MUNUS SANCTIFICANDI
La vocazione del sacerdote
Santità e santificazione non sono termini frequentemente utilizzati dal Cardinale Bustillo. Tuttavia, in La vocation du prêtre (Testimoni, Non Funzionari. Il sacerdote dentro il cambiamento d’epoca), egli afferma: “La missione del sacerdote è santificare il popolo che gli è affidato. Questa missione ad extra, così cruciale per la qualità della vita spirituale dei fedeli, non deve farci dimenticare la santificazione personale… Essere sacerdote è un modo di essere uniti a Cristo in modo più radicale, più autentico e meno formale”.1La vocation du prêtre, p. 148 Dopo aver citato Benedetto XVI, aggiunge: “L’insistenza sulla consacrazione e sull’immersione in Gesù ci salva da una concezione formale o funzionale del sacerdozio… Da quel momento, il sacerdote è per Dio e per gli altri. Non appartiene più a se stesso”.2La vocation du prêtre, p. 150. Il Cardinale pone generalmente maggiore enfasi sull’accoglienza da offrire a ogni persona, piuttosto che sulla grazia comunicata tramite i sacramenti.
Il suo libro consiste nella trascrizione delle meditazioni offerte ai sacerdoti durante un ritiro e vari incontri formativi; è soprattutto un invito a uscire dalla routine per fare spazio a una “creatività” ispirata dallo Spirito Santo. Invece di fornire esempi concreti, propone consigli su come vivere un tempo in cui la Chiesa sembra attraversare una fase di declino.
“In un tempo come il nostro, potremmo chiederci: dov’è la primavera della Chiesa?” sono le parole di apertura del testo3La vocation du prêtre, p. 9. “Guardiamo con nostalgia a un recente passato cristiano in cui i nostri codici di condotta erano ben definiti e assimilati… Siamo costretti a costruire nuove relazioni con una società dove incontriamo ignoranza, a volte ostilità e più spesso indifferenza. Per tutti i sacerdoti, questa è una situazione scomoda, un luogo che richiede conversione e creatività”, scrive il Cardinale.4La vocation du prêtre, p. 12 Egli non affronta tuttavia la questione delle cause di tale ignoranza religiosa, se non per affermare: “I genitori hanno interrotto la catena della trasmissione”.5La vocation du prêtre, p. 115
Afferma invece:
“Ognuno ha i propri meccanismi di adattamento. Il presbiterio è una realtà plurale in cui i sacerdoti si uniscono per formare un solo corpo: alcuni sacerdoti sono tradizionalisti, altri più carismatici, altri ancora più attenti al sociale, altri si sono impegnati con passione nel Maggio del ’68… Il presbiterio è un luogo dove le differenze generazionali e culturali sono accolte… Se ci si allontana dalla visione cattolica, nel senso universale, si può scivolare in una versione tribale, dove piccoli gruppi affini si sostengono non con gli altri ma talvolta contro gli altri. La sfida per la Chiesa è creare una comunione felice che abbracci tutte le differenze”.6La vocation du prêtre, p. 15
Riferendosi alla necessità di deporre le “armature” rappresentate da “molta della pesantezza della Chiesa e dei nostri codici interni”, Bustillo afferma: “Dalla testa ai piedi, la Chiesa deve cambiare. Conversione è cambiamento. Il cambiamento è evoluzione. L’evoluzione è progresso”.7La vocation du prêtre, pp. 23-25
Questo è espresso in modo ancora più chiaro a pagina 28 di La vocation du prêtre:
“A volte si sente dire: ‘Il pensiero e l’azione di sinistra del passato recente, incentrati sul sociale e sulla dimensione orizzontale e dimentichi del sacro, devono essere sostituiti da un pensiero e un’azione giusti in cui il sacro venga valorizzato.’ Con questo ragionamento, si può effettivamente cadere nell’ideologia. Un sistema ritenuto sbagliato è sostituito da un altro ritenuto giusto. Il cambiamento avviene con una nota di violenza. Sotto può celarsi una certa sete di rivincita: ‘Avete fatto così, ora tocca a noi fare a modo nostro!’… Ma gli effetti di questi movimenti alimentati dalla passione si faranno sentire in futuro. Tra quarant’anni, avremo un’altra ondata che reagirà a uno stile eccessivamente marcato. Un nuovo modo di essere e di agire dovrebbe invece pacificare la missione dei sacerdoti”.
Nel suo libro, Bustillo guarda alla pandemia di Covid come fonte di insegnamenti pedagogici, vedendo nei confinamenti una “lezione”: “alcuni vescovi hanno incoraggiato la creatività mediatica per mantenere la comunione, mentre altri hanno invitato i sacerdoti a non ridurre la loro vocazione a essere ‘distributori del sacro’, come se fossero ‘venditori del sacro’, come se avessero paura del silenzio. Un vescovo spagnolo disse ai suoi sacerdoti di smettere di correre su Internet in un’escalation di attività spirituali!… Dopo Pasqua e Pentecoste, siamo stati chiamati a uscire dal confinamento convertiti e trasfigurati”.8La vocation du prêtre, p. 45 Egli insiste con forza affinché i sacerdoti coltivino la loro vita interiore, la preghiera e l’amicizia, anche con laici che possano “aiutarli a vedere la realtà più chiaramente”, e siano fedeli alla direzione spirituale e al sacramento della riconciliazione.9La vocation du prêtre, p. 62
Egli vede la missione del sacerdote come orientata soprattutto a “riparare l’essere umano che si è allontanato dalla sua vocazione alla felicità”. Bustillo scrive: “Attraverso il nostro patrimonio spirituale possiamo costruire una società meno superficiale e più profonda, meno emotiva e più ragionevole, meno intransigente e più flessibile, meno violenta e più pacifica”.10La vocation du prêtre, p. 73
Presenta il sacerdote – e ancor più il vescovo – come un “pastore”, una guida che cammina davanti al gregge per condurlo: “Diventiamo pastori quando ci lasciamo permeare dall’odore delle pecore, come diciamo spesso citando Papa Francesco, ma anche quando, attraverso la forza del nostro ministero, il popolo che ci è affidato è permeato dall’odore della nostra unzione sacerdotale… Il pastore raduna, guida e protegge”.11La vocation du prêtre, p. 80 Il religioso deve anche “liberare coloro che sono incatenati, dipendenti e oppressi… La Chiesa è ancora un po’ timida nel suo modo di entrare in relazione con i più diseredati, con coloro che sono profondamente segnati, con quelli che aspettano di essere liberati”… per salvare “l’umanità da tutti i mali sociali del nostro tempo: individualismo, chiusura, violenza, paura…”12La vocation du prêtre, p. 100
Pur sottolineando che “il sacerdote, attraverso il suo ministero, genera figli di Dio mediante il battesimo, li incoraggia e li rialza mediante il sacramento della riconciliazione, li nutre con l’Eucaristia, li educa attraverso la catechesi e le celebrazioni”, e che queste azioni “sono un esercizio di paternità, e sono legate alla vita”, il Cardinale Bustillo aggiunge che accanto ai “cattolici abituali”, vi saranno sempre più “cattolici occasionali… che verranno in cerca di un volto benevolo, di un orecchio in ascolto, di dialogo, di relazione, di comprensione e di conforto”.13La vocation du prêtre, p. 105 “Il pastore del Signore dovrà sempre più accompagnare le pecore perdute. Esse porteranno i segni e le ferite del loro cammino di vita. Senza dubbio, la loro vita non sarà in ordine a causa di un’esistenza tormentata e disorientata. È proprio in queste situazioni complesse che questi nuovi membri della nostra famiglia avranno bisogno di un padre e di un pastore. Avranno bisogno di qualcuno che li aiuti a credere in sé stessi e nella vita, e a ritrovare speranza”.
“Sono convinto che il nostro mondo materialista e nichilista si arresterà, prima o poi, per compiere un salto qualitativo e passare dal sapere al credere”, scrive Bustillo14La vocation du prêtre, p. 123, per il quale l’annuncio del “kerygma”, “la morte e risurrezione di Cristo”, è ciò di cui “la nostra cultura occidentale” ha bisogno. Aggiunge: “Il nostro mondo cerca la salvezza, ma si concentra sulla salute e sul benessere. La nostra antropologia cristiana guarda al futuro, al nostro destino ultimo”.15La vocation du prêtre, p. 126 Sebbene il Cardinale Bustillo faccia riferimento alla felicità eterna, non menziona il rischio di perdere la vera salvezza, né quello della dannazione e dell’inferno.
Durante la Messa per i Corsi celebrata a Notre-Dame il 20 febbraio 2025, il Cardinale Bustillo ha affermato nell’omelia che Gesù “ci salva dalle nostre paure, ci salva dalle nostre incertezze, ci salva dalle nostre angosce, dai nostri disadattamenti. Gesù ci salva dall’interno… Gesù è venuto per salvarci, a volte da noi stessi, a volte da questa vita relazionale complessa, da una vita professionale inquinata, da una vita spirituale affaticata”.
In La vocation du prêtre, il Cardinale deplora l’annacquamento dei riti che, egli sottolinea, devono “introdurre l’uomo nel tempo della salvezza”. Scrive: “Nel passato, senza dubbio per mancanza di destrezza, il linguaggio cristiano è diventato banale con il pretesto di favorire la comunicazione con la modernità, per non usare un linguaggio che alcuni considerano esoterico. Per evitare comportamenti percepiti come magici, il mondo spirituale è stato impoverito dall’eliminazione dei gesti e dei riti”.16La vocation du prêtre, p. 134 Menziona le “pseudo-liturgie” trasmesse in televisione e osserva: “L’investitura del Presidente della Repubblica in Francia segue una liturgia laica estremamente solenne…”17La vocation du prêtre, p. 135
A pagina 136 scrive:
“L’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo afferma che la vita deve essere rispettata e protetta. Attraverso i suoi riti, la Chiesa celebra i ritmi della vita umana e vede l’uomo crescere; attraverso i sacramenti si compiono gesti e celebrazioni che riuniscono famiglie e credenti. Le tappe della vita non sono banali, esse sono accompagnate e celebrate. Una vita cristiana senza il sacro è impossibile”.
Durante una conferenza sulla laicità organizzata dall’Ufficio del Turismo di Ajaccio, il 10 dicembre 2024, il Cardinale Bustillo ha spiegato, in merito alle processioni in Corsica descritte dall’organizzatore dell’evento come contenenti molto “paganesimo”, che “il sacro non è esclusivamente cattolico. Tocca altre dimensioni. Tocca anche altre religioni e altre tradizioni. Infatti, ogni tradizione ha i suoi riti e il suo modo di esprimere il sacro… Se si va in India, ci sono pellegrinaggi, come sapete, ci sono spostamenti fisici, le folle si muovono. Se si va alla Mecca, c’è movimento, le folle si muovono. E in un certo senso, fisiologicamente, così come psicologicamente e spiritualmente, c’è il movimento fisico che esprime il movimento interiore. Trovo interessante anche allargare i miei orizzonti ad altre tradizioni, altre religioni, e lì possiamo trovare un terreno comune. Anche lì vi è una certa uguaglianza. Se entriamo nella teologia, vedremo molto rapidamente le differenze, ma vediamo anche che in tutte le religioni, in tutte le tradizioni, esiste questa dimensione della trascendenza, della collettività”.
In La vocation du prêtre, egli nota che i giovani che amano la liturgia “sono affascinati dall’estetica dei nostri riti” e vogliono “imparare l’arte di celebrare bene”, ma il Cardinale ritiene che “per alcuni sacerdoti, ciò rappresenti un passo indietro, un gusto per l’estetismo e una fuga dal mondo. Questi atteggiamenti liturgici, da soli, sarebbero infatti problematici perché ermetici e forse narcisistici”.18La vocation du prêtre, p. 137)
Riguardo al nostro tempo, Bustillo sottolinea l’incontro di Cristo con tutti: “Egli rischia l’incontro anche quando non porta a un esito positivo”… “Gesù si assume il rischio di rompere con l’idea del ‘si è sempre fatto così,’ e costruisce un nuovo modo di pensare… Gesù rompe con la concezione religiosa troppo accademica del suo tempo”.19La vocation du prêtre p. 202)
Il Cardinale aggiunge: “Come diceva Pitagora: ‘Lasciate le strade, prendete i sentieri.’ Ci sono momenti della storia in cui è vitale esplorare nuovi modi di agire e vivere diversamente”.20La vocation du prêtre, p. 204 Facendo riferimento all’esempio della Samaritana, egli afferma: “Gesù, davanti a una donna assetata d’amore, educa: invece di sanzionare il suo comportamento morale e spirituale, educa i suoi desideri e scruta il suo cuore”.21La vocation du prêtre, p. 206
Rifiuto di giudicare
Questa idea è ribadita nella conclusione del suo libro: “Il nostro ministero può dare ordine alla vita delle persone se agiamo secondo la logica della benedizione”.22La vocation du prêtre. p. 235 Il Paris Match del novembre 2023 approfondisce questa posizione, citando Bustillo:
“È un francescano alla ricerca di un ideale concreto: ‘Non dobbiamo giudicare gli altri. Solo Dio sa. Non è forse l’uomo che reagisce incessantemente un uomo primitivo e di vedute ristrette? Dal 1994 al 2018 sono rimasto ventiquattro anni nel mio convento di Narbonne. In quelle terre ho capito che l’idealismo non può essere opposto al pragmatismo. L’idealismo è forse il miglior metodo per proteggersi dagli errori del virtuale. Ad Ajaccio, spesso cammino per strada. In estate, vicino alla cittadella, sulle spiagge, le donne sono in topless e io indosso l’abito francescano – come una scena da un film di Almodóvar. Ma al di là dell’immagine cinematografica, ho il dovere di essere presente ovunque. Non esiste un popolo di eletti da una parte e di reietti dall’altra. Un vescovo senza il suo popolo è un vescovo mutilato”.
Traditionis Custodes
Aperto a tutti, il Cardinale Bustillo è aperto anche verso i cattolici legati al rito tradizionale.
Poco prima della sua creazione a Cardinale, il sito di orientamento tradizionale Riposte-catholique scriveva: “Intrattiene ottimi rapporti con don Hervé Mercury, già membro della FSSPX, e non ha problemi a lasciarlo officiare, come faceva prima del motu proprio Traditionis custodes, presso la cappella di Notre-Dame de Lorette ad Ajaccio, che presenta tutte le caratteristiche di una parrocchia personale informale”.
Oltre che ad Ajaccio, la Messa tradizionale è celebrata anche a Bastia e in Balagna, in luoghi serviti da un sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP).
In entrambi i casi, le Messe sono offerte anche nei giorni feriali e i relativi orari sono indicati sotto la voce “forma straordinaria del rito” sul sito web della Diocesi di Ajaccio.
Vegliare sul popolo
L’approccio pastorale del Cardinale Bustillo non si concentra sull’affermazione del dogma o della morale. In un’intervista rilasciata a La Croix nel 2023, poco prima di ricevere la berretta cardinalizia, ha dichiarato di non amare “far sentire in colpa le persone dicendo che dovrebbero andare a Messa”,cercando invece di incontrarle là dove si trovano, preferendo un approccio da psicologo che faccia appello al “GPS interiore” delle persone.23“La vera questione è come possiamo essere presenti nella vita dei nostri contemporanei. Quando vado agli eventi sportivi, non è solo perché mi piacciono, ma anche perché è un modo per incontrare persone che non avrei mai visto alla Messa domenicale. Sono lì per creare una relazione, un legame, e per dare visibilità alla Chiesa… Se arrivo sulle gradinate di uno stadio vestito da francescano, non ci vorrà molto perché mi si noti. Ma il mio obiettivo non è far sentire in colpa le persone dicendo che dovrebbero andare a Messa. Mi concentro sulla qualità della relazione. Mi interessano le persone e ciò che vivono. E forse anche loro si interesseranno a me…”.
“Per trovare l’amore e la pace interiore, oggi i nostri contemporanei vanno in Amazzonia a incontrare sciamani, o in Tibet… Chi ha sentito parlare della tradizione cristiana? Chi parla oggi d’amore? La Chiesa ha un importante messaggio d’amore da offrire. Incontriamo persone intorno a noi estremamente vulnerabili: emotivamente, esistenzialmente, spiritualmente. Ora, l’amore guarisce e consola”.
“È importante riscoprire una spiritualità dell’incarnazione che non sia né sdolcinata né vaga. Che parli all’uomo moderno. Nella nostra società occidentale si parla molto dell’avere, del potere, del sapere e del fare, ma chi parla dell’essere? Forse psicologi e coach, ma in modo altrettanto commerciale. Chi, nella nostra società, si prende cura delle persone gratuitamente? Dobbiamo offrire una qualità dell’essere all’uomo occidentale che ha perso il suo GPS interiore, il cui essere interiore è senza densità, e triste”.
Pratica religiosa
In un’intervista a France3 Corse dell’8 aprile 2023, Bustillo ha riconosciuto il calo della pratica religiosa tra i cattolici, affermando, “Mi chiedo: stiamo diventando migliori? Se i valori che hanno fondato la nostra civiltà ci abbandonano, credo che rischiamo di ricadere nell’animalità”. Ha parlato della “colonna vertebrale che il cristianesimo ha dato all’Europa”, aggiungendo: “Credo che le tensioni, la violenza e le frizioni siano dovute al fatto che abbiamo rifiutato Dio”.
Sacramento della penitenza
Il 25 marzo 2024, Corse Net Infos ha chiesto al Cardinale Bustillo quale consiglio darebbe ai fedeli per vivere pienamente la spiritualità della Pasqua e celebrare con significato la Risurrezione di Cristo. Egli ha risposto:
“Incoraggio tutti i fedeli, giovani e anziani, a compiere un breve pellegrinaggio verso la propria parrocchia o chiesa in questo periodo. La confessione, proprio prima di Pasqua, è altrettanto importante. È un tempo per fare sinceramente il punto sulla nostra vita, sul nostro amore per gli altri e sul nostro impegno a dare il meglio di noi stessi. Invece di banalizzare la confessione concentrandoci solo sui piccoli peccati, dovremmo viverla come un’occasione di profonda riflessione sui nostri atteggiamenti e comportamenti, cercando di migliorarci e accogliere la misericordia di Dio per aiutarci in questo processo di trasformazione interiore. E, come Sant’Agostino, gettare ‘nell’oceano della misericordia di Dio tutte le mie fragilità, tutti i miei peccati”.
MUNUS REGENDI
Sia come parroco, sia come vescovo e come Cardinale, François Bustillo ha sempre coltivato un rapporto stretto con persone di ogni rango. Talvolta, ciò ha comportato anche sforzi per affascinare e attirare le folle. A Narbonne, ad esempio, invitò alcuni giocatori di rugby della squadra locale, l’USAP, originari delle Isole Samoa, a interpretare i Re Magi durante la Messa dell’Epifania del 5 gennaio 2014. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, si trattava della quarta Epifania celebrata da atleti di alto livello in quella chiesa. Accolti nella chiesa gremita fino all’altare, tra gli applausi dei presenti, gli sportivi distribuirono in seguito le tradizionali galettes sul sagrato. “Qui a Narbonne, il rugby è quasi una religione primaria, quindi è anche importante ritrovarsi sul terreno comune dei valori”, commentò Bustillo, all’epoca parroco.
Ancora prima di arrivare in Corsica, isola gelosa della propria identità,la cui popolazione in parte rivendica l’autonomia dalla Francia continentale, quest’uomo franco-spagnolo si era impegnato ad apprendere la lingua locale.
È attento nel coltivare la propria immagine pubblica;il canale regionale della televisione di Stato, France 3 Corse, lo ha aiutato a diffondere il suo messaggio: il 25 novembre 2024 è andato in onda un reportage in forma di ritratto, che mostra François Bustillo vicino al popolo, mentre dà il calcio d’inizio a una partita di calcio e mentre visita una fiera agricola: “È riuscito a superare le divisioni politiche… Nazionalisti, figure sia della destra che della sinistra, sembrano apprezzare il suo messaggio”.
Lo stile di governo del “fratello” François Bustillo è diventato più visibile negli anni recenti. In un’intervista concessa al canale televisivo cattolico KTO il 30 settembre 2023, dopo la sua creazione a Cardinale, egli ha ricordato ciò che aveva detto due anni prima, al momento della sua nomina a Vescovo: “non sono venuto a gestire una diocesi, sono venuto ad amare. (…) Quando sei presente, come dice Papa Francesco, è come se sentissi l’odore delle pecore. Un prete è ordinato per essere donato al mondo, per essere vicino alle persone nei loro passaggi bio-esistenziali”.
Ha poi aggiunto:
“C’è sempre un rischio nella Chiesa cattolica, e nei tempi di crisi, di diventare troppo concentrati: dire, ‘i tradizionalisti siamo noi, siamo i migliori – attenzione,’ oppure ‘dobbiamo essere tutti uguali e identici’; o ancora ‘i moderni sono i migliori, quindi dobbiamo seguire la via dei moderni’; o ‘i carismatici sono i migliori, quindi dobbiamo seguire la via dei carismatici’; e alla fine rischiamo di cadere nella tentazione di avere visioni da cloni, e che peccato sarebbe”.
Si è mostrato liberale nel senso classico del termine, abbracciando la diversità: “nella Chiesa, quando si considera la Pentecoste, c’è diversità, una diversità accolta. Se tu sei tradizionalista e io sono moderno, e tu sei migliore, vai pure avanti, non ho alcun problema! Continua! Se tu sei carismatico e io sono tradizionale, e grazie al tuo tipo di preghiera di lode diventi migliore, avanti! È una benedizione per la Chiesa”. “Il rischio tribale è una realtà”, ha aggiunto. “Il problema della Chiesa non è un’ecclesiologia aperta; il problema della Chiesa in Francia è la paura”.“È normale parlare di alcune questioni attuali, non è un pericolo per la Chiesa. Ma spetta anche a noi essere intelligenti e tener conto del patrimonio della Chiesa”. “Quando si è svolto il sinodo sull’Amazzonia, ho sentito commenti del tipo: ‘Ecco, adesso si farà un po’ di tutto, sarà un disastro, ecc.’ La Chiesa è stata sconvolta? No, abbiamo continuato, abbiamo potuto parlare, sono state prese decisioni, ma la Chiesa non è stata completamente capovolta. Quindi penso che con il sinodo non dobbiamo avere paura di parlare di certi argomenti, che a volte sono delicati e difficili, ma non dobbiamo dimenticare il nostro patrimonio comune, perché a volte si insiste così tanto sulla diversità che ci si dimentica che siamo cristiani e che crediamo in Dio”.
È poi passato a parlare del suo “sogno” di una Chiesa “piena di speranza” e della necessità per la società occidentale di “vivere nel momento della vita”.24“Sogno una Chiesa piena di speranza, che comunichi speranza al mondo. Ci manca la speranza, o l’abbiamo persa. Parliamo di morte, amiamo molto la morte, la morte del pianeta, la morte dei sistemi politici, la morte dei sistemi economici, la morte della Chiesa… Celebriamo i morti, è tragico! Penso che l’essenza del cristianesimo e del Vangelo sia la vita, è il portare la vita… La nostra società francese e occidentale ha bisogno di vivere nel movimento della vita”.
Nel 2017, durante un’intervista al settimanale Famille chrétienne (non più disponibile online ma citata nel numero dell’11 maggio 2021), Bustillo parlava della Francia come territorio di missione, esprimendo la necessità di predicare anzitutto la pace e la riconciliazione, prima ancora della dottrina, e di saper toccare i cuori.25“Il carisma francescano rinasce nella strada, a contatto con il mondo. Il nostro chiostro è il mondo, diceva san Francesco. I primi insegnamenti francescani non erano dottrinali, ma morali, predicavano pace e riconciliazione. Con la sua dimensione fraterna e semplice, riesce a toccare i cuori”.
Sforzi di pace
Il Cardinale è ampiamente ricordato per le sue dichiarazioni, molto pubblicizzate, sulla violenza che seguì l’assassinio dell’attivista indipendentista corso Yvan Colonna nel 2022. Le parole con le quali sottolineava l’importanza del “dialogo” e dell’incontro avrebbero contribuito a calmare la situazione.26“Un uomo, Yvan Colonna, è stato brutalmente aggredito nel carcere di Arles. Questo atto ha generato rabbia, tensione e incomprensione. Le nostre preghiere e la nostra compassione vanno a lui e alla sua famiglia… Di fronte alla tensione sociale, crediamo nel dovere e nella forza del dialogo per ristabilire la fiducia e riconciliare i cittadini. La via della forza è mortifera, quella dell’incontro e del rispetto rafforza la libertà e la democrazia. Speriamo sinceramente che si avveri la profezia di Isaia: ‘Togliete di mezzo a voi il giogo, il dito accusatore, il parlare malizioso”. Bustillo permise che si organizzassero veglie nelle chiese della Corsica dopo l’attentato.
Due anni dopo, nel dicembre 2024, il Cardinale riuscì anche a calmare e conquistare alcuni giovani isolani che stavano “manifestando il loro malcontento per il divieto di utilizzo della lingua corsa nell’Assemblea della Corsica”; il Cardinale “ha lanciato un appello alla calma e ha conquistato parte dei manifestanti”, ha riferito France3 Régions.
Presenza in Corsica
Il Cardinale Bustillo si reca regolarmente nelle parrocchie della Corsica, dove celebra la Messa e incontra i sacerdoti locali, la popolazione e le autorità civili. In questo modo stabilisce legami con i sindaci dei comuni, con i prefetti e con i responsabili dell’ordine pubblico. Descrive questi viaggi incessanti come il suo luogo di solitudine e la sua piccola Renault Clio grigia come un “eremo”, dove recita l’Ufficio in italiano con l’aiuto di un’app.
Presenza politica
Descritto dai media come “il vescovo più politico che la Corsica abbia conosciuto da molto tempo”, Bustillo non ha esitato a inserirsi nell’arena politica. Nel gennaio 2024, in un momento di tensione tra i rappresentanti politici locali corsi e il governo di Parigi, si schierò a favore della Corsica, affermando che l’isola “deve ritrovare la propria autonomia, la propria libertà e la capacità di gestire la propria vita politica, economica e culturale, e perfino la propria politica sanitaria, a tutti i livelli”.
Il Cardinale si è mostrato aperto a varie tendenze e fazioni politiche. Il canale statale francetvinfo.fr ha riportato che attorno a lui gravitano anche figure “dell’estrema destra che esprimono opinioni contrarie a quelle del Papa sull’accoglienza dei migranti”. A ciò Bustillo ha risposto:
“Dobbiamo parlare con tutti e un vescovo non può essere settario… Non si può dire: ‘Ecco, ci sono i buoni, parlerò con i buoni. Ci sono i cattivi e li ignorerò.’ Non dimentichiamo che Gesù è andato a mangiare con i peccatori, e per questo è stato criticato. La gente mi vede con gli autonomisti, con altri che vogliono l’indipendenza, con persone di destra, con persone di sinistra, con certi individui. Non condivido la loro visione della vita, ma non voglio farne dei nemici”.
Nel novembre 2024, Le Monde ha tracciato un ritratto dettagliato del Cardinale Bustillo sottolineandone l’eclettismo: “Mi piace molto la politica, ma vi assicuro, non sono portato per il potere”. Ha stretto relazioni con numerose figure di primo piano della vita pubblica francese. Ad esempio, è vicino al celebre ristoratore Mathieu Pacaud e ad altre personalità e politici di rilievo; ha dibattuto con un ex gran maestro della più importante loggia massonica di sinistra in Francia, con l’imam della Grande Moschea di Parigi e ha avuto almeno due incontri con il Presidente francese Emmanuel Macron, uno all’Eliseo e uno precedente ad Ajaccio.27Ospite del ristorante Laurent di Mathieu Pacaud, Bustillo ha conosciuto l’ex presidente francese François Hollande. Aveva già incontrato il politico Laurent Wauquiez durante gli “incontri francescani” che organizzava con esponenti politici nella sua diocesi di Narbonne (sud-ovest della Francia). Ha incontrato il parlamentare europeo Raphaël Glucksmann nell’estate del 2024 a Cap Corse. Ha partecipato a un dibattito all’Università di Corte con Philippe Guglielmi, ex Gran Maestro del Grand Orient de France [la principale loggia massonica di sinistra in Francia] e con Chems-Eddine Hafiz, imam della Grande Moschea di Parigi. Nel dicembre 2023 è stato ricevuto da Emmanuel Macron per un tête-à-tête riservato. All’Eliseo ricordano che fu necessario fornirgli un’auto per raggiungere il Boulevard de Montmorency dove lo attendeva Vincent Bolloré [miliardario di destra] “per un caffè”, come ammette François Bustillo. Inoltre, mantiene ottimi rapporti con la famiglia Saadé, proprietaria dell’onnipresente Corse-Matin [il principale quotidiano corso]”. Un incontro precedente con il presidente Macron aveva avuto luogo nel settembre 2023 ad Ajaccio, poco prima che il presidente francese proponesse “all’Assemblea della Corsica un’autonomia nella Repubblica” per l’isola e i suoi 350.000 abitanti, ricordava il quotidiano L’Opinion il 15 dicembre 2024.
Nel dicembre 2024, il Cardinale è intervenuto sul canale statale France Télévisions, dichiarando: “Un vescovo non può essere settario. Bisogna parlare con tutti”. Al che la giornalista ha replicato: “Come un candidato in campagna elettorale”.
Nello stesso mese, Bustillo è stato ospite del programma mattutino di France 2, condotto dalla celebre presentatrice Léa Salamé, che lo ha presentato come “forse il prossimo Papa”.
Reality Show
Léa Salamé aveva già intervistato il Cardinale un anno prima, nella sua trasmissione Quelle époque, per discutere di un programma girato in Corsica con il permesso del prelato, Bienvenue au monastère [Benvenuti al monastero]. Nel programma si parlava anche del nuovo libro del Cardinale, scritto con l’Arcivescovo Edgar Peña Parra e Nicolas Diat, Le cœur ne se divise pas [Il cuore non si divide]. Prima dell’arrivo del Cardinale in studio, l’ex pornostar Clara Morgane ha eseguito un’esibizione provocante. Era una delle celebrità che avevano preso parte a questo “ritiro” cattolico trasmesso come una sorta di reality show prodotto dal canale privato C8.
Durante la trasmissione, il Cardinale Bustillo ha dichiarato: “Il senso della vita è amare. E questo può essere raggiunto attraverso il cammino di una religione, di una tradizione o di altri percorsi”.
Le Monastère è stato girato in Corsica, presso il convento di Corbara, alla presenza di due religiosi: fratel Baudouin Ardillier della Comunità di San Giovanni e suor Catherine Thiercelin della Comunità delle Beatitudini. Entrambe le comunità sono al centro di scandali legati ad abusi. La rivista cattolica di sinistra Golias ha commentato riguardo ai due religiosi: “Né lui né suor Catherine hanno formalmente preso le distanze dalla depravazione dei loro fondatori”.
La giornalista Natalia Trouiller ha osservato, su X il 4 marzo 2024, che era presente anche un ex frate della Communauté Saint-Jean, condannato per abusi sessuali su due donne e sospeso dalla celebrazione della Messa e dall’ascolto delle Confessioni per due anni l. Lo stesso uomo era stato fotografato tra i sacerdoti che circondavano il Cardinale Bustillo durante un ritiro, indossando paramenti liturgici.
Francescani Conventuali
Va inoltre menzionata la governance esercitata da François Bustillo sui Francescani Conventuali di Francia e Belgio. Secondo Golias del 15 settembre 2023, alcuni di questi conventi presentavano “gravi derive, alimentate in particolare da fratel Daniel-Marie Thévenet, guardiano del convento di Saint-Antoine a Bruxelles”.
Questo frate aveva fondato il convento di Narbonne insieme a François Bustillo nel 1994. “Oltre a proporre una pastorale e insegnamenti in palese contraddizione con il catechismo (ad esempio le ‘anime erranti’), Daniel-Marie prometteva ai suoi seguaci di guarirli immediatamente da gravi malattie, aiutarli a superare insuccessi scolastici o liberarli dalle pratiche esoteriche compiute dai loro antenati fino alla decima generazione. Arrivava persino a dichiarare di poter riportare i suoi fedeli nei ricordi dei nove mesi passati nell’utero, fino alla nascita, paragonando la vagina materna a quella della Vergine Maria, descritta come un ‘tunnel di gloria’”, riassume il sito di Golias, che ha dedicato un’inchiesta al tema nel numero 783 di Golias Hebdo, dal 14 al 20 settembre 2023, con il titolo “Gli strani amici del neo-Cardinale Bustillo”.
Nel 2022, Fratel Daniel-Marie appare in un video del capitolo dei Francescani Conventuali presieduto da Bustillo .
Secondo l’inchiesta di Golias, egli celebra “messe di guarigione” in tutta la Francia e menziona apertamente le “messe sull’albero genealogico”, pratiche vietate dalla Conferenza Episcopale Francese. Afferma inoltre di partecipare a sessioni psico-spirituali di Agapè-terapia, che causarono gravi danni a famiglie e persone già nel periodo in cui fondava il convento di Narbonne con il futuro Cardinale Bustillo. “È difficile credere che il futuro Cardinale potesse ignorare le origini dell’attività pastorale del suo confratello”, osserva Golias.
Interpellato sulla questione da Libération nel novembre 2023, il Cardinale ha dichiarato di aver “consigliato prudenza”. L’articolo riportava che, secondo persone a lui vicine, Bustillo “non avrebbe avuto piena libertà di azione per risolvere il problema”. In qualità di ex superiore di padre Thévenet, il Cardinale è citato nello stesso articolo attraverso queste parole: “Finora non ci sono state denunce”.
Padre Thévenet, che è passato al convento di Cholet e poi a quello di Bruxelles — entrambi sotto la responsabilità di François Bustillo — continua a praticare incontri di “Lode e Guarigione” (ad esempio, dal 28 febbraio al 2 marzo 2025), veglie di preghiera segnate da profezie, glossolalia e specie di esorcismi.
Dopo aver visionato “video sulle pratiche di guarigione svolte da alcuni frati francescani conventuali in Francia e Belgio”, padre Dominique Auzenet, esorcista e responsabile della “Pastorale dei Nuovi Culti e delle Derive Settarie” della diocesi di Le Mans, ha rilevato una “tendenza inquietante a mescolare nozioni di malattia e peccato e ad associarvi, talvolta in modo errato, le colpe delle generazioni passate”. Questo, ha osservato, è in contraddizione con i Vangeli, dove “Gesù ha chiaramente segnato una rottura con l’idea che la malattia sia conseguenza del peccato (Giovanni 9,3)”. In merito alle pratiche di guarigione, Dominique Auzenet ricorda che “la storia della Chiesa, insistendo progressivamente sulla salvezza delle anime piuttosto che sulla guarigione dei corpi, testimonia la volontà di sottolineare che le guarigioni sono segni (e non qualcosa di simile alla magia)”. Secondo Auzenet, “un approccio psico-spirituale che assimili (anche implicitamente) malattia e peccato può portare a gravi abusi, come hanno dimostrato le pratiche di agapè-terapia” (citazioni tratte dal sito sosdiscernement.org).
Aderenza allo stile di governo di Papa Francesco
François Bustillo tiene particolarmente a manifestare il proprio sostegno allo stile di governo di Papa Francesco, che cita frequentemente.
In un’intervista concessa al canale cattolico KTO il 10 luglio 2023, egli ha dichiarato: “Mi sembra che la Chiesa debba essere riparata, ma dall’interno, come ha fatto Papa Benedetto XVI, come ha cercato di fare, e come Papa Francesco ha proseguito. Vedo anche la dinamica del sogno…”
Nel dicembre 2024, il Cardinale Bustillo ha tenuto una conferenza ad Aix-en-Provence sul tema “Riparare la Chiesa”, nella quale ha posto l’accento sulle “preoccupazioni” e “paure” dei giovani, nonché sulla sete di spiritualità cui la Chiesa deve rispondere. Ha affermato che ciò è oggi più facile, poiché i giovani “non hanno conosciuto il clericalismo, la dominazione della Chiesa”, ma “il vuoto”.
Sottolineando maggiormente la psicologia rispetto ai sacramenti, Bustillo insiste sulla necessità di prendersi cura della propria salute. “Salute e gioia”, ha affermato, “sono due parametri per valutare lo stato della nostra vita”. Il Cardinale ha inoltre posto l’accento sul modello dell’“ascolto” di Gesù in relazione alla “fragilità”, invitando la Chiesa a “sognare”: “Se vogliamo un cielo nuovo e una terra nuova, una Chiesa nuova, il nostro discernimento deve proiettarsi oltre l’evidenza”, aggiungendo che “per noi credenti è fondamentale uscire dalle nostre zone di comfort”. Il Cardinale non ha menzionato il culto dovuto a Dio.
Dicastero per il clero
Quattro giorni dopo essere stato creato Cardinale, François Bustillo è stato nominato membro del Dicastero per il Clero. Interrogato all’inizio del 2024 in merito a tale nomina, ha dichiarato: “Il Santo Padre mi ha affidato un altro incarico, cioè il cosiddetto Dicastero per il Clero, che si occupa di tutto ciò che riguarda i sacerdoti e i diaconi del clero diocesano, la loro persona, il loro ministero pastorale e ciò che è necessario per il suo esercizio. Quando si parla di sacerdoti, tendiamo ad avere una visione occidentale. Tuttavia, in Africa, in Asia e in America, i problemi non sono gli stessi. Nella mia responsabilità romana e cattolica, devo quindi tenere conto delle diverse culture, tradizioni e sfide di ciascun sacerdote”.
MUNUS DOCENDI
A Narbonne, padre Bustillo era ammirato da alcuni per il suo modo di concentrarsi più sulla psicologia che sulla dottrina nelle sue omelie. Questa caratteristica è particolarmente evidente nel suo libro La vocation du prêtre e nelle sue numerose dichiarazioni pubbliche sulla religione. Il suo approccio antropocentrico ha portato alcuni a notare una sorta di “mistica della psicologia”, che egli esprime soprattutto in contesti secolari, oltre a un certo relativismo nel suo pensiero. Come già notato, il Cardinale ha affermato alla televisione francese: “Il senso della vita è amare. E questo può essere raggiunto attraverso il cammino di una religione, di una tradizione o di altri percorsi”.
Bustillo parla raramente della dottrina cattolica e, se menziona l’aldilà, lo fa solo in riferimento al Paradiso. In La vocation du prêtre, il peccato è menzionato soltanto marginalmente. Il Cardinale parla del “sacrificio” di Gesù per “salvare l’umanità” (France catholique, 28 settembre 2023), ma tace sulla redenzione . Quanto all’inferno, afferma che Gesù ha assunto la nostra “carne imperfetta” per salvare l’uomo dalla dannazione eterna.
In un’intervista concessa al Journal du dimanche il 24 settembre 2023, ha parlato del messaggio che la Chiesa deve trasmettere:
“Spesso, nei media, quando mi parlano della Chiesa, vedo la sfilata orribile delle Crociate, dell’Inquisizione, della pedofilia, o dei divieti morali e delle finanze vaticane. Benissimo, ma potete star certi che non è per questo che ho donato la mia vita da sacerdote! Gesù ha dato la sua vita per salvarci, per amore, è questo che la Chiesa deve dire. Alcuni pensano che sia banale, ma il vero amore, l’amore incondizionato, è tanto potente quanto esigente. Avrà l’ultima parola. La Chiesa deve parlare delle cose ultime, della morte, che a buon diritto scandalizza le persone. La Chiesa ha la risposta, e lo dico perché ci credo: Cristo è risorto, passiamo dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. È un messaggio eccezionale che non dobbiamo negare a nessuno”.
Pietà popolare
La Vergine Maria è raramente menzionata dal Cardinale, se non nel contesto della “pietà popolare”, termine che egli preferisce a quello di “religiosità popolare”. “Occorre prestare attenzione, perché la religiosità può essere cristiana o pagana”, ha dichiarato in un’intervista a Famille chrétienne nel novembre 2024. “Preferisco parlare di pietà popolare. Questa realtà è un’espressione della vita interiore dell’essere umano. A un certo punto, essa ha bisogno di manifestarsi esteriormente attraverso processioni, il segno della croce, candele o preghiere pubbliche”.
Alla domanda di un giornalista sul motivo per cui la pietà popolare è stata talvolta disprezzata, ha risposto che si tratta di un “errore”:
“Esiste una perfetta complementarità tra l’intelligenza della fede – con la sua dimensione intellettuale – ed espressioni più semplici che implicano gesti concreti. Penso a Lourdes, con i suoi riti che coinvolgono l’acqua o la luce. Per essere popolare, la pietà deve toccare l’essere interiore. Che questa pietà sia più intellettuale o più popolare ha poca importanza, purché tocchi il cuore umano”.
Nel suo discorso di benvenuto a Papa Francesco, venuto a chiudere il convegno sulla religiosità popolare nel Mediterraneo ad Ajaccio, il 15 dicembre 2024, il Cardinale Bustillo ha parlato dell’importanza delle “pratiche semplici della fede, senza strategie né tattiche”, e di come “il dialogo e l’incontro” possano “riparare una civiltà umana ferita”.28“Realizziamo la nostra vocazione spirituale con la mente, certo, ma anche con il cuore e con il corpo.Nel XXI secolo, la nostra società ha bisogno di riscoprire la semplicità e la libertà per poter avanzare. Il nostro sistema sociale è diventato complesso e duro. Le pratiche semplici della fede, senza strategie né tattiche, possono aiutarci a ritrovare la coesione attorno a ciò che è essenziale.Il Mediterraneo è ricco di tradizioni spirituali. Abbiamo voluto aprire un dialogo per conoscerci meglio. L’idea è di estenderlo ad altre religioni, altre tradizioni e ad altre terre.Attraverso questi legami che ci incoraggiate a vivere, potremo riparare una civiltà umana ferita attraverso il dialogo e l’incontro, non con l’opposizione e il conflitto. Potremo costruire una nuova umanità più serena e pacifica perché in pace con sé stessa, e capace di garantire legami fraterni liberi e fiduciosi”.
Confraternite
La pietà popolare si manifesta in modo particolarmente caratteristico in Corsica attraverso le “Confraternite” (fraternità religiose): l’isola ne conta “più di un centinaio, con circa 4.000 membri”, riporta Corse-Matin. Il predecessore di François Bustillo, Mons. Olivier de Germay, aveva avviato il loro rilancio all’interno della Chiesa. Nate nella Corsica del XV secolo, queste associazioni hanno conosciuto negli ultimi decenni una rinascita grazie all’affermazione dell’identità locale, talvolta anche attraverso rivendicazioni indipendentiste. Anche le loro radici cattoliche stanno vivendo un forte rinvigorimento, dopo che la secolarizzazione e le riforme degli ultimi decenni del secolo scorso avevano quasi portato alla loro scomparsa.
Il Cardinale Bustillo non nasconde il suo desiderio di incoraggiare questo ritorno e ha riassunto il suo pensiero sull’argomento nel discorso per gli auguri di inizio 2025, lodando il ruolo di questi gruppi di fedeli laici, sia uomini che donne.29Secondo Aleteia: “I confratelli si riuniscono in associazioni laicali, indossano divise e portano stendardi con i loro colori, con l’obiettivo di servire la Chiesa e i loro vicini. Svolgono un ruolo essenziale nell’organizzazione delle processioni – in particolare quelle della Settimana Santa – nella manutenzione delle chiese, nel canto liturgico, ma anche nella promozione della solidarietà all’interno di una determinata comunità”.
Il Cardinale Bustillo ha dichiarato nei suoi auguri: “Credo che le confraternite abbiano una missione urgente da compiere in Corsica, se si vuole pacificare la società. Fin dal Medioevo, le confraternite hanno avuto una missione liturgica e fraterna, ma anche sociale. Non sono semplice folclore pseudo-religioso. Vorrei che lavorassimo su questa dimensione sociale. Siete intermediari preziosi nella società. Conoscete le tradizioni, i villaggi, le valli, i quartieri, conoscete le famiglie e le persone. Potete lavorare, attraverso il vostro impegno, per educare i giovani al rispetto degli altri, a una vita responsabile e libera. Potete orientarli verso chi è più povero, materialmente e moralmente, per aiutarli a rimettere in sesto la loro vita. Potete essere un GPS di valori per bambini e giovani. Potete offrire loro sicurezza e coraggio. Potete mostrare loro la fecondità dell’impegno per gli altri. Le confraternite devono essere il cemento che crea legami sociali tra i corsi. Attraverso le confraternite, i nostri giovani troveranno fede, speranza, stabilità, senso e amici su cui contare, invece di perdersi in mondi oscuri e tormentati”.
I frutti comprovati delle confraternite sono il motivo per cui il Cardinale Bustillo desidera metterle al servizio dell’evangelizzazione, non esitando a crearne di nuove: così a Ortu, il 28 ottobre 2024, è stata rifondata, in presenza del Cardinale, la confraternita di Sant’Antone Abbate d’Ortu, scomparsa dalla metà del XX secolo. Alcuni mesi prima, il 31 luglio 2024, è stata creata la nuova confraternita di Santa Croce a Campile: il Cardinale Bustillo ha personalmente benedetto i suoi membri.
Islam e altre religioni
Le parole di benvenuto rivolte da Bustillo a Papa Francesco in Corsica, già citate, riecheggiano l’insegnamento dello stesso Papa sulla “fraternità umana” e testimoniano l’atteggiamento del Cardinale nei confronti delle altre religioni, in particolare dell’Islam.
Riguardo alla visita di Papa Francesco in Corsica, il Cardinale Bustillo ha dichiarato sul canale privato TF1, poco prima dell’evento: “Conoscete il suo interesse per il Mediterraneo, e ha pensato di poter lanciare un messaggio forte per il Mediterraneo, per la pace nel mondo e per legami amichevoli e fraterni tra tutti i popoli”.
Nel dicembre 2024, la rivista economica Challenges ha posto a Bustillo la seguente domanda: “Cosa vuole ottenere il Papa creando cardinali in tutto il Mediterraneo?”. Egli ha risposto:
“Il Mediterraneo ha bisogno di personalità capaci di risvegliare coscienze e intelligenze per creare questo dialogo tra nord e sud, tra mondo musulmano e mondo cristiano. Ha così creato Cardinale l’arcivescovo di Teheran. Abbiamo bisogno di incontrare figure capaci di parlarci meglio dell’Islam, affinché non restiamo in una logica di paura, ma entriamo in un movimento di creazione di fraternità”.
Intervenendo su France3 Corse, durante la trasmissione Cuntrastu dell’aprile 2024, il Cardinale ha dichiarato:
“Ho avuto il privilegio di parlare davanti a 300 persone alla moschea [alla fine del Ramadan]. Mi hanno dato la parola, e così ho potuto dialogare con loro. Erano presenti anche rappresentanti eletti. Credo che sia un privilegio, ed è giusto, nella società, che quando siamo credenti – ci saranno musulmani, ci saranno cristiani, ci saranno altre tradizioni – possiamo concordare sull’unità del nostro approccio, vale a dire: siamo credenti. Alcuni diranno: ‘Sì, ma loro sono musulmani e noi siamo cristiani.’ Io dico che, se siamo d’accordo sul fatto di credere, possiamo costruire una società più giusta e fraterna”.
Chiesa sinodale
Il Cardinale Bustillo si è impegnato costantemente per rassicurare i fedeli riguardo alla “sinodalità”.
Nella sua intervista del 24 settembre 2023 al Journal du dimanche, mentre la stampa discuteva ampiamente delle questioni controverse che sarebbero state trattate nella prima tappa romana del sinodo sulla sinodalità (LGBT, diaconato femminile, ecc.), egli ha commentato:
“Le questioni che verranno affrontate si impongono in questo momento della storia. Ma non bisogna credere che la conclusione sia già scritta. Dobbiamo riuscire a mettere da parte le emozioni per confrontarci con l’intelletto. E dobbiamo anche riuscire a separare le persone dalle loro azioni. La Chiesa condanna certi atti come una madre farebbe con il proprio figlio: per amore! La morale oggettiva è necessaria, ma è importante non giudicare mai gli uomini, la cui complessità non possiamo conoscere. Solo Dio può giudicare”.
Una settimana dopo, in un’intervista a KTO in preparazione dell’assemblea sinodale dell’ottobre 2023, ha affermato: “La Chiesa non deve aver paura di affrontare certi argomenti che sono talvolta delicati o difficili”. Ha detto che la diversità di opinioni tra i cattolici può essere una “diversità benvenuta”, senza dimenticare il “patrimonio comune: tutti crediamo in Dio”.
Rispetto per la vita
Sebbene la sua forte opposizione personale all’aborto sia ben nota e venga espressa con vigore in privato, il Cardinale Bustillo non ne parla mai pubblicamente, né davanti ai media.
Quando, con il visibile sostegno e l’accordo del Presidente Macron, il Parlamento francese ha votato per inserire nella Costituzione francese la “libertà di accesso all’aborto”, il Cardinale Bustillo non risulta aver espresso pubblicamente le proprie opinioni sulla questione.
Tuttavia, egli è stato uno dei tre vescovi a partecipare alla conferenza stampa conclusiva dell’assemblea plenaria dei vescovi francesi a Lourdes , l’8 novembre 2023, diversi mesi prima del voto, nella quale fu menzionato il comunicato stampa in cui si faceva riferimento alla “preoccupazione” dell’episcopato francese.
Bustillo ha lodato la “laicità alla corsa”, dichiarando a Le Point nel dicembre 2024:
“In Corsica, c’è una forma originale e dinamica di laicità. Il modo in cui essa si incarna è diverso, a seconda della storia e della cultura. Quando c’è una processione, le autorità pubbliche dell’isola partecipano alla celebrazione insieme al popolo. Ognuno conserva la propria funzione. Un uomo di Chiesa non dirà mai a un eletto cosa fare, e viceversa. Si dialoga in modo maturo, senza voler dominare o manipolare un’istituzione o l’altra, mentre nella Francia continentale c’è spesso conflitto. Penso che la Corsica possa essere un laboratorio di laicità e portare una forma di serenità alla Francia per creare meno tensioni su questo tema”.
Nel maggio 2024, mentre il Parlamento francese si preparava a dibattere una legge sul “fine vita” e l’eutanasia, egli ha dichiarato a Corsenetinfos:
“Se un cittadino giunge alla fine della sua vita, non ce la fa più e chiede la morte, c’è un problema. Posso perfettamente comprendere che si chieda la fine della sofferenza, è del tutto naturale. Ecco perché esistono le cure palliative. Esiste anche la legge Leonetti [una legge francese del 2005 che, secondo i critici, ha condotto a pratiche di quasi-eutanasia] che non è superata. È per questo che penso che la questione della legge sul fine vita sia seria… Credo che in un dibattito sociale, senza voler imporre, ma sul principio della responsabilità, dobbiamo esprimere la nostra visione. Non la imponiamo, ma partecipiamo al dibattito sociale con il nostro pensiero, con la nostra visione dell’uomo e del suo destino. E credo che la missione dello Stato, per sua natura, sia di aiutare le persone a vivere.
(…)
Non spetta alla Chiesa dire allo Stato cosa debba fare. Non tocca a noi governare. Tocca a coloro che sono stati legittimamente eletti governare e proporre leggi giuste per la società… Ciò che penso sia importante, e che credo lo Stato debba fare, è lavorare affinché le persone possano vivere il dolore nel miglior modo possibile. Tutti abbiamo dolori fisici o psicologici, non siamo ancora in paradiso. Li sopportiamo più o meno bene, ma tutti viviamo con il dolore. Fa parte della nostra imperfezione. Possiamo capire che ci siano malattie orribili, dolorose. Ma dobbiamo legiferare sulla base di una minoranza o di una sofferenza particolare? La legge Leonetti non basta? Mi pongo questa domanda, ed è questa la mia preoccupazione. Quale futuro stiamo preparando per le nuove generazioni?”.
Chiamate con il nome del politico francese che le promosse, Jean Leonetti, nel 2005 furono approvate due “leggi Leonetti” e, nel 2016, queste stesse leggi vennero ampliate. Esse autorizzano l’uccisione di una persona gravemente disabile o malata, privandola di cibo e acqua. Dal 2016 questo può essere fatto a seguito di una decisione medica collegiale anche contro il parere della famiglia del paziente, applicando una sedazione profonda che non può essere interrotta. Nel marzo 2007, il Cardinale André Vingt-Trois, allora arcivescovo di Parigi, e il Gran Rabbino di Parigi, David Messas, firmarono una Dichiarazione ebraico-cattolica congiunta sulla cura del malato terminale, sottolineando il carattere inaccettabile della legge Leonetti sul rifiuto delle cure ordinarie.30La Dichiarazione afferma: “Nelle nostre rispettive tradizioni è chiaro che la fornitura di acqua e nutrienti per sostenere la vita risponde a un bisogno fondamentale del malato. L’alimentazione e l’idratazione per via naturale devono quindi essere sempre mantenute finché possibile. Se ciò risulta veramente impossibile, o se esiste un rischio di soffocamento che metterebbe in pericolo la vita del paziente, si deve ricorrere a una via artificiale. Solo motivazioni gravi e debitamente riconosciute (non assimilazione dei nutrienti da parte del corpo, sofferenza sproporzionata causata dall’assunzione, pericolo di infezione o rigurgito) possono in certi casi giustificare la sospensione dell’alimentazione. Tale restrizione o astensione non deve mai diventare un mezzo per abbreviare la vita”.
Nel maggio 2024, in prossimità del dibattito parlamentare sulla legge sul “fine vita”, il Cardinale Bustillo ha pubblicato un articolo su FigaroVox (testo riservato agli abbonati, privo di ogni riferimento a Dio o alla legge naturale), che si apre con queste parole: “La terra dei diritti dell’uomo e della fraternità ha permesso realizzazioni sociali notevoli. Ma l’uomo non è solo un grappolo di cellule. Ha un’anima. Anche un cuore. E la lotta tra Eros e Thanatos continua”.
Il Cardinale proseguiva:
“La nostra cosiddetta società civilizzata, dedita all’avere, al potere, al fare e al sapere, ha dimenticato di prendersi cura dell’essere. E vediamo vite insipide e vuote che trovano una via di fuga nei tranquillanti o nelle droghe. Esistiamo ma non viviamo più. Camminiamo passivamente verso la morte, vivendo una crisi di speranza. L’Occidente disincantato è una stanza chiusa sartriana, implacabile e morbosa” (un riferimento a Huis clos, A porte chiuse).
Celibato sacerdotale, clero sposato
Il Cardinale Bustillo non sembra avere affrontato esplicitamente la questione di un possibile cambiamento della disciplina ecclesiastica relativa al celibato sacerdotale. In La vocation du prêtre, egli si riferisce alla “continenza sessuale” del religioso (p. 196), ma il celibato sacerdotale è dato per presupposto lungo tutto il libro, nei frequenti riferimenti alla “fecondità” del ministero sacerdotale, al suo carattere di rinuncia e al fatto che il sacerdote testimonia una “vita realizzata” attraverso la “comunione” con Cristo.
Intervenendo su France3 Corse nel dicembre 2021, Bustillo ha affermato che il celibato sacerdotale “è una legge ecclesiastica, non divina, quindi potrebbe cambiare. Oggi si considera inopportuno cambiare questa legge. La questione non è divina”.
In un’intervista rilasciata all’AFP nel settembre 2023, alla vigilia della sua creazione a Cardinale, Bustillo ha dichiarato: “La mia missione sarà quella di essere fedele, docile e attento a ciò che ci dice il Papa”, e ha definito le proposte di un clero sposato e dell’ordinazione delle donne come “questioni un po’ cosmetiche o politiche”. Ha aggiunto: “Prima di affrontare questi temi, bisogna partire dall’essenziale. In Occidente c’è molta violenza, frammentazione sociale e ansia, e le persone cercano la pace. Ciò che mi preoccupa è che vadano in Amazzonia per trovare uno sciamano, in Tibet per cercare un monastero, o in India per trovare un guru. C’è una rottura nella comunicazione riguardo alla spiritualità della Chiesa”.
Ordinazione delle donne
Il Cardinale ha espresso la propria opposizione all’ordinazione femminile, ritenendo che il ruolo delle donne nella Chiesa non richieda l’ordinazione.
Su KTO, il 2 dicembre 2024, rispondendo a una domanda su una cerimonia organizzata da cattoliche femministe in cui alcune donne sono state “ordinate”, Bustillo ha precisato che si trattava di una “loro cerimonia”, mentre l’ordinazione è una “procedura collettiva e responsabile”.
“Non spetta a noi indignarci, dicendo che è uno scandalo, una catastrofe”, ha affermato. “Sono una minoranza, persone che soffrono, senza dubbio, si pongono delle domande e pongono delle domande anche a noi, ma queste domande non si risolvono in modo celebrativo, per così dire, ma attraverso il dialogo, l’incontro, mettendo sul tavolo gli elementi e gli argomenti, in modo da poter discutere dell’essenziale”, ha aggiunto.
In una lunga intervista realizzata dal canale statale France3 (Cuntrastu del 17 aprile 2024), il Cardinale ha inoltre espresso apertamente la propria contrarietà al diaconato femminile:
“Penso che non si possa dire che [le donne] sono fondamentali nella trasmissione, in particolare, e poi non dar loro alcun ruolo ufficiale; le due cose devono andare insieme. A mio avviso, il rischio dell’ordinazione diaconale, questa è la mia opinione personale: (…) è il rischio di introdurre una logica di potere e non di autorità. (…) Il rischio di conferire l’ordinazione diaconale o sacerdotale è che il sacerdozio o il diaconato vengano visti non come un servizio, ma come un potere”.
Bustillo ha anche ricordato che “Gesù ha chiamato uomini”, aggiungendo:
“Penso che alle donne debba essere dato più spazio nella Chiesa, ne sono convinto, perché stiamo vivendo sviluppi intellettuali e sociali e penso che possiamo offrire loro un ruolo importante senza passare attraverso un rito o un’istituzione… Tradizione ed evoluzione, non c’è divorzio tra le due”.
Il 9 dicembre 2021, su France3 Corse, Mons. Bustillo aveva dichiarato che le donne hanno un “ruolo importante nel generare il sacerdozio”.
Fiducia Supplicans
Dopo la pubblicazione di Fiducia supplicans, che ha aperto alla possibilità di benedire coppie omosessuali, il Cardinale Bustillo ha dichiarato di ritenere “un peccato” reagire con una “logica mondana, un po’ come su Facebook: ‘mi piace’, ‘non mi piace’”. Ha spiegato che “nella tradizione della Chiesa si propongono sempre soluzioni di cura a situazioni dolorose e difficili”.
Nel programma Cuntrastu dell’aprile 2024, ha approfondito l’argomento, manifestando la sua disapprovazione per un approccio “legalista”, che ha definito “infantile”. Ha invitato a comprendere le “lotte” e i “sogni” delle persone coinvolte.31“Qui in Occidente, intendo nella nostra mentalità e tradizione, non è sconvolgente. Non mi sciocca nella mia mentalità, perché guardiamo intorno a noi, il nostro ambiente immediato, e conosciamo persone che vivono in situazioni irregolari. Ciò che mi sembra importante è comprendere, conoscere e rispettare il cammino di ciascuno. Per me, dietro una situazione irregolare, vedo delle persone. Come vescovo, o sacerdote o diacono, conosco cosa c’è dietro? Conosciamo le loro lotte, conosciamo i loro sogni, conosciamo le sofferenze che portano? Non lo sappiamo. Quindi può essere facile comportarsi in modo legalistico; dire è permesso, non è permesso: sarebbe immaturo, persino infantile”.
Riguardo all’opposizione del clero africano al documento, ha riconosciuto la loro riluttanza a subire imposizioni, ma ha aggiunto che è importante “chiederci dove sia il bene, dove risieda il bene delle persone”.32“Abbiamo una visione piuttosto eurocentrica; la mentalità occidentale è la nostra mentalità… Alcuni in Africa la interpretano come un’imposizione della cultura occidentale agli africani. E gli africani mi hanno detto: ma noi abbiamo la nostra cultura, le nostre tradizioni, non vogliamo che l’Europa o l’Occidente ce le impongano. Va bene, molto bene. Ma anche qui mi dico: non siamo in un dibattito politico, non c’è una posizione contro l’altra da sviluppare. Dobbiamo chiederci dove sia il bene, dove risieda il bene delle persone; per me questo è il criterio fondamentale”.
Più avanti, il Cardinale ha dichiarato: “Quando consideriamo la questione delle coppie regolari o irregolari, essa riguarda i comportamenti e l’evoluzione sociale, quindi può cambiare e evolversi. Sulla questione della vita, la Chiesa crede che non siamo padroni di tutto… La legge fornisce un quadro. Detto questo, ognuno fa ciò che vuole riguardo al fine vita, all’aborto, ecc”..
Cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici
La cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Parigi ha sconvolto molti cristiani, in particolare per la parodia dell’Ultima Cena con drag queen, ma anche per scene di libertinismo sessuale e altre rappresentazioni provocatorie.
Il Cardinale Bustillo ha minimizzato l’episodio, riducendolo a una questione di sensibilità, affermando alla radio regionale FranceBleu nel luglio 2024:
“Capisco perfettamente che alcuni cristiani possano essersi sentiti offesi. Quando si tocca la religione, si tocca qualcosa di intimo”. Ha sottolineato l’importanza di comprendere l’intenzione artistica della scena, affermando: “Ho ascoltato l’autore della scena. Non pensava all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, ma a una scena mitologica, quella di Dioniso. Bisogna risalire alla fonte. Era la festa pagana, la festa del vino, dell’Olimpo, degli dèi. Detto questo, ognuno può avere la propria interpretazione. Non è sano vivere lasciandosi prendere da continue polemiche… Quando c’è una polemica che riguarda musulmani o ebrei, anche lì ci sono reazioni molto forti. È importante che altri credenti, non cristiani, siano sensibili e dicano: ‘Non bisogna ferire i cristiani, bisogna rispettare la loro sensibilità”.
Ha aggiunto:
“Mentre in Francia, in Europa, in Occidente siamo abituati a certe tensioni e polemiche, i cristiani in Asia, Africa o nelle Americhe lo sono molto meno. Non hanno la stessa capacità di affrontare questo tipo di tensione. Molti Paesi hanno persino rimosso la scena dalla trasmissione”.
“Ho visto che molti sacerdoti, molte persone hanno reagito talvolta in modo moderato, talvolta in modo sproporzionato, a questa polemica che, secondo me, era sia gratuita che inopportuna. Da parte mia, conservo ciò che è bello e riconosco anche il punto di vigilanza”, ha detto, invocando rispetto reciproco e comprensione. “Bisogna avere senso dell’umorismo e rispetto. Se le persone reagiscono, è perché sono sensibili. E bisogna sempre rispettare la sensibilità delle persone”.
Il Cardinale Bustillo non ha fatto riferimento al fatto che si trattasse di un’offesa a Dio, ma si è limitato a parlare della sensibilità dei cristiani.
Legami con la Massoneria
Quando François Bustillo era vicario e, successivamente, parroco della chiesa di Saint-Bonaventure a Narbonne, fu incaricato dal Vescovo Alain Planet di mantenere relazioni con i massoni. La città conta infatti un numero molto elevato di aderenti alla massoneria. Midi-Libre dell’11 aprile 2011 offre un quadro della situazione: “Attualmente, quasi 870 fratelli e sorelle sono attivi nella zona di Narbonne. Il fenomeno (…) sembra più marcato che mai. Con 17 massoni ogni 1.000 abitanti (la media nazionale è di 2,5!), Narbonne è diventata una delle città più massoniche di Francia”.
Il 13 aprile 2011, L’Indépendant riportava: “Potrebbe fratel François, il francescano unanimemente apprezzato, essere il collegamento tra il Vescovado e alcune Obbedienze massoniche? ‘È colto, molto aperto, ed è vero che François Bustillo sembra avere legami con alcuni “Anglais” [massoni],’ secondo un massone che ammette di apprezzare certe iniziative intraprese dai francescani di Narbonne e, in fin dei conti, la loro apertura mentale”.
L’Indépendant del 15 novembre 2018 pubblicò un’intervista al giornalista Jacques Molénat, che aveva appena scritto il libro Voyage indiscret chez les francs-maçons du Midi (Viaggio indiscreto tra i massoni del Sud). L’intervista era centrata sulla città di Narbonne e metteva in evidenza come il libro rivelasse “che a Narbonne si stava cercando di avvicinare la Chiesa cattolica alla Massoneria”.
Alla domanda su questo tentativo, Molénat rispose:
“Credo sia stato avviato dal Vescovo Planet, che dà valore al contatto e al dialogo. Ha incoraggiato gli scambi, in particolare con la GLNF [Grande Loge Nationale de France], che rappresenta il ramo ‘spirituale’ della Massoneria, e ha nominato fratel François Bustillo come pesce pilota di questa iniziativa, tanto che la sua parrocchia di Saint-Bonaventure è diventata la parrocchia dei massoni cattolici di Narbonne. Ed è stato ricevuto più volte in Loggia per dibattere con i membri narbonesi affiliati alla GLNF”.
Una fonte informata sostiene che François Bustillo abbia partecipato a Narbonne a una “tenuta bianca chiusa”, cioè una riunione riservata a iniziati in cui un non massone prende la parola per trattare un tema, in questo caso il Vangelo; si dice che le sue riflessioni siano state accolte molto bene.
Si racconta anche che nel 2018, al ricevimento di addio per la sua partenza da Narbonne , più della metà dei presenti fosse identificata come appartenente alla Massoneria. Da questa prospettiva, e considerando il suo approccio alla “fraternità” nonché i frequenti riferimenti al rapporto tra le religioni, nulla lascia pensare che Bustillo consideri incompatibili la dottrina cattolica e il pensiero massonico. In ogni caso, egli non ha mai dichiarato nulla in tal senso. A ogni modo, risulta che abbia negato di essere egli stesso un massone.
- 1Intitolato La vocation du prêtre face aux crises. La fidélité créatrice (“Fedeltà creativa — La vocazione del sacerdote di fronte alle crisi”), Papa Francesco ne fece tradurre il testo in italiano con il titolo Testimoni, Non Funzionari. Il sacerdote dentro il cambiamento d’epoca (Libreria editrice vaticana). La maggior parte delle citazioni contenute nel volume è tratta da Papa Francesco e, in misura minore, da Papa Benedetto XVI. Si tratta di un libro programmatico.
- 2“In Corsica, trascorre metà del suo tempo viaggiando per i villaggi, dove quasi ogni spostamento richiede l’attraversamento delle montagne. La sua auto, a suo dire, è un ‘piccolo eremo.’ Anche la cosa più insignificante può commuoverlo con uno stupore infantile. Raramente mostra rabbia; il suo umore è costante, gioioso e sereno. L’equanimità del suo carattere è quasi inquietante. Ma, soprattutto, è un uomo libero. È anche un uomo di paradossi: al tempo stesso semplice e riservato, intellettuale e pratico, focoso e paziente, loquace e silenzioso, abile e disinteressato”.
- 3Diocesi di Carcassonne e Narbonne
- 4San Bonaventura è una parrocchia antichissima, segnata da una presenza francescana da otto secoli; la fondazione del nuovo convento le ha dato nuova vita.
- 5“Cerco di mettermi al servizio dell’essere umano. Non sono mosso dal desiderio di potere, ma dal desiderio di servire tutti, tutti. Non sarò decorato semplicemente perché sono Cardinale; bisogna essere capaci di donarsi”, ha dichiarato Bustillo. “Mi sforzo di essere presente, non solo nella vita ecclesiale, ma anche nella vita sociale, culturale, economica e sportiva”. Per sua scelta, la Legion d’Onore gli è stata consegnata da Mathieu Pacaud, ristoratore stellato Michelin che ha lavorato in uno dei ristoranti della tenuta alberghiera di lusso a Murtoli (Corsica del Sud), di proprietà di Paul Canarelli e frequentata, secondo Le Monde, da “ministri, celebrità e delinquenti latitanti”. [la prima parte è stata già scritta nel testo, mi sembra una ripetizione] Quest’ultimo, anch’egli presente al sontuoso buffet fornito in gran parte dal Domaine Murtoli e organizzato per un ristretto cerchio di amici per l’occasione, ha tuttora pendenze giudiziarie. “Abbiamo un rapporto d’amicizia”, ha dichiarato il Cardinale all’AFP (Agence France Presse) parlando di Mathieu Pacaud. Da parte sua, Pacaud ha dichiarato a Le Monde il 19 novembre 2024: “Ci sentiamo spesso al telefono, è diventato come il mio terapeuta. Raramente qualcuno mi ha fatto un’impressione come lui… Ciò che mi colpisce è che non giudica mai”. Tra la centinaia circa di ospiti invitati al palazzo vescovile per la consegna della Legion d’Onore vi era anche Catherine Vautrin, allora Ministra del Lavoro. Aveva assunto la carica dichiarandosi favorevole all’inserimento nella Costituzione francese della “libertà” di abortire: “Quando ho assunto la mia carica, le mie prime parole sono state sull’aborto. Per me, è l’approdo logico di un testo di cui abbiamo appena celebrato il 49º anniversario”.
- 6La vocation du prêtre, p. 148
- 7La vocation du prêtre, p. 150.
- 8La vocation du prêtre, p. 9.
- 9La vocation du prêtre, p. 12
- 10La vocation du prêtre, p. 115
- 11La vocation du prêtre, p. 15
- 12La vocation du prêtre, pp. 23-25
- 13La vocation du prêtre, p. 45
- 14La vocation du prêtre, p. 62
- 15La vocation du prêtre, p. 73
- 16La vocation du prêtre, p. 80
- 17La vocation du prêtre, p. 100
- 18La vocation du prêtre, p. 105
- 19La vocation du prêtre, p. 123
- 20La vocation du prêtre, p. 126
- 21La vocation du prêtre, p. 134
- 22La vocation du prêtre, p. 135
- 23La vocation du prêtre, p. 137)
- 24La vocation du prêtre p. 202)
- 25La vocation du prêtre, p. 204
- 26La vocation du prêtre, p. 206
- 27La vocation du prêtre. p. 235
- 28“La vera questione è come possiamo essere presenti nella vita dei nostri contemporanei. Quando vado agli eventi sportivi, non è solo perché mi piacciono, ma anche perché è un modo per incontrare persone che non avrei mai visto alla Messa domenicale. Sono lì per creare una relazione, un legame, e per dare visibilità alla Chiesa… Se arrivo sulle gradinate di uno stadio vestito da francescano, non ci vorrà molto perché mi si noti. Ma il mio obiettivo non è far sentire in colpa le persone dicendo che dovrebbero andare a Messa. Mi concentro sulla qualità della relazione. Mi interessano le persone e ciò che vivono. E forse anche loro si interesseranno a me…”.
“Per trovare l’amore e la pace interiore, oggi i nostri contemporanei vanno in Amazzonia a incontrare sciamani, o in Tibet… Chi ha sentito parlare della tradizione cristiana? Chi parla oggi d’amore? La Chiesa ha un importante messaggio d’amore da offrire. Incontriamo persone intorno a noi estremamente vulnerabili: emotivamente, esistenzialmente, spiritualmente. Ora, l’amore guarisce e consola”.
“È importante riscoprire una spiritualità dell’incarnazione che non sia né sdolcinata né vaga. Che parli all’uomo moderno. Nella nostra società occidentale si parla molto dell’avere, del potere, del sapere e del fare, ma chi parla dell’essere? Forse psicologi e coach, ma in modo altrettanto commerciale. Chi, nella nostra società, si prende cura delle persone gratuitamente? Dobbiamo offrire una qualità dell’essere all’uomo occidentale che ha perso il suo GPS interiore, il cui essere interiore è senza densità, e triste”. - 29“Sogno una Chiesa piena di speranza, che comunichi speranza al mondo. Ci manca la speranza, o l’abbiamo persa. Parliamo di morte, amiamo molto la morte, la morte del pianeta, la morte dei sistemi politici, la morte dei sistemi economici, la morte della Chiesa… Celebriamo i morti, è tragico! Penso che l’essenza del cristianesimo e del Vangelo sia la vita, è il portare la vita… La nostra società francese e occidentale ha bisogno di vivere nel movimento della vita”.
- 30“Il carisma francescano rinasce nella strada, a contatto con il mondo. Il nostro chiostro è il mondo, diceva san Francesco. I primi insegnamenti francescani non erano dottrinali, ma morali, predicavano pace e riconciliazione. Con la sua dimensione fraterna e semplice, riesce a toccare i cuori”.
- 31“Un uomo, Yvan Colonna, è stato brutalmente aggredito nel carcere di Arles. Questo atto ha generato rabbia, tensione e incomprensione. Le nostre preghiere e la nostra compassione vanno a lui e alla sua famiglia… Di fronte alla tensione sociale, crediamo nel dovere e nella forza del dialogo per ristabilire la fiducia e riconciliare i cittadini. La via della forza è mortifera, quella dell’incontro e del rispetto rafforza la libertà e la democrazia. Speriamo sinceramente che si avveri la profezia di Isaia: ‘Togliete di mezzo a voi il giogo, il dito accusatore, il parlare malizioso”.
- 32Ospite del ristorante Laurent di Mathieu Pacaud, Bustillo ha conosciuto l’ex presidente francese François Hollande. Aveva già incontrato il politico Laurent Wauquiez durante gli “incontri francescani” che organizzava con esponenti politici nella sua diocesi di Narbonne (sud-ovest della Francia). Ha incontrato il parlamentare europeo Raphaël Glucksmann nell’estate del 2024 a Cap Corse. Ha partecipato a un dibattito all’Università di Corte con Philippe Guglielmi, ex Gran Maestro del Grand Orient de France [la principale loggia massonica di sinistra in Francia] e con Chems-Eddine Hafiz, imam della Grande Moschea di Parigi. Nel dicembre 2023 è stato ricevuto da Emmanuel Macron per un tête-à-tête riservato. All’Eliseo ricordano che fu necessario fornirgli un’auto per raggiungere il Boulevard de Montmorency dove lo attendeva Vincent Bolloré [miliardario di destra] “per un caffè”, come ammette François Bustillo. Inoltre, mantiene ottimi rapporti con la famiglia Saadé, proprietaria dell’onnipresente Corse-Matin [il principale quotidiano corso]”. Un incontro precedente con il presidente Macron aveva avuto luogo nel settembre 2023 ad Ajaccio, poco prima che il presidente francese proponesse “all’Assemblea della Corsica un’autonomia nella Repubblica” per l’isola e i suoi 350.000 abitanti, ricordava il quotidiano L’Opinion il 15 dicembre 2024.
- 33“Realizziamo la nostra vocazione spirituale con la mente, certo, ma anche con il cuore e con il corpo.Nel XXI secolo, la nostra società ha bisogno di riscoprire la semplicità e la libertà per poter avanzare. Il nostro sistema sociale è diventato complesso e duro. Le pratiche semplici della fede, senza strategie né tattiche, possono aiutarci a ritrovare la coesione attorno a ciò che è essenziale.Il Mediterraneo è ricco di tradizioni spirituali. Abbiamo voluto aprire un dialogo per conoscerci meglio. L’idea è di estenderlo ad altre religioni, altre tradizioni e ad altre terre.Attraverso questi legami che ci incoraggiate a vivere, potremo riparare una civiltà umana ferita attraverso il dialogo e l’incontro, non con l’opposizione e il conflitto. Potremo costruire una nuova umanità più serena e pacifica perché in pace con sé stessa, e capace di garantire legami fraterni liberi e fiduciosi”.
- 34Secondo Aleteia: “I confratelli si riuniscono in associazioni laicali, indossano divise e portano stendardi con i loro colori, con l’obiettivo di servire la Chiesa e i loro vicini. Svolgono un ruolo essenziale nell’organizzazione delle processioni – in particolare quelle della Settimana Santa – nella manutenzione delle chiese, nel canto liturgico, ma anche nella promozione della solidarietà all’interno di una determinata comunità”.
Il Cardinale Bustillo ha dichiarato nei suoi auguri: “Credo che le confraternite abbiano una missione urgente da compiere in Corsica, se si vuole pacificare la società. Fin dal Medioevo, le confraternite hanno avuto una missione liturgica e fraterna, ma anche sociale. Non sono semplice folclore pseudo-religioso. Vorrei che lavorassimo su questa dimensione sociale. Siete intermediari preziosi nella società. Conoscete le tradizioni, i villaggi, le valli, i quartieri, conoscete le famiglie e le persone. Potete lavorare, attraverso il vostro impegno, per educare i giovani al rispetto degli altri, a una vita responsabile e libera. Potete orientarli verso chi è più povero, materialmente e moralmente, per aiutarli a rimettere in sesto la loro vita. Potete essere un GPS di valori per bambini e giovani. Potete offrire loro sicurezza e coraggio. Potete mostrare loro la fecondità dell’impegno per gli altri. Le confraternite devono essere il cemento che crea legami sociali tra i corsi. Attraverso le confraternite, i nostri giovani troveranno fede, speranza, stabilità, senso e amici su cui contare, invece di perdersi in mondi oscuri e tormentati”. - 35La Dichiarazione afferma: “Nelle nostre rispettive tradizioni è chiaro che la fornitura di acqua e nutrienti per sostenere la vita risponde a un bisogno fondamentale del malato. L’alimentazione e l’idratazione per via naturale devono quindi essere sempre mantenute finché possibile. Se ciò risulta veramente impossibile, o se esiste un rischio di soffocamento che metterebbe in pericolo la vita del paziente, si deve ricorrere a una via artificiale. Solo motivazioni gravi e debitamente riconosciute (non assimilazione dei nutrienti da parte del corpo, sofferenza sproporzionata causata dall’assunzione, pericolo di infezione o rigurgito) possono in certi casi giustificare la sospensione dell’alimentazione. Tale restrizione o astensione non deve mai diventare un mezzo per abbreviare la vita”.
- 36“Qui in Occidente, intendo nella nostra mentalità e tradizione, non è sconvolgente. Non mi sciocca nella mia mentalità, perché guardiamo intorno a noi, il nostro ambiente immediato, e conosciamo persone che vivono in situazioni irregolari. Ciò che mi sembra importante è comprendere, conoscere e rispettare il cammino di ciascuno. Per me, dietro una situazione irregolare, vedo delle persone. Come vescovo, o sacerdote o diacono, conosco cosa c’è dietro? Conosciamo le loro lotte, conosciamo i loro sogni, conosciamo le sofferenze che portano? Non lo sappiamo. Quindi può essere facile comportarsi in modo legalistico; dire è permesso, non è permesso: sarebbe immaturo, persino infantile”.
- 37“Abbiamo una visione piuttosto eurocentrica; la mentalità occidentale è la nostra mentalità… Alcuni in Africa la interpretano come un’imposizione della cultura occidentale agli africani. E gli africani mi hanno detto: ma noi abbiamo la nostra cultura, le nostre tradizioni, non vogliamo che l’Europa o l’Occidente ce le impongano. Va bene, molto bene. Ma anche qui mi dico: non siamo in un dibattito politico, non c’è una posizione contro l’altra da sviluppare. Dobbiamo chiederci dove sia il bene, dove risieda il bene delle persone; per me questo è il criterio fondamentale”.