della comunità cattolica cinese.
“Non si tratta della resa della comunità ‘sotterranea’ a quella ‘ufficiale’ o alle autorità civili, indipendentemente dalle apparenze, né di una vittoria sulla comunità non ufficiale”, ha affermato poco dopo la firma dell’accordo.
Tuttavia, Filoni ha anche espresso comprensione per coloro che nutrono dubbi e perplessità sull’intesa, affermando di condividerli talvolta egli stesso. Ha auspicato che l’accordo non venga sfruttato per imporre azioni non richieste dalla legge cinese, come l’adesione all’Associazione Patriottica.
Ha sottolineato che esiste una sola Chiesa cattolica in Cina, senza distinzioni tra una Chiesa “patriottica” e una “fedele”, e ritiene che la fede del popolo cinese abbia impedito uno scisma, nonostante le difficoltà affrontate sia dalle comunità ufficiali sia da quelle sotterranee.
Il Cardinale ha descritto gli sforzi della Santa Sede come un’opera di riconciliazione tra le due comunità cattoliche in Cina, paragonandola a due corsi d’acqua separati da un masso, riconoscendo tuttavia che il processo “non è ancora facile”.
Filoni ha inoltre riconosciuto le sfide che la Chiesa in Cina deve affrontare, tra cui la “mancanza di una reale libertà” e le “tentazioni del compromesso”. Ha enfatizzato la necessità di un progresso graduale e di una preparazione psicologica per la riconciliazione.
Sul tema della Cina in generale, il Cardinale Filoni ha cercato di mantenere un equilibrio tra il sostegno al dialogo con Pechino e la tutela della libertà religiosa e dei diritti dei cattolici nel Paese.
Sostegno al Cardinale Zen
Pur avendo posizioni più moderate sulle relazioni Vaticano-Cina rispetto al Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, il Cardinale Filoni è stato uno dei pochi — probabilmente l’unico — tra i funzionari vaticani attivi a esprimere pubblicamente sostegno a Zen quando quest’ultimo è stato processato dal governo comunista di Hong Kong nel 2022. Ha descritto Zen come un “uomo di Dio”, talvolta intemperante, ma sottomesso all’amore di Cristo. “Hong Kong, la Cina e la Chiesa hanno in lui un figlio devoto, di cui non vergognarsi”, ha dichiarato.
Medio Oriente
In qualità di Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Cardinale Filoni ha espresso la sua posizione sulla situazione a Gaza, nella Terra Santa e sul conflitto israelo-palestinese.
Sostiene fermamente il riconoscimento del diritto all’esistenza di entrambi i popoli, affermando: “Non si può negare ai palestinesi il diritto di esistere, e non si può negare agli israeliani il diritto di esistere, entrambi, in pace”. Inoltre, ritiene che la pace non possa essere raggiunta senza giustizia, sottolineando che una pace ingiusta porterebbe solo a ulteriori conflitti e violenze.
Filoni ha criticato alcuni aspetti del conflitto, definendo gli insediamenti israeliani nei territori occupati “non normali” e “un atto di violenza”. Ha inoltre descritto l’invasione israeliana di Gaza come “illegale” e “violenta”.
Sebbene la Santa Sede abbia tradizionalmente sostenuto la soluzione dei due Stati, Filoni ha affermato di non sapere “se due Stati siano meglio di uno, integrato”, suggerendo una possibile evoluzione nel pensiero vaticano. Alla domanda se la soluzione dei due Stati sia ancora un’opzione praticabile, ha risposto: “Non posso dirlo”, aggiungendo che prevedere l’esito di tale soluzione è complesso, poiché “sono due realtà che vivono nello stesso territorio”.
Ruolo dell’Ordine Equestre
Filoni ha chiarito che, pur non essendo direttamente coinvolto nella politica o nei negoziati di pace, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro svolge un ruolo cruciale nel sostenere la comunità cristiana in Terra Santa. L’Ordine fornisce aiuti finanziari a varie iniziative, tra cui scuole e ospedali che servono persone di tutte le fedi.
Visione per il futuro
Il Cardinale Filoni immagina un futuro di pacifica convivenza in Terra Santa. Crede che, dimostrando concretamente la possibilità della pace attraverso il lavoro delle istituzioni dell’Ordine, si possa costruire un quadro più ampio di coesistenza. Pur riconoscendo che cavalieri e dame non interferiscono direttamente nei processi di pace e diplomazia, ha affermato: “Possiamo essere operai”.
“Se siamo in grado di dimostrare che la pace è possibile, allora può essere applicata a tutti in Terra Santa”, ha detto. “Il fatto che non si parli di convivenza non significa che non esista. Il futuro di questa terra è la convivenza pacifica, che è ancora possibile, ma dobbiamo costruirla”, ha aggiunto.
La prospettiva di Filoni suggerisce un approccio sfumato al conflitto, che antepone il benessere e i diritti di israeliani e palestinesi a soluzioni politiche specifiche.
- 1Il “battesimo comune” è spesso interpretato dai progressisti come l’idea che il sacramento sia un riconoscimento dell’amore incondizionato di Dio per ogni persona, piuttosto che un rito di esclusione o un mezzo per divenire amati. In tal modo, essi intendono promuovere l’unità e l’inclusività piuttosto che la divisione tra le tradizioni cristiane.
- 2L’Ordine ha avviato un processo di standardizzazione della cerimonia per uomini e donne, garantendo che “la celebrazione dell’atto più solenne previsto dalla liturgia dell’Ordine sia identica, nelle parole e nei gesti”. In particolare, è stato eliminato l’uso delle spade nel rito di giuramento, segnando un passaggio verso una maggiore enfasi sugli aspetti spirituali rispetto a quelli tradizionalmente cavallereschi.