San Giorgio in Velabro

Creato da:

Benedetto XVI

Status Votante:

Non-Elettore

Nazione:

Italia

Età:

82

Cardinale Gianfranco Ravasi

San Giorgio in Velabro

Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Cultura

Italia

Praedica Verbum

Predicare la Parola

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Dati chiave

Data di Nascita:

18 Ottobre 1942 (82 anni)

Luogo di Nascita:

Merate, Italia

Nazione:

Italia

Concistoro:

20 Novembre 2010

da

Benedetto XVI

Status Votante:

Non-Elettore

Incarico:

Emerito

Tipo:

Cardinale Presbitero

Chiesa Titolare:

San Giorgio in Velabro

Sintesi

Il Cardinale Gianfranco Ravasi è nato nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale e ha due sorelle minori. Riconosce che la sua infanzia è stata profondamente segnata dall’alienazione dai suoi genitori. Durante la guerra, suo padre, da cui ha ricevuto l’interesse per l’arte, fu inviato dal Nord Italia in Sicilia. Suo padre disertò l’esercito e tornò a casa diciotto mesi dopo, e il piccolo Gianfranco non lo riconobbe né lo volle in casa. Gianfranco era molto legato a sua madre, ma fu separato da lei per vivere con sua zia, dove intraprese gli studi di greco e latino. Poi la madre morì, un evento che lui descrisse come “un duro colpo“. In giovane età, entrò in seminario e fu ordinato con un’eccezione speciale a soli ventitré anni, nel 1966. I gesuiti hanno fornito la maggior parte della sua istruzione superiore, in quanto ha conseguito una laurea presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e una licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma (il Biblicum). In seguito ha studiato archeologia presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Ha insegnato per qualche tempo l’Antico Testamento nel Nord Italia e ha ricoperto il ruolo di prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano dal 1989 al 2007.

Nel 2007, Ravasi è stato nominato arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare da Benedetto XVI e contemporaneamente è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Nel 2010, Benedetto ha creato Ravasi cardinale-diacono. Scrittore prolifico, Ravasi ha al suo attivo oltre 150 libri come autore o collaboratore, e ha lavorato come giornalista per Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana; L’Osservatore Romano, il quotidiano vaticano; Il Sole 24 Ore; il settimanale Famiglia Cristiana; e il mensile Jesus. Ha ricevuto molti dottorati honoris causa, premi e medaglie. Nel 2014, Papa Francesco ha confermato Ravasi come Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Riguardo a se stesso, Ravasi ha detto di essere “motivato non dall’ottimismo mediterraneo, ma dal pessimismo nordico”. Spiega: “La mia ricerca è sempre stata quella di qualcosa di permanente, di ciò che sta dietro al transitorio, al contingente. Sto combattendo contro la perdita e la morte, il che probabilmente si riferisce all’assenza di mio padre nei miei primi anni di vita“.

Il Cardinale Ravasi si è ritirato dalla sua posizione di Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura il 5 giugno 2022, all’età di 79 anni. La sua partenza ha coinciso con la riforma della Curia romana sotto il Praedicate evangelium, che ha portato alla fusione del Pontificio Consiglio della Cultura con la Congregazione per l’Educazione Cattolica per formare il nuovo Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

L’impegno del cardinale italiano con la cultura presenta Cristo come una piccola parte di un mosaico molto più grande composto da pensatori atei, pagani e non cattolici. Favorevole alla bellezza in architettura e alla liturgia quasi come un’astrazione, Ravasi è stato un critico della Forma Straordinaria della Messa. Le sue omelie mostrano il desiderio di rinvigorire gli ascoltatori, di trovare il nuovo linguaggio per coinvolgere le persone del tempo attuale, e incoraggia i sacerdoti ad approfondire le Scritture a questo scopo. La maggior parte dei suoi discorsi pubblici sono pieni di riferimenti letterari o culturali provenienti da tutto lo spettro socio-religioso e politico, dimostrando la sua ampiezza di conoscenze e il suo insaziabile appetito per i libri e la cultura. Anche se ora è in pensione, si reca regolarmente su X per pubblicare versetti e citazioni non solo della Bibbia, ma anche di fonti e autori non cattolici. Recentemente ha citato il Talmud, l’economista Adam Smith e Marcel Proust.

Molti dei suoi sforzi hanno mostrato un giudizio discutibile, nel migliore dei casi: dalla partecipazione attiva a una cerimonia pagana Pachamama in Argentina, alle lodi di personaggi come Martin Lutero, Buddha e rock star deviate, alla compilazione di un “libro di preghiere” con riflessioni atee e alla richiesta di fratellanza con i massoni. Molti dei suoi gesti sono quantomeno ambigui. La sua famigerata citazione che Gesù “non è risorto, è risorto” ha portato a sospetti a Roma.

L’iniziativa del Cortile dei Gentili ha dimostrato la sua capacità di fare notizia con eventi destinati a raggiungere i non cattolici. Alcuni eventi, tuttavia, sono stati indiscutibilmente dannosi, come il sostegno dato al blasfemo Met Gala di New York nel 2018, e altri eventi controversi di cui è stato il principale responsabile. Indubbiamente una figura cattolica pubblica, la sua presenza in riviste, giornali, libri e televisione è stata quasi ineguagliata da altri prelati.

Ma molte delle posizioni dottrinali e morali di Ravasi hanno più in comune con i protestanti che egli elogia che con la tradizione cattolica, come la sua apertura alle donne diacono, la sua vaga nozione di libertà religiosa e la sua apparente riluttanza a parlare chiaramente di norme morali impopolari. Infatti, nonostante la sua immensa produzione di scritti accademici, ci sono poche prove che abbia fatto dichiarazioni definitive sul rapporto tra norme morali non negoziabili, diritti umani e politiche pubbliche.

Ordinazione Diaconale Femminile

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Il Cardinale Ravasi sull’Ordinazione Diaconale Femminile

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Ambigua

Il Cardinale Ravasi ha affermato nel 2017 di ritenere possibile l’ordinazione delle donne al diaconato, ma non ha esplicitamente sostenuto questa idea.

Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Non Nota

Non ci sono certezze che il cardinale abbia affrontato questo tema

Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Il Cardinale Ravasi sul Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Ambigua

Sebbene il Cardinale Ravasi non abbia espresso un sostegno esplicito a una modifica della norma, non vi si è neppure opposto in modo definitivo.

Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Il Cardinale Ravasi sulle Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Ambigua

Sebbene non si sia espresso su Traditionis Custodes, il Cardinale Ravasi è stato critico nei confronti del rito antico e dei “tradizionalisti”.

Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Non Nota

Non ci sono certezze che il cardinale abbia affrontato questo tema

Promuovere una Chiesa “Sinodale”

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Il Cardinale Ravasi sul Promuovere una “Chiesa Sinodale”

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A Favore

Il Cardinale Ravasi ha sottolineato la necessità di approcci collaborativi e inclusivi all’interno della Chiesa, che a suo avviso la sinodalità offre. Ritiene che vi siano analogie con la sinodalità nella storia della Chiesa e sostiene che essa sia delineata nelle Scritture.

Profilo Completo

MUNUS SANCTIFICANDI

L’approccio del Cardinale Ravasi alla liturgia è stato plasmato dal suo approccio più ampio alla cultura cattolica e a quelle che considera le esigenze moderne.

Secondo un osservatore, Ravasi è un forte sostenitore della liturgia emersa dopo il Concilio Vaticano II e non ha alcun interesse per la forma preconciliare del Rito latino. Egli sostiene che la liturgia “guarda continuamente verso l’alto, verso la trascendenza di Dio e di Cristo, verso la Sua Parola; ma d’altra parte, dirige anche il suo sguardo verso la comunità riunita“.

Preferenze Liturgiche

Allo stesso tempo, Ravasi rifugge da quella che chiama “rigidità” nella liturgia e sostiene che la “partecipazione attiva” non è garantita da una liturgia “essenzialista” che si riduce all'”obbedienza a tutte le rubriche“. Nel 2012, Papa Benedetto XVI ha istituito la Pontificia Accademia per il Latino con l’obiettivo di promuovere una conoscenza più approfondita e un uso più competente del Latino sia nel contesto ecclesiastico che nel mondo esterno. Parlando della nuova accademia in un’intervista a La Stampa, Ravasi ha commentato i “tradizionalisti” che vogliono che la Messa sia celebrata in latino, osservando che sebbene queste persone desiderino la Messa in latino, “è probabile che non conoscano la lingua così bene“. Ha aggiunto: “Io stesso ho assistito a casi in cui alcuni di loro celebravano il rito della Messa o la liturgia in latino con grande forza, ma non erano in grado di elaborare alcuni aspetti specifici della lingua“. Tuttavia, Ravasi ha spiegato che la nuova accademia potrebbe aiutare coloro che celebrano la Messa tradizionale in latino.

Il Cardinale Ravasi ritiene che la bellezza sia un elemento importante del culto cattolico. Ha criticato le tendenze moderne nell’architettura delle chiese, notando che la mancanza di integrazione tra gli architetti e le comunità religiose per le quali progettano gli spazi di culto è stata talvolta negativa. Nel 2013, ad esempio, Ravasi ha osservato che “il problema è che nel Cattolicesimo, a differenza del Protestantesimo, cose come l’altare, le immagini, sono essenziali, mentre gli architetti tendono invece a concentrarsi sullo spazio, sulle linee, sulla luce e sul suono“. Nella stessa intervista, Ravasi si è lamentato del fatto che nei progetti di costruzione si dovrebbe discutere di più su come lo spazio di culto possa costruire, o ostacolare, la vita liturgica. Ha notato che il Vaticano spera di contribuire a sanare la frattura tra religione e arte commissionando arte liturgica moderna e creando un dialogo con gli artisti prima delle commissioni. L’obiettivo deve essere quello di produrre chiese che non assomiglino a musei, ma a luoghi di preghiera.

Attenzione alla Predicazione

Ravasi ha invitato i sacerdoti a migliorare la loro predicazione, in modo che i fedeli siano catturati dalla potenza della Parola di Dio e partecipino più pienamente alla liturgia. Ha detto che le omelie moderne rischiano di diventare irrilevanti per i fedeli che sono abituati al brivido e all’eccitazione della tecnologia moderna, e che “l’avvento dell’informazione televisiva e computerizzata ci impone di essere avvincenti e incisivi, di andare al cuore della questione, di ricorrere a narrazioni e colori“. Il linguaggio teologico utilizzato dai sacerdoti nelle loro omelie, ha sostenuto Ravasi, è “grigio, monotono e insapore”, e ha esortato i sacerdoti a ricorrere alle immagini grafiche e drammatiche della Bibbia per dare vita ai loro sermoni. Le immagini e le storie bibliche sono adatte a catturare l’attenzione dei “bambini della televisione e di internet” che frequentano i banchi delle chiese, ha aggiunto. Il cardinale ha anche incoraggiato i sacerdoti a utilizzare i social media per comunicare la Parola di Dio: “Dobbiamo ricordare che la comunicazione della fede non avviene solo attraverso i sermoni. Può essere realizzata attraverso i 140 caratteri di un messaggio su Twitter“. Ravasi ha spesso invitato la Chiesa a trovare un nuovo linguaggio per evangelizzare in modo più efficace.

Il cardinale è noto per le sue omelie, soprattutto per l’esegesi delle Scritture. Nel 2013, Papa Benedetto XVI ha scelto Ravasi per predicare il ritiro di Quaresima della Curia, che ha avuto luogo poco prima delle dimissioni formali del Papa. Le meditazioni di Ravasi durante il ritiro danno un’idea del suo apprendimento e della sua capacità di intrecciare temi e pensatori. In una riflessione di trentotto minuti, Ravasi non solo ha citato ripetutamente le Scritture, ma ha anche attinto a fonti diverse come Etty Hillesum, Søren Kierkegaard, Yves Congar, Novalis, Aristotele, Blaise Pascal, Heidegger e un hadith riguardante Maometto. Durante questo discorso, ha affermato provocatoriamente che “anche un grido blasfemo, come potremmo giudicarlo all’esterno, può essere ascoltato da Dio con più attenzione di tante preghiere offerte la domenica mattina“.

Estetica della Chiesa e Culto Pagano?

Il cardinale ha avviato un progetto per studiare come i sacerdoti e gli altri ministri della Chiesa possano essere meglio formati in estetica e storia dell’arte attraverso il Pontificio Consiglio della Cultura. Ravasi ha spiegato che la bella arte può essere un percorso che porta alla contemplazione, che è il cuore della fede. “Immaginate una chiesa”, ha detto, “che sia costruita in modo raffinato, che esprima una profonda bellezza. E trovare all’interno di questo spazio la possibilità del silenzio e della contemplazione, cioè sono gli occhi che vedono. Perché la fede è fatta soprattutto di contemplazione“. La bellezza è un aspetto importante della liturgia, perché il culto è un atto fisico e non solo spirituale. Gli spazi sacri devono favorire la capacità di lodare in modo luminoso. “Questa chiesa che, ad esempio, ha una cattiva acustica, non adempie alla sua missione, perché l’ascolto è importante quanto la contemplazione”, ha spiegato Ravasi. La fede e l’arte sono “come sorelle, perché entrambe hanno come compito principale quello di cercare non solo di rappresentare ciò che si può vedere, o la superficie delle cose, ma anche di trovare il senso più profondo“.

Poco prima dell’inizio del Sinodo di Amazon nell’ottobre 2019, nei Giardini Vaticani si è svolta una cerimonia durante la quale le persone si sono prostrate davanti a una statua simbolo della fertilità, o ciò che Papa Francesco ha poi definito una Pachamama. L’evento ha causato uno scandalo nel mondo cattolico. Il Cardinale Ravasi potrebbe aver gettato le basi per questo evento, dal momento che nel 2015 ha partecipato attivamente a un evento simile per il progetto Cortile dei Gentili (maggiori informazioni di seguito). Durante quell’evento in Argentina, ripreso in video, Ravasi ha seguito uno sciamano e altri fedeli mentre giravano intorno a una coperta che conteneva simboli religiosi, mentre pregavano “Madre Terra” e “Padre Sole, Tata Inti“. Questi simboli includevano cibo, ma anche talismani, erbe e, se le pratiche pagane erano simili a quelle di La Paz, in Argentina, feti di lama e piccole bambole feticcio. All’epoca, questo evento fu trasmesso in televisione dalle stazioni argentine, ma è emerso in tutto il mondo dopo che il culto della Pachamama è emerso durante il sinodo amazzonico.

Cultura Pop e Massoneria

La provocazione e l’elogio di artisti e pensatori immorali e anticattolici non sono estranei a Ravasi, che ha spesso fatto sue le parole di tali personaggi. Elogiato per la sua vasta conoscenza culturale, Ravasi vi attinge per twittare affermazioni di persone come Giordano Bruno, un frate scomunicato e bruciato sul rogo per pratiche occulte (15 gennaio 2016), e Buddha (4 gennaio 2015). Ha twittato messaggi come “La tristezza è il più grande male del mondo (J. Langer)” (29 settembre 2015) e ha elogiato il rocker omosessuale Lou Reed(29 ottobre 2013) e il gender-bending David Bowie (11 gennaio 2016), facendo notizia in tutto il mondo: “Il Vaticano elogia David Bowie“.”Sotto l’egida di Ravasi, la controversa cantante pop Katy Perry, nota per i suoi video demoniaci e per il suo grande seguito di giovani, è stata invitata a parlare di meditazione trascendentale per i bambini durante una conferenza sulle biotecnologie nell’Aula del Sinodo (aprile 2018). La Perry ha ricevuto la sedia del Papa per tenere il suo discorso alla conferenza, co-sponsorizzata dal Pontificio Consiglio della Cultura.

Ravasi ha dato una risposta più attesa nel luglio 2020, quando ha reso omaggio al compositore Ennio Morricone appena scomparso, ricordando la sua profonda fede e la dimensione spirituale della sua musica. Ravasi ha sottolineato i contributi di Morricone alla musica che esprime temi religiosi, in particolare in film come “The Mission”.

Ma anche la Massoneria e i pensatori atei ed esoterici hanno trovato rifugio sotto le ali di Ravasi. Nel 1990, il libro italiano Dossier Templari 1118-1990 includeva un elenco di nomi sotto il titolo “Testimonianza di operosità della Gran Prefettura per l’Italia del ‘Supremo Ordine Militare dei Templari di Gerusalemme’ nel campo sociale, culturale, artistico per la pace, la fede e la fraternità universale”, tra i quali figurava Gianfranco Ravasi.1Maria Lo Mastro, Dossier Templari 1118-1990 (Roma: Edizioni Templari, 1991), 484. Un articolo del 2000 sul giornale della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, intitolato “Hermes, come sei Cristiano”, elogiava ambiguamente la figura di Ermete Trismegisto, spesso citata dagli occultisti moderni. Nel 2008, Ravasi ha pubblicato un libro intitolato Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico , presumibilmente un libro di preghiere adattato ai laici – il termine “laici” per lui abbraccia “areligiosi, agnostici e persino atei” – che include riflessioni di atei.2Gianfranco Ravasi, Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico (Milano: Mondadori, 2008). Vedere la recensione del libro in Ravasi, “Scorte di saggezza per la vita quotidiana”, in L’Osservatore Romano, 5 febbraio 2009, 4. Infine, nel 2016, Ravasi ha pubblicato un articolo dal titolo “Cari fratelli massoni”. In esso, afferma chiaramente le varie ragioni cattoliche autorevoli dell'”incompatibilità” tra l’essere membro della Chiesa e membro della Massoneria, dicendo anche che il dialogo tra i due gruppi dovrebbe essere incoraggiato e che ci si dovrebbe opporre a “quella posizione proveniente da certi ambiti integralisti cattolici” che accusa apoditticamente gli oppositori della Massoneria.3Traduzione in inglese del documento di Ravasi sul sito ufficiale del “Grande Oriente” massonico italiano.I massoni di tutto il mondo hanno lodato il lavoro come un riconoscimento della loro profonda unità con la versione di Ravasi del cattolicesimo. In risposta, i cattolici preoccupati gli scrissero, chiedendogli se Ravasi si stesse riferendo ai massoni come alcuni cattolici chiamano i protestanti “fratelli separati”, o se Ravasi stesse insinuando di appartenere ai massoni. Il prelato ha risposto che lo staff del giornale ha creato il titolo e che il documento parla da solo.

MUNUS REGENDI

I principali ruoli amministrativi del Cardinale Ravasi in ambito accademico sono stati la supervisione della Biblioteca Ambrosiana di Milano e le sue responsabilità curiali, soprattutto la presidenza del Pontificio Consiglio della Cultura. A Milano, Ravasi ha svolto un ruolo importante nel rivitalizzare la storica Biblioteca Ambrosiana durante i suoi diciotto anni di direzione. Ha informatizzato la biblioteca e l’ha aperta in modo più efficace al mondo moderno. Non è stato amministratore di una diocesi né ha diretto una propria parrocchia.

Ravasi ha trasformato il funzionamento del Consiglio per la Cultura da quando ha preso le redini nel 2007. Ha assegnato un dipartimento a ciascun funzionario del Consiglio, rendendo ciascuno individualmente responsabile degli sforzi del Consiglio e rafforzando la responsabilità e la trasparenza del processo. La sua missione nel guidare il Consiglio è stata quella di continuare il suo buon lavoro di utilizzo della cultura come ponte tra persone di altre fedi, nella speranza che la cultura e la religione interagiscano non come in un duello, ma come in un duetto, “quando due voci rimangono diverse, ma armoniose“. Parte dei suoi sforzi per rinvigorire il lavoro del Consiglio ha comportato il rinnovamento del suo sito web.

Ravasi ha condotto iniziative per coinvolgere la cultura in generale e soprattutto i giovani. Nel 2013, Ravasi ha ospitato un incontro sulla cultura giovanile per chiedere ai giovani cosa pensassero e sentissero. Ha fatto appello ai giovani con un concerto di una rock band italiana. Un’altra nota iniziativa che Ravasi conduce presso il Consiglio è il progetto Cortile dei Gentili, iniziato durante il pontificato di Benedetto XVI e volto a promuovere il dialogo tra agnostici, atei e persone di fede cattolica.4Per una critica al lavoro di Ravasi sul progetto Cortile dei Gentili, vedere George Weigel, “Craving Approval Isn’t Evangelization“, First Things (6 giugno 2018), (che spiega che il progetto ha visto spesso la partecipazione della filosofa esperta di media Julia Kristeva, che sembra non essere sempre stata la paladina della libertà che sosteneva di essere, in base al suo apparente coinvolgimento come informatrice dei servizi segreti bulgari durante la Guerra Fredda e alla sua tendenza a fornire copertura intellettuale ad alcuni dei peggiori regimi del XX secolo).[Il progetto è di incontro e dialogo e fornisce “uno spazio di espressione per coloro che non credono e per coloro che si pongono domande sulla loro fede, una finestra aperta sul mondo, sulla cultura contemporanea e sulle voci che risuonano“. Operando con una propria pagina web, il progetto sponsorizza eventi e pubblica blog che cercano di raggiungere i suddetti obiettivi. Il progetto ha sponsorizzato eventi di alto profilo in città come Bologna, Parigi, Bucarest e Stoccolma. Un altro esempio dell’impegno di Ravasi con la cultura moderna è stata la sua decisione di far ospitare al Consiglio per la Cultura il proprio padiglione al festival artistico di Venezia del 2013, noto come Biennale. Il Consiglio ha utilizzato lo spazio per ospitare artisti il cui lavoro riflette temi tratti dal libro della Genesi.

Contro il Fondamentalismo

Ravasi sostiene che le idee ‘fondamentaliste’ sulla fede causano problemi nel dialogo con i non credenti, poiché “spesso questa paura (del dialogo) deriva dal fatto che la persona non si sente in grado di difendere o giustificare le proprie ragioni, quindi non vuole ascoltare l’altro“. In questo modo, psicologizza le ragioni per evitare il dialogo. I cristiani devono rafforzare le radici della loro fede se sperano di coesistere pacificamente e di dialogare in modo costruttivo con la crescente popolazione musulmana in Europa, ritiene Ravasi.

In risposta ad alcuni sforzi in Europa per rimuovere i simboli cristiani dai luoghi pubblici (ad esempio, i crocifissi esposti nelle aule pubbliche e in altri luoghi pubblici in Italia), Ravasi ha sostenuto che la rimozione di tali simboli rischia di cancellare l’identità dell’Europa: “Avere pareti bianche porta a un vuoto, a una fragilità culturale. Può essere necessario spiegare il significato di un simbolo religioso, ma non è giusto dover togliere i propri simboli semplicemente per non offendere qualcuno”, ha detto Ravasi.

Scandalo al Met Gala

Un’iniziativa molto sconsiderata del Consiglio per la Cultura sotto Ravasi è stato il suo ruolo nel coordinare un’esposizione di oggetti vaticani al Metropolitan Museum of Art di New York nel 2018, in una mostra intitolata “Heavenly Bodies – Fashion and the Catholic Imagination” (Corpi celesti – La moda e l’immaginazione cattolica). Ravasi voleva impegnarsi nel rapporto tra moda, arte e fede; ha accettato di collaborare con una mostra al Met a causa della sua importanza culturale e della potenziale portata globale. I funzionari vaticani (compreso Ravasi) non erano presumibilmente a conoscenza del fatto che il Met Gala, evento che ha aperto il sipario sulla mostra e che è durato tutta l’estate, sarebbe stato quello che è stato: un’occasione in cui alcune celebrità si sono vestite in modo sacrilego, prendendo in giro la Chiesa. In effetti, critici di spicco, tra cui George Weigel, hanno messo in discussione il giudizio di Ravasi e di altri funzionari del Vaticano: “Il cardinale era davvero sorpreso che l’inaugurazione di una mostra dedicata all’impatto dei paramenti liturgici e dell’arte cattolica sulla moda contemporanea si sia trasformata in un esercizio di campismo e volgarità che ha sfiorato il blasfemo? Se non è così, cosa sa esattamente il Cardinale Ravasi della cultura contemporanea, presumibilmente di competenza del suo ufficio in Vaticano?”. Le critiche si sono estese anche al mondo dello spettacolo, con il cattolico britannico e conduttore di talk show Piers Morgan che ha affermato che il gala “ha superato il limite ed è stato apertamente, sfacciatamente irrispettoso“.

Il coinvolgimento del Vaticano nel Met Gala serve come ammonimento sui limiti dell’evangelizzazione e dell’impegno con la cultura tradizionale. La decisione di partecipare è stata radicata nel desiderio di sfruttare la portata potenziale che tale sede potrebbe fornire per un apprezzamento diffuso della bellezza degli oggetti sacri e liturgici. “Il nostro compito è quello di coinvolgere il mondo”, ha detto un funzionario vaticano, notando che il Met è “una delle istituzioni culturali più significative al mondo“. Ma la presenza ufficiale della Chiesa al Gala (in particolare, la presenza del Cardinale Timothy Dolan di New York City) ha creato scandalo, a causa della mancanza di rispetto per il sacro durante l’evento, con celebrità che si sono vestite in modo provocatorio, utilizzando abiti e temi in stile liturgico. Il sostegno della Chiesa locale (e in particolare quello del Cardinale Dolan) ha alleviato le preoccupazioni del Vaticano di affiliarsi a un evento del genere, ma poiché Ravasi era il principale responsabile del coinvolgimento del Vaticano, il suo giudizio è stato messo in discussione.

Veto per Assisi

Secondo il vaticanista Sandro Magister, nel 2005 Ravasi era stato preso in seria considerazione come candidato ad arcivescovo di Assisi, ma il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito progressista di Milano (che Ravasi ammirava), e il cardinale Atillio Nicora, un prelato conservatore che conosceva Ravasi dai tempi del seminario, avevano posto il veto. Il riferimento di Ravasi a Gesù, che “non è risorto, è risorto”, lo ha portato ad essere respinto dalla Congregazione per i Vescovi, scrive Magister. Ha anche detto che Ravasi era già stato messo in sospetto a Roma per un’esegesi che si riteneva dovesse troppo alle teorie demitizzanti dell’esegeta protestante Rudolf Bultmann.

Sinodalità

Nel settembre 2020, il Cardinale Ravasi ha discusso della leadership e della cultura della sinodalità, sottolineando la necessità di approcci collaborativi e inclusivi all’interno della Chiesa. Sebbene molti abbiano trovato difficile definire con precisione cosa sia effettivamente la sinodalità, il Cardinale ha tracciato la sua storia nella Chiesa e ha affermato che è stata delineata nelle Scritture.

MUNUS DOCENDI

L’influenza culturale del Cardinale Ravasi è stata maggiore di quella di molti studiosi. Prima di assumere le responsabilità curiali nel 2007, quando gli è stato concesso l’arcivescovado titolare di Villamagna, Ravasi ha trascorso molti anni insegnando esegesi dell’Antico Testamento presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Nel corso della sua carriera, ha pubblicato da solo o come collaboratore circa 150 volumi su argomenti prevalentemente biblici. Dal 1988 al 2017, Ravasi è stato il conduttore e il volto pubblico di un programma televisivo, Le frontiere dello Spirito , che andava in onda sui principali media italiani ogni domenica mattina. Il programma prevedeva una lettura del Vangelo seguita da un commento di Ravasi. Il cardinale è molto attivo su Twitter e ha un seguito relativamente ampio sugli account che twittano in spagnolo, italiano e inglese. Ravasi si impegna regolarmente e spesso in modo molto evidente nella cultura secolare e ha affrontato una serie di questioni importanti che riguardano l’insegnamento cattolico, non solo nelle sue opere scientifiche, ma anche nelle interazioni e nelle pubblicazioni sui media popolari. Nel 2007, Benedetto XVI ha chiesto a Ravasi di scrivere i testi delle meditazioni per la Via Crucis papale del Venerdì Santo al Colosseo.

Ruole delle Donne nella Chiesa

Papa Francesco ha istituito la Commissione di studio sul Diaconato femminile, nell’agosto 2016, per valutare la possibilità di permettere alle donne di servire come diaconi nella Chiesa cattolica romana. In un’intervista del febbraio 2017, Ravasi ha spiegato di ritenere possibile l’ordinazione di donne al diaconato. “Penso che il diaconato per le donne sia possibile. Ma naturalmente bisogna discuterne, la tradizione storica è molto complessa”, ha detto Ravasi. Il cardinale non ha quindi sostenuto in modo affermativo l’idea di un diaconato femminile, ma non ha nemmeno respinto la possibilità.

Nella stessa intervista, Ravasi ha descritto i suoi ampi sforzi per promuovere il ruolo delle donne nella Chiesa. Ha osservato che l’attuale fissazione sull’ordinazione femminile è eccessivamente clericale e ha sostenuto che il nostro tempo potrebbe essere meglio speso “parlando di altre importanti funzioni ecclesiastiche che le donne potrebbero assumere, come l’amministrazione strutturale delle parrocchie, le finanze della chiesa o la pianificazione architettonica“. Il cardinale stesso ha agito su quest’ultimo punto: nel 2015, il suo dicastero – il Consiglio per la Cultura – ha istituito un gruppo di consulenti donne (ora trentasette) che valutano criticamente il lavoro del Consiglio dal loro punto di vista. Il Consiglio di Ravasi è stato il primo dicastero vaticano a farlo. Il suo gruppo di consulenti donne comprende due musulmane, un’ebrea e delle non credenti.1540 “Le donne vedono molte cose in modo diverso dagli uomini”, ha spiegato Ravasi. “Le nostre consulenti donne aiutano a preparare la nostra assemblea generale e vi partecipano“. Il cardinale ha notato che “un buon consiglio a volte è femminile”, e si è rammaricato che in Vaticano “questa è una nuova scoperta“.

Quando pensa al ruolo e all’importanza delle donne nella Chiesa, Ravasi fa riferimento a Maria. In un’intervista del 2012, Ravasi ha fatto riferimento con approvazione alle osservazioni di Papa Benedetto XVI durante l’Angelus della festa dell’Immacolata Concezione nel 2006, quando, chiedendosi perché Dio abbia scelto Maria di Nazareth, tra tutte le donne, per essere la Madre di Dio, Benedetto ha citato la preghiera di San Bernardo alla Vergine Maria. “La risposta [alla domanda]”, disse Benedetto, “è nascosta nell’insondabile mistero della volontà divina. Tuttavia, c’è una ragione che il Vangelo evidenzia: L’umiltà[di Maria]”. Benedetto ha poi citato il grande poeta Dante (Ravasi lo ha ricordato con approvazione), notando che il fiorentino “lo sottolinea chiaramente nell’ultimo canto del Paradiso: ‘Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,/ umile ed esaltata più di ogni creatura/ termine fisso del consiglio eterno‘”.

Tornando alla decisione di Ravasi di istituire un consiglio di donne nel suo dicastero, egli non ignora che ciò comporta alcuni rischi. Ha detto: “Per esempio, se una delle consigliere femminili dicesse di essere a favore del sacerdozio femminile – e penso che sarebbe legittimo esprimere la sua opinione – probabilmente questo sarebbe il titolo del giornale dopo: Il Cardinale Ravasi ha proposto il sacerdozio femminile. Questa ambiguità nella comunicazione e nei media è attualmente un problema molto grande“. La dichiarazione di Ravasi qui indica che non pensa che sarebbe problematico installare donne in posizioni di influenza in Vaticano che poi sostengono pubblicamente il sacerdozio femminile.

Libertà Religiosa

Alla luce degli sviluppi della cultura, Ravasi sottolinea che “la libertà religiosa non è un lusso di cui possiamo usufruire o scartare a seconda dei nostri capricci e delle nostre fantasie, ma un imperativo imposto alla società moderna per una vita congeniale e per il progresso“.”Secondo lui, la Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis Humanae del Concilio Vaticano II include il diritto dell’individuo alla libertà di coscienza e il diritto dei gruppi alla libertà di culto corporativo, “con i necessari elementi di comunione, associazione e organizzazione necessari per mantenere il culto, l’insegnamento, la predicazione e l’evangelizzazione“. Ravasi lamenta il fatto che in molte aree del mondo, la libertà religiosa è soppressa; in alcuni luoghi, i diritti della religione sono apertamente calpestati e i credenti sono perseguitati, e in altri (Paesi democratici moderni), ci sono metodi più ‘sottili’ per ostacolare la libertà religiosa. Ravasi sostiene che tutte queste “restrizioni alla libertà religiosa non sono semplicemente questioni legali o politiche, ma un oltraggio diretto alla dignità umana delle persone“. I governi non dovrebbero essere indifferenti al valore della religione e dovrebbero “proteggere gli individui e le comunità religiose da coloro che li costringerebbero in questioni religiose sulla base di obiezioni teologiche alle loro credenze e pratiche“. La difesa di Ravasi della libertà religiosa non sembra distinguere tra il diritto cattolico di adorare l’unico vero Dio e la libertà di coercizione che dovrebbe essere accordata a tutti.

In un articolo del 2001 su L’Osservatore Romano, Ravasi riflette sull’enfasi di Papa Giovanni Paolo II sull’evangelizzazione e sulla Parola di Dio. Ravasi osserva che la Parola di Dio “resterà in eterno”, come aveva predetto il profeta Isaia, e che è la radice dell’evangelizzazione – una radice che è stata rinvigorita dal Concilio Vaticano II, “quando la Bibbia è penetrata più intensamente nella vita quotidiana della comunità ecclesiale“. L’evangelizzazione richiede la fedeltà al messaggio, alla Parola di Dio, ma la fedeltà comporta un delicato equilibrio: “da un lato, deve conservare l’aspetto della fedeltà radicale e senza fronzoli alla Parola, ma dall’altro deve anche affrontare l’aspetto dell”inculturazione’ e del progresso paziente e graduale“. La conoscenza dei testi biblici è ovviamente necessaria. Ravasi, tuttavia, avverte che la conoscenza non è sufficiente e che la Parola deve fiorire in un’accettazione di fede e di amore. Ravasi ha concluso, seguendo Kierkegaard, che la Bibbia dovrebbe essere letta come un giovane legge una lettera della ragazza che ama: come se fosse stata scritta proprio per lui.

Immigrazione

Ravasi riduce la questione della politica governativa sull’immigrazione alla virtù dell’ospitalità. Nel giugno 2018, ad esempio, il governo italiano ha negato l’ingresso di un’imbarcazione di migranti in uno dei suoi porti (l’imbarcazione si chiamava Aquarius e apparteneva a un’organizzazione francese). Criticando la decisione del governo di respingere i 629 migranti a bordo, Ravasi ha twittato: “Ero straniero e non mi avete accolto (Mt 25, 43) #Aquarius“. In un’intervista in cui si parlava del suo libro Il significato spirituale del mangiare, a Ravasi è stato chiesto di approfondire il tema dell’ospitalità. L’intervistatore ha notato che nel libro, Ravasi cita le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo, che “chi offre ospitalità, offre ospitalità a Gesù. Chi offre ospitalità a Gesù, la offre anche a chi lo ha mandato“. In risposta a una domanda sulla dichiarazione di Papa Francesco secondo cui ogni Paese europeo dovrebbe dividere equamente la responsabilità dell’ospitalità agli immigrati che fuggono da guerre e carestie, Ravasi ha lamentato che è improbabile che i Paesi europei rispondano all’appello del Papa. “La paura è difficile da sradicare. Amare il prossimo come si ama se stessi è utopico, perché si inizia ad amare se stessi e ci si ferma lì. La paura permette di vedere gli altri solo in modo negativo, come diversi e quindi minacciosi, da eliminare“. Ravasi si è detto d’accordo con Papa Francesco sulla necessità di accogliere gli immigrati, ma si è detto pessimista sul fatto che i Paesi rispondano all’appello, osservando che alcuni Paesi europei sono cristiani per tradizione ma non per stile di vita.

Intelligenza Artificiale

Nel 2017, il Pontificio Consiglio della Cultura ha ospitato un’assemblea plenaria sul tema “Il futuro dell’umanità: Nuove sfide per l’antropologia“. I relatori hanno discusso lo stato della ricerca scientifica e le potenziali applicazioni dei nuovi sviluppi nella genetica, nelle neuroscienze e nell’intelligenza artificiale. Il Cardinale Ravasi ha tenuto il discorso di chiusura dell’incontro e ha spiegato, in modo socratico, che la vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta – e questo vale sia per gli scienziati che per il resto di noi. Ravasi ha notato la qualità quasi fantascientifica di alcuni sviluppi recenti, come l’editing genico e gli interventi sui neuroni, e ha avvertito che questi progressi presentano “domande fondamentali e urgenti dal punto di vista culturale, teologico e pastorale”. Ravasi ha espresso soprattutto il desiderio che la Chiesa si impegni con questi sviluppi a un livello più profondo, per non essere lasciata fuori dalla conversazione, ma ha notato, per quanto riguarda l’editing genico, che “c’è il rischio di manipolazioni volte a creare un nuovo genotipo potenziato fino a prevedere un nuovo fenotipo umano”, un problema che ovviamente solleva importanti preoccupazioni antropologiche e morali.

Nella stessa ottica, Ravasi ha espresso preoccupazione per la “sovrapproduzione di gadget tecnologici” e ha lamentato “un’epoca di bulimia nei mezzi e di atrofia nei fini“. Le sue preoccupazioni colpiscono il cuore di uno scientismo che si chiede solo se può fare qualcosa e non si sofferma a considerare se deve fare quella cosa. Ravasi ha espresso preoccupazione per il fatto che la biotecnologia cambi il ruolo dell’umanità da “guardiano della natura” a “creatore“. Tutte queste innovazioni biotecnologiche “hanno implicazioni etiche e culturali che devono essere considerate“. I commenti di Ravasi alla conclusione di questo summit mostrano che è interessato al potenziale dei nuovi progressi scientifici, ma è preoccupato della loro coerenza con l’insegnamento della Chiesa e della loro suscettibilità all’abuso. Non offre un resoconto completo dei principi che possono essere utilizzati per ragionare su queste questioni morali e si accontenta di segnalare la necessità di una considerazione etica.

Questioni Pro-Vita

Nel 2013, il Consiglio per la Cultura di Ravasi ha ospitato un incontro sulla medicina rigenerativa, incentrato sulla ricerca sulle cellule staminali adulte. La conferenza aveva lo scopo di mostrare il sostegno della Chiesa a forme morali di indagine scientifica sulla medicina rigenerativa e di combattere gli stereotipi secondo cui il ruolo della Chiesa è sempre quello di dire no alla scienza. Uno dei funzionari di Ravasi che ha contribuito all’organizzazione della conferenza ha osservato che era anche intesa come un passo “preventivo” “contro l’eutanasia“. Il commentatore vaticano Sandro Magister ha affermato che “sui temi cruciali dell’aborto, dell’eutanasia, della vita non nata, quando sono in gioco principi supremi, [Ravasi] è tagliente come una spada. Predica il rispetto assoluto per la vita di ogni persona, in ogni momento, ‘per lo stesso motivo per cui il rispetto è dovuto anche all’uomo peccatore‘”. Nel 2007, ha sostenuto l’insegnamento della Chiesa sull’embriologia, dicendo: “Per la Bibbia, lo scopo dell’embrione è chiaro: è un’unità inscindibile, un processo unitario e coerente, compatto e armonioso con l’obiettivo da raggiungere, quello della persona umana“.

Ravasi ha partecipato al Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia dell’ottobre 2014 e ha presieduto la commissione che ha prodotto il messaggio finale dell’incontro. Un mese prima del Sinodo, Ravasi ha osservato durante una conferenza stampa in Vaticano che il dibattito sull’indissolubilità del matrimonio non è una novità ed è presente nella Chiesa fin dalle sue origini. Ha detto che il Vangelo di Matteo include un’eccezione al divieto generale di divorzio per i casi di “porneia”, una parola greca spesso tradotta come “fornicazione”, ma che potrebbe avere anche altri significati. “Non sappiamo esattamente cosa fosse, ma sappiamo che la comunità cristiana primitiva riconosceva un’eccezione al divieto di divorzio, senza mettere in discussione il messaggio di Gesù sull’indissolubilità del sacramento”, ha detto Ravasi.

La chiarezza di Ravasi su una serie di posizioni non è omogenea, e rimane ambiguo su questioni importanti come se la disciplina del celibato debba essere alleggerita per i sacerdoti di rito latino, se l’uso di contraccettivi sia talvolta lecito e se il ‘matrimonio’ omosessuale sia una questione di diritto civile.

Reazione al Coronavirus

Il Cardinale Ravasi ha risposto alla crisi con una serie di riflessioni e interviste pubblicate sul sito web del Cortile dei Gentili. In una di esse, ha detto che la pandemia ha insegnato molte cose sia ai credenti che ai non credenti, rivelando la “grandezza della scienza ma anche i suoi limiti”. Ha “riscritto la scala dei valori che non ha al suo vertice il denaro o il potere” e ha riportato “lo stare a casa insieme, padri e figli, giovani e anziani, le fatiche e le gioie delle relazioni non solo virtuali”. La pandemia ha anche “semplificato il superfluo e ci ha insegnato l’essenziale”, ha scritto. “Ci ha costretto a fissare negli occhi dei nostri cari la nostra stessa morte”, e ha ricordato il libro di Giobbe, dicendo che abbiamo “il diritto di protestare con Dio, di sollevare le nostre domande e le nostre lamentele”. Ma ha anche sottolineato che nella Bibbia, le parole “Non temere” appaiono 365 volte, quasi come un “buongiorno” che Dio “ripete ad ogni alba” e “in questi giorni di terrore“.

PLURALISMO RELIGIOSO E DIALOGO CON I NON CREDENTI

Il dialogo è un valore chiave per Ravasi. Ritiene che tali incontri affinino le menti e portino ad una maggiore comprensione reciproca. Sotto la sua guida e sotto la direzione di Benedetto XVI, nel 2009 ha fatto sì che il Pontificio Consiglio della Cultura sponsorizzasse il progetto Cortile dei Gentili, menzionato sopra, che mira a promuovere il dialogo tra agnostici, atei e persone di fede cattolica.

Ravasi ha detto a proposito dell’iniziativa: “Voglio che vengano poste domande davvero fondamentali – domande di antropologia, quindi il bene e il male, la vita e l’aldilà, l’amore, la sofferenza, il significato del male – domande che sono sostanzialmente alla base dell’esistenza umana“. Il progetto ha fatto inizialmente scalpore nelle notizie, ma da allora è scomparso dalla vista pubblica.

I cattolici dovrebbero avere una maggiore disponibilità ad ascoltare le opinioni di coloro che non sono d’accordo con la Chiesa, ritiene Ravasi. Ritiene che la paura di questi scambi si verifichi spesso quando le persone non “si sentono in grado di difendere o giustificare le [proprie] ragioni“. D’altra parte, la disponibilità a entrare in questo dialogo dipende dal fatto che entrambe le parti abbiano “un’identità seria e ben formata, non solo fondamentalista“.

L’Islam

Ravasi presenta la concezione dell’Islam del rapporto tra fede e ragione come se fosse compatibile con la civiltà cristiana. Sostiene che ci sono i capisaldi di una vera antropologia generale dell’Islam “con cui sarebbe interessante dialogare, lontano dalle reazioni brutali di un fondamentalismo ottuso che non ha nulla a che fare con questa visione del pensiero musulmano autentico“. Ravasi ha osservato che percorsi diversi possono portare alla comprensione, citando un versetto del Corano secondo cui: “A ciascuno di voi Dio ha assegnato un rituale e una via. Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di voi un’unica comunità. Se non l’ha fatto, è per mettervi alla prova in ciò che vi ha dato. Gareggiate, dunque, nelle opere buone, perché tutti ritornerete a Dio, e allora Lui vi informerà di quelle cose per le quali siete ora in disputa“.

Più recentemente, il Cardinale Ravasi ha sottolineato l ‘importanza del dialogo come radice e patrimonio di tutte le fedi. Nel 2022, è stato coinvolto nel Padiglione della Santa Sede all’Esposizione Universale di Dubai, che ha evidenziato l’importanza dell’amicizia, del dialogo e degli scambi culturali. Questa iniziativa faceva parte del più ampio impegno a diffondere la cultura della fraternità, ispirato dal Documento sulla Fraternità Umana firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar nel 2019. “Un’autentica tolleranza”, ha detto a VaticanNews, “non è solo esterna, ma è anche un incontro”.

Tutti potrebbero essere salvati

Sulla questione dell’universalismo, Ravasi sembra ritenere che tutti possano essere salvati. Ha sottolineato l’importanza “del fatto che il Concilio Vaticano II ha riconosciuto che, obbedendo alle ingiunzioni della sua coscienza, anche il non credente può partecipare alla Risurrezione di Cristo, che ‘vale non solo per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà nei cui cuori la grazia è attiva in modo invisibile’. Poiché Cristo è morto per tutti, e poiché tutti gli uomini sono di fatto chiamati ad un unico e medesimo destino, che è divino, dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo offra a tutti la possibilità di essere resi partecipi, in un modo noto a Dio, del mistero pasquale’(Gaudium et Spes, n. 22)”.

Questo profilo è stato tradotto con l’intelligenza artificiale e non è ancora stato revisionato per eventuali errori.

  • 1
    Maria Lo Mastro, Dossier Templari 1118-1990 (Roma: Edizioni Templari, 1991), 484.
  • 2
    Gianfranco Ravasi, Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico (Milano: Mondadori, 2008). Vedere la recensione del libro in Ravasi, “Scorte di saggezza per la vita quotidiana”, in L’Osservatore Romano, 5 febbraio 2009, 4.
  • 3
    Traduzione in inglese del documento di Ravasi sul sito ufficiale del “Grande Oriente” massonico italiano.
  • 4

Servizio alla Chiesa

  • Ordinazione Sacerdotale: 28 giugno 1966
  • Ordinazione Episcopale: 29 settembre 2007
  • Creato Cardinale: 20 novembre 2010
Studi
  • Pontificia Università Gregoriana, Italia; Sacra Scrittura (licenza)
  • Pontificio Istituto Biblico, Italia; dottorato
Incarichi
  • 1966-2007: Sacerdote, Arcidiocesi di Milano, Italia
  • 1989-2007: Prefetto, Biblioteca Ambrosiana, Milano
  • 2007-2010: Arcivescovo titolare, Villamagna di Proconsolare, Italia
  • 2010-oggi: Cardinale-diacono di San Giorgio in Velabro
Incarichi Curiali
  • 2007-2022: Presidente, Pontificio Consiglio della Cultura
  • 2007-2022: Presidente, Pontificia Commissione per l’Archeologia Sacra
  • 2010-2022: Membro della Congregazione per l’Educazione Cattolica
  • 2010-2022: Membro, Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
  • 2010-2022: Membro, Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
  • 2016-2022: Membro, Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti