San Gabriele Arcangelo all'Acqua Traversa

Creato da:

Francesco

Status Votante:

Elettore

Nazione:

RD Congo

Età:

65

Cardinale Fridolin Ambongo Besungu

San Gabriele Arcangelo all'Acqua Traversa

Arcivescovo di Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo

RD Congo

Omnia Omnibus

Tutto a tutti

Indice dei contenuti

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Dati chiave

Data di Nascita:

24 Gennaio 1960 (65 anni)

Luogo di Nascita:

Boto, Repubblica Democratica del Congo

Nazione:

RD Congo

Concistoro:

5 Ottobre 2019

da

Francesco

Status Votante:

Elettore

Incarico:

Diocesano

Tipo:

Cardinale Presbitero

Chiesa Titolare:

San Gabriele Arcangelo all'Acqua Traversa

Sintesi

Il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, O.F.M. Cap., arcivescovo di Kinshasa, è un fervente promotore della giustizia sociale, il quale si impegna senza timore in politiche in difesa dei poveri e degli emarginati, ma il cui approccio alla missione e ad altre questioni cruciali appare contraddittorio.

Nato il 24 gennaio 1960 a Boto, nella Provincia rurale di Nord-Ubangi, nella Repubblica Democratica del Congo, proviene da una famiglia cattolica numerosa con undici fratelli; suo padre era un raccoglitore di lattice.

Fridolin studiò filosofia presso il seminario di Bwamanda e teologia all’Institut Saint-Eugène-de-Mazenod in Congo, prima di entrare nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel 1981, emettendo i voti perpetui nel 1987. Fu ordinato sacerdote il 14 agosto 1988. Dopo l’ordinazione, divenne docente presso le Facultés Catholiques de Kinshasa (ora Université Catholique du Congo). Studiò teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana a Roma, dove nel 1995 difese la sua tesi di dottorato intitolata La réhabilitation de l’humain, base de développement vrai au Zaïre. Pour une éthique de développement intégral (La riabilitazione dell’essere umano, base di un vero sviluppo nello Zaire. Per un’etica dello sviluppo integrale).

Dal 1995 al 2005 insegnò teologia morale all’Istituto Mazenod. Nel 2004 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Bokungu-Ikela. Dodici anni dopo, nel 2016, divenne arcivescovo di Mbandaka-Bikoro e, nel 2018, arcivescovo coadiutore di Kinshasa. Nel novembre dello stesso anno, fu elevato ad arcivescovo di Kinshasa.

Papa Francesco lo creò Cardinale nel concistoro del 5 ottobre 2019. L’anno successivo, il Santo Padre lo nominò membro del Consiglio dei Cardinali. Dal febbraio 2023 è presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM).

La sua posizione di rilievo nella Chiesa cattolica africana si accompagna a un forte coinvolgimento nella politica congolese, dove è visto non solo come leader della Chiesa in Africa e possibile papabile, ma anche come uno dei capi dell’opposizione al Presidente Félix-Antoine Tshisekedi Tshilombo.

Il Cardinale, che si descrive come una “sentinella”, critica apertamente il governo. È diventato così esplicito nelle sue denunce che, all’inizio del 2024, il procuratore generale della Corte di Cassazione congolese lo ha accusato di “comportamento sedizioso che conduce ad atti criminali” per non aver sostenuto l’esercito congolese nel conflitto nella parte orientale del Paese. A fine aprile, l’episcopato locale ha minimizzato la questione, dichiarando che “il caso (era) gestito in modo responsabile con le autorità competenti, nel rispetto dei testi giuridici del Paese, incluso l’Accordo Quadro tra la RDC e la Santa Sede”.

Il Cardinale Ambongo ha una visione lucida della politica e delle questioni di giustizia sociale, che si tratti di neocolonialismo, sfruttamento delle risorse naturali del Congo, disuguaglianza economica, corruzione o tutela dell’ambiente.

Anche per quanto riguarda la fede e la Chiesa, può sembrare decisamente ortodosso: difende con fermezza la famiglia, il celibato sacerdotale e la morale cattolica. È ben noto come si sia opposto a Fiducia Supplicans in rappresentanza della maggioranza dei vescovi africani e ha negoziato abilmente con il Vaticano un’esenzione dalla dichiarazione.

Tuttavia, il suo pensiero può spesso sembrare confuso e contraddittorio. Difende l’identità cattolica e sottolinea l’importanza della missione, ma al tempo stesso si mostra soddisfatto che i protestanti rimangano protestanti ed i musulmani musulmani e suggerisce che il battesimo non sia necessario per la salvezza.

Riconosce il declino della civiltà cristiana occidentale, ma vede nell’attuale pontificato l’immagine della “Chiesa giovane” del futuro, nonostante molti critici di questo pontificato sostengano che abbia troppo spesso abbracciato i valori secolari che hanno portato al declino dell’Occidente.

Ha espresso preoccupazioni sull’evangelizzazione superficiale, ma si concentra soprattutto sulla dignità umana, sulle questioni sociali e sulla cultura piuttosto che sui sacramenti e sul sacrificio della Messa (le nostre ricerche mostrano anche che non ha mai fatto dichiarazioni o riflessioni sulla vita interiore).

Ritiene che la chiave del futuro della Chiesa sia la sinodalità, che considera un “nuovo modo di essere Chiesa”, ma sembra inconsapevole del fatto che molti dei protagonisti del processo sinodale lo stiano utilizzando per promuovere proprio quelle agende che lui stesso ha sempre combattuto con forza.

Il Cardinale Ambongo ha una forte e appassionata fiducia nell’Africa e in ciò che il continente può offrire alla Chiesa e al mondo. È un fervente sostenitore dell’inculturazione e del rito zairese e vede l’evangelizzazione necessaria tanto per la sua patria quanto per l’Occidente che sarebbe di nuovo terra di missione. Tuttavia, la sua stessa arcidiocesi registra un basso numero di vocazioni in un continente dove invece queste crescono più rapidamente che altrove. Durante il suo mandato, il numero di sacerdoti e religiosi è drasticamente diminuito.

Il Cardinale Ambongo possiede molti punti di forza e negli ultimi anni è stato spesso considerato un papabile, ma come emerge dalle nostre ricerche, permangono numerosi interrogativi sul suo operato e sulla sua visione.

Ordinazione Diaconale Femminile

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Il Cardinale Ambongo sull’Ordinazione Diaconale Femminile

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Ambigua

La Chiesa in Africa “non ha particolari difficoltà” riguardo alla prospettiva di studiare l’accesso delle donne al diaconato, ha dichiarato il Cardinale Ambongo durante un briefing in Vaticano il 22 ottobre 2024, nel corso del Sinodo sulla Sinodalità.  

Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Il Cardinale Ambongo sulla Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Contro

“Le benedizioni extra-liturgiche proposte da Fiducia Supplicans non potranno essere impartite in Africa senza suscitare scandalo,” ha scritto nel suo comunicato, annunciando di aver ottenuto l'approvazione di questa posizione a Roma. “Le unioni di persone dello stesso sesso sono considerate contraddittorie rispetto alle norme culturali e intrinsecamente cattive,” ha aggiunto.

Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Il Cardinale Ambongo sul Rendere Opzonale il Celibato Sacerdotale

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Contro

I seminaristi dovrebbero ricevere una visione chiara di ciò che significa il celibato e sceglierlo in piena libertà: “Ma se lo scegliete, dovete viverlo in coerenza con la vostra decisione libera,” ha affermato il Cardinale Ambongo.

Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Il Cardinale Ambongo sulle Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Ambigua

Non ci sono celebrazioni diocesane del Vetus Ordo a Kinshasa. Il Cardinale Ambongo ha sostenuto con entusiasmo il rito zairese, che considera “una grande risorsa” per la sua “creatività.”

Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Non Nota

Non ci sono certezze che il cardinale abbia affrontato questo tema

Promuovere una Chiesa “Sinodale”

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Cardinal Ambongo sulla Promozione di una “Chiesa Sinodale”

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A Favore

Il Cardinale Ambongo è estremamente favorevole al processo sinodale. Ha sottolineato l'importanza di questo processo come "nuovo modo di essere Chiesa".

Profilo Completo

MUNUS SANCTIFICANDI

La liturgia

Il Cardinale Ambongo ha sottolineato l’importanza della liturgia nelle parrocchie di Kinshasa, facendo di questo tema uno dei suoi “cavalli di battaglia”, secondo il giornalista de La Croix Matthieu Lasserre in un articolo dell’agosto 2024.

Il Cardinale considera il rito zairese una grande risorsa per la Chiesa in Africa grazie alla sua “creatività”, che mette in evidenza la “festa eucaristica” in modo “molto gioioso”: “Tutti vengono per questo”, ha dichiarato in una conferenza stampa durante il Sinodo per l’Amazzonia del 2019. Ha definito il rito zairese una delle “più grandi conquiste della Chiesa del Congo” e un “successo inarrestabile” perché ha “inculturato la liturgia nel nostro modo di fare le cose”.

Non si è espresso né a favore né contro il Vetus Ordo. La liturgia tradizionale non è più stata celebrata in Congo dai tempi dell’introduzione del Novus Ordo e della sua adattazione congolese.

I Sacramenti

In un’intervista concessa all’emittente televisiva francese KTO nel luglio 2022, il Cardinale Ambongo ha espresso preoccupazione per il fatto che, a causa di carenze nell’evangelizzazione e nel lavoro di conversione, la fede dei congolesi sia rimasta “superficiale”.

Tuttavia, in generale, egli parla più dei bisogni naturali delle persone che della ricezione dei sacramenti. In particolare, nella stessa intervista ha affermato che la Chiesa in Congo è una Chiesa “accanto al popolo in cerca di maggiore dignità e umanità”, dando una descrizione principalmente politica del ruolo di un Cardinale. Secondo lui, un Cardinale dovrebbe “dare l’allarme quando la città dorme” nei momenti di crisi sociale, ma anche infondere “orgoglio” nella religione cattolica, in un periodo in cui l’Islam e le “religioni della successo” degli evangelici esercitano “pressione” sulla popolazione congolese. Dal punto di vista liturgico, ciò si riflette nella sua insistenza sulla Messa come “festa eucaristica” piuttosto che come rinnovamento del sacrificio di Cristo.

La vita interiore

Non vi sono scritti o dichiarazioni significative del Cardinale Ambongo sulla vita interiore. Per quanto riguarda la lotta contro il Demonio, ha affermato che è necessario ricorrere alla sinodalità per vincere il suo spirito: “Combattiamo il Maligno usando le armi della sinodalità,” ha dichiarato nella sua omelia in una Messa durante il Sinodo sulla Sinodalità il 13 ottobre 2023.

Le vocazioni

A differenza di molte altre parti dell’Africa, dove le vocazioni religiose sono abbondanti, i parroci della diocesi di Kinshasa si lamentano da quasi un decennio della loro scarsità, secondo La Croix International. In alcune parrocchie, secondo l’articolo, da anni nessun giovane aspira alla vita religiosa. “Il problema della crisi vocazionale è molto reale”, ha affermato un sacerdote della diocesi di Kinshasa.

Il Cardinale Ambongo, alla guida dell’arcidiocesi dal 2018, non sembra aver arginato la crisi. Anzi, i dati ufficiali indicano che durante il suo episcopato è avvenuto un crollo delle vocazioni. Il numero di sacerdoti nell’arcidiocesi di Kinshasa era in crescita da molti anni fino al 2006, per poi stabilizzarsi attorno ai 1.000 fino al 2019. Successivamente, è precipitato da 1.196 nel 2019 a soli 682 nel 2021. Lo stesso schema si riscontra, nello stesso periodo, tra i religiosi e le religiose: i primi sono passati da 1.721 a 1.164, mentre le seconde si sono quasi dimezzate, passando da 1.028 a 543.

MUNUS REGENDI

Sinodalità

Il Cardinale Ambongo è estremamente favorevole al processo sinodale. Ritiene che esso rappresenti un “nuovo modo di essere Chiesa”, insistendo sul fatto che il sinodo non mira a risolvere tutti i problemi della Chiesa, ma piuttosto a proporre nuovi approcci per affrontarli in uno spirito di collaborazione, come ha sottolineato durante una conferenza stampa al Sinodo sulla Sinodalità nell’ottobre 2023.

Ha inoltre evidenziato quello che considera il significativo contributo della Chiesa africana al Sinodo. Secondo lui, i rappresentanti africani non sono giunti con spirito rivendicativo, ma con l’intento di condividere le sfide pastorali specifiche del continente, partecipando così alla Chiesa universale.

Per quanto riguarda i risultati del Sinodo, non ha espresso aspettative particolari. Ha voluto adottare una posizione sfumata, esprimendo fiducia nel fatto che le conclusioni del sinodo sarebbero state accettate come volontà di Dio, pur esortando a moderare le aspettative eccessive di alcuni membri della Chiesa che speravano nella risoluzione di tutti i problemi del nostro tempo.

Il Cardinale Ambongo ha inoltre utilizzato l’espressione “una nuova Pentecoste” per descrivere il Sinodo sulla Sinodalità. Secondo lui, la sinodalità stessa è la questione centrale del sinodo, poiché rappresenta un nuovo modo di essere Chiesa e, di fatto, implica un cambiamento nel suo funzionamento. Dopo la seconda sessione del Sinodo del 2024 a Roma, ha definito la sinodalità un momento di kairos—un momento opportuno—per la Chiesa, e in particolare per l’Africa e il Congo, in quanto offre nuove modalità per risolvere i problemi insieme. Nella stessa conferenza stampa vaticana, ha affermato: “L’Africa ha portato la sua specificità insistendo sulle sofferenze del popolo del continente”.

Il ruolo dei laici

In un’intervista del 2019 a KTO, il Cardinale Ambongo ha spiegato che durante le sue visite pastorali come arcivescovo preferisce rivolgersi all’intero consiglio parrocchiale, senza privilegiare il parroco, per non dare l’impressione che “la Chiesa appartenga ai sacerdoti.” Ha sottolineato l’importanza della formazione dei laici al servizio della Chiesa, perché, secondo lui,  in Africa essi ne sono le colonne portanti: “Formiamo i laici per servire la Chiesa. E la Chiesa africana è essenzialmente guidata dai laici,” ha dichiarato durante il Sinodo per l’Amazzonia.

I giovani

Nella sua opera pastorale per la diocesi di Kinshasa, il Cardinale Ambongo ha dedicato particolare attenzione ai giovani. Considera la gioventù africana il futuro della Chiesa universale e ha posto l’accento sulla cura pastorale, la formazione e l’evangelizzazione in profondità dei giovani nella sua diocesi. Durante la visita di Papa Francesco in Congo, ha organizzato un incontro con oltre 100.000 giovani. Per lui, la formazione dei giovani è fondamentale, sia per la Chiesa che per il continente africano: “Sognare una nuova Africa significa soprattutto impegnarsi a investire nell’educazione dei nostri giovani.”

Impegno politico per la giustizia sociale

Il Cardinale Fridolin Ambongo è profondamente coinvolto nella politica congolese e ha intrapreso una battaglia serrata contro la povertà e la corruzione nel Paese.

Secondo il Cardinale, il suo intervento nel dibattito pubblico è motivato da un impegno per la dignità umana, che deriva dalla sua fede: “La fede deve andare di pari passo con l’elevazione dell’uomo”, ha spiegato.

Il Cardinale non esita a criticare l’operato del governo congolese. In particolare, ha definito le elezioni presidenziali del dicembre 2023 un “gigantesco disordine organizzato”, un’accusa grave che lascia intendere il sospetto che il governo sia corrotto.

Ha individuato le problematiche della democrazia congolese, affermando che “la Chiesa in Congo ha scelto di stare dalla parte del popolo”. Questo lo ha portato a diventare una figura di spicco dell’opposizione, secondo il sito belga Cathobel. È particolarmente preoccupato per le sfide poste dall’urbanizzazione di Kinshasa—una megalopoli di 17 milioni di abitanti segnata da una “povertà diffusa”.

A suo avviso, la Chiesa deve esortare il governo a prendere provvedimenti concreti per i più poveri di Kinshasa. Non esita a usare la sua posizione per difendere la giustizia sociale, denunciare gli abusi di potere e promuovere una migliore governance nella Repubblica Democratica del Congo.

È da notare che le dichiarazioni politiche del Cardinale Ambongo non menzionano mai la regalità sociale di Gesù Cristo e non contengono riferimenti cattolici espliciti.

Rapporti con lo Stato

Nonostante gli scontri pubblici con il governo, il Cardinale Ambongo vede “più collaborazione che difficoltà” nei rapporti tra Chiesa e Stato.

Parlando all’Università Cattolica Omnia Omnibus di Kinshasa nel maggio 2024, ha sottolineato che, sin dall’indipendenza, i vescovi congolesi hanno collaborato bene con lo Stato, operando in quasi tutti i settori della vita nazionale per il bene del Paese. Ha inoltre evidenziato un recente accordo quadro firmato tra la Santa Sede e lo Stato congolese, che rafforza questa collaborazione.

Il suo intervento in questa università è avvenuto poco dopo l’apertura di un procedimento legale contro di lui a seguito delle sue critiche al governo. Tuttavia, lo storico Isidore Ndaywel, figura di spicco del laicato congolese e ritenuto vicino ad Ambongo, ha dichiarato di non credere che la causa avrebbe avuto seguito.1Il pubblico ministero della Repubblica Democratica del Congo ha accusato Ambongo di non aver incoraggiato l’esercito congolese nella sua lotta nella parte orientale del Paese. Secondo Ndaywel, a volte si verificano “intoppi” e situazioni di conflitto, specialmente quando la Chiesa critica certe azioni del governo.

MUNUS DOCENDI

Giustizia sociale

Le dichiarazioni pubbliche, i discorsi e le conferenze del Cardinale Ambongo si concentrano spesso su uno dei suoi principali interessi: la giustizia sociale. In un intervento tenuto nel marzo 2024 presso la Pontificia Università Antonianum su “missione e dialogo interreligioso in Africa”, ha affrontato principalmente temi come lo “sfruttamento delle risorse naturali” attraverso il “neocolonialismo”. Ha denunciato il fatto che il Congo, pur essendo ricco di risorse, viva in condizioni di estrema povertà a causa sia dell’avidità interna sia “dell’avidità esterna” di continenti e nazioni come l’Europa, il Nord America, l’India e la Cina. “Il Congo è il piatto da cui mangiano tutti, tranne il nostro popolo”, ha dichiarato.

L’unicità della salvezza in Gesù Cristo e nella Sua Chiesa

Il Cardinale Ambongo parla spesso della necessità di evangelizzazione per l’Africa, sottolineando che, sebbene il continente invii molti missionari in altre parti del mondo, i sacerdoti sono diventati pochi proprio in Africa.

In un messaggio in occasione della celebrazione della “Giornata del SECAM” (28-29 luglio 2024), ha osservato che il “cristianesimo che in passato fiorì” in Nord Africa è ormai “scomparso del tutto”.

Ha affermato che la Chiesa cattolica in Africa sta oggi facendo la sua parte nell’evangelizzazione del mondo, ma ha rilevato che, sebbene la Chiesa cattolica nel continente abbia conosciuto una “crescita notevole,” solo il 30% degli africani è cristiano e solo il 18% è cattolico. L’Africa continua a “soffrire la fame e la sete di Gesù e del Vangelo”.

Il Cardinale Ambongo ha sottolineato la responsabilità della Chiesa cattolica africana nell’evangelizzare coloro che nel continente ancora professano religioni non cristiane. “La Chiesa cattolica africana considera suo dovere annunciare Gesù Cristo a questi non cristiani, poiché anche loro hanno il diritto di conoscere le ricchezze del mistero di Cristo”, ha dichiarato nello stesso messaggio.

Tuttavia, intervistato dall’emittente televisiva cattolica francese KTO sui rischi di una deriva verso il paganesimo a causa delle preoccupazioni ecologiche della Chiesa, ha risposto: “Quello che chiamiamo paganesimo, io lo metterei sotto la categoria della ‘cultura dei popoli’. […] Ogni cultura è chiamata a essere evangelizzata, ci sono cose positive da conservare e cose negative”. Non ha però chiarito con precisione il confine tra le due.

Identità ed educazione cattoliche

Il Cardinale Ambongo ha espresso il desiderio di preservare una forte identità cattolica, pur non sembrando ritenere che tutti debbano diventare cattolici.

In un’intervista a Vatican News dell’ottobre 2020, parlando dell’educazione cattolica, ha affermato:

“Manterremo la nostra identità cattolica. Ma ciò non significa che non vogliamo gli altri. Siamo cattolici e vogliamo essere cattolici. Lasciamo che i protestanti siano protestanti e i musulmani siano musulmani. Lavoreremo con loro. Ma ognuno deve mantenere la propria identità. È una questione di sapere cosa vogliamo. O siamo cattolici, o non lo siamo. E se siamo cattolici, dobbiamo anche educare secondo i valori in cui crediamo. È una questione di responsabilità nei confronti dei genitori degli studenti. Sarebbe inaccettabile e irresponsabile da parte nostra se un genitore mandasse il proprio figlio da noi e quel bambino assimilasse valori che non sono cattolici”.

In particolare, nella stessa intervista, ha insistito sul fatto che gli insegnanti nelle scuole primarie cattoliche debbano essere di fede cattolica, poiché insegnano tutte le materie, incluso il catechismo. Ha spiegato: “Non so chi accetterebbe che l’insegnamento della religione nella Chiesa cattolica fosse affidato, ad esempio, a un musulmano”.

Durante una Messa celebrata nel maggio 2022 per le intenzioni dei catechisti di Kinshasa e Kisantu, ha citato ampiamente la Lettera Apostolica Antiquum Ministerium di Papa Francesco, che ha istituito il “ministero laicale” del catechista. Ha affermato che il vescovo è il primo catechista nella sua diocesi, pur associando al suo ministero uomini e donne di profonda fede e maturità umana. “Il vostro impegno è nobile e persino indispensabile per la vita ecclesiale”, ha detto.

“Ogni catechista è al contempo testimone della fede, maestro e mistagogo, compagno e guida che istruisce a nome della Chiesa”, ha aggiunto. “Papa Francesco ha dunque giustamente istituito il ministero laicale del catechista, che ha un forte valore vocazionale”.

Missione

Pur non mettendo in discussione il dovere dei cattolici di essere missionari, in un’intervista a KTO del 2018, il Cardinale Ambongo ha dichiarato che il ruolo della Chiesa è quello di “guidare tutti gli uomini e le donne alla beatitudine eterna, indipendentemente dalla cultura o dalla denominazione religiosa”. Ha poi aggiunto: “In mezzo a questi popoli c’è una categoria che chiamiamo i battezzati”, il che sembra suggerire che il battesimo non sia necessario per la salvezza.

Tuttavia, non appena divenuto arcivescovo, ha ripetutamente richiamato all’attività missionaria nella sua diocesi, da parte sia dei sacerdoti e dei religiosi che dei laici. Ha dichiarato a KTO nel 2019 che tutti, specialmente i sacerdoti, dovrebbero, per usare le parole di Papa Francesco, “andare nelle periferie”.

Inculturazione

Sebbene il Cardinale Ambongo affermi l’importanza dell’“identità cattolica”, insiste sul fatto che essa debba essere soggetta a variazioni culturali, sollevando interrogativi sulla sua comprensione dell’universalità della Chiesa:

“La Chiesa di domani sarà cattolica, sarà universale, ma terrà conto delle particolarità di ogni popolo e di ogni paese”, ha dichiarato. Il Cardinale Ambongo pone particolare enfasi sulla dignità della cultura di ogni persona e ha affermato di essere “molto sensibile al rispetto della cultura di ognuno”.

“Non possiamo più dire che una certa cultura sia superiore, che un’altra cultura sia arretrata”, ha dichiarato nella stessa intervista. Per lui, l’inculturazione della fede è necessaria: “Ogni cultura deve appropriarsi del Vangelo a modo suo”. Parlando del Congo, ha aggiunto: “Il cristianesimo che ci è stato portato era il cristianesimo belga, così come era vissuto nelle Fiandre. Non aveva nulla a che fare con la nostra cultura”.

Il Cardinale Fridolin Ambongo è considerato un degno erede del Cardinale Joseph Malula, anch’egli attivo sul fronte politico e promotore del “rito zairese”, una versione speciale del rito romano per il Congo, concepita come un passo verso l’africanizzazione del cattolicesimo nel continente. Malula fece dell’inculturazione una delle priorità del suo ministero.

Da parte sua, il Cardinale Ambongo ha annunciato la pubblicazione di una “catechesi inculturata” per il Congo, con la preparazione di documenti pastorali sul tema, nonché di un “catechismo sul matrimonio”, come dichiarato a Vatican News nel 2020. In un’omelia del 2023, ha sottolineato che la dottrina della Chiesa cattolica non cambierà mai, in particolare riguardo al matrimonio.

Nel 34º anniversario della morte del Cardinale Joseph-Albert Malula, il 6 giugno 2023, il Cardinale Ambongo ha pubblicato il seguente messaggio su X: “In questa occasione, prego affinché il Signore inondi i nostri cuori con la carità e con la duplice passione per la Chiesa e per la nazione che ha caratterizzato l’attività socio-pastorale [del Cardinale Malula] in vista dell’avvento di una Chiesa sinodale”.

Rapporto con la Tradizione

Il Cardinale Ambongo ha parlato apertamente della “scomparsa dell’Occidente” perché “sta perdendo le proprie radici”, ma sembra incerto sulle cause di questo fenomeno. Ha dichiarato a KTO all’inizio del 2024:

“Le radici dell’Occidente sono precisamente i valori che ci sono stati trasmessi dall’Occidente durante la colonizzazione e abbiamo creduto in questi valori. Ma oggi vediamo che in Occidente questi valori non esistono più e questo è in qualche modo sconcertante. Ci chiediamo: ‘Dove sta andando l’Occidente di questo passo?’ Abbiamo l’impressione che l’Occidente non sia più disposto a mantenere la propria cultura. Tutto è relativizzato, tutto è messo in discussione”.

Il Cardinale Ambongo distingue nettamente tra le “chiese giovani” e le “chiese antiche” e ritiene che l’opposizione a Papa Francesco provenga principalmente dalle “chiese antiche, come negli Stati Uniti, in Germania, in Spagna, in Italia, ecc.” In Africa, ha dichiarato a KTO nell’ottobre 2019, “non c’è così tanta opposizione perché siamo una chiesa molto giovane”.

Per lui, la Chiesa è una realtà culturale e definisce l’Africa, usando le parole di Benedetto XVI, come il “polmone spirituale dell’umanità”.

Al sito belga Cathobel, nell’aprile 2024, ha affermato che l’Africa ha “molto da offrire” spiritualmente. Ha dichiarato:

“È il continente, insieme all’Asia, in cui l’essere umano concepisce la propria esistenza come essere in relazione con un Essere Supremo. La realtà di Dio conta per il continente e il comportamento degli uomini e delle donne che vi abitano ne è ispirato. Questo è in qualche modo l’opposto di ciò che vediamo oggi in Occidente, dove abbiamo l’impressione che l’uomo abbia acquisito la sua indipendenza e non abbia più bisogno di un Essere Supremo. Ha creato la propria legge, e credo che, sotto questo aspetto, l’Africa abbia qualcosa da offrire”.

Celibato sacerdotale

Il Cardinale Ambongo si è mostrato fermo nella difesa della disciplina del celibato sacerdotale. Il 5 aprile 2022 ha organizzato un incontro con tutti i sacerdoti cattolici di Kinshasa per “chiarire” fino a che punto il celibato sacerdotale non venisse rispettato.

Successivamente, in un’intervista del 2022 con KTO, ha dichiarato che sembrava quasi che “la disciplina del celibato fosse stata relativizzata”, e ha insistito affinché i vescovi congolesi potessero verificare che “molti sacerdoti” vivano una vita di celibato sacerdotale. Il documento pubblicato dopo l’incontro ha posto particolare attenzione nel lodare innanzitutto quei sacerdoti che rimangono fedeli a tale disciplina.

Secondo uno dei partecipanti all’incontro, che ha poi parlato in forma anonima al sito belga 7sur7, il Cardinale Ambongo avrebbe dichiarato: “La Chiesa mette al primo posto la paternità responsabile e il Cardinale ce lo ha ricordato. Ogni sacerdote è libero di chiedere il permesso di occuparsi dei propri figli, se ne ha. Sarà un laico [ridotto allo stato laicale]”.

Ambongo ha affermato a KTO che il diritto di un bambino ad avere un padre viene prima del sacerdozio: “Tra il diritto della Chiesa a trattenere il proprio sacerdote e il diritto del bambino ad avere un padre, la scelta è molto chiara”, ha detto, lasciando intendere che, come pastore, vuole dare priorità alla famiglia.

Prima dell’incontro di aprile, la Conferenza Episcopale del Congo (CENGO), nella sua assemblea plenaria ordinaria, aveva inviato un messaggio ai sacerdoti, ricordando loro che al momento dell’ordinazione diaconale avevano “preso l’impegno di rimanere casti e celibi per il Regno [di Dio]”.

Nella sua intervista a KTO, Ambongo ha detto che i seminaristi devono ricevere una visione chiara del significato del celibato e sceglierlo in totale libertà: “Ma se lo scegliete, dovete vivere in coerenza con la vostra libera decisione”.

Donne sacerdoti e diaconesse

Sebbene il Cardinale Ambongo non abbia mai espresso un sostegno esplicito all’ordinazione sacerdotale delle donne, ha affermato che la Chiesa africana “non ha particolari difficoltà” con l’idea di approfondire lo studio del diaconato femminile.

Parlando ai giornalisti il 22 ottobre 2024, durante il Sinodo sulla Sinodalità, ha dichiarato di ritenere che l’argomento dovesse essere esplorato più a fondo.

Cammino sinodale tedesco

Nel corso della sua intervista del 2022 con KTO, il Cardinale Ambongo è stato interrogato sul Cammino Sinodale Tedesco, che ha promosso l’ordinazione sacerdotale delle donne e altre innovazioni in contrasto con la dottrina cattolica. Non ha condannato con fermezza il Cammino Sinodale, ma ha espresso sorpresa per il fatto che si sia svolto a livello “nazionale”, mentre la sinodalità è una questione che riguarda la “Chiesa universale”.

Contraccezione e sborto

In un videomessaggio rivolto ai giovani congolesi per Medici Senza Frontiere, il Cardinale Ambongo ha esortato a essere consapevoli dell’AIDS, a sottoporsi al test “dopo una relazione inopportuna” e a rivolgersi a un centro medico appropriato per ricevere aiuto. Non ha menzionato né la fedeltà né l’astinenza.

Ha dichiarato che la Chiesa in Congo è “aperta” alla beatificazione del Re Baldovino del Belgio, che regnò dal 1951 al 1993 e fu noto per essersi temporaneamente ritirato dal potere pur di non firmare una legge a favore dell’aborto. Le parole di Ambongo hanno sorpreso alcuni, poiché, sebbene Re Baldovino fosse considerato una figura unificante nel suo Paese, in altre parti del mondo, soprattutto in Africa, era visto come un simbolo di destabilizzazione e colonialismo.

Omosessualità e Fiducia Supplicans

Il Cardinale Ambongo dichiara apertamente che l’omosessualità è una “deviazione”, come insegna la Bibbia, e che “non è conforme alla volontà di Dio” — dichiarazioni rilasciate in un’intervista del gennaio 2024 a proposito del rifiuto da parte dei vescovi africani della benedizione delle coppie omosessuali prevista da Fiducia Supplicans.

Nella stessa intervista, ha spiegato che “l’omosessualità non è legale in Africa. Questo è ciò che mi ha veramente scioccato. Come si possono benedire cose che sono vietate per legge?” Ha inoltre parlato della “decadenza” dell’Occidente e ha accusato le Nazioni Unite di imporre la loro ideologia LGBT attraverso l’UNICEF e l’OMS, parlando tuttavia della sua “cultura” piuttosto che dei suoi errori.

La pubblicazione di Fiducia Supplicans da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Santo Padre, ha provocato un’ondata di indignazione in Africa, anche all’interno dell’episcopato.

In qualità di presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) e membro del Consiglio dei Cardinali (C9) del Papa, il Cardinale Ambongo ha svolto il ruolo di intermediario tra l’episcopato africano e il Sommo Pontefice. È stato lui a pubblicare una dichiarazione in cui ricordava che la “dottrina sul matrimonio e sulla sessualità rimane invariata”.

“Le conferenze episcopali africane, che hanno affermato con forza la loro comunione con Papa Francesco, ritengono che le benedizioni extra-liturgiche previste da Fiducia Supplicans non possano essere impartite in Africa senza suscitare scandalo,” si legge nella dichiarazione.

Dopo le negoziazioni con il Santo Padre e con il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il Cardinale Víctor Manuel Fernández, Ambongo è riuscito a ottenere il consenso di Roma affinché la benedizione delle coppie “irregolari” non avesse luogo in Africa.

Sebbene la sua posizione si basi principalmente su un argomento culturale, ha comunque ribadito l’insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica sull’argomento, citando brani pertinenti dell’Antico e del Nuovo Testamento. “Le unioni tra persone dello stesso sesso sono considerate contrarie alle norme culturali e intrinsecamente malvagie”, recita la dichiarazione da lui firmata a nome del SECAM.

Nel documento scritto a nome dei vescovi africani, ha difeso l’importanza di agire in obbedienza e in dialogo con Roma, ma ha anche criticato il Papa per la “mancanza di sinodalità nel modo in cui il testo è stato pubblicato” e per averlo imposto alla Chiesa universale senza consultazione, ignorando le sensibilità e le culture che la compongono.

Intervistato due mesi prima della pubblicazione di Fiducia Supplicans, sulla possibilità che il Sinodo potesse esprimersi a favore della benedizione delle unioni omosessuali come volontà di Dio, Ambongo ha evitato di rispondere direttamente, spiegando di non voler esprimere la propria opinione su tali questioni perché “sarà il Signore stesso, attraverso il discernimento collettivo, a dirci” quale direzione la Chiesa debba prendere. In modo piuttosto ingenuo, ha aggiunto: “Nessuno è venuto qui con una propria agenda”, concludendo: “Siamo tutti fratelli e sorelle in ascolto della volontà di Dio per la sua Chiesa”.

Difesa della famiglia

Il Cardinale Ambongo sottolinea l’importanza della famiglia come “unità fondamentale dell’umanità”, come ha affermato in un incontro organizzato nella periferia di Kinshasa nel gennaio 2024, poco dopo la sua dichiarazione su Fiducia Supplicans. Con la sua opposizione a Fiducia Supplicans, ha voluto anche difendere una concezione tradizionale della coppia e, quindi, della famiglia.

Polygamia

Durante il Sinodo sulla Sinodalità, i delegati africani, tra cui il Cardinale Ambongo, hanno voluto affrontare il tema della poligamia—una questione specifica per l’Africa—attraverso un nuovo documento. Secondo un resoconto di The Pillar, Ambongo ha dichiarato ai partecipanti all’assemblea sinodale del 2024 che il documento finale del sinodo avrebbe offerto “una risposta esaustiva” alla questione.

“Qual è la forma di accompagnamento pastorale più appropriata per sostenere le persone che vivono relazioni poligamiche?” ha chiesto Ambongo al Sinodo. Ha osservato che, oltre alla poligamia tradizionale, in Africa si assiste all’“emergere di nuove forme di poligamia attraverso nuove forme di convivenza, che coinvolgono figli riconosciuti come legittimi”.

“Affermare gli elementi dottrinali non è sufficiente”, ha detto. “L’accompagnamento pastorale per i poligami è urgentemente necessario”. È prevista la presentazione di un documento preliminare all’assemblea plenaria del SECAM nel luglio 2025, che affronterà sia le problematiche dei cattolici che cadono nella poligamia, sia quelle delle persone che vivono in unioni poligamiche e si convertono alla fede cattolica.

Immigrazione e Fratelli Tutti

Sebbene non abbia mai parlato contro l’immigrazione, il Cardinale Ambongo, come la maggior parte dei vescovi africani, sembra più preoccupato per l’emigrazione, che a suo avviso sta svuotando l’Africa delle sue risorse umane vitali. Era presente al 38° Incontro per la Pace, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e svoltosi a Parigi dal 22 al 24 settembre 2024. L’incontro annuale, che affonda le sue radici nell’incontro interreligioso mondiale di Assisi del 1986, si è tenuto nella chiesa di Saint-Séverin a Parigi. In quell’occasione, il Cardinale Ambongo ha tenuto una meditazione sulla pace, definendola “il cuore stesso del Vangelo”.

Islam

La Repubblica Democratica del Congo non ha una percentuale elevata di musulmani tra la sua popolazione. Tuttavia, vi sono tensioni con alcuni gruppi armati in alcune zone del Paese. A questo proposito, il Cardinale Ambongo ha affermato che è necessario distinguere tra Islam moderato e fondamentalista: “I musulmani che sono con noi, ad esempio a Kinshasa, che lavorano con noi, che collaborano con noi, che operano anche per lo sviluppo del Paese. Questi non sono il problema”.

Laudato si’ ed ecologia

Sebbene non abbia mai espresso un’opinione dettagliata sulla Laudato Si’, il Cardinale Ambongo condivide profondamente la visione di Papa Francesco sulla tutela dell’ambiente.

È stato presidente della Commissione per le Risorse Ambientali del SECAM e ha, ad esempio, denunciato l’avidità delle compagnie minerarie nell’est del Congo. Ciò riflette chiaramente le preoccupazioni della Laudato Si’ riguardo allo sfruttamento delle risorse naturali e agli impatti sociali e ambientali di tali attività.

Nelle sue omelie affronta spesso la necessità di pace e giustizia sociale, temi centrali nella Laudato Si’, ma nella sua predicazione la giustizia sociale tende spesso a prevalere sull’ecologia. Nel 2019, il Cardinale è stato il patrocinatore di una conferenza sulla Laudato Si’ organizzata a Kinshasa dal Centre Missionnaire Laudato Si’, con il tema “Cura Pastorale ed Ecologia Cittadina”.

Il Cardinale Ambongo ha definito la crisi climatica “una realtà vissuta per le persone in tutta l’Africa” e “un’indignazione morale, un esempio tragico e lampante di peccato strutturale, facilitato da un’indifferenza insensibile e da un’avidità egoistica.” Ha inoltre esortato i leader mondiali ad “ascoltare il grido dei poveri e il grido della terra”.

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    Il pubblico ministero della Repubblica Democratica del Congo ha accusato Ambongo di non aver incoraggiato l’esercito congolese nella sua lotta nella parte orientale del Paese.

Servizio alla Chiesa

  • Ordinazione Sacerdotale: 14 agosto 1988
  • Ordinazione Episcopale: 6 marzo 2005
  • Creato Cardinale: 5 ottobre 2019

Studi

  • Studi di filosofia presso il Seminario Bwamanda
  • Ha studiato teologia presso l’Istituto Saint Eugène de Mazenod a Kinshasa.
  • Ha conseguito una laurea in studi teologici morali presso l’Accademia Alfonsiana di Roma.

Incarichi

  • 1988-1989: Parroco a Bobito
  • 1995-2005: Professore di Teologia Morale presso l’Istituto Mazenod
  • 2004-2016: Vescovo di Bokungu-Ikela
  • 2008-2015: Amministratore Apostolico di Kole
  • 2016-2018: Arcivescovo di Mbandaka-Bikoro
  • 2016-2018: Amministratore Apostolico di Bokungu-Ikela
  • 2016-2020: Vice Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo
  • 2018: Arcivescovo coadiutore di Kinshasa
  • 2018-oggi: Arcivescovo di Kinshasa
  • 2020-2022: Amministratore Apostolico di Kisantu
  • 2022-2023: Vicepresidente del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM)
  • 2023-oggi: Presidente del SECAM

Incarichi Curiali

  • 2020-oggi: Membro del Consiglio dei Cardinali
  • 2020-oggi: Membro del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica