MUNUS SANCTIFICANDI
La Liturgia come fonte della vocazione
Jean-Claude Hollerich è cresciuto circondato dalla cultura cattolica. I suoi genitori “non erano completamente contrari alla fede e alla Chiesa, ma non erano molto interessati ad essa”.1Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.13 Fu l’esperienza della liturgia (all’epoca ancora nella forma tradizionale) e l’ora di religione a scuola, tenuta da un sacerdote “severo ma gentile”, a introdurlo nella vita di fede: “Già da bambino ero particolarmente attratto dalla Santa Messa. Prima della mia Prima Comunione ero già diventato chierichetto, e quello per me fu il primo passo verso il sacerdozio”. Aggiunse: “A dieci anni vissi un’ora santa durante una giornata di preghiera per bambini. Guardando l’ostensorio, sentii il grande amore di Dio. (…) Il pensiero si fece strada: diventerò sacerdote”.2Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.15
Punto di svolta
Se da un lato sentì la vita liturgica della sua giovinezza come una casa, quella casa la perse improvvisamente al suo arrivo nella comunità dei gesuiti di Tokyo. Nel gruppo internazionale di gesuiti tutti dovevano parlare giapponese, per cui c’era poca comunicazione e, secondo lui, nessun senso di comunità. Anche la Messa quotidiana era in giapponese e lui ricorda di essersi sentito privato di qualcosa: “Ero abituato a una pietà con processioni, devozioni e inni – e improvvisamente era tutto sparito. Mi sembrava che mi avessero derubato della mia fede”.3Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.34
Sembra risalire ad allora la sua decisione di recidere i legami con la vita liturgica “vecchia”, considerate ormai un ostacolo. Nelle sue affermazioni pare emergere quasi un profilo iconoclasta, per il quale il passato e il tradizionale sono una “facciata” o, peggio ancora, ciò che impedisce l’accesso al “reale”.
Meditazioni Zen
Le meditazioni zen di sei ore guidate dal maestro gesuita Kadowaki, che gli facevano intorpidire le gambe, gli insegnarono che “la religiosità può essere un ostacolo al progresso nella religione”.4Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.47 “Il Buddha che immagino può impedirmi di avvicinarmi al vero Buddha. E spesso la Religione che immagino, la religione inventata che mi sono costruito, mi impedisce di arrivare alla Sorgente della Vita, a Dio”.5Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.47 È convinto che “a volte è persino la Chiesa, con le sue tradizioni, a impedirmi di essere un seguace di Cristo”.6Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.101
Liturgia di preferenza personale
A proposito del cattolicesimo liturgicamente vivace della sua infanzia, Hollerich oggi afferma: “guardando indietro, era un mondo con molte crepe, con solo la facciata ancora in piedi. Ma per me, la vita cattolica di quel tempo mi ha fatto bene”. Pur negando che ci sia qualcosa di “migliore” (o peggiore), l’enfasi sulla dimensione personale è centrale nella prassi e nel pensiero liturgico di Hollerich: “Come vescovo, ciò che voglio è che ciascuno abbia rispetto per la Comunione e rispetto reciproco nei diversi modi di ricevere la Comunione, [riconoscendo] che nessun modo è migliore di un altro, ma che esistono pietà personali. Se queste aiutano le persone, dovrebbero mantenerle”.
Durante il Covid, elaborò una procedura per ricevere la Comunione nella quale si utilizzavano pezzi di stoffa per maneggiare le ostie consacrate, che poi venivano collocati in un cestino per essere lavati. Si mostrò indignato che alcuni (presumibilmente coloro che normalmente ricevono la Comunione sulla lingua) preferissero non ricevere la Comunione piuttosto che utilizzare quel metodo. La perdita di particole eucaristiche non sembra essergli passata per la mente, dichiarando che “il modo di ricevere la Comunione era diventato più importante della Comunione stessa”, il che, a suo avviso, “la riduce a una forma personale di pietà: io e il mio Gesù. Ci vuole molta immaginazione per leggere questo nei Vangeli”.7Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.117
“Certi riti e certe abitudini umane non sono il mistero. Il mistero è Gesù Cristo stesso, il suo donarsi a noi, che avviene nei sacramenti. Che lo dica in latino o in giapponese non fa parte del mistero”.8Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135 Tuttavia, questa affermazione è fuorviante, poiché il vernacolo della liturgia, tradotto dal latino originale, non è ciò che la rende “un certo rito”, e ciò dimostra che Hollerich pone l’accento sullo spirito della liturgia più che sulla sua precisa forma.
Talvolta manifesta un apprezzamento personale per il latino, ma non lo utilizzerebbe in un contesto pastorale: “Mi piace la Messa in latino, trovo i testi molto belli, specialmente il primo canone. Quando celebro la Messa nella cappella di casa, a volte scelgo una preghiera in latino. Ma in una parrocchia non lo farei. So che la gente non capisce il latino e non ne trarrebbe nulla”.9Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135 A motivo della sua comunità internazionale, in Lussemburgo si celebrano Messe in oltre venti lingue diverse e alcune liturgie impiegano tre o più lingue nella stessa celebrazione.
“Nella Chiesa c’è spazio per la diversità, la sperimento anche dentro di me: a volte mi piace celebrare la Messa in latino, altre volte mi piace partecipare ai balli durante la celebrazione”.10Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.81 Hollerich tollera un’ampia gamma di pratiche liturgiche nella sua diocesi e ha fatto scalpore quando, sulle note di una banda musicale durante una cresima, ha dato inizio a un ballo in fila con i cresimati. “Ho vissuto questo come qualcosa di profondamente religioso”, ha ricordato.11Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.95
Vetus Ordo
C’è una linea che Hollerich non è disposto a oltrepassare: “Io non celebrerei nel rito antico”, ha affermato, per poi aggiungere: “Come Cardinale dovrei indossare la cappa magna, (…) mi vergognerei a morte. Cosa direbbe Cristo? È così che immagini di seguirmi? Scivolando via, avvolto nel porpora? Io vi ho detto che chi mi ama, prenda la sua croce e mi segua, e non: prendi il tuo strascico porpora. Avrei l’impressione di tradire Cristo”.12Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135. N.B.: La cappa magna è un paramento cerimoniale, non liturgico, e non è necessario indossarla per celebrare la Messa nel rito tridentino.
Questa spiegazione colpisce per due motivi. Anzitutto, perché confonde la cappa magna con un paramento liturgico, mentre si tratta solo di un indumento cerimoniale, non richiesto per la celebrazione della Messa. Poi perché costituisce la citazione più lunga delle parole di Cristo in un’intervista-libro da lui rilasciata nel 2022. In conclusione, ammette che ciò “non significa che altri non siano in grado di farlo in modo valido, ma io non posso”. Di fatto, permette che la Messa tridentina venga celebrata nella sua diocesi nei giorni feriali, persino in Cattedrale.
Controversie legate al munus sanctificandi
In Lussemburgo, le celebrazioni di preghiera per cattolici divorziati risposati civilmente si svolgono da decenni e hanno avuto luogo anche sotto la guida di Hollerich.13Il riferimento è alla prassi nella diocesi nel 2013.
Durante la celebrazione del Sacramento della Penitenza, il Cardinale ha affermato di mostrare agli omosessuali che “lascio a loro il proprio libero arbitrio. Devono decidere della loro vita, non io. Se hanno trovato un partner, una relazione che dura, ne sono felice”.14Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.121
Devozione Mariana
Il Cardinale Hollerich apprezza le profonde radici della devozione mariana nel suo Paese natale e ha cercato di mantenere vive le tradizioni che la circondano. Le celebrazioni della famosa ottava che precede la Solennità dell’Assunzione e la processione di San Willibrord a Echternach sono eventi devozionali e culturali che Hollerich sostiene con entusiasmo, arrivando anche a protestare contro una violazione della libertà religiosa quando le scuole si rifiutarono di concedere giorni di assenza agli studenti per parteciparvi.
MUNUS DOCENDI
Il Cardinale non ha prodotto alcuno scritto teologico e, quindi, le sue idee devono essere ricostruite a partire da alcune interviste rilasciate a giornalisti, divenute particolarmente frequenti da quando ricopre il ruolo di relatore generale del Sinodo sulla sinodalità. Quella più importante è contenuta in un libro pubblicato nel 2022, in francese e in Tedesco.
Cristo e lo Spirito Santo
La professione di fede più diretta in Cristo da parte di Hollerich è: “Sottoscrivo pienamente l’inizio della Lettera agli Ebrei”.15Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.79 Si tratta di una formulazione stranamente indiretta, immediatamente precisata così: “ma Dio è anche presente altrove”.16Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.79 In effetti, i riferimenti espliciti a Gesù Cristo sono rari: uno dei pochi momenti nei quali egli cita espressamente le parole di Cristo nel libro-intervista è in riferimento a Matteo 16,24 — “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” — per esprimere il suo rifiuto nei confronti della cappa magna, che considera un tradimento di Cristo.17Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p. 135
Una critica ad alcune delle nuove direzioni prese nella Chiesa è che, poiché le parole di Gesù nei Vangeli pongono problemi a certe innovazioni, diventa utile adottare una strategia “dividi e comanda” nei confronti della Trinità, invocando l’ispirazione dello Spirito Santo per quelle novità che non possono essere giustificate con le parole o gli atti di Cristo: “Lo Spirito Santo apre le nostre menti e i nostri cuori a nuove posizioni”.
Hollerich ha infatti osservato con favore la “continua obiezione dei cristiani ortodossi secondo cui noi cattolici siamo troppo cristocentrici”. Il rimedio a ciò sarebbe dare maggiore importanza allo Spirito Santo, cosa che egli fa spesso nei suoi discorsi e interviste, sempre nel contesto di nuovi orizzonti aperti dall’“ascolto” e dalla “ricerca di Dio nel mondo”.
Grazie al “discernimento”, sotto Papa Francesco “l’azione dello Spirito Santo diventa più importante nella Chiesa, avvicinandoci ai nostri fratelli e sorelle ortodossi”. “È lo Spirito Santo che fa sì che carismi e gerarchia convergano – nella persona del successore di Pietro. Ecco perché sono certo che se il Papa indica una direzione, quella è la direzione che la Chiesa deve prendere. E il Papa ha indicato la via sinodale”.
L’operazione dello Spirito Santo, dunque, appare manifestarsi principalmente in due luoghi: nella persona di Papa Francesco e nel “popolo di Dio”, quando trova “Dio nel mondo”.
Alla ricerca di Dio presente nel nostro mondo
Il tema della “ricerca di Dio nel mondo” è una costante nei commenti di Hollerich. Ha parlato della sua missione in Giappone dicendo di non poterci “semplicemente andare a predicare il Vangelo”, dovendo piuttosto cercare dove “Dio fosse già presente in Giappone”.18Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.34 È anche così che presenta il suo servizio episcopale: “Il mio compito come vescovo è aiutare il mio popolo a comprendere dove Dio è presente nel nostro mondo”. È convinto che questa ricerca nel mondo condurrà a un “rinnovamento” nella Chiesa: “Dobbiamo vivere nel nostro tempo presente e vedere Dio presente nella nostra cultura. È lì che troveremo i segni per rinnovare la nostra Chiesa”.
La sola Chiesa cattolica non ha tutte le risposte
Il primo passo è riconoscere che “la sola Chiesa cattolica” non ha “tutte le risposte”, afferma Hollerich: “non possiamo presentarci con la pretesa che la Chiesa cattolica da sola abbia la risposta a tutti i problemi possibili. Dobbiamo diventare umili, imparare dagli altri, dialogare con gli altri e cercare sempre la presenza di Dio nel nostro mondo”.
Un simile approccio sembra essere un argomento in parte pretestuoso, poiché quando emergono nuove domande, la Chiesa è chiamata a trovare le risposte approfondendo la propria comprensione della Rivelazione, nel solco della Tradizione.
Se ciò che Hollerich intende è che la Chiesa non possiede tutte le risposte possibili necessarie per la salvezza, ciò che egli trascura è che questa Rivelazione è Cristo stesso. Come nota il Catechismo: “Cristo è la Parola definitiva di Dio e in Cristo Dio ha detto tutto ciò che desiderava comunicare all’umanità”
Al contrario, Hollerich sembra suggerire che il non essere aperti a nuove rivelazioni “nel nostro mondo”, comprese quelle provenienti da altre religioni, equivalga a una negazione del fatto che Dio possa agire nella storia: “A volte tendiamo a diventare atei nella Chiesa cattolica: vediamo Dio all’origine della nostra religione, ma non vogliamo più lasciarlo agire nella storia”.
Altre religioni
Hollerich racconta dove ha incontrato Dio in Giappone: “Dapprima ho trovato Dio nella bellezza dei templi. Ero affascinato dal sorriso del Buddha. Un sorriso che significa vera pace”.19Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.36-7 “La bellezza del grande Buddha, per me era l’armonia perfetta. È in pace con se stesso e irradia una pace incredibile. Là ho pensato: qui Dio è presente”. “Nel buddismo?” chiede l’intervistatore; Hollerich risponde: “sì!”
Ecumenismo
Per il Cardinale, il “popolo di Dio” che deve servire come fonte della rivelazione dello Spirito Santo deve includere anche le Chiese separate: “tutti i battezzati sono fratelli e sorelle adottivi di Cristo. Pertanto, lo Spirito Santo parla senza dubbio anche attraverso di loro. Questo è il nostro materiale di discernimento, e non possiamo ignorarlo solo perché potrebbe non piacerci”. Alla domanda se intenda davvero tutti i battezzati, insiste: “Sì, non mi riferisco solo ai cattolici, ma a tutti i battezzati”.
Presenza Reale e intercomunione
“A Tokyo ho dato la Comunione a ciascuno di quelli che venivano a Messa. Non ho mai negato la Comunione a nessuno. Davo per scontato che un protestante, se viene per la Comunione, sa cosa intende un cattolico per Comunione, almeno quanto lo sa un altro cattolico che frequenta la Messa. Ma non concelebrerei con un pastore evangelico. (…) Una volta ero presente a una loro Cena del Signore e rimasi inorridito quando il vino restante fu gettato via, così come il pane avanzato. Questo fu per me un grave shock, perché come cattolico credo nella Presenza Reale”.
Ordinazione senza carattere indelebile
Per quanto riguarda la sua idea di sacerdozio, Hollerich sembra essere vicino alle posizioni della teologia luterana tedesca, che enfatizza il “sacerdozio comune dei fedeli” respingendo il “sacerdotalismo”: esistono ministri ordinati, ma non si riconosce una “differenza ontologica” del presbitero che riceve un carattere spirituale indelebile nell’ordinazione, che dura per l’eternità e gli consente di agire “in persona Christi”. Quest’ultimo aspetto e la maschilità di Cristo costituiscono un ostacolo all’ordinazione delle donne.
Hollerich sottolinea: “non esiste sacerdozio ministeriale senza sacerdozio universale dei cristiani, perché da questo ha origine”. Se è vero che il battesimo è il sacramento dell’iniziazione e in tal senso è il sacramento fondamentale, presentare il sacerdozio come direttamente fondato sul battesimo aggira l’istituzione del primo nell’Ultima Cena, alla quale erano presenti solo gli Apostoli, altro fatto che dovrebbe impedire l’ordinazione delle donne. Nello stesso contesto, Hollerich sembra negare che l’ordinazione sacerdotale conferisca un “carattere spirituale indelebile”20CCC 1583 che permane per l’eternità. Ritiene problematico “un percorso formativo sacerdotale che si fonda ancora su una ‘diversità ontologica’ che non esiste. I teologi devono mettersi al lavoro e offrire definizioni più sicure sul tema del carattere e della grazia sacramentale”.
Approccio pragmatico
Sull’ordinazione e sul celibato, Hollerich adotta un approccio pragmatico: il suo argomento per rendere il celibato facoltativo è che “altrimenti presto non avremo più sacerdoti”. Il suo argomento per l’ordinazione delle donne al diaconato e persino al sacerdozio è che “se si sentono discriminate, dobbiamo ascoltare”.
L’unico concetto teologico che introduce in questo contesto è il sacerdozio universale che appartiene “a tutti i battezzati e cresimati”. “Il primo problema non è se le donne debbano diventare sacerdoti oppure no, ma prima di tutto se le donne abbiano una vera partecipazione al sacerdozio che appartiene a tutto il popolo di Dio battezzato e cresimato, e se in questo modo possano esercitare l’autorità ad esso associata. Questo significherebbe anche un’omelia durante la Messa? Io direi di sì”.
Ordinazione delle donne: l’insegnamento può essere cambiato
Nel 2024, alla domanda se l’insegnamento in base al quale l’ordinazione sacerdotale è riservata agli uomini sia una “dottrina infallibile”, il Cardinale ha risposto in contraddizione a quanto affermato da Papa San Giovanni Paolo II: “Può essere cambiato. Ci vogliono argomenti e tempo”.
Potere papale
Il Cardinale Hollerich sembra avere una concezione del potere papale che attribuisce al Papa regnante tutta l’autorità magisteriale, indipendentemente dalle dichiarazioni dei suoi predecessori, prossimi e remoti. In particolare, riguardo la questione dell’omosessualità, Hollerich sembra suggerire che il Papa non sia vincolato né dalla Scrittura, né dal consenso dottrinale dei suoi predecessori, ma che spetti interamente a lui decidere se una dottrina esistente possa essere cambiata: “il modo in cui il Papa ha parlato di questa questione indica che può esserci un cambiamento nella dottrina”, ha affermato in un’intervista del 2022.
Benedizione delle unioni omosessuali
Hollerich ha espresso il proprio sostegno alla benedizione delle unioni omosessuali — e non solo delle coppie omosessuali — dopo il Responsum del 2021 della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Responsum aveva chiarito che tali unioni non possono essere “oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio” e che, pertanto, “la benedizione delle unioni omosessuali risulterebbe illecita, in quanto incoerente con la natura e il fine delle benedizioni, come intese dalla Chiesa”.
Quando la Conferenza Episcopale Belga decise di sostenere tali benedizioni, Hollerich espresse il proprio apprezzamento, affermando che “Papa Francesco ricorda spesso la necessità che la teologia possa nascere e svilupparsi a partire dall’esperienza umana, e non restare frutto di sola elaborazione accademica”.
Hollerich ha dichiarato che la benedizione di un’unione omosessuale intende benedire “ciò che vi è di buono nella relazione”, paragonandola al matrimonio sacramentale: “Anche nei matrimoni c’è peccato, eppure benediciamo il matrimonio”.21“Kardinal Hollerich – der kommende Papst?”, Rheintoday.de 2023, https://www.youtube.com/watch?v=jyltzaeUkdU, al min. 20.30 Ha aggiunto che, sebbene il matrimonio sacramentale nella Chiesa sia riservato a partner eterosessuali “perché possono procreare”, ciò “non significa che le unioni omosessuali non siano benedette da Dio”.22“Kardinal Hollerich – der kommende Papst?”, Rheintoday.de 2023, https://www.youtube.com/watch?v=jyltzaeUkdU, al min. 21.50
Rapporti sessuali fuori dal matrimonio
Riguardo al sesso e alla santità del matrimonio, il Cardinale afferma che “siamo intrappolati in una moralità borghese del diciannovesimo secolo, che non è una moralità biblica (…) Nei villaggi d’Europa la gente si sposava solo quando la donna era rimasta incinta”.
“Nessuno nella Chiesa [a quell’epoca] avrebbe pensato di dire che ciò non si doveva fare. Questo è un insegnamento nuovo, non è la tradizione cattolica antica. È il frutto della religione borghesizzata dell’Europa centrale”. Secondo Hollerich, questa è “una consapevolezza che non è ancora giunta nei circoli cattolici”.
In realtà, è difficile trovare fonti a sostegno delle insolite affermazioni di Hollerich, poiché persino i critici dell’insegnamento morale cattolico in ambito sessuale sembrano riconoscere che sia l’Antico che il Nuovo Testamento esprimono chiaramente il concetto di “fornicazione”; che le lettere di san Paolo, la Chiesa delle origini e i Padri della Chiesa hanno sempre esaltato la castità e la santità del matrimonio; e che i grandi teologi — da sant’Agostino a san Tommaso d’Aquino — hanno ribadito con forza che il matrimonio è l’unico luogo santificato per l’atto sessuale.
Contraccezione
Sebbene dica alle coppie che il numero di figli non dovrebbe essere determinato da un “egoismo sbagliato” dei genitori, aggiunge che un vescovo non dovrebbe “spingersi fino al punto di stabilire regole”. Inoltre, afferma che “il concetto di natura” in Humanae Vitae è “problematico”, aggiungendo: “Beh, ora sappiamo che la pillola non è la cosa migliore per le donne. Ma in medicina ci sono sempre effetti collaterali e tuttavia nessuno definirebbe un farmaco come innaturale”.
Hollerich sembra fraintendere l’insegnamento di Humanae Vitae sulla contraccezione artificiale. L’enciclica afferma che il fine dell’atto sessuale è la procreazione, con il piacere e l’intimità come benedizioni aggiuntive destinate a rafforzare il vincolo coniugale. Ciò che rende la contraccezione “innaturale” è la separazione dell’aspetto unitivo da quello procreativo dell’atto sessuale. Qualsiasi difficoltà con il “concetto di natura” può riguardare solo l’affermazione dell’inseparabilità di tali aspetti; separandoli, non vi sarebbe alcuna ragione per cui un rapporto sessuale non procreativo debba essere considerato meno “naturale” di un altro.
Omosessualità
Sul tema dell’omosessualità, Hollerich propone un duplice approccio, facendo riferimento a elementi sia scientifici, sia biblici per spiegare perché l’insegnamento della Chiesa sarebbe “sbagliato”. In un’intervista, ha detto:
“Credo che il fondamento sociologico-scientifico di questo insegnamento non sia più corretto. In passato, ciò che veniva condannato era la sodomia. All’epoca si pensava che l’intero bambino fosse contenuto nello sperma dell’uomo. E ciò venne semplicemente trasferito agli uomini omosessuali. Ma nel Nuovo Testamento non c’è omosessualità. Si parla solo di atti omosessuali, alcuni dei quali erano atti di culto pagani. Naturalmente questo era proibito. Penso che sia giunto il momento di rivedere radicalmente la dottrina”.
Peccato ed esclusione di gruppo
Riformulando il peccato come causa di esclusione, Hollerich insiste: “Tutti sono chiamati. Nessuno è escluso: nemmeno i divorziati risposati, nemmeno gli omosessuali, tutti. (…) A volte nella Chiesa ci sono discussioni sull’accessibilità al Regno di Dio da parte di questi gruppi. E questo crea la percezione di esclusione di una parte del Popolo di Dio. Loro si sentono esclusi, e questo non è giusto!”.
Questa impostazione poggia sopra un falso problema, poiché non vi è alcun dubbio sul fatto che “tutti sono chiamati” ad entrare nel Regno di Dio mediante il battesimo, accettando Cristo come Re ed abbracciando i suoi insegnamenti. È piuttosto il peccato grave che causa l’esclusione dal Regno di Cristo, se non vi è pentimento (CCC 1861). Mettendo in discussione se la fornicazione e gli atti omosessuali siano peccati gravi e combinando questo dubbio con la questione se la Chiesa debba “negare l’accesso” a un gruppo, Hollerich pone la questione in termini che oscurano il nucleo del problema: il peccato recide la relazione dell’individuo con Dio e non esiste una redenzione di gruppo.
Aborto e suicidio assistito
Ci sono due temi sui quali Hollerich è inequivocabile: l’aborto e il suicidio assistito. “Come si può essere cristiani e favorevoli al diritto all’aborto? Questo non riesco a capirlo”. Aggiunge però che “l’aborto non sarà fermato dalle posizioni ufficiali della Chiesa” e che “se la Chiesa appare isolare la questione dell’aborto, ne risulterà danneggiata la sua posizione”.
Durante la visita papale in Lussemburgo del 2024, il Cardinale ha suscitato scalpore definendo l’aborto “barbaro”, anche nei casi di incesto o stupro. È altrettanto fermo nel considerare il suicidio assistito un errore grave, definendolo un’“atrocità” e affermando che “la verità è distorta dalla legge” quando non lo si chiama più “suicidio”.23Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.85
Fine del Cristianesimo
Per sottolineare la necessità di cambiamento, Hollerich prospetta ripetutamente un futuro di decadenza ed estinzione per il cristianesimo. Afferma che “non annunciamo più il Vangelo” e che “abbiamo una teologia che nessuno comprenderà tra venti o trent’anni. Questa civiltà sarà scomparsa”. Ha dichiarato che “Non avremo più un’Europa cristiana, ma, si spera, una Chiesa piccola e vivace in Europa”.
Il suo pensiero è fortemente segnato da un senso di “presentismo”, ritenendo che nessun momento della storia sarebbe paragonabile all’attuale: “la mia generazione ha vissuto e sta vivendo cambiamenti che nessuna generazione ha vissuto prima. Direi i più grandi dall’invenzione della ruota. (…) Ci saranno trasformazioni antropologiche molto molto grandi (…) la nostra pastorale parla ad un uomo che non esiste più”.
È fermamente convinto che vi sia una sola via per evitare questo declino, quella di ’“entrare in un aggiornamento perpetuo” di cambiamento e adattamento, aperto da Papa Francesco.24Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.53
MUNUS REGENDI
Jean-Claude Hollerich è stato nominato arcivescovo di Lussemburgo nel 2011, dopo quasi due decenni trascorsi tra vari incarichi amministrativi e di insegnamento presso l’università gesuita di Tokyo, maturando la propria esperienza pastorale presso il Centro cattolico dell’università e la comunità degli espatriati.
A Tokyo è entrato in contatto con un cattolicesimo poco conflittuale socialmente, che godeva di “uno status molto elevato nella società giapponese”.25Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.49
Poiché i cattolici rappresentavano solo lo 0,3% della società giapponese, le posizioni della Chiesa su questioni morali e sociali non erano rilevanti nel dibattito pubblico. In Lussemburgo, invece, quando nacque Hollerich, i cattolici costituivano oltre il 95% della società. Il loro numero ora è in costante calo.
Una diocesi sinodale
I cattolici del Lussemburgo sono stati guidati dai loro vescovi lungo un cammino sinodale di rinnovamento e di “apertura verso la cultura moderna e il mondo” negli ultimi decenni. Subito dopo il Concilio Vaticano II, la diocesi tenne un sinodo che durò dodici anni (1969-1981). Secondo quanto riportato sul sito internet diocesano, questo “ha avuto un effetto pionieristico e di presa di coscienza sul nuovo modo di intendere una Chiesa profondamente radicata nella società”. Come “frutto dell’aggiornamento”, la diocesi menziona “la creazione di tutta una serie di comitati consultivi”, che danno voce alla “base” e mostrano “rispetto per il pluralismo”.
Il predecessore di Hollerich, l’arcivescovo Fernand Franck, ha organizzato due “ampie consultazioni a livello diocesano” nel 1997-‘98, sottolineando l’importanza di “un dialogo reale all’interno del popolo di Dio, invece di un’insoddisfacente autoreferenzialità”. Le risposte raccolte servirono da base per le discussioni dei “comitati” dell’assemblea diocesana del 1999, che lanciò l’iniziativa pastorale “Église 2005” con il motto: “Benvenuto — per una Chiesa accogliente e che ascolta”.
Nonostante questi processi di ascolto e di ristrutturazione, al momento del ritorno di Hollerich nella sua terra natale, la quota cattolica della popolazione era diminuita di un quarto e si sarebbe più che dimezzata se non fosse stato per il costante afflusso di portoghesi e di altri cattolici stranieri, che tutt’oggi vivono e lavorano in Lussemburgo.
Alla domanda su cosa avesse portato con sé dal Giappone in questo nuovo compito di vescovo diocesano, Hollerich rispose: “L’apprezzamento del dialogo con le altre religioni e con il mondo moderno. La lezione più importante è: non abbiamo il monopolio della verità (…) Dio è presente anche altrove”.26Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.79 Durante il mandato di Hollerich, il numero di cattolici è ulteriormente diminuito, passando da quasi il 70% a poco più del 40% della popolazione totale. Solo il 6% del suo gregge partecipa alla Messa domenicale, molti dei quali sono cittadini stranieri, influenzati dal cattolicesimo delle loro culture di origine.27Serge Allegrezza, “Net recul des pratiques religieuses et montée des spiritualités alternatives au Luxembourg”, 2023
2013-15: Supervisione della Separazione tra Chiesa e Stato
Due anni dopo l’inizio del mandato di Hollerich, fu eletto un governo liberale con la promessa di porre fine al finanziamento alle confessioni religiose e Hollerich dovette negoziare a nome della Chiesa.
L’accordo prevedeva l’eliminazione graduale dei sussidi per gli stipendi del clero e sollevava i Comuni dalla responsabilità finanziaria per gli edifici ecclesiastici. La questione più controversa fu la soppressione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. Il 72% dei lussemburghesi desiderava mantenere la possibilità di scegliere tra l’istruzione religiosa e quella sui “valori”, come è norma nella maggior parte dei paesi europei, ciononostante l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche fu abolito.
Hollerich parlò di un “disprezzo per la democrazia”, ma non galvanizzò l’opposizione e la voce dei media diocesani fu notoriamente tiepida. Proteste e petizioni furono organizzate da gruppi indipendenti. Alcuni fedeli ritennero che Hollerich non fosse all’altezza della situazione. Un osservatore convenne che la parte cattolica “cedette rapidamente alle richieste politiche”, ma aggiunse che “l’atteggiamento conciliatorio potrebbe essere stato indotto dal timore di perdere tutto”.
Intervistato immediatamente dopo l’abolizione della religione dalle scuole, Hollerich espresse rammarico per il fatto che lo Stato avesse tolto “il diritto di decidere secondo quali valori i propri figli debbano essere educati a scuola”, ma lodò comunque il processo per la sua fluidità: “è stato trovato un percorso percorribile da tutte le parti coinvolte. Abbiamo evitato un Kulturkampf perché tutti si sono venuti incontro”. Questo, disse, rappresentava un’opportunità per trovare nuovi modi di annunciare il Vangelo come una Chiesa “significativamente più povera” e, “al fine di trovare un cammino comune per questo”, avrebbe convocato un sinodo diocesano.
Quel sinodo non si materializzò mai e il Cardinale Hollerich cominciò presto a concentrare le sue energie sul lavoro nelle commissioni per conto della conferenza episcopale europea e sui lavori sinodali per il Papa.
Nuovi gruppi religiosi nella diocesi
Mentre Hollerich ampliava le sue relazioni a livello europeo, la stampa lussemburghese cominciava a non sapere più bene come interpretarlo. Il settimanale d’Lëtzebuerger Land, che inizialmente aveva notato con favore che il Cardinale stava seguendo una linea “liberale di sinistra”, riportò in seguito lo sconcerto dei laici della diocesi. Secondo loro, nonostante le dichiarazioni progressiste, il “vescovo Buddha” aveva “spalancato le porte del Lussemburgo a movimenti di sensibilità conservatrice o persino tradizionalista”, malgrado le resistenze interne alla diocesi. “Vede davvero il futuro della Chiesa nei gruppi conservatori di destra?”, si chiedevano. In realtà, Hollerich lascia pochi dubbi su ciò che pensa dei “conservatori intransigenti”.
In un’intervista televisiva del gennaio 2023 ha annunciato, con un sorriso: “I conservatori intransigenti, in generale, sono carenti in intelligenza”.28KTO TV, “Entretien avec le cardinal Hollerich, rapporteur général du Synode des évêques”, al min. 3:00 Nel suo libro-intervista sembra suggerire che “essi” non cerchino davvero la verità, nemmeno nella loro fede: “I cosiddetti cattolici conservatori rigorosi sono essi stessi un fenomeno della postmodernità. Non sono affatto interessati a una Tradizione vivente, ma invece selezionano selettivamente elementi prestabiliti del cattolicesimo. Si sentono a proprio agio nella loro bolla, la loro identità è accentuata perché tutti lì dicono la stessa cosa”.29(122)
Eppure, nella sua diocesi ha accolto nuove comunità che sembrano corrispondere a un profilo conservatore. Anzitutto gli Scout Cattolici d’Europa, che sottolineano l’importanza della frequenza regolare alla Messa e della confessione, i quali sono stati anche accusati di “proselitismo”. Nel 2016 ha accolto due comunità religiose: Verbum Spei, attiva nella pastorale universitaria e nella formazione dei capi degli Scout d’Europa; l’Istituto Serve del Signore e della Vergine di Matará (SSVM), che offre catechesi ai bambini.30Sia Verbum Spei che la comunità SSVM sono poste in ombra dal passato dei loro fondatori, autori seriali di abusi sessuali, che hanno creato una cultura dell’abuso. Per Verbum Spei, vedi: Marie-Laure Lorrand, “Des garde-fous fragiles contre les abus”, 23.11.2021, Reporter. Per SSVM vedi: Michelle la Rosa, “Seeing ‘red flags’ – Is there transparency for troubled religious orders?”, 29.11.2022. Infine, nel 2022, il movimento carismatico del Cammino Neocatecumenale ha aperto un Seminario internazionale in Lussemburgo.
“Le persone hanno difficoltà a catalogarmi”, ha detto; “alcuni pensano: ‘è ultraconservatore’, altri pensano che sia ‘terribilmente liberale’”.
Tuttavia, accogliere questi gruppi non significa necessariamente condividerne le convinzioni. Attraverso la loro presenza, Hollerich ha potuto importare ciò di cui il Lussemburgo ha bisogno e che la diocesi non è stata in grado di generare da sola: una struttura per coinvolgere i giovani cattolici, nuove vocazioni e seminaristi. Negli ultimi dieci anni, solo un’ordinazione sacerdotale è cresciuta dalla diocesi; tutte le altre provengono da questi gruppi e comunità recentemente insediati.
È importante notare che le comunità religiose dispongono di proprie strutture di finanziamento. I seminari del Cammino Neocatecumenale sono sotto l’autorità del vescovo locale, ma il movimento dispone di fondi e statuti che consentono la creazione di fondazioni diocesane autonome per finanziarli. Per la diocesi di Lussemburgo, dunque, l’apertura ai “conservatori” rappresenta un modo economicamente vantaggioso per gestire il declino.
Finanze
Con la soppressione dei finanziamenti statali alla Chiesa, la situazione finanziaria della diocesi è divenuta precaria. Dal 2019 la chiesa locale è in rosso, con una perdita operativa superiore ai 2,5 milioni di euro all’anno. Gli stipendi del clero e degli altri dipendenti assunti prima del 2016 sono ancora pagati dallo Stato in base a un regime transitorio, ma i nuovi assunti non ricevono più sussidi pubblici. Delle quasi 500 chiese presenti sul territorio, solo un quarto appartiene alla Chiesa; le altre sono proprietà dei Comuni, che ora possono decidere se sconsacrarle o se far firmare un accordo alla Chiesa, imponendole i costi per l’uso. Nel 2024 sono state sconsacrate 25 chiese, cinque delle quali appartenenti alla diocesi. Nel prossimo futuro si prevede la chiusura di almeno altri 50 edifici religiosi.
Covid
L’assenza delle questue durante la pandemia ha aggravato la situazione finanziaria. Durante il primo lockdown, a partire da marzo 2020, il Lussemburgo ha vietato gli eventi culturali in presenza, compresi i servizi religiosi, con una graduale riapertura a partire da aprile. In quell periodo, Hollerich tentò di ottenere un ritorno anticipato alle celebrazioni, illustrando le precauzioni speciali che sarebbero state adottate, ma non ricevette risposta dal Governo: “Ho parlato con vescovi di altri paesi: erano inorriditi. La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale. Evidentemente, questo diritto deve essere bilanciato con altri durante una pandemia”.
Quando giunse la seconda fase del Covid, nel gennaio 2022, nel suo ruolo di presidente della commissione che rappresenta i vescovi cattolici d’Europa, Hollerich chiese che i servizi religiosi in tutta Europa fossero accessibili solo ai possessori del pass vaccinale. Durante la pandemia aveva proibito la Comunione sulla lingua.31Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.117
Abusi sessuali nel clero
Nel 2022 risultavano sessanta casi di abuso esaminati dalla diocesi, ma non erano state segnalate accuse di cattiva gestione. Oggi, non è neppure previsto il ricorso a un’indagine indipendente. Nel 2021, dopo che divenne pubblica una relazione sessuale tra un cappellano universitario e uno studente, emersero preoccupazioni circa la decisione di affidare l’assistenza pastorale universitaria alla comunità religiosa cui apparteneva il cappellano, la Verbum Spei, gruppo con una storia di abusi giustificati da una “spiritualità dell’amicizia” elaborata dal fondatore. Secondo quanto affermato dal vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi, quest’ultimo e Hollerich erano a conoscenza di quanto successo in passato, ma sostennero che non era stata presentata alcuna denuncia e che tutti coloro che lavoravano in posizioni pastorali come dipendenti dell’Arcidiocesi avevano firmato un contratto che li vincolava al rispetto delle norme vigenti per la prevenzione degli abusi.
2014-2018 Presidente della Conferenza delle Commissioni Giustizia e Pace d’Europa
Proprio mentre nella sua diocesi si stava profilando la crisi per la separazione tra Chiesa e Stato, nel 2014 Hollerich si candidò alla presidenza della Conferenza delle Commissioni Giustizia e Pace d’Europa, composta da 32 commissioni nazionali e impegnata in tematiche complesse come povertà, diritti umani, pace e questioni ambientali.
Il ruolo comportava un notevole impegno in termini di tempo e la partecipazione regolare a riunioni a Bruxelles e in tutta Europa. Per Hollerich l’incarico ha rappresentato una porta d’accesso al Consiglio d’Europa, presso il quale la Conferenza gode di uno status consultivo.
Presidente della COMECE
Dalla presidenza della Giustizia e Pace Hollerich passò, nel 2018, senza soluzione di continuità, a un mandato quinquennale come presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE), ampliando la sua rete e assumendo l’impegno a viaggiare frequentemente per rappresentare la COMECE negli incontri con le istituzioni dell’Unione Europea.
Unione europea
Secondo Hollerich, l’Unione Europea rappresenta un “modello per il mondo” e la sua esistenza è un imperativo morale: “Un’Europa unita è un progetto di fraternità. Il Papa dice che, se non esistesse, bisognerebbe inventarla. È un modello per il mondo. In nessun’altra parte del mondo le nazioni rinunciano a porzioni della propria sovranità per un progetto comune. Ma questo progetto è oggi in grave difficoltà. Il trasferimento di sovranità è osteggiato dal ‘sovranismo’. Cioè, alla fraternità si oppone l’egoismo”.
Migranti
Nonostante la sua ferma adesione all’Unione, il Cardinale ha espresso forti critiche verso le istituzioni europee per la gestione dell’immigrazione, affermando che “i rifugiati pagano il prezzo dell’indecisione e dell’egoismo europei”. Ha definito il patto europeo sull’immigrazione un “disastro”. Pur riconoscendo che l’Europa non può accogliere tutti i migranti, ha sottolineato che questi devono sempre essere trattati con compassione. Quando Polonia e Lituania hanno dichiarato lo stato di emergenza per il flusso di migranti provenienti dalla Bielorussia, Hollerich ha evitato di interpretare la questione in termini di “guerra ibrida” e ha affermato che la strumentalizzazione politica dei migranti “è come il peccato originale”. Invocando una soluzione umanitaria, ha ribadito che la Chiesa deve tener conto di tutte le preoccupazioni, “promuovendo sempre il bene comune, a livello locale e universale”.
Alla domanda se l’aumento dei prezzi fosse dovuto agli immigrati, Hollerich ha risposto: “Non direttamente. Ma ottengono alloggi sociali secondo gli alti standard che abbiamo qui. Io stesso, dopo il pensionamento, non potrei più permettermi un appartamento simile. Forse è stato un errore nazionalizzare tutta l’assistenza ai rifugiati. Se fosse stata affidata alle ONG e alle Chiese, l’aiuto sarebbe meno burocratico, ci sarebbe più condivisione e l’integrazione sarebbe più facile. Non c’è dubbio che occorra tenere conto anche dei cittadini più poveri del paese. Ma non si possono usare i loro argomenti per battere i populisti alle elezioni. Mi sorprende vedere che in Germania i Verdi e la Sinistra siano molto più aperti su questo fronte rispetto ai partiti C (cristiani)”.
Libertà religiosa nei paesi islamici
Come presidente della COMECE, Hollerich si è espresso a favore dei cristiani perseguitati e delle altre minoranze nei Paesi a maggioranza musulmana, chiedendo alle istituzioni dell’Unione Europea di subordinare gli accordi commerciali al miglioramento delle condizioni d’esercizio della libertà religiosa.
Cina
Per quanto riguarda la libertà religiosa in Cina, Hollerich non ha avanzato simili richieste. Interpellato sull’accordo segreto e controverso tra Santa Sede e Cina circa la nomina dei vescovi da parte del governo cinese, ha affermato: “Non c’è altra opzione. Penso che il Vaticano non abbia alternative. E nemmeno il movimento democratico di Hong Kong”.
Hollerich ha quindi attribuito ai manifestanti per i diritti umani la responsabilità di ulteriori persecuzioni, alludendo al Cardinale Joseph Zen: “Quando il Cardinale di Hong Kong protesta ad alta voce, si scatena un’ondata di persecuzioni contro i cristiani nella Repubblica Popolare Cinese. Bisogna essere molto prudenti in quello che si dice, si rischia facilmente la vita”.32Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.61 Tuttavia, alcuni esperti in diritti umani hanno sostenuto che è stato proprio l’accordo segreto a far aumentare le persecuzioni. Secondo altri, invece, l’accordo si inserisce nella strategia cinese volta a indebolire gli standard internazionali sui diritti umani tramite la costruzione di alleanze esterne e un controllo interno sempre più rigido, con restrizioni che si sono fatte sempre più severe, come il divieto ai minori di 18 anni di partecipare alla vita della Chiesa.
Ai vescovi e ai sacerdoti viene richiesto di sottoscrivere i principi dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, che — come ha confermato Papa Benedetto XVI in una famosa lettera ai cattolici cinesi — è incompatibile con una corretta comprensione cattolica della Chiesa. Secondo i critici, segnalare oggi una flessibilità dottrinale crea confusione e favorisce la strategia governativa di “sinizzazione”, un processo che mira a una “trasformazione completa delle religioni”, svuotandole dei contenuti fondamentali pur mantenendone l’apparenza esterna.
I critici affermano anche che l’accordo segreto con il governo, imposto dall’alto, ricontestualizza il sacrificio dei fedeli perseguitati in Cina che hanno resistito a imposizioni statali contrarie alla loro fede. La loro obiezione di coscienza e la sofferenza vengono reinterpretate come rigidità teologica, una narrazione che i settori più allineati dell’apparato ecclesiale cinese sostengono da decenni.
Uno di questi fu il defunto vescovo Jin di Shanghai, gesuita, che oggi Hollerich propone come esempio del fatto che un compromesso è possibile. Jin, afferma, era “completamente cattolico” e “accettato anche dalla Chiesa clandestina”.33Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.62
Tuttavia, Hollerich non menziona che Jin fu ordinato senza approvazione papale e che usurpò la diocesi, mentre il legittimo vescovo (anch’egli gesuita) era agli arresti domiciliari. Jin godette così di grande libertà da parte del governo, ricevette costantemente visitatori internazionali e viaggiò per il mondo per spiegare la situazione della Chiesa in Cina.
Riscaldamento globale
Il 24 settembre 2021, il Cardinale Hollerich ha inviato una lettera a tutti i capi delle istituzioni europee a nome dell’“European Laudato Si’ Alliance”. Traducendo l’enciclica papale Laudato Si’ in un programma politico concreto, il Cardinale ha esortato i leader europei a rispettare una serie di richieste specifiche, tra cui “aggiornare gli obiettivi nazionali a breve termine” e “interrompere tutte le nuove infrastrutture legate ai combustibili fossili” al fine di “raggiungere il limite di 1,5°C di riscaldamento globale”.
Hollerich promuove una “conversione ecologica” in linea con Laudato Si’. Quando ha dichiarato alla rivista America di aver iniziato personalmente tale conversione attraverso scelte ecologiche, evitando le bottiglie di plastica e passando a un’automobile ibrida, non poteva prevedere la portata dell’impronta carbonica che i suoi viaggi in rappresentanza del Papa avrebbero comportato. In qualità di relatore generale del Sinodo sulla sinodalità ha viaggiato ampiamente, recandosi in Europa, Asia, Africa e America Latina.
Guerra e pace
Nel marzo 2025, il Cardinale Hollerich ha espresso la sua preoccupazione per una “corsa agli armamenti scoppiata in tutto il mondo”, che ha definito “estremamente preoccupante, per non dire terrificante”. Ha sottolineato la necessità di una “riflessione morale” e ha lamentato che “il tabù sulla guerra”, presente dopo la Seconda Guerra Mondiale, “sembra essere venuto meno”, aggiungendo che, se non verrà recuperato, “il mondo rischia di scivolare lungo un pendio pericoloso”.
Considerando la divergenza tra gli interessi americani sotto la presidenza Trump e quelli dell’Europa — e con ogni probabilità dello stesso Cardinale -, Hollerich ha affermato: “anche l’Europa farebbe bene a diventare autonoma nella produzione militare, poiché oggi è ancora fortemente dipendente dagli Stati Uniti, una dipendenza che la rende vulnerabile”.
Barre cardinalizia e incarichi extra-diocesani
La nomina di Hollerich al cardinalato è risultata difficile da comprendere da un punto di vista pastorale. Non rientrava in un’agenda di “uscita verso le periferie”, poiché l’Europa in declino contava già il doppio dei cardinali elettori rispetto alla crescente Africa. Anche all’interno dell’Europa, Hollerich rappresenta un ramo occidentale in contrazione rispetto al cattolicesimo più vivace dei paesi dell’Europa meridionale e orientale. Col senno di poi, sembra sia stata una mossa per conferire autorità alla diplomazia sinodale che egli era destinato a svolgere per conto di Papa Francesco. Subito dopo aver ricevuto la berretta rossa, ha ottenuto a sostegno della sua attività anche l’assegnazione di un vescovo ausiliare, che dal 2019 si occupa della diocesi, mentre egli è diventato membro di diversi dicasteri curiali: cultura, dialogo interreligioso e educazione cattolica. Nel 2021 è stato eletto alla vicepresidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e, nello stesso anno, Papa Francesco lo ha nominato relatore generale del Sinodo sulla sinodalità.
LA DIPLOMAZIA SINODALE DEL CARDINALE HOLLERICH
“Cammino Sinodale” tedesco
Nel 2018, il Cardinale Hollerich aveva appena assunto l’incarico di presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE) quando, nella vicina Germania, fu pubblicato un rapporto sugli abusi nella Chiesa cattolica dal 1946 al 2014.34Studio MHG, Conferenza Episcopale Tedesca, 2018. Mannheim, Heidelberg, Giessen: Consorzio di Ricerca MHG Di fronte allo sdegno pubblico e alla perdita di fiducia, un numero elevato di cattolici interruppe il proprio contributo fiscale alla Chiesa. In risposta, la Chiesa annunciò l’avvio di un processo per individuare, tramite il confronto tra vescovi, religiosi e rappresentanti laici, le cause “sistemiche” e “strutturali” della crisi degli abusi e proporre i cambiamenti necessari. Poiché la Chiesa protestante tedesca dichiarava di avere pochissimi casi, prevalse la narrativa secondo cui dovevano essere le caratteristiche distintamente cattoliche a essere in difetto: il sacerdozio ordinato e quindi una struttura di potere dominata da uomini, il celibato, nonché l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità.
Un percorso a senso unico?
Quando, nel 2019, il progetto fu lanciato con il nome di “Cammino sinodale”, era poco lo spazio per sorprese sulla direzione che il sinodo tedesco avrebbe preso: una maggioranza qualificata dei due terzi per le risoluzioni sembrava garantita dall’elevato numero di vescovi progressisti e da un 40% di rappresentanza laica proveniente dal “Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi”, un’organizzazione che da decenni sostiene l’ordinazione femminile, l’abolizione del celibato, un cambiamento dell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e un ruolo dei laici nella scelta dei vescovi. La crisi degli abusi conferiva urgenza alla loro visione: solo un cambiamento radicale della Chiesa ne avrebbe garantito la sopravvivenza e l’attuazione di tali cambiamenti era equiparata alla prevenzione degli abusi. Le riserve teologiche erano accolte con sospetto e bollate come un rifiuto di ammettere gli errori o di imparare dal passato. L’implicazione era che gli abusi fossero un problema causato dalla teologia “conservatrice” e da coloro che la sostenevano.
In effetti, il Cardinale Hollerich sembra condividere questa supposizione. In uno scambio spontaneo del 2023 con attivisti laici statunitensi, egli sembra collegare la cattiva gestione degli abusi al conservatorismo teologico. Alla domanda su eventuali modifiche al diritto canonico per permettere di perseguire più efficacemente coloro che coprono gli abusi, egli ha risposto che non può fare molto, in quanto relatore generale del Sinodo, poiché se lo facesse “verrebbe fatto fuori da tutti i vescovi conservatori”. Nello stesso contesto ha suggerito che anche le mani del Papa sono legate, con la sola possibilità di “sostituire lentamente i vescovi con persone migliori”.35“Encounter with Cardinal Hollerich”, Nate’s Mission, 2.10.2023
Dubbi sul processo sinodale
Per quanto riguarda i vescovi tedeschi, il primo dissenso pubblico al Cammino sinodale giunse tramite una lettera aperta, all’inizio di settembre 2020. Il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona denunciò tattiche poco collegiali: se un piccolo gruppo di vescovi non si fosse uniformato alle posizioni maggioritarie sull’ordinazione delle donne, la maggioranza avrebbe adottato metodi a suo giudizio scorretti. In particolare, testi controversi sarebbero stati approvati senza permettere un apporto correttivo da parte dei membri di minoranza delle commissioni.36Cfr. la lettera aperta del vescovo Voderholzer, che protestava contro un testo sul ruolo delle donne nella Chiesa inviato alle conferenze regionali senza essere stato votato, presumibilmente “per mancanza di tempo” e con uno stile argomentativo che definiva “privo di qualsiasi livello teologico”. Rudolf Voderholzer, 2.9.2020
Due settimane dopo, il Cardinale Hollerich commentò pubblicamente il Cammino sinodale in un’intervista all’agenzia di stampa della Conferenza episcopale tedesca, KNA, esprimendo “grandissimo rispetto” per il coraggio di “porre le grandi domande che devono essere poste”. Manifestò apertura sull’ordinazione femminile, ma avvertì che una nazione non dovrebbe giungere a conclusioni discordanti da quelle di altre e si domandò: “non voglio assolutamente interferire – ma dobbiamo trovare risposte a queste domande in ciascun paese, oppure abbiamo bisogno di un Sinodo europeo?”.
Non a caso, nel febbraio 2021, come presidente della COMECE, Hollerich chiese un Sinodo europeo dei vescovi. Nel maggio, il Vaticano annunciò un processo sinodale globale della durata di due anni e, nel luglio successivo, Hollerich fu nominato relatore generale. Da allora ha viaggiato per l’Europa e per il mondo per guidare il processo e accompagnare le Chiese locali.
Consiglio al Cardinale Woelki: “Io mi dimetterei”
Nel frattempo, con la pubblicazione di nuove indagini diocesane, in Germania altri vescovi furono accusati di aver gestito male casi di abuso, tra i quali il Cardinale conservatore Rainer Woelki di Colonia, considerato un ostacolo al regolare svolgimento del Cammino sinodale. Aveva espresso sin dall’inizio preoccupazione per il basso livello di riflessione teologica emerso, che secondo lui avrebbe causato imbarazzo alla Chiesa a livello internazionale.
Per quanto riguarda la gestione degli abusi, il Cardinale Woelki fu scagionato da qualsiasi illecito, essendogli stata addebitata solo una “cattiva comunicazione” in seguito alla commissione di un rapporto metodologicamente lacunoso che aveva generato confusione.37Woelki fu inizialmente scagionato da un rapporto indipendente pubblicato nel marzo 2021. Nonostante ciò, il Vaticano avviò una propria indagine, ma dichiarò di non aver trovato elementi contro di lui all’inizio del 2022. Tuttavia, continuarono le richieste di dimissioni e Woelki le offrì personalmente al Papa, che nell’ottobre 2021 lo invitò a un “periodo di riflessione” di cinque mesi, nominando al suo posto un amministratore per guidare la diocesi. Ciò significava che Woelki non avrebbe preso parte al dibattito pubblico, né avrebbe votato alla terza sessione del Cammino sinodale, pur essendo previsto il suo ritorno in diocesi al termine del periodo.
Il 2 febbraio 2022, alla vigilia dell’assemblea plenaria del Cammino sinodale chiamata a votare sulle benedizioni delle unioni omosessuali e sulle modifiche al Catechismo in materia, il Cardinale Hollerich rilasciò un’intervista a KNA, esprimendo pubblicamente un consiglio al Cardinale Woelki: “Non posso dire cosa dovrebbe fare. Ma se fossi io, me ne andrei”, pur riconoscendo che Woelki non aveva “commesso alcun errore” nella gestione dei casi di abuso, ma aveva avuto solo una “comunicazione molto negativa”.
Omosessualità: l’Insegnamento della Chiesa è sbagliato
Il Cardinale Hollerich ha successivamente affrontato l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità. Alla domanda su come egli si confronti con il fatto che la Chiesa insegna che l’omosessualità è un peccato, la sua risposta fu inequivocabile: “credo che questo sia sbagliato. Ma credo anche che dobbiamo riflettere ulteriormente in termini di dottrina. Il modo in cui il Papa si è espresso in passato può condurre a un cambiamento della dottrina”.
Dato un simile sostegno esplicito a un cambiamento dottrinale da parte del responsabile scelto dal Papa per guidare il sinodo mondiale, parve probabile che lo stesso Pontefice fosse favorevole sia a un cambiamento della dottrina, sia al fatto che proprio Hollerich fosse incaricato di guidare il processo, anche in riferimento al Cammino sinodale tedesco. Tale impressione sembrò confermata il 5 febbraio 2022, quando fu annunciato un “gruppo di discussione misto” tra il Segretariato del Sinodo romano e il Presidium del Cammino sinodale tedesco.
Nel frattempo, l’intervista di Hollerich fece il giro del mondo e l’insolita chiarezza di linguaggio del Cardinale si rivelò controproducente. Il Cardinale George Pell chiese immediatamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede di correggerlo pubblicamente per il suo “rifiuto esplicito e totale” dell’insegnamento della Chiesa in materia di etica sessuale. Come accadde spesso durante il pontificato di Papa Francesco, la Congregazione non emise alcuna correzione.38Quando terminò la sospensione di Woelki, egli presentò nuovamente le proprie dimissioni, il che portò a continue speculazioni sulla sua possibile rimozione fino a quando divenne chiaro che il Papa le aveva lasciate decadere senza pronunciarsi. Questo fece sì che Woelki fosse presente e potesse votare alla quarta sessione del Cammino sinodale nel settembre 2022.
“Non sono favorevole a cambiare nessuna dottrina”
Il 26 agosto 2022, il Cardinale Hollerich tenne una conferenza stampa in Vaticano, mentre il sinodo mondiale entrava nella sua fase continentale. In qualità di relatore generale, insistette con forza: “non ho un’agenda personale per questo sinodo. Ho ricevuto una missione concreta dal Papa, che è quella di ascoltare e servire. (…) Sono aperto, sto ascoltando e non sto portando avanti nessuna agenda”.39Conferenza stampa vaticana, “La seconda fase del processo sinodale”, 26.8.2022, min 1:20:43
Riformulò quindi la propria posizione riguardo al cambiamento della dottrina: “credo pienamente nella tradizione della Chiesa. E ciò che ritengo importante, in questo processo, non è un cambiamento della dottrina. Ma ciò che è importante è ascoltare tutti […] e arrivare non a un cambiamento della dottrina, ma a un cambiamento di atteggiamento, affinché siamo una Chiesa nella quale tutti possano sentirsi a casa. Quindi, non sono favorevole a cambiare alcuna dottrina. Sono favorevole a una Chiesa dove veramente tutti possano sentirsi accolti”.40Conferenza stampa vaticana, “La seconda fase del processo sinodale”, 26.8.2022
I voti oscillanti dei vescovi ostacolano il cammino sinodale
Due settimane dopo, in Germania, durante la quarta sessione del Cammino sinodale, il documento di orientamento sulla liberalizzazione della morale sessuale cattolica non riuscì a ottenere la maggioranza necessaria da parte dei vescovi: 33 vescovi votarono a favore, 21 contro e 3 quelli che si astennero. L’assemblea fu sospesa e si svolsero riunioni per fare fronte alla crisi legata al risultato negativo. Il portale web dell’ufficio media della Conferenza episcopale svizzera titolò: “Cecchini codardi? Questi vescovi hanno bloccato il documento di riforma sulla morale sessuale”, corredando l’articolo con le foto segnaletiche dei presunti contrari. In seguito, le regole di voto furono modificate, eliminando il requisito della maggioranza dei due terzi tra i vescovi e dando maggiore peso alla componente laica dell’assemblea; inoltre, venne abolito il voto anonimo, così da potere identificare i dissenzienti e invitarli a giustificare le proprie posizioni. Da quel momento in poi, tutti i documenti furono approvati.
Il caso del vescovo Bode ignorato
Successivamente, emerse che il vicepresidente progressista e principale organizzatore del Cammino sinodale, il vescovo Franz-Josef Bode, aveva gestito in modo gravemente inadeguato sedici casi di abuso, favorendo gli autori, facilitando ulteriori abusi e omettendo di applicare le procedure canoniche. A differenza del caso Woelki, questa volta Hollerich non fece alcuna dichiarazione pubblica. In effetti, Bode non si dimise nemmeno temporaneamente e per cinque mesi continuò a guidare il Cammino sinodale sotto una nube di controversia. Offrì le sue dimissioni nel gennaio 2023, ma il Papa fu lento nel rispondere, datando l’accettazione alla fine di febbraio e rendendola pubblica solo dopo la conclusione formale del Cammino sinodale, avvenuta nel mese di marzo.
Prima della quinta e ultima sessione del Cammino sinodale, Hollerich predicò nella cattedrale di Aquisgrana, manifestando il proprio sostegno alla posizione maggioritaria: “l’orgoglio, l’egoismo fondamentale e l’esclusione di altre persone e interi gruppi sono peccati più gravi di qualsiasi questione legata alla sessualità”. Dal punto di vista strategico, tuttavia, si distanziò dal progetto tedesco, dichiarando all’emittente cattolica francese KTO che una Chiesa nazionale non può procedere in modo indipendente.
Secondo lui, il processo in Germania era stato troppo “dall’alto verso il basso”; non l’espressione di un’intera comunità, ma quella di una “élite ecclesiale” e ciò avrebbe portato alla polarizzazione. Senza una critica ai contenuti ma solo al metodo, a Hollerich sembrò che i tedeschi avessero raggiunto i risultati desiderati, ma troppo presto e con un processo troppo evidente. Per rimediare a tali difetti, Hollerich suggerì che vi fosse un altro processo sinodale con una partecipazione molto più ampia del laicato e dei vescovi al di fuori della Germania.
Hollerich: “Il Cammino sinodale non è un modello per il Sinodo sulla sinodalità”
All’inizio, Hollerich aveva lodato il processo tedesco come aperto e imprevedibile: “ciò che mi piace del Cammino sinodale è che è un percorso in cui non si sa sempre dove porterà”.
Dopo tre anni di partecipazione, il vescovo Stefan Oster di Passau, critico del Cammino sinodale, non confermò tale apertura e imprevedibilità. In un’intervista rilasciata nel giugno 2023 spiegò di aver trovato il progetto “politicamente motivato” fin dall’inizio, con una larga maggioranza orientata a obiettivi prestabiliti.41“Ogni volta era molto politicamente motivato, con obiettivi chiari per proposte di riforma molto specifiche che la grande maggioranza aveva già in mente fin dall’inizio”, 20.6.2023 Wolfgang Krinninger, “Eine Gewissensentscheidung, die mir alles andere als leicht gefallen ist” Lo stesso giorno, in una conferenza stampa a Roma, il Cardinale Hollerich descrisse il Cammino sinodale come “non un modello” per i lavori del Sinodo universale, poiché “noi siamo più per l’armonia”.
Rapporto sugli abusi nella Chiesa protestante smentisce i presunti “fattori di rischio” cattolici
Un epilogo inatteso è stato offerto dalla Chiesa protestante di Germania, nella quale da tempo sono state implementate tutte le modifiche proposte dal Cammino sinodale. Nel gennaio 2024, essa ha ricevuto i risultati del suo primo rapporto indipendente sugli abusi sessuali, che ha rivelato una crisi di proporzioni uguali, se non maggiori, rispetto a quella della Chiesa cattolica.
Il rapporto ha mostrato che solo un terzo degli autori degli abusi era composto da pastori e che tre quarti dei colpevoli erano sposati quando commisero il primo abuso. Come nella Chiesa cattolica, due terzi delle vittime erano maschi. I redattori del rapporto hanno concluso che il problema “non può essere ricondotto a un gruppo professionale o a una classica costellazione criminosa” e che decenni di negazioni nonché il rifiuto di indagare erano stati sostenuti dalla convinzione che la loro Chiesa non dovesse preoccuparsi, poiché non presentava i presunti “fattori di rischio”, come il sacerdozio ordinato, una struttura di potere maschile, il celibato o l’insegnamento cattolico in materia sessuale.
Nonostante ciò, il Cammino sinodale tedesco prosegue ancora nella sua traiettoria verso l’istituzione di un consiglio permanente che voterà sul futuro della Chiesa in Germania. Solo quattro vescovi tedeschi, tra cui il Cardinale Woelki, si sono finora apertamente dissociati dal progetto.
Il Cardinale Hollerich come relatore generale del Sinodo sulla sinodalità
In parallelo con il suo ruolo di commentatore e di intermediario in Germania, il principale compito del Cardinale Hollerich dal 2021 è stato quello di guidare il “Sinodo sulla sinodalità” a livello mondiale.
Dopo che i sinodi del 2014, 2018 e 2019 furono segnati da controversie e non produssero raccomandazioni conclusive per un cambiamento, Papa Francesco avviò un processo mondiale di “ascolto” per “discernere” la “voce del santo Popolo di Dio”, che sarebbe stato alla base del sinodo generale, affidandone ad Hollerich la conduzione. In qualità di relatore generale, egli ha guidato il processo attraverso una rete di incontri (viaggiando per partecipare alle assemblee continentali del Sinodo), interviste ai media (manifestando apertura al cambiamento dottrinale, pur affermando di non avere un’agenda personale) e frequenti incontri con il Papa. È stato naturalmente coinvolto nella redazione di tutti i testi cruciali.
Ha viaggiato in Europa, Asia, America Latina e Africa, ma non risulta abbia visitato gli Stati Uniti. Tuttavia, si è espresso su questioni relative alla Chiesa americana, osservando come la polarizzazione presente negli Stati Uniti sia lontana dal concetto di sinodalità.
Durante le varie fasi del sinodo vi sono stati quattro livelli di “sintesi”: a livello parrocchiale, diocesano, continentale e mondiale. A tutti i livelli fu richiesto di seguire istruzioni esplicite: non “riassumere”, ma vedere “quali nuovi orizzonti si aprono”, facendo emergere “punti originali” e dando voce ai “marginali”.
Il momento finale di “sintesi” produsse un documento che avrebbe dovuto rappresentare le preoccupazioni di 1,3 miliardi di cattolici. Fu preparato in due settimane da un gruppo di 20 persone.
I risultati dovevano essere discussi e votati da un’assemblea di vescovi, religiosi e laici. Le questioni più controverse evidenziate erano solo un passo indietro rispetto a quelle del Cammino sinodale tedesco: diaconato femminile, cura pastorale per le persone che si sentono escluse per la loro identità sessuale o di genere, celibato sacerdotale, governance ecclesiale e ruolo delle donne nella Chiesa. Poiché le discussioni delle assemblee generali erano riservate, anch’esse furono presentate sotto forma di relazioni “sintetizzate”.
Per le assemblee generali fu introdotto un metodo nuovo: gruppi di dodici persone impegnati in una “conversazione nello Spirito”. Le conversazioni erano guidate da “facilitatori” e le regole vietavano esplicitamente ai partecipanti di reagire alle affermazioni altrui per chiarire o confutare.
Il Cardinale cinese Joseph Zen ha criticato questa innovazione, affermando che “imporre questo metodo alle procedure sinodali è una manipolazione volta a evitare discussioni (…) è tutta psicologia e sociologia, niente fede né teologia”.
Hollerich non ha mai ammesso che, in termini di agire umano, il processo sinodale potesse presentare delle falle che lo rendessero manipolabile. Ha sempre insistito sul fatto che “non c’è nessuna agenda”, pur invocando uno status soprannaturale — e dunque un’autorità — dei risultati della consultazione quale “opera dello Spirito Santo”. Non ha affrontato alcuna analisi procedurale dettagliata, ma ha espresso un’idea chiara su che tipo di persone potesse mettere in discussione il processo: un “circolo” cospirativo di individui “che hanno paura del Sinodo e di una Chiesa in movimento, non più bloccata nel passato (…) In verità, sanno che non potranno fermarlo”.
Non vi è dubbio sul fatto che Hollerich abbia guidato e diretto attivamente il processo. Quando ha sottolineato “libertà” e “apertura” nelle discussioni, ciò è stato accompagnato dalla promessa che questo atteggiamento avrebbe “cambiato la Chiesa”. Ha persino anticipato come sarebbe mutata: “penso che una Chiesa sinodale cercherà più facilmente di parlare di questi temi rispetto alla Chiesa così come era strutturata in passato”.
“Questo metodo è importante oggi perché non possiamo più accontentarci di dare ordini dall’alto verso il basso. In tutte le società, nella politica, negli affari, ciò che conta oggi è la rete. Questo cambiamento nel processo decisionale va di pari passo con un vero cambiamento di civiltà che stiamo affrontando. E la Chiesa, come ha sempre fatto nella sua storia, deve adattarsi”.
Hollerich ha anche indicato che esisteva un modo giusto e uno sbagliato di votare e che considerava il sinodo come un processo per superare le opposizioni: “era chiaro per me che alcuni temi avrebbero incontrato resistenze. Sono pieno di meraviglia che così tante persone abbiano votato a favore. Ciò significa che la resistenza non era così grande come si pensava. Quindi sì, sono contento di questo risultato”.
Alla fine, Papa Francesco ha trasferito le questioni più controverse a gruppi di “esperti” che continueranno a studiarle fino al 2025 e Hollerich sarà coinvolto in un “dialogo” con essi. Il documento finale del sinodo si è concentrato sul concetto più ampio di sinodalità e su come implementarlo nella Chiesa.
La Tradizione ignorata
Alla conclusione del Sinodo sulla sinodalità, il Cardinale Hollerich ha evitato di rispondere alle domande sul motivo per cui le parrocchie e i gruppi che celebrano la Messa tradizionale non siano stati presi in considerazione, nonostante questi gruppi registrino numeri record di vocazioni e di partecipazione alla liturgia eucaristica. Ha affermato che “il cattolicesimo tradizionale non è stato un tema di discussione”, aggiungendo: “non eravamo contro di loro; non eravamo per loro”. Alla domanda su come un simile approccio possa dirsi sinodale, se è volto ad ascoltare tutti i punti di vista, ha risposto: “abbiamo discusso le questioni emerse dal popolo di Dio, e queste persone non ci hanno scritto”. Questa affermazione finale è stata contraddetta da molti gruppi tradizionali, che hanno dichiarato di avere presentato testi scritti durante le fasi di consultazione del sinodo. I loro contributi non sono stati inclusi né nelle discussioni a Roma, né nel documento finale dell’assise.
- 1Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.22
- 2Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, pp. 59, 64
- 3Ibid., p. 65
- 4Anche la versione inglese è ambigua: “ha compiuto” è stato tradotto con “carried out”
- 5L’originale italiano “per ultimare” e l’inglese “to finish”, così come tutte le altre lingue, erano ugualmente fuorvianti. La biografia aggiornata sul sito Vaticano ripete l’affermazione.
- 6Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.13
- 7Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.15
- 8Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.34
- 9Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.47
- 10Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.47
- 11Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.101
- 12Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.117
- 13Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135
- 14Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135
- 15Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.81
- 16Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.95
- 17Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.135. N.B.: La cappa magna è un paramento cerimoniale, non liturgico, e non è necessario indossarla per celebrare la Messa nel rito tridentino.
- 18Il riferimento è alla prassi nella diocesi nel 2013.
- 19Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.121
- 20Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.79
- 21Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.79
- 22Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p. 135
- 23Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.34
- 24Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.36-7
- 25CCC 1583
- 26“Kardinal Hollerich – der kommende Papst?”, Rheintoday.de 2023, https://www.youtube.com/watch?v=jyltzaeUkdU, al min. 20.30
- 27“Kardinal Hollerich – der kommende Papst?”, Rheintoday.de 2023, https://www.youtube.com/watch?v=jyltzaeUkdU, al min. 21.50
- 28Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.85
- 29Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.53
- 30Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.49
- 31Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.79
- 32Serge Allegrezza, “Net recul des pratiques religieuses et montée des spiritualités alternatives au Luxembourg”, 2023
- 33KTO TV, “Entretien avec le cardinal Hollerich, rapporteur général du Synode des évêques”, al min. 3:00
- 34(122)
- 35Sia Verbum Spei che la comunità SSVM sono poste in ombra dal passato dei loro fondatori, autori seriali di abusi sessuali, che hanno creato una cultura dell’abuso. Per Verbum Spei, vedi: Marie-Laure Lorrand, “Des garde-fous fragiles contre les abus”, 23.11.2021, Reporter. Per SSVM vedi: Michelle la Rosa, “Seeing ‘red flags’ – Is there transparency for troubled religious orders?”, 29.11.2022.
- 36Jean-Claude Hollerich, Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt, Freiburg 2022, p.117
- 37Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.61
- 38Jean-Claude Hollerich, “Was auf dem Spiel steht. Die Zukunft des Christentums in einer säkularen Welt”, Freiburg 2022, p.62
- 39Studio MHG, Conferenza Episcopale Tedesca, 2018. Mannheim, Heidelberg, Giessen: Consorzio di Ricerca MHG
- 40“Encounter with Cardinal Hollerich”, Nate’s Mission, 2.10.2023
- 41Cfr. la lettera aperta del vescovo Voderholzer, che protestava contro un testo sul ruolo delle donne nella Chiesa inviato alle conferenze regionali senza essere stato votato, presumibilmente “per mancanza di tempo” e con uno stile argomentativo che definiva “privo di qualsiasi livello teologico”. Rudolf Voderholzer, 2.9.2020
- 42Woelki fu inizialmente scagionato da un rapporto indipendente pubblicato nel marzo 2021. Nonostante ciò, il Vaticano avviò una propria indagine, ma dichiarò di non aver trovato elementi contro di lui all’inizio del 2022.
- 43Quando terminò la sospensione di Woelki, egli presentò nuovamente le proprie dimissioni, il che portò a continue speculazioni sulla sua possibile rimozione fino a quando divenne chiaro che il Papa le aveva lasciate decadere senza pronunciarsi. Questo fece sì che Woelki fosse presente e potesse votare alla quarta sessione del Cammino sinodale nel settembre 2022.
- 44Conferenza stampa vaticana, “La seconda fase del processo sinodale”, 26.8.2022, min 1:20:43
- 45Conferenza stampa vaticana, “La seconda fase del processo sinodale”, 26.8.2022
- 46“Ogni volta era molto politicamente motivato, con obiettivi chiari per proposte di riforma molto specifiche che la grande maggioranza aveva già in mente fin dall’inizio”, 20.6.2023 Wolfgang Krinninger, “Eine Gewissensentscheidung, die mir alles andere als leicht gefallen ist”