MUNUS REGENDI
Nel 2020, l’allora Arcivescovo Vérgez implementò i protocolli in risposta all’emergenza Covid-19. In un’intervista pubblicata il 10 maggio 2020, pochi mesi dopo l’imposizione del confino e dell’isolamento per l’intera popolazione italiana, ha affermato che lo Stato della Città del Vaticano ha rispettato tutte le norme preventive e sanitarie previste dalle autorità, per affrontare il Covid-19, soprattutto per quanto riguarda le visite ai Musei Vaticani e ai Giardini Vaticani. Ma ha sottolineato che per rendere vivi i musei, sono necessarie le persone vive presenti in essi. “La virtualità non può mai sostituire la realtà: per godere dell’arte abbiamo bisogno di occhi e cuore, non di schermi da toccare”. Per questo ha proposto di attivare i protocolli sanitari per il personale ufficiale, a partire dalla misurazione della temperatura corporea e dalla consegna di guanti e maschere. Ha riferito che la Direzione della Salute e dell’Igiene del Governo vaticano ha trasmesso un decalogo che fa riferimento alle regole di igiene e di allontanamento sociale, affinché tutti possano seguirlo scrupolosamente.
Sorprendentemente, non c’è stata alcuna disposizione in quel momento, né si è pensato di fare un protocollo che permettesse la celebrazione della Messa con i fedeli presenti. Per i Musei sì, per la celebrazione eucaristica no.
Restrizioni di Covid-19
Durante la crisi del Covid-19, l’Arcivescovo Vérgez, in collaborazione con il Cardinale Pietro Parolin, ha attuato alcune delle restrizioni più severe al mondo, seguendo da vicino le disposizioni sanitarie imposte dal Governo italiano e la politica promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Queste includono l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale e i visitatori del Vaticano. Questo nonostante le persistenti domande sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini, e le preoccupazioni di coscienza sul fatto che alcuni di essi erano stati prodotti utilizzando linee cellulari di feti umani abortiti.
Il Vaticano aveva implementato un Super Green Pass nel 2021, che è stato ulteriormente esteso il 5 gennaio, quando l’Arcivescovo Vérgez ha annunciato che tutti i visitatori dei Musei e Giardini Vaticani devono presentare il pass, con esenzioni consentite solo caso per caso.
Tre settimane dopo, l’Arcivescovo Vérgez ha dichiarato che il Super Green Pass, che include un terzo booster jab, sarà richiesto a tutto il restante personale dello Stato della Città del Vaticano, compresi tutti i collaboratori e i visitatori esterni. I partecipanti alle liturgie e alle udienze generali papali non sono stati menzionati nel decreto e quindi sono stati esclusi.
Il Vaticano ha eliminato completamente le restrizioni e i mandati solo nel giugno 2022, diventando così una delle ultime autorità al mondo a farlo.
Governo della Chiesa Cattolica
Per il prelato spagnolo, far parte del Collegio cardinalizio significa assumere la missione di “aiutare il Papa nel governo della Chiesa universale”, che per lui significa “sostenerlo nell’adempimento della sua missione e del suo magistero”. Ciò significa portare in questo ruolo la sua storia personale, la sua ricchezza di esperienza e la sua sensibilità ecclesiale e spirituale del popolo e del continente a cui appartiene.
Il Cardinale Vérgez ha detto che le sfide che costituiscono i problemi che la Chiesa e il Papa devono affrontare sono “soprattutto quelle legate alla situazione sociale ed economica del mondo di oggi”, rappresentate dalla “crisi di identità” che molte persone stanno soffrendo, “la secolarizzazione che ha cancellato ogni traccia di Dio dalla società in molti Paesi” e “la crescente perdita del senso del peccato”. Egli ritiene che “la Chiesa debba far sentire la sua voce laddove la dignità umana è calpestata, come nei Paesi in guerra”, e che sia “necessario anche dare maggiore impulso all’evangelizzazione e alla promozione umana, guardando soprattutto agli esclusi e agli ultimi della società“. Infatti, ha aggiunto, i prossimi sforzi “devono concentrarsi sulla protezione dell’ambiente e sull’uscita totale dall’emergenza della pandemia“.
Come si può vedere, il Cardinale Vérgez è strettamente fedele all’agenda pontificia, motivo per cui omette qualsiasi riferimento ai problemi e alle sfide veramente gravi, o meglio, molto gravi, che riguardano l’umanità: il genocidio dei nascituri, la legalizzazione dell’eutanasia, la brutale concentrazione della ricchezza mondiale in pochissime mani e la crescente miseria e impoverimento imposti alla maggioranza dei membri della grande famiglia umana, la fiorente industria del traffico di esseri umani, lo spopolamento e la scristianizzazione dell’Europa, l’omosessualità clericale e la coesistenza e connivenza delle più alte gerarchie ecclesiastiche con essa.
Al massimo, offre un riferimento generico a Dio, ma in nessun momento viene menzionato Gesù Cristo e la Sua presenza nella Chiesa e nel mondo, nonostante il silenzio all’interno e all’esterno della Chiesa che cerca di ignorarLo e di eliminarLo dall’agenda pubblica.
La Sua Carriera Ecclesiastica
La carriera di Vérgez è progredita in modo significativamente più rapido dopo l’elezione di Papa Francesco, in parte grazie al fatto che aveva già familiarizzato con il futuro Papa a Buenos Aires.
Il segretario generale del Governatorato al momento dell’elezione di Francesco era Mons. Giuseppe Sciacca, che era vicino a Papa Benedetto XVI, a Mons. Georg Gänswein e al Cardinale Tarcisio Bertone, allora Segretario di Stato Vaticano.
Sciacca doveva essere sostituito al più presto, e Francesco identificò subito Vèrgez come una figura di fiducia per il ruolo nel Governatorato, allora guidato dal Cardinale Giuseppe Bertello, di cui anche Francesco si fidava. Lo Stato della Città del Vaticano sarebbe stato quindi in “mani sicure”.
Francesco iniziò a dare ordini a Vérgez sulle promozioni e sull’assunzione di dipendenti. Nonostante il fatto che queste fossero talvolta ufficialmente bloccate per motivi economici di deficit finanziario, Vérgez avrebbe eseguito qualsiasi ordine proveniente da Santa Marta, la residenza e l’ufficio del Papa.
“Le telefonate erano quasi quotidiane e Vérgez le eseguiva”, ha detto una fonte interna, aiutandolo a scalare i gradi, diventando prima vescovo e poi arcivescovo. La fonte ha aggiunto che il Cardinale Bertello a volte rifiutava alcune istruzioni di Francesco, tanto che negli ultimi due anni della presidenza di Bertello del Governatorato, Francesco non parlava più con lui ma solo direttamente con Vérgez. Presto fu chiaro che Vérgez sarebbe stato il futuro Presidente del Governatorato. “Per lui è arrivata la porpora”, ha detto la fonte, aggiungendo che “mai nella sua vita avrebbe pensato di arrivare a questo punto”.
Sebbene sia un amministratore capace, non è considerato una persona di “grande profondità teologica” da coloro che lo conoscono, e quando è arrivato al Governatorato, non aveva alcuna conoscenza o competenza di ciò che comportava l’incarico. Si è anche guadagnato la reputazione di non assumersi la responsabilità dei suoi errori. Si dice che i suoi amici più stretti siano tutti sorpresi della sua sfolgorante carriera.
Chiesa Missionaria e Sinodale
Per quanto riguarda la ‘riforma’ della Curia romana attuata da Papa Francesco attraverso la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, il cardinale spagnolo ritiene che con questo documento “la Chiesa sarà più missionaria e sinodale”.
Ritiene che uno degli elementi fondamentali della nuova Costituzione “sia proprio la missionarietà – evangelizzare, sia dove l’annuncio è già presente da secoli, sia dove non è ancora stato accettato“.
Focus sul Cambiamento Climatico
Sempre obbediente alle istruzioni papali, il Cardinale Vérgez ha voluto adottare politiche di agenda climatica per lo Stato della Città del Vaticano. Nel 2023 ha accettato di guidare un progetto di installazione di pannelli solari nella grande tenuta di Santa Maria di Galeria, vicino a Roma. L’iniziativa mira a rendere il piccolo Stato autosufficiente dal punto di vista energetico.
MUNUS SANCTIFICANDI
Omelia per la Beatificazione del Cardinale Eduardo Francisco Pironio
Le omelie che il Cardinale Vérgez ha pronunciato nel corso della sua vita sacerdotale e che sono disponibili al pubblico sono estremamente scarse. In effetti, se ne trova solo una, quella pronunciata il 16 dicembre 2023 in occasione della Messa di beatificazione del Cardinale Eduardo Pironio, celebrata nella Basilica di Luján, dove è sepolto il nuovo beato argentino.
Nella sua omelia, il Cardinale Vérgez ha fatto ricorso ad una lettera di Papa Francesco, datata 2008, per descrivere la personalità di Pironio, che ha evidenziato come “un umile Pastore secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, un testimone della speranza e della pazienza evangelica, un coraggioso difensore della causa dei più poveri“. L’omelia ha richiamato l’attenzione sulle virtù umane personali del nuovo beato, infuse e rafforzate dalla fede, dalla vita di preghiera, dall’abitudine alla contemplazione, dall’intensa devozione alla Beata Vergine, dall’umiltà, dalla pazienza e dalla speranza in mezzo alle sofferenze e alle croci che ha costantemente sperimentato durante il suo servizio alla Sede petrina.
In due occasioni, il cardinale legionario ha evidenziato le virtù del Cardinale Pironio, che sono state citate come esempio ed eredità da seguire per tutti i fedeli cristiani. Da un lato, ha detto, è stato il suo esempio di “fedeltà al Vangelo, alla Chiesa e al Magistero del Papa [San Paolo VI e San Giovanni Paolo II”], in modo tale da evitare ogni personalismo, al fine di “comunicare la verità del Vangelo e l’integrità della tradizione“. Attraverso una vita spirituale “nutrita dalla pietà eucaristica, dalla grande devozione mariana e dalla venerazione dei Santi”, ha fatto dell’annuncio del Vangelo e della missione “il suo obiettivo quotidiano“.
D’altra parte, strettamente collegato a quanto sopra, ha osservato che il Cardinale Pironio ha salvato come eredità la centralità della presenza reale e autentica di Gesù Cristo nella celebrazione delle Giornate Mondiali della Gioventù, di cui è stato iniziatore, promotore e grande animatore. Il Cardinale Pironio, ha detto Vérgez, ha sottolineato che l’obiettivo delle Giornate era “scegliere di nuovo il Signore e impegnarsi a servirlo, come missionari nel cuore della società”. Si trattava, ha aggiunto, di proclamare “la Buona Novella di Gesù nel cuore della società e di costruire con tutti gli uomini di buona volontà la nuova civiltà dell’amore”, camminando con “Maria, la madre di Gesù”.
MUNUS DOCENDI
A questo proposito c’è ben poco da presentare da parte del Cardinale Vérgez, se non la sua adesione alla missionalità e alla sinodalità della Chiesa, ma senza alcun riferimento o menzione alla Chiesa bimillenaria “una, santa, cattolica e apostolica”. Non ci sono nemmeno riferimenti al mandato missionario di Gesù Cristo per la Chiesa, a Gesù crocifisso e risorto realmente presente nell’Eucaristia, ai drammi dell’anti-cultura della morte rappresentati dalla promozione dell’eutanasia e dell’aborto come “nuovi diritti umani costituzionali”, nonché un silenzio totale – né sì né no – sul “matrimonio omosessuale”, ecc.
In termini generali, il cardinale spagnolo sostiene che le sfide che la Chiesa deve affrontare sono “quelle legate principalmente alla situazione sociale ed economica del mondo di oggi”, aggiungendo a queste la “secolarizzazione”, gli attacchi alla “dignità umana nei Paesi in guerra”, la “protezione dell’ambiente”, il “superamento dell’emergenza della pandemia”.
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