Sant'Egidio

Creato da:

Francesco

Status Votante:

Elettore

Nazione:

Italia

Età:

69

Cardinale Matteo Maria Zuppi

Sant'Egidio

Arcivescovo di Bologna, Italia

Italia

Gaudium Domini Fortitudo Vestra

La gioia del Signore è la vostra forza

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Dati chiave

Data di Nascita:

11 Ottobre 1955 (69 anni)

Luogo di Nascita:

Roma, Italia

Nazione:

Italia

Concistoro:

5 Ottobre 2019

da

Francesco

Status Votante:

Elettore

Incarico:

Diocesano

Tipo:

Cardinale Presbitero

Chiesa Titolare:

Sant'Egidio

Sintesi

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi è stato una figura in rapida ascesa nell’episcopato italiano, un prelato italiano chiaramente schierato nell’area politica progressista della Chiesa e che probabilmente proseguirebbe l’eredità di Papa Francesco, subendo tuttavia un forte controllo da parte della Comunità laica di Sant’Egidio, alla quale è strettamente legato.

Nato e cresciuto a Roma, ha stretti legami familiari con il Vaticano. Suo padre, Enrico, era giornalista e fotografo. L’allora sottosegretario di Stato, Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI), lo nominò direttore de “L’Osservatore della Domenica”, un’edizione settimanale illustrata de “L’Osservatore Romano”. La madre, Carla Fumagalli, era la nipote del Cardinale Carlo Confalonieri, che servì come segretario di Papa Pio XI, poi come prefetto della Congregazione per i Vescovi e come decano del Collegio Cardinalizio ai funerali dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo I.1Nel 2010, una selezione della corrispondenza professionale e personale di suo padre, che includeva otto lettere di Giovanni Battista Montini (che Enrico aveva incontrato durante gli anni universitari mentre era impegnato nell’apostolato cattolico nelle periferie di Roma) e ottanta lettere indirizzate a Carla durante il loro fidanzamento e matrimonio, fu pubblicata in un libro intitolato «Hai riempito gli abissi del mio cuore». Lettere a Carla. Con una prefazione del Cardinale Achille Silvestrini (collaboratore occasionale de L’Osservatore della Domenica durante gli anni di Enrico Zuppi), il libro fu presentato a Roma nel novembre 2010. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e Giovanni Maria Vian, allora direttore de L’Osservatore Romano, furono tra i relatori dell’evento.

Quinto di sei figli, il giovane Matteo frequentò il liceo nel centro storico di Roma e qui conobbe Andrea Riccardi, fondatore del movimento di Sant’Egidio.2Il Liceo Virgilio, situato nella nota via Giulia del centro storico di Roma. Ben presto venne coinvolto nella nascente Comunità, che considerava “un altro Vangelo e un’altra Chiesa”. Nel 1977, a ventidue anni, ha conseguito una laurea in lettere e filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sulla vita del Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.3Arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954. Riguardo alla sua tesi, l’Arcivescovo Zuppi ha affermato che “conoscerlo mi ha molto aiutato a comprendere la complessità della Chiesa. Lo vedevo come un esponente di una Chiesa debole contro il fascismo. In realtà, ho scoperto esattamente il contrario, ossia un padre molto amato dalla sua diocesi, tutt’altro che servile verso il potere. Fu Padre David Maria Turoldo, che da giovane predicò a Milano su richiesta del Cardinale, ad aiutarmi a scoprire questo aspetto di Schuster. Erano estremamente diversi, avevano modi e sensibilità quasi opposti, eppure Turoldo amava Schuster e si sentiva compreso da lui. Questo mi ha insegnato che la Chiesa è una realtà molto più complessa delle nostre idee e di alcune nostre letture ideologiche”. Entrò quindi in seminario nella Diocesi suburbicaria di Palestrina e studiò per il sacerdozio presso la Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il baccalaureato in teologia. Ordinato sacerdote per la Diocesi di Palestrina nel 1981, fu inizialmente assegnato come viceparroco di Santa Maria in Trastevere sotto Mons. Vincenzo Paglia. Mentre era lì, ricoprì diversi incarichi aggiuntivi, tra cui quello di rettore di una chiesa vicina e capo del consiglio presbiterale diocesano. Nel 1992, don Zuppi giocò un ruolo chiave negli accordi di pace mediati da Sant’Egidio in Mozambico, guadagnandosi il titolo di cittadino onorario del Paese.

Nel 2000, quando Vincenzo Paglia fu nominato vescovo di Terni, Zuppi lo sostituì in qualità di parroco di Santa Maria in Trastevere e di assistente ecclesiastico di Sant’Egidio. Nel 2006, Benedetto XVI gli ha conferito il titolo onorifico di Cappellano di Sua Santità.4Conferendogli il titolo di monsignore. Nel 2014, Papa Francesco ha abolito questo titolo per i sacerdoti diocesani sotto i sessantacinque anni. Nel 2010, fu trasferito presso una delle parrocchie più grandi della periferia di Roma e, nel 2012, Benedetto XVI lo ha nominato vescovo ausiliare di Roma. L’Arcivescovo Paglia fu uno dei suoi co-consacratori. Papa Francesco lo ha nominato arcivescovo di Bologna nel 2015, come successore del Cardinale Carlo Caffarra, e lo ha creato Cardinale nel 2019.

Oltre all’italiano, sua lingua madre, il Cardinale Zuppi ha qualche conoscenza dell’inglese, ma non risulta avere una padronanza in altre lingue.

Matteo Zuppi è un prelato affabile con amicizie che attraversano tutto lo spettro politico nella sua città natale, Roma. La sua preoccupazione per i poveri e gli emarginati, forgiata attraverso il suo stretto legame con la Comunità di Sant’Egidio, lo rivela come un vero figlio dello spirito del Concilio Vaticano II, qualcuno che cerca di impegnarsi costantemente con il mondo moderno e di attuare il “cambiamento profondo” che, a quanto crede, il Concilio volesse per la Chiesa.

Ciò significa aiutare la Chiesa a “riascoltare le molte domande del mondo”, partendo da un concetto di misericordia che, secondo lui, “rappresenta l’atteggiamento della Chiesa post-conciliare”. Il suo approccio consiste nel “rifiutare l’odio”, generare una “solidarietà autentica”, abbracciare il pluralismo religioso e la “fraternità”, e uscire verso le periferie per aiutare i poveri e gli emarginati — siano essi tossicodipendenti indigenti, bambini rom in condizioni di povertà o anziani abbandonati — guadagnandosi così il soprannome di “prete di strada”. Si impegna inoltre a includere le persone con attrazione per lo stesso sesso, i divorziati risposati civilmente, a dialogare con musulmani ed ebrei, e affrontare le preoccupazioni dei migranti.

Nominato arcivescovo e creato Cardinale da Papa Francesco, Matteo Zuppi si mostra pienamente impegnato nell’aderire alla visione di questo pontificato e nel portarla a compimento, a partire dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium fino al documento interreligioso sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dhabi nel 2019, uno dei testi fondamentali e più controversi di questo pontificato. Ha partecipato a diversi sinodi vaticani e considera la sinodalità un elemento essenziale per rinnovare la Chiesa e aiutare le comunità ecclesiali a superare l’isolamento.

Per Zuppi, l’individualismo è un anatema e la comunità, l’attivismo e la missione devono venire prima di tutto. Ha una devozione per la Madonna e attribuisce grande importanza alla preghiera, ma il suo forte accento sulla giustizia sociale e l’uguaglianza lo ha inevitabilmente portato ad alleanze con la politica della sinistra italiana. A tal punto che, quando Francesco annunciò la sua elevazione al Collegio Cardinalizio, i media italiani scherzarono sul fatto che il “cappellano” del PD stesse per diventare Cardinale. Zuppi ha inoltre avuto legami con un movimento contrario a Matteo Salvini, il leader populista della Lega; ha elogiato, nei loro funerali, due radicali italiani di estrema sinistra favorevoli all’aborto; e ha persino incardinato nell’Arcidiocesi di Bologna un sacerdote comunista che si era candidato alle elezioni per il Parlamento Europeo.

Il Cardinale Zuppi è strettamente legato a un noto massone italiano. Gioele Magaldi, romano di nascita, che nel 2010 ha fondato l’obbedienza massonica marcatamente progressista Grande Oriente Democratico, ha dichiarato in un’intervista dell’ottobre 2020 di conoscere “il mondo Vaticano” e che “tra i cardinali quello che stimo di più è Matteo Zuppi, che tra l’altro mi ha sposato”. Magaldi ha aggiunto: “Sarebbe un ottimo Papa”.

Egli si è dimostrato particolarmente fervente nell’accoglienza degli omosessuali e dell’“amore” omosessuale, generalmente senza richiamare alla necessità di alcuna conversione.

Tuttavia, nonostante le sue evidenti inclinazioni “progressiste” e i suoi legami con la Massoneria, cerca anche il dialogo con chi si colloca a destra e mantiene aperti i canali con coloro che sostengono la tradizione della Chiesa. Ha celebrato la Messa antica almeno in due occasioni e, nel 2022, ha presieduto i Vespri Solenni al Pantheon.

In contrasto con la sua immagine di “prete di strada” vi è il fatto che guida una delle diocesi più ricche del mondo, grazie a una straordinaria donazione di 1,8 miliardi di dollari all’Arcidiocesi di Bologna, avvenuta pochi anni prima della sua nomina.

Non è sempre facile comprendere con esattezza dove si collochi Zuppi, un prelato intelligente e dall’acuta capacità di discernimento, su questioni dottrinali e altri temi, poiché ha dimostrato di saper adattare il suo messaggio a seconda del pubblico o del pontefice di riferimento. Inevitabilmente, le sue posizioni tendono chiaramente in una direzione eterodossa, in particolare su temi quali l’indissolubilità del matrimonio, l’omosessualità, l’ideologia di genere e l’inferno.

I suoi sostenitori direbbero che questa capacità gli permette di affrontare le complessità del mondo moderno, mentre i suoi critici potrebbero descriverlo come il tipico modernista astuto.

Ordinazione Diaconale Femminile

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Il Cardinale Zuppi sull’Ordinazione Diaconale Femminile

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Contro

"Oggi direi di no, lo ha detto il Papa, lo ha anche ribadito al Sinodo," ha dichiarato il Cardinale Zuppi nel novembre 2023 a proposito delle donne sacerdoti e diacono.

Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Il Cardinale Zuppi sulla Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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A Favore

Il Cardinale Zuppi ha difeso con fermezza la linea di Papa Francesco su Fiducia Supplicans, affermando che il documento mostra “lo sguardo amorevole della Chiesa per tutti i figli di Dio senza compromettere gli insegnamenti del Magistero.” Diciotto mesi prima, Zuppi aveva consentito la benedizione di una coppia omosessuale in una chiesa della sua arcidiocesi.

Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Il Cardinale Zuppi sul Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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A Favore

Il Cardinale Zuppi non esclude la possibilità di rendere facoltativo il celibato sacerdotale, affermando che si tratta di un tema “in discussione”. Ha ricordato che nella Chiesa cattolica esistono già sacerdoti sposati. “Se andate in Ucraina o in Romania, i sacerdoti delle comunità di rito bizantino, ma legate a Roma, ci sono già,” ha detto. “Quindi è una disciplina che può essere modificata.”

Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Il Cardinale Zuppi sulle Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Ambigua

Il Cardinale Zuppi ha mostrato simpatia per la Messa Antica e l'ha celebrata in alcune occasioni. Tuttavia, alla domanda se ritenesse Traditionis Custodes un problema, ha risposto: “No, penso che sia stata una direttiva che il Papa ha ritenuto utile e che deve essere applicata con grande consapevolezza e con grande responsabilità.”

Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Il Cardinale Zuppi sugli Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Gli sforzi diplomatici del Cardinale Zuppi con Pechino mirano non solo a promuovere la pace, ma anche a proseguire l’accordo segreto del Vaticano con la Cina.

Promuovere una Chiesa “Sinodale”

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Il Cardinale Zuppi sul Promuovere una “Chiesa Sinodale”

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A Favore

Il Cardinale Zuppi considera la sinodalità un processo essenziale per il rinnovamento della Chiesa, affinché sia più aperta, inclusiva e capace di affrontare le sfide contemporanee, mantenendo sempre la fedeltà al messaggio evangelico.

Profilo Completo

MUNUS SANCTIFICANDI

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi è conosciuto come un “prete di strada” e missionario nelle periferie e tra gli emarginati.

Dalla sua promozione all’Arcidiocesi di Bologna, il munus sanctificandi del Cardinale Zuppi potrebbe forse essere meglio riassunto come un impegno nell’attuare la chiamata di Papa Francesco alla “conversione missionaria”, espressa nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (n. 30) del 2013.

Congresso Eucaristico

L’Arcivescovo Zuppi iniziò a implementare il documento programmatico del Papa già nel primo anno dal suo arrivo a Bologna. Nel 2016, annunciò che il Congresso Eucaristico Diocesano seguente avrebbe avuto come tema “L’Eucaristia e la Città degli Uomini” e si sarebbe basato su una riflessione tratta dalla Evangelii Gaudium. L’arcivescovo dichiarò che l’anno preparatorio al Congresso diocesano sarebbe stato “un anno di adorazione [di Gesù], per comprendere la Sua presenza nell’Eucaristia e nel sacramento del fratello e del povero; di contemplazione della città degli uomini, per guardarla con gli occhi del Signore, quelli della misericordia; di ricerca sinodale per rispondere alla folla che ci circonda ed alla quale Gesù ci chiede, oggi, di dare proprio noi da mangiare”. Le quattro tappe dell’anno di preparazione al Congresso Eucaristico Diocesano del 2017 hanno invitato il clero e i fedeli a riflettere su diversi passaggi chiave della Evangelii Gaudium. (Questo argomento sarà approfondito più dettagliatamente in seguito.)

Linee guida liturgiche

Nel novembre 2019, furono pubblicate nuove linee guida liturgiche diocesane che sottolineavano un approccio “sinodale” alla liturgia e una maggiore partecipazione dei laici, traendo ispirazione dalla Sacrosanctum Concilium, interpretata alla luce della Evangelii Gaudium.1Diocesi di Bologna, Ufficio per la Liturgia, La liturgia della “Chiesa in uscita”, 18 novembre 2019. Le linee guida, intitolate La Liturgia della “Chiesa in uscita”: Considerazioni sullo stile celebrativo della Chiesa nella sua “conversione missionaria” (EG 30), affermano: “Nel nostro bisogno di comprendere sempre meglio la celebrazione liturgica, è necessario tenere come orizzonte del nostro pensiero le indicazioni di Sacrosanctum Concilium, secondo la comprensione, il rilancio, l’ottica che Evangelii Gaudium offre alla Chiesa di oggi”. Pubblicate dall’Ufficio Liturgico diocesano, le linee guida individuano quattro dimensioni dell’evangelizzazione presenti nella Evangelii Gaudium: kerigmatica, mistagogica, sinodale, popolare.

Per quanto riguarda il modo “sinodale” di celebrare, il documento afferma che la “tendenza anche in campo liturgico, a delegare la realizzazione della celebrazione ad esperti, ad altri che debbano compiere i riti, è un male che ci assale da secoli e dal quale possiamo essere risanati a fatica”. Il documento ricorda il monito della Sacrosanctum Concilium secondo cui tutti i battezzati hanno il “diritto e il dovere” di partecipare alla liturgia, non solo “solo del clero e di qualche altro ‘chierichetto’”.

Secondo le linee guida, un modo “sinodale” di celebrare la liturgia implicherebbe il coinvolgimento dei laici “non solo nella preparazione della preghiera dei fedeli”, ma anche “ma anche nella preparazione delle letture domenicali, nella scelta delle varie opzioni che il rito prevede, in alcuni servizi, di modo che appaia che tutta l’Assemblea che Dio ha radunato è formata da tutto il Popolo di Dio”. Il documento afferma che, quando le liturgie sono preparate in questa maniera “sinodale” e “gran parte del Popolo di Dio si è sentito rappresentato nella celebrazione, abbiamo toccato con maggiore evidenza l’efficacia del rito, che ha ‘espresso e manifestato la genuina natura della vera Chiesa’”.

Il Cardinale Zuppi ha espresso le sue opinioni sulla natura della Messa e sul ruolo dei laici nella liturgia anche in altre occasioni. Durante la pandemia da coronavirus, il Cardinale paragonò l’assenza dei fedeli a una sorta di digiuno quaresimale. “In realtà”, disse, “non è giusto, perché la Messa è per il popolo. È un digiuno perché la comunità è fondamentale nella celebrazione eucaristica”.

I critici dissero che la visione del Cardinale fosse in contrasto con quella di Paolo VI nella sua enciclica sull’Eucaristia, Mysterium Fidei, in cui il Papa affermava che “non è da riprovarsi” quando un sacerdote celebra una Messa privatamente, senza partecipanti laici.2“Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. Ne consegue che, se è sommamente conveniente che alla celebrazione della Messa partecipi attivamente gran numero di fedeli, tuttavia non è da riprovarsi, anzi da approvarsi, la Messa celebrata privatamente”, scrisse Paolo VI. “Da tale Messa deriva grande abbondanza di particolari grazie, a vantaggio sia dello stesso sacerdote, sia del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo”. Prosegue: “Inoltre bisogna richiamare la conclusione che scaturisce da questa dottrina circa ‘l’indole pubblica e sociale di ogni Messa’. Giacché ogni Messa, anche se privatamente celebrata da un sacerdote, non è tuttavia cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa, la quale nel sacrificio che offre, ha imparato ad offrire sé medesima come sacrificio universale, applicando per la salute del mondo intero l’unica e infinita virtù redentrice del sacrificio della Croce. Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. Ne consegue che, se è sommamente conveniente che alla celebrazione della Messa partecipi attivamente gran numero di fedeli, tuttavia non è da riprovarsi, anzi da approvarsi, la Messa celebrata privatamente, secondo le prescrizioni e le tradizioni della santa Chiesa, da un Sacerdote col solo ministro inserviente; perché da tale Messa deriva grande abbondanza di particolari grazie, a vantaggio sia dello stesso sacerdote, sia del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo, grazie che non si possono ottenere in uguale misura mediante la sola Comunione”.

Liturgia e sacramenti durante la crisi del Covid

Ogni sera, dall’8 al 16 marzo durante la pandemia, il Cardinale ha guidato una speciale novena in cattedrale in diretta streaming. Il 17 marzo, ha concluso la novena con un pellegrinaggio al Santuario locale della Beata Vergine di San Luca. Ha detto ai fedeli che la novena era destinata a implorare la Madonna affinché proteggesse Bologna dal male.3“Per nove giorni vi invito a recitare il S. Rosario ovunque vi troviate, uniti tutti spiritualmente a Lei e tra di noi, unanimi nella preghiera come gli Apostoli con Maria nel giorno di Pentecoste”, scrisse il Cardinale. In un messaggio video, ha detto ai fedeli di Bologna che solo con “un’insistenza più insistente del male” è possibile “combattere il male e sentire la protezione di Maria, sentire la forza del Signore che ama la vita degli uomini”. Il Cardinale Zuppi ha continuato a pregare (e trasmettere in streaming) il Rosario ogni sera per tutta la durata della pandemia, dalla cattedrale diocesana, dalla residenza arcivescovile o da un monastero di monache. Durante la crisi del coronavirus, pur avendo sospeso tutte le Messe pubbliche, il Cardinale Zuppi si oppose alla chiusura delle chiese.

Ha anche sottolineato l’importanza di prendersi cura dei più vulnerabili, in particolare degli anziani. Nella solennità dell’Annunciazione, ha inviato una lettera agli anziani della diocesi, dicendo: “Vorrei dirvi che vi vogliamo bene, che nessuno è dimenticato e che preghiamo per voi”.

Seguendo le raccomandazioni della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Zuppi aveva sospeso anche i funerali durante la pandemia. Parlando alla stampa italiana, ricordò la sofferenza di coloro che morivano soli. Emanò inoltre particolari restrizioni per la Settimana Santa, ma incoraggiò a proseguire le confessioni.4“È il rammarico più grande che ho, e mi fa soffrire tanto”, ha detto, aggiungendo, “non trascuriamo l’assenza di funerali: le comunità non hanno potuto dire addio agli amici che se ne sono andati. Anche il vuoto delle esequie ci ricorda che non possiamo non essere una comunità”. Ha ribadito questa preoccupazione in un messaggio video congiunto con il sindaco di Bologna, riferendosi alla mancanza degli ultimi sacramenti per molti di coloro che sono morti. Il Cardinale ha annunciato che le campane delle chiese della città avrebbero suonato “per ricordare tutti coloro che portiamo nel cuore e che sono saliti al Cielo. Sarà un momento di raccoglimento e di sofferenza per loro, ma anche di consolazione per chi resta”.

Durante la Settimana Santa, il Cardinale Zuppi ha emanato direttive indicando che “le solenni celebrazioni Liturgiche previste dal Messale Romano per la Domenica delle Palme e il Triduo Pasquale dovranno svolgersi nelle chiese, a porte chiuse, con il minimo di presenze necessarie ad una degna celebrazione”. Le chiese sarebbero rimaste aperte per la preghiera privata.

Riguardo alla Confessione sacramentale, il Cardinale Zuppi — autore di un’opera pastorale intitolata La confessione per aiutare le persone ad accostarsi al sacramento — ha osservato nelle sue direttive che “nella misura del possibile, con gli accorgimenti prescritti (spazio aperto, distanza di almeno un metro, ricorso alla mascherina) sarà cosa buona e lodevole per chi può accostarsi alla confessione sacramentale”.5Matteo Zuppi, La confessione. Il perdono per cambiare (Cinisello Balsamo: San Paolo Edizioni, 2016). Il Cardinale ha proseguito: “Qualora gli ammalati non possano confessare individualmente i propri peccati, ma chiedano l’assoluzione sacramentale, i sacerdoti possono assolverli, dopo aver invitato, per quanto possibile, ad esprimere il pentimento e la richiesta del perdono”. Egli ha previsto la possibilità di un’assoluzione generale limitata per i malati, gli operatori sanitari e le loro famiglie, ricordando però la necessità, “superata l’emergenza, di confessare i peccati gravi che sono stati assolti senza poter fare la confessione individuale”. Ha inoltre stabilito che “i sacerdoti che dovessero ricorrere all’assoluzione generale, ne informino l’Arcivescovo”.

Interrogato durante la pandemia se fosse possibile immaginare “una sorta di diaconato agli operatori che operano negli ospedali”, ha risposto: “Più che il diaconato si potrebbe conferire un ministero dell’Eucaristia”. Ha citato l’esempio di un’infermiera della sua diocesi a cui è stata concessa la facoltà di portare la Comunione alle persone ricoverate nei reparti Covid dell’ospedale in cui lavora. “In realtà credo che tanti pazienti le abbiano chiesto anche benedizioni e preghiere e a quel punto è diventata quasi un ministro istituito”, ha detto il Cardinale Zuppi. “Questo fa parte di quell’enorme patrimonio di generosità, solidarietà, vicinanza, attenzione all’altro, compassione, pietà e sensibilità che queste settimane di lotta contro il virus hanno mostrato”.

Vocazioni

Dal 2015 al 2022, il numero di sacerdoti dell’Arcidiocesi di Bologna è diminuito da 577 a 511. Il numero di religiosi maschi è leggermente aumentato da 263 a 265, mentre quello delle religiose è sceso da 787 a 514. I dati sono leggermente migliori rispetto a quelli del suo predecessore, il Cardinale Carlo Caffarra, quando le vocazioni erano in calo in tutti i settori.

Devozioni popolari

In un’intervista del 2018, l’allora arcivescovo Zuppi, riflettendo sul suo primo incontro con la Comunità di Sant’Egidio, disse che “Sant’Egidio mi ha fatto scoprire un altro Vangelo e un’altra Chiesa, la Chiesa dei miei amici e non quella dei preti, della preghiera spontanea invece del Rosario”.

Nella stessa intervista, ricordando i suoi primi anni da sacerdote nei primi anni Ottanta, quando era assegnato alla Basilica di Santa Maria in Trastevere, l’arcivescovo Zuppi disse di aver inizialmente trovato le “devozioni popolari” dei fedeli locali “non facili” da accettare, ritenendole delle “sopravvivenze del passato”. Tuttavia, disse di averne scoperto la “profondità spirituale” nella loro capacità di rispondere al bisogno dei laici di un “legame affettivo con la Chiesa”. Quando arrivò a Bologna, sembrava essersi avvicinato maggiormente alle devozioni popolari, come ha dimostrato anche la sua risposta alla pandemia da coronavirus.

Vetus Ordo (Messa antica)

Il Cardinale Zuppi celebra quotidianamente nella forma ordinaria del Rito romano nella cattedrale di Bologna. Nel 2014, riuscì a ottenere l’apprezzamento dei tradizionalisti per essere stato il primo vescovo ausiliare di Roma a celebrare il vetus ordo dalla promulgazione di Summorum Pontificum. Fu anche la prima volta, dall’inizio delle riforme liturgiche post-conciliari, che un vescovo ausiliare di Roma celebrò la Messa antica in una parrocchia romana mentre era ancora in carica. Nell’ottobre 2015, il nuovo arcivescovo di Bologna disse che avrebbe celebrato la Messa tradizionale in latino nell’Arcidiocesi se gli fosse stato chiesto. Ricordando richieste simili ricevute a Roma, la definì un “gesto di comunione e vicinanza” e disse di essere “favorevole a ogni uscita da ogni chiusura”. Non risulta che il Cardinale Zuppi abbia mai celebrato di nuovo la Messa antica dopo queste dichiarazioni. Ha però visitato la sede dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, vicino Firenze, dove ha espresso ammirazione per il numero di sacerdoti e vocazioni dell’istituto.

Dopo Traditionis Custodes, nell’ottobre 2022, il Cardinale Zuppi ha celebrato i Vespri Solenni nel rito antico al Pantheon di Roma. In seguito, ha dichiarato al National Catholic Register di aver deciso di presiedere la liturgia perché gli organizzatori glielo avevano chiesto: “Mi avevano invitato prima che diventassi presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e ho pensato che andasse bene”. Alla domanda se ritenesse Traditionis Custodes problematico, il Cardinale Zuppi ha risposto: “No, penso che sia una direttiva che il Papa ha ritenuto utile e che va applicata con grande consapevolezza e grande responsabilità”. La sua decisione è stata ben accolta dai cattolici tradizionalisti, meno dai liturgisti radicali come Andrea Grillo, considerato uno dei principali architetti laici di Traditionis Custodes.

Preghiera interreligiosa

Zuppi ha anche guidato momenti di preghiera interreligiosa con la comunità musulmana di Bologna. Il 2 febbraio 2020 — festa cattolica della Candelora e conclusione del Tempo di Natale — il ramo giovanile dell’Azione Cattolica diocesana organizzò una giornata di preghiera per la pace. Al mattino, bambini e giovani furono invitati a partecipare alla Messa. Nel pomeriggio, il gruppo si recò al Centro Islamico per trascorrere del tempo con la comunità musulmana. L’incontro si concluse con un momento di preghiera interreligiosa per bambini, giovani e genitori cattolici e musulmani, guidato dal Cardinale Zuppi e dal presidente del Centro Islamico di Bologna.

Nell’agosto 2024, il Cardinale Zuppi ha dato la sua benedizione alla Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture di Bologna, un progetto avviato nel 2021 per promuovere l’educazione e l’informazione sul dialogo interreligioso, con apertura prevista nel 2025. I critici hanno avvertito che il progetto fa parte dell’Agenda 2030 dell’ONU, che favorirebbe il sincretismo, l’annacquamento delle religioni e un senso di colpa riguardo ai confini nazionali. Zuppi, tuttavia, non si è lasciato scoraggiare: “Il dialogo non è perdita di identità”, ha detto. “Chi lo pensa è adolescente o decrepito: il dialogo rafforza le identità”. (Per ulteriori approfondimenti sull’insegnamento del Cardinale Zuppi attraverso il dialogo interreligioso, si veda la sezione “Munus docendi”).

MUNUS REGENDI

Presidente della CEI

Come previsto, data la sua rapida ascesa nella gerarchia episcopale italiana, nel maggio 2022, il Cardinale Matteo Maria Zuppi è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Il suo mandato è stato caratterizzato da un forte coinvolgimento, segnato da controversie e da posizioni progressiste su questioni sociali quali la povertà, la migrazione, i diritti delle persone omosessuali, la pace e il dialogo interreligioso.

Seguendo l’esempio di Papa Francesco, ha cercato di promuovere un approccio più aperto e inclusivo. Ciò ha incluso un maggiore coinvolgimento dei laici e un’attenzione particolare alle periferie. È divenuto una voce autorevole nel dibattito pubblico, intervenendo su questioni di rilevanza nazionale e internazionale e, occasionalmente, rappresentando un’opposizione costruttiva al governo in carica.

Alla guida di una delle diocesi più ricche del mondo

Il Cardinale Zuppi è noto per essere un “prete di strada”, ma governa una delle diocesi più ricche del mondo.

Nel 2012, Michelangelo Manini, proprietario della FAAC, un’azienda leader nella produzione di cancelli automatici a livello internazionale, è morto lasciando in eredità all’Arcidiocesi di Bologna un patrimonio stimato in 1,7 miliardi di euro (1,8 miliardi di dollari), comprensivo della maggioranza delle azioni FAAC (66%).

Dopo due anni di contenziosi legali e negoziazioni, l’Arcidiocesi ha acquisito il controllo totale dell’azienda. Il predecessore di Zuppi, il Cardinale Carlo Caffarra, istituì un trust e nominò tre professionisti per gestire l’azienda, destinando una percentuale degli utili annui all’Arcidiocesi. Nel 2014, la FAAC contava mille dipendenti e registrava un fatturato di 284 milioni di euro.

Uno degli ultimi atti del Cardinale Caffarra come arcivescovo di Bologna, alla fine del 2015, fu quello di destinare 5 milioni di euro alla Caritas locale per le famiglie in difficoltà o disoccupate.6“Non lo faccio per i soldi”, disse il Cardinale Caffarra accettando l’eredità FAAC. “Lo faccio per le 300 famiglie dello stabilimento di Bologna che rappresenta il cuore e la mente della Faac. Se cediamo verranno tutti assorbiti dai nuovi proprietari che trasferiranno anche la progettazione e la gestione altrove. Non posso permetterlo. Io sto dalla parte delle famiglie”.

Quando Matteo Zuppi prese possesso dell’Arcidiocesi di Bologna nel 2015, confermò gli amministratori del trust nei loro incarichi. Riconobbe inoltre al Cardinale Caffarra il merito di aver deciso di destinare i profitti ai poveri. “Cosa che ha permesso di distribuire milioni in carità, non per il culto, la cultura, il sostentamento [dell’Arcidiocesi]”, disse.

Nel 2017 la FAAC era cresciuta fino a contare 2.500 dipendenti in cinque continenti e ventiquattro Paesi, chiudendo l’anno con un fatturato di 428 milioni di euro, zero debiti e un utile netto di 43 milioni di euro. Nel 2015, la FAAC aveva versato 5 milioni di euro all’Arcidiocesi di Bologna. Entro il 2019, questa cifra era raddoppiata a 10 milioni di euro. Da quest’ultimo importo, 6,5 milioni di euro furono destinati a diverse iniziative: circa 1,5 milioni di euro andarono alla Caritas diocesana per aiutare le famiglie con affitti, bollette e spese sanitarie; 1,3 milioni di euro furono destinati a borse di studio e all’istruzione; 1 milione di euro fu assegnato al progetto “Insieme per il Lavoro”, un’iniziativa congiunta dell’Arcidiocesi di Bologna e del governo locale; e una commissione presieduta dall’arcivescovo Zuppi distribuì i restanti 2,7 milioni a vari progetti, tra cui aiuti per migranti, senzatetto e il reinserimento di ex detenuti. I milioni rimanenti furono posti in un fondo d’emergenza.

Nell’aprile 2020, durante la pandemia da coronavirus e seguendo l’esempio del Cardinale Carlo Caffarra durante la crisi economica del 2008, il Cardinale Zuppi donò un milione di euro derivante dai dividendi della FAAC per istituire il Fondo San Petronio, volto a fornire assistenza economica a famiglie e persone rimaste senza lavoro a causa della pandemia.

Nel 2022, la FAAC ha continuato a registrare profitti (71,3 milioni di euro), garantendo che i poveri di Bologna non subissero carenze alimentari. Recentemente, il Cardinale Zuppi ha ammonito il consiglio di amministrazione della FAAC di “fare attenzione a non licenziare le persone” e di “cercare di fare tutto il possibile perché non avvenga”.

L’influenza di Sant’Egidio

“Se oggi sono qui”, disse l’allora arcivescovo Zuppi nel 2018, in occasione del cinquantesimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio, “lo devo a Sant’Egidio”.

Il 5 ottobre 2019, quando Papa Francesco elevò al cardinalato l’arcivescovo Zuppi, nella Basilica di San Pietro, gli impose il titolo cardinalizio presbiterale di Sant’Egidio, creato appositamente per l’occasione. Un elemento che dice molto sull’apprezzamento del Papa verso la Comunità. La Chiesa di Sant’Egidio in Roma è, infatti, la sede principale della Comunità.

Per comprendere meglio le priorità del Cardinale Matteo Zuppi nel governo della Chiesa, è essenziale valutare l’influenza di Sant’Egidio nella sua vita.

Movimento laicale cattolico di respiro mondiale, fondato a Roma nel 1968 da Andrea Riccardi, Sant’Egidio è un frutto del Concilio Vaticano II e si concentra sulla cura dei bisognosi e sulla mediazione nei conflitti.7Oggi la Comunità di Sant’Egidio è presente in oltre settanta Paesi: ventitré in Europa, ventinove in Africa, sette in Asia, otto in Nord America e cinque in Sud America. È apprezzata per il suo lavoro a favore dei poveri e degli anziani, nonché per il programma DREAM, pionieristico nel trattamento di persone affette da HIV e AIDS, soprattutto in Africa. Si prende cura dei rom, gestisce mense per i senzatetto e, da anni, apre la navata della Basilica di Santa Maria in Trastevere per servire il pranzo di Natale ai più indigenti. Ha condotto campagne di lungo corso per l’abolizione della pena di morte e, più recentemente, per una moratoria sul debito dell’Africa. La Comunità è stata anche responsabile del famoso incontro interreligioso di Assisi del 1986 e organizza regolarmente la conferenza “Spirito di Assisi” in varie parti del mondo. La sua enfasi sulla giustizia sociale le ha conferito un orientamento marcatamente politico piuttosto che spirituale, avvicinandola alla sinistra politica italiana, pur mantenendo una notevole capacità di adattamento al pontificato.8Andrea Riccardi ha ricoperto la carica di Ministro per la cooperazione internazionale nel governo del Primo Ministro italiano Mario Monti (2010-2013) e, nel 2013, è stato presidente di Scelta Civica, un partito politico centrista. Nel marzo 2015, Riccardi è stato eletto presidente della Società Dante Alighieri, ricevendo “gli auguri di un proficuo lavoro” da parte dei massoni del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. Storicamente, la presidenza della Società Dante Alighieri è stata riservata ai membri della massoneria. “Società Dante Alighieri, Riccardi presidente. Con tanti auguri dalla massoneria”, Corrispondenza Romana, 26 marzo 2015.

Poco prima di prendere possesso dell’Arcidiocesi di Bologna, Matteo Zuppi spiegò che la sua vocazione era “nata all’interno della Comunità di Sant’Egidio, di cui facevo parte dall’età di 15 anni”. Tre anni dopo, in un’intervista commemorativa del cinquantesimo anniversario di Sant’Egidio, disse di provenire da una “da una famiglia molto religiosa, che mio padre aveva voluto costruire attorno al Vangelo, ma erano gli anni del dopo Concilio e, com’è successo a tanti, quest’appartenenza è stata travolta da tutte le aspirazioni, le ingenuità e anche le contraddizioni che percorrevano il mondo studentesco … Per fortuna ho incontrato Sant’Egidio”. Dichiarò che l’educazione ricevuta gli “appariva obsoleta e moralista”, mentre Sant’Egidio gli diede “molto di più rispetto a una fede, peraltro profondissima, come quella dei miei genitori, che ho capito solo dopo”.

A causa dell’influenza di Sant’Egidio, disse che la sua vocazione “è nata come servizio per la Chiesa e per la Comunità”. Crescere in una comunità laicale, affermò Zuppi, “mi ha aiutato molto a vivere un ruolo del presbitero non troppo clericale e, come ci dice il Papa, il clericalismo è una malattia della Chiesa”. Aggiunse di aver “imparato a vivere [il suo] ministero insieme ai fratelli e alle sorelle laici, scoprendo l’enorme ricchezza della Chiesa e dei diversi carismi”, tutti necessari nella comunione. “Detto questo”, precisò, “è chiaro che non sarò il vescovo di Sant’Egidio ma il vescovo di Bologna”.

Nel 1992, don Zuppi, responsabile degli sforzi di pace di Sant’Egidio in Africa, collaborò con Andrea Riccardi nei negoziati che portarono agli Accordi Generali di Pace di Roma, ponendo fine a una guerra civile durata quindici anni in Mozambico. Il ruolo della Comunità nella mediazione dell’accordo, firmato presso la sede di Sant’Egidio a Roma, le valse il soprannome di “ONU di Trastevere”.9Zuppi ha visitato il Mozambico nel 2022 per il 30º anniversario dell’accordo di pace.

Tuttavia, mentre Sant’Egidio guadagnava una reputazione mondiale come organo di mediazione nei conflitti e costruttore di ponti tra religioni, nel 1998, quando Vincenzo Paglia era assistente ecclesiastico della Comunità, cominciarono a emergere segnalazioni di gravi problemi morali, liturgici e sacramentali al suo interno.10Sant’Egidio ha organizzato gli incontri interreligiosi annuali di Assisi a partire dal primo, celebre, del 1986. Nel 2003, un membro importante di Sant’Egidio, dopo venticinque anni nella Comunità, denunciò alcuni aspetti della sua vita interna, testimoniando che i leader avevano esercitato coercizione per combinare matrimoni tra membri laici e imponevano la loro autorità per decidere se e quando le coppie sposate potessero avere figli.

Nel 2011, il Cardinale Francis George di Chicago avvertì il Vaticano circa la disponibilità della Comunità a scendere a compromessi sui valori non negoziabili della vita e del matrimonio.11Il Cardinale George contestò alla Comunità il conferimento di un premio al governatore dell’Illinois Pat Quinn per l’abolizione della pena di morte, nonostante avesse firmato la legge sul “matrimonio” omosessuale e sostenuto la legalizzazione dell’aborto. Le preoccupazioni del Cardinale furono segnalate in un cablogramma criptato dalla nunziatura apostolica di Washington, D.C., al Vaticano, poi rivelato nei Vatileaks.

Un anno dopo, la Comunità di Sant’Egidio fu criticata dal Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, che la accusò di adottare una posizione sottomessa nei confronti della Cina comunista — un atteggiamento che non sembra essere cambiato.12Il Cardinale Zen criticò la Comunità per aver invitato al loro incontro interreligioso del 2011 a Monaco un vescovo cinese colpevole di grave disobbedienza al Papa, in quanto partecipò all’ordinazione di un vescovo imposto dalle autorità cinesi. Nel settembre 2019, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, insieme all’ex parlamentare emiliano-romagnolo Romano Prodi, al Cardinale Claudio Maria Celli e a padre Federico Lombardi, furono tra i relatori alla presentazione di un libro che elogiava l’accordo segreto tra la Santa Sede e il governo comunista cinese. La prefazione del volume era firmata dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano.

Anche l’ex Cardinale Theodore McCarrick ha avuto un lungo rapporto con la Comunità di Sant’Egidio ed è stato uno degli oratori principali alle loro conferenze, in particolare tra il 2008 e il 2010. La Comunità è stata oggetto di critiche per il suo coinvolgimento nella politica in Italia e all’estero e per aver ospitato figure controverse durante i loro incontri annuali Spirito di Assisi, tra cui relatori come Jeffrey Sachs, sostenitore del controllo della popolazione.13Jeffrey Sachs ha assunto un ruolo sempre più influente nella Pontificia Accademia delle Scienze sotto la guida del Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo. Nel suo intervento a Sant’Egidio nel 2019, Sachs ha parlato di Gesù Cristo come di una figura storica al pari di Immanuel Kant, affermando: “Siamo gli eredi di Platone e Aristotele, che hanno esaltato il dono della ragione; di Gesù, che ha proclamato che i pacificatori sono figli di Dio; di Immanuel Kant, che ha immaginato un’unione di repubbliche per garantire una pace perpetua; di Franklin Roosevelt, che dopo la Seconda Guerra Mondiale ha dato vita alle Nazioni Unite per attuare la visione di Kant; di John F. Kennedy e Nikita Krusciov, che al culmine della Guerra Fredda hanno firmato il Trattato sul divieto parziale dei test nucleari, mostrando così la via per la pace; e di Martin Luther King, Jr., che ci ha ricordato che ‘l’arco dell’universo morale è lungo, ma tende verso la giustizia’”. “‘Pace senza confini’: Comunità di Sant’Egidio, da domenica a Madrid l’incontro internazionale nello ‘spirito di Assisi’”, SIR, 11 settembre 2019.

Missioni di pace

In gran parte grazie alla sua esperienza di mediazione con Sant’Egidio, Papa Francesco ha scelto il Cardinale Zuppi, anziché il suo Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, come inviato speciale per la Russia e l’Ucraina. La sua missione ha incluso visite a Kiev, Mosca, Washington DC, in Cisgiordania e a Pechino, con l’obiettivo di dialogare con leader politici ed ecclesiastici, ponendo l’accento sugli sforzi umanitari e sulla riunificazione dei bambini con le loro famiglie.

La diplomazia itinerante di Zuppi ha suscitato reazioni contrastanti, alimentando dibattiti sulla sua efficacia e sul ruolo della Chiesa cattolica nelle questioni geopolitiche. Alla fine del 2024, le parti in conflitto non erano più vicine a un accordo di pace e, anzi, sembravano essere ancora più lontane. I suoi contatti con Pechino sembrano inoltre aprire la strada a un ulteriore rinnovo del controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi.

Nell’ottobre 2024, il Cardinale Zuppi è tornato in Russia, nell’ambito della missione affidatagli dal Papa nel 2023. Il Vaticano ha dichiarato che il viaggio mirava a valutare ulteriori sforzi per promuovere la riunificazione dei bambini ucraini con le loro famiglie e lo scambio di prigionieri, nella prospettiva di una tanto attesa pace.

Legami con la sinistra politica

Zuppi è il primo arcivescovo italiano di origini non settentrionali a essere assegnato alla sede metropolitana di Bologna dal 1894. La sinistra politica italiana ha accolto con entusiasmo la sua elevazione al cardinalato nel 2019, con politici socialisti che hanno lodato la scelta sui social media e titoli di giornale che recitavano: “Il cappellano del PD è diventato Cardinale” — il PD (Partito Democratico) è il principale partito di centro-sinistra in Italia.

Alla luce di queste affinità, il Cardinale Zuppi si è inevitabilmente scontrato con Matteo Salvini, leader della Lega e vice-premier italiano, in particolare sulla questione dell’immigrazione.

Intervenendo alla presentazione di un libro a Roma nel febbraio 2019, Zuppi dichiarò che “populismo e sovranismo hanno insofferenza per i gruppi intermedi che sono, invece, la garanzia contro il totalitarismo: dire prima noi e poi quelli, prima i nostri e poi gli altri, manda indietro tutti mentre se dici prima gli altri, allora arrivano tutti”. Per lui, la Chiesa è chiamata a proporre, come antidoto al populismo, “l’umanesimo e l’umanitario, che non è sinonimo di buonismo o ingenuità”, ma significa “agire come il samaritano della parabola: guardando cioè alla politica come risposta alle sofferenze”.

Il Cardinale Zuppi ha partecipato a numerosi convegni ed eventi del PD e ha scritto la prefazione a un libro dell’ex sindaco comunista di Roma e fondatore del PD, Walter Veltroni.14Veltroni, ex sindaco di Roma, è forse più noto per aver celebrato il matrimonio civile di George Clooney e Amal Alamuddin a Venezia.

Nel dicembre 2019, durante una cena tenuta nella navata di una chiesa dell’Arcidiocesi (una tradizione avviata dalla Comunità di Sant’Egidio come servizio ai poveri), l’arcivescovo Zuppi fu fotografato mentre salutava calorosamente Mattia Santori, trentaduenne bolognese fondatore del movimento delle Sardine, un gruppo di protesta contro Salvini. Santori è diventato un simbolo del movimento anti-populista della sinistra.

Sostenitore del dialogo, Zuppi è noto anche per accettare inviti a incontri organizzati da gruppi di destra.

Alla morte di Giacinto (Marco) Pannella, politico e attivista, nonché fondatore del Partito Radicale, fautore della legalizzazione del divorzio e dell’aborto e, insieme a Emma Bonino, promotore della legge sulle unioni civili del 2016, l’arcivescovo Zuppi lo definì “un uomo generoso e onesto, pur non essendo sempre nel giusto”. L’arcivescovo Vincenzo Paglia, che Zuppi conosce da una vita grazie a Sant’Egidio, elogiò Pannella come un amico.

L’arcivescovo Zuppi dichiarò di aver condiviso con Pannella alcune battaglie comuni, come l’abolizione della pena di morte — una causa storica di Sant’Egidio — e i diritti dei detenuti. Alla domanda di un giornalista su quali battaglie di Pannella ritenesse inaccettabili, rispose: “Tutte quelle che volevano portare o hanno portato al paradosso che la libertà possa superare i diritti della persona”. Il giornalista, sorpreso, disse di aspettarsi che un vescovo citasse aborto o divorzio. L’arcivescovo Zuppi replicò: “Togliere la vita a una persona che ancora deve nascere fa parte di questo paradosso. Aggiungo che la mia conoscenza di Pannella mi porta a dire che lui non avrebbe chiesto a una sua compagna di abortire, gli interessava il fatto che lo si potesse fare, perché lo considerava un diritto inalienabile”.

Nel settembre 2019, il Cardinale Zuppi, con il permesso della Congregazione per il Clero, ha incardinato nell’Arcidiocesi di Bologna Eugenio Melandri, il “prete rosso” sospeso a divinis da Giovanni Paolo II per ventotto anni, dopo essersi candidato alle elezioni europee del 1989 con il partito Democrazia Proletaria, formazione di estrema sinistra.

Nel 1992, Melandri fu eletto alla Camera dei Deputati con il Partito della Rifondazione Comunista. Fu anche cofondatore di Senza Confini, un’associazione che promuove i diritti degli immigrati e dei rifugiati, favorendone l’integrazione nella società italiana. Il 20 ottobre 2019, Melandri celebrò la sua prima Messa dopo la sospensione, ma morì una settimana dopo, all’età di settantuno anni, dopo una lunga malattia. Un anno prima, era stato ricevuto in Casa Santa Marta da Papa Francesco, che gli aveva concesso di servire la Messa celebrata dal pontefice. Non vi sono notizie di una sua rinuncia alle sue affiliazioni comuniste prima della morte.

Nel 2014, quando era vescovo ausiliare di Roma, Zuppi fu uno dei relatori alla presentazione dell’autobiografia di un altro sacerdote dissidente, Don Giovanni Franzoni. Nel 1964, da giovane abate benedettino, Franzoni partecipò al Concilio Vaticano II. Nel 1976 fu ridotto allo stato laicale per il suo sostegno alla legislazione sul divorzio e per il suo appoggio dichiarato al Partito Comunista Italiano (Pci). Franzoni, morto nel 2017 all’età di ottantotto anni, era favorevole all’aborto e all’eutanasia, considerava la contraccezione artificiale coerente con il Vangelo e sosteneva l’abolizione del sacerdozio e del Magistero pontificio.

Europeismo

Legato alle sue inclinazioni politiche è il suo punto di vista sull’Unione Europea, che per Zuppi rappresenta una sorta di dogma intoccabile ed è parte della sua visione di un mondo senza confini, completamente aperto ai migranti. Ha espresso queste idee in vista delle elezioni del Parlamento Europeo del 2024, scrivendo una lettera congiunta con il vescovo Mariano Crociata. Indirizzata all’Unione Europea, la lettera invitava a un rinnovato senso di partecipazione nella costruzione del futuro dell’UE, sottolineando l’importanza dell’unità e degli ideali condivisi di fronte alle sfide poste da nazionalismo e populismo. Insieme a molti prelati europei, Zuppi considera l’Unione Europea come sinonimo di Europa e cruciale per l’identità del continente. Nonostante l’approccio marcatamente secolare dell’UE su molte questioni, in particolare i diritti riproduttivi e le tematiche di genere, i due vescovi hanno sollecitato l’UE ad adottare una politica estera più assertiva e a occuparsi di temi come la migrazione e le disparità economiche.

Nel Marzo 2022, Zuppi ha confermato il suo europeismo, affermando di percepire l’esistenza di un solido vincolo tra la Chiesa italiana e un’Unione Europea coesa contro i nazionalismi. “Solo un’Europa unita può preservare l’umanesimo europeo”, ha detto. “Oggi il male del nazionalismo veste nuovi panni” ed è “in contraddizione al Vangelo”. Ha anche invocato un’Europa “per la pace”.

Congresso Eucaristico di Bologna

L’esercizio del governo pastorale del Cardinale Zuppi nell’Arcidiocesi di Bologna è strettamente legato alla Evangelii Gaudium.

Entro un anno dal suo insediamento a Bologna, l’arcivescovo Zuppi fu incaricato di organizzare il decimo Congresso Eucaristico diocesano.15L’Arcidiocesi di Bologna tiene un Congresso Eucaristico ogni dieci anni dal 1947. Il precedente Congresso Eucaristico si era svolto nel 2007 ed era stato organizzato dal Cardinale Carlo Maria Caffarra. Il Congresso, che prevede un anno di preparazione culminante in una settimana di conferenze, si svolse tra novembre 2016 e ottobre 2017. Il tema scelto fu Voi stessi date loro da mangiare (Mt 14,16): Eucaristia e Città degli uomini, un passo scritturistico ripreso al paragrafo 49 della Evangelii Gaudium.

Il Cardinale Carlo Caffarra aveva sempre dato al Congresso un’enfasi sui poveri, mantenendo tuttavia il focus principale sul Santissimo Sacramento. Nella sua lettera alla diocesi per il Congresso, l’arcivescovo Zuppi pose un accento molto maggiore sulla povertà e sulla giustizia sociale.16Scrisse: “Gesù (Mt 14,13-21) ci coinvolge nella sua commozione per la folla e insegna a tutti a rispondere alla fame di tanti. Per farlo non dobbiamo cercare capacità particolari o possibilità straordinarie, che non avremo mai, ma solo dare il poco che abbiamo e condividerlo, a darlo al suo amore perché tutti siano saziati, noi e il prossimo”. L’arcivescovo proseguì: “Proprio noi possiamo dare da mangiare se, come Gesù, non restiamo distanti dalla condizione difficile degli altri. Questo è l’obiettivo che vogliamo raggiungere nell’anno del Congresso Eucaristico, con un cammino sinodale che coinvolga tutte le comunità cristiane, riunite attorno al Signore, ma che hanno sempre l’orizzonte sconfinato della folla alla quale Gesù vuole dare da mangiare”.

A tal fine, annunciò che l’anno di preparazione 2016-2017 si sarebbe articolato in quattro tappe, centrate su una riflessione “sinodale” sulla Evangelii Gaudium, che avrebbe avviato un piano di rinnovamento diocesano, anche strutturale.

La prima tappa prevedeva un tempo di lectio divina su Matteo 14,13-21 e una riflessione sul paragrafo 49 della Evangelii Gaudium, che mette in guardia dal rimanere chiusi in strutture e regole che “ci rendono giudici severi”.17“Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37)”. Comprendeva due incontri: l’annuncio ufficiale del Congresso Eucaristico e la chiusura dell’Anno della Misericordia indetto da Papa Francesco.

La seconda tappa, dall’Avvento alla Quaresima, era dedicata ad “analizzare la situazione locale” e a riflettere su Evangelii Gaudium, 27— il sogno di Francesco di un’opzione missionaria adatta al mondo di oggi.18“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie”. I fedeli erano invitati a interrogarsi: “Se mi pongo nella prospettiva di chi è ai ‘margini’ della comunità cristiana, cosa dobbiamo cambiare e quali scelte missionarie possiamo pensare per avviare un rinnovamento?” Tale fase includeva la partecipazione alla “marcia nazionale per la pace” di dicembre e alla “Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani nel quinto centenario della Riforma luterana”.

La terza tappa, in Quaresima, era incentrata sulla “riscoperta del centro di tutto: la qualità delle nostre celebrazioni eucaristiche” e si basava su Evangelii Gaudium, 24 — sulla gioia dell’evangelizzazione e l’importanza della bellezza liturgica.19“Infine, la comunità evangelizzatrice gioiosa sa sempre ‘festeggiare’. Celebra e festeggia ogni piccola vittoria, ogni passo avanti nell’evangelizzazione. L’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia in mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dell’attività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi”. Ai fedeli veniva chiesto: “Nella prospettiva di una conversione missionaria, quali sono gli elementi di gioia e di fatica nelle nostre Messe domenicali?”

La quarta tappa, da Pasqua al Corpus Domini, si concentrava sul “soggetto missionario”.20“L’evangelizzazione è compito della Chiesa. La Chiesa, come soggetto evangelizzatore, è più di un’istituzione organica e gerarchica; è anzitutto un popolo in cammino verso Dio. Certamente è un mistero radicato nella Trinità, ma esiste concretamente nella storia come popolo di pellegrini ed evangelizzatori, trascendendo ogni espressione istituzionale, per quanto necessaria”. I fedeli erano invitati a riflettere: “Chi sono i discepoli a cui Gesù dice: ‘Date loro voi stessi da mangiare’? Come possiamo coinvolgere tutti e l’intera comunità cristiana?” Tra gli eventi comuni figuravano una celebrazione mariana in maggio in onore della Beata Vergine di San Luca, patrona di Bologna, la Pentecoste e il Corpus Domini.

Un mese prima del Congresso, il 6 settembre 2017, morì il Cardinale Carlo Maria Caffarra. L’arcivescovo Zuppi celebrò la sua Messa esequiale nella cattedrale di San Pietro a Bologna.

Le celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico del 2017 includevano una visita del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, del Cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, e una visita pastorale di un giorno di Papa Francesco.

Visita papale

Il 1º ottobre 2017, al culmine della preparazione per il Congresso Eucaristico, l’arcivescovo Zuppi accolse Papa Francesco a Bologna per una visita apostolica. Il primo incontro del Pontefice fu con i migranti e gli operatori del centro di accoglienza per migranti “Hub Regionale”. Successivamente, incontrò rappresentanti del mondo del lavoro, disoccupati e membri dei sindacati. L’arcivescovo Zuppi invitò poi il Santo Padre a partecipare a un “pranzo di solidarietà” nello stile di Sant’Egidio “con i poveri, i rifugiati, i detenuti” nella navata della basilica patronale di Bologna. Si stima che vi abbiano partecipato circa mille persone. Dopo il pranzo, il Papa fece visita a sacerdoti, religiosi e seminaristi, incontrò studenti e rappresentanti del mondo accademico e concluse la giornata con la celebrazione della Santa Messa.

Prima lettera pastorale

Al termine del Congresso Eucaristico e dopo la visita pastorale di Papa Francesco a Bologna, l’arcivescovo Zuppi pubblicò la sua prima lettera pastorale, intitolata Non ci ardeva forse il cuore? Il documento di settantanove pagine, basato sul brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus, sottolineava l’importanza di camminare lungo un “cammino sinodale” nella comunione e nella missione.21Nel marzo 2020, Papa Francesco scelse come tema della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. La lettera enfatizzava, inoltre, il ruolo centrale dell’Eucaristia, della Parola e della carità, riprendendo l’esortazione di Papa Francesco ai fedeli di Bologna a ricordare le “tre P”: Pane, Parola, Poveri.

Riorganizzazione dell’arcidiocesi

Il “sogno di un’opzione missionaria” di Papa Francesco ispirò anche la ristrutturazione dell’Arcidiocesi di Bologna voluta dal Cardinale Zuppi. Nel luglio 2018, il Cardinale pubblicò una nota pastorale in cui riorganizzava la diocesi in cinquanta “zone pastorali”, comprendenti non solo parrocchie ma anche monasteri, conventi, case religiose e sedi di associazioni e movimenti ecclesiali. La riforma si basava sul lavoro e i consigli del “Vicario per la sinodalità” del Cardinale Zuppi e sul contributo dei sacerdoti diocesani. A ogni regione pastorale fu assegnato un moderatore con un mandato triennale, incaricato di convocare una “assemblea zonale”. Il Cardinale Zuppi dichiarò che queste assemblee zonale erano ispirate al “sogno” delineato da Papa Francesco nel paragrafo 27 della Evangelii Gaudium.

Nella sua nota pastorale all’arcidiocesi, il Cardinale Zuppi esortò i fedeli di Bologna ad abbandonare l’idea di parrocchie “autosufficienti” che fanno sentire i fedeli “a casa”, per orientarsi verso una “comunione di parrocchie”. “Diventiamo santi in comunità perché ´la santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due’”, scrisse. Aggiunse inoltre che l’anno sarebbe stato dedicato a “continuare il cammino sinodale” guidati dalla Evangelii Gaudium.

Visita pastorale

In conformità con il diritto canonico, nella solennità di Pentecoste del 2019, il Cardinale Zuppi annunciò la sua intenzione di visitare le diverse regioni della diocesi nell’arco di un quinquennio.22CIC/83 can. 396 § 1. Il tema della visita — “Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte” (1 Cor 12,27) — si ispirava alla visita apostolica di Papa Francesco a Bologna nell’ottobre 2017, in particolare alla sua enfasi sull’appartenenza attiva alla vita dell’Arcidiocesi e al richiamo a una Chiesa missionaria e in uscita, come espresso nella Evangelii Gaudium. Nella sua lettera all’Arcidiocesi, il Cardinale Zuppi affermò che “lo scopo di questa visita pastorale sarà crescere nella comunione e vivere la conversione missionaria”. Aggiunse: “La Chiesa non vuole vivere per sé stessa, la sua vocazione è servire l’uomo e lavorare nella messe del mondo, senza confini, come ha chiesto il Signore Gesù”.23“Facendoci sentire parte di un unico corpo, tutti importanti e pieni dello stesso Spirito d’amore”, il Cardinale disse che la visita pastorale sarebbe stata “l’esatto opposto” del peggior nemico dell’Arcidiocesi: “quello che Papa Francesco chiama ‘individualismo postmoderno e globalizzato’ (EG 67)”. Ogni visita, iniziando il giovedì e concludendosi la domenica, includeva la celebrazione della Liturgia delle Ore, un momento di preghiera e fraternità con i sacerdoti, una lectio divina comunitaria, una veglia di preghiera vocazionale-missionaria, iniziative specifiche per ciascuna regione e la celebrazione della liturgia eucaristica domenicale.

Linee guida su Amoris Laetitia e il sinodo dei vescovi

Il Cardinale Zuppi ha servito come presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, assumendo un ruolo di primo piano nella formulazione e promulgazione delle linee guida episcopali per l’interpretazione del controverso capitolo 8 di Amoris Laetitia (le linee guida, pubblicate nel 2018, sono trattate nella sezione successiva). Il documento episcopale, redatto sotto la guida del Cardinale Zuppi, definiva le relazioni sessuali in una seconda unione non come adulterio, come tradizionalmente insegnato dalla Chiesa, ma come “atti coniugali” talvolta necessari per preservare la “nuova unione” e quindi per “il bene dei figli”.

Zuppi continua a essere membro del Consiglio della Segreteria del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, un ruolo che gli conferisce una certa influenza nell’organizzazione dei sinodi. Fu eletto nel consiglio al termine del Sinodo sui Giovani nell’ottobre 2018 e fa parte del Consiglio Ordinario che ha supervisionato il Sinodo sulla Sinodalità, che si concluse nell’ottobre 2024.

Coronavirus

Come menzionato in precedenza, il Cardinale Zuppi non chiuse mai le chiese di Bologna durante la crisi Covid, ma sospese tutte le celebrazioni pubbliche della Messa, inclusi i funerali, in conformità con le disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana. Non proibì la Confessione sacramentale, l’Unzione degli Infermi e i Battesimi, ma ordinò ai sacerdoti di osservare le dovute precauzioni.24In un’intervista a La Repubblica all’inizio di aprile, il Cardinale lasciò intendere che avrebbe voluto celebrare le liturgie della Settimana Santa e della Pasqua, ma era troppo “pericoloso” e “le regole vanno rispettate”. Continuò a trasmettere in streaming le liturgie della Settimana Santa e della Pasqua. Il Cardinale disse che, quando all’inizio della crisi vide i ristoranti aperti ma le Messe vietate, trovò “molto difficile comprendere la decisione del governo e si pose molte domande”. “Abbiamo bisogno di Dio così come degli scienziati e dei medici”, aggiunse, sottolineando che anche in lockdown era importante “rafforzare la comunione tra le persone e la consapevolezza che la comunità ha bisogno dell’Eucaristia e viceversa”. Il Cardinale Zuppi sottolineò inoltre che gli anziani “non sono oggetti” ma “persone indispensabili” che affrontano un doppio peso di isolamento. “Non è accettabile che l’età diventi un fattore discriminante per salvare o condannare una vita”, disse. Il Cardinale ha affermato che è una realtà deplorevole che si faccia troppo poco per prendersi cura dei genitori e dei nonni e per supportarli a casa. Ha sottolineato che, se un maggior numero di anziani fosse stato in grado di “restare a casa”, sarebbero stati meglio protetti. Questa crisi, ha osservato, sta insegnando una lezione su come trattare i più deboli. “Se è vero che nulla sarà come prima, anche noi dobbiamo essere migliori”, dichiarò.

Comunicazione

Il Cardinale Zuppi, che si è guadagnato l’affetto di molti romani, è divenuto noto agli italiani grazie alle sue numerose apparizioni in televisione e ai suoi frequenti interventi sulla stampa. Forse influenzato dall’abilità della Comunità di Sant’Egidio nell’uso delle pubbliche relazioni, Zuppi sfrutta al massimo i mezzi di comunicazione.

Utilizza il programma televisivo diocesano 12 Porte per trasmettere video-messaggi ai fedeli di Bologna o per eventi speciali, come il viaggio in treno della diocesi a Roma in occasione della sua creazione a Cardinale.

È stato inoltre realizzato un docufilm su di lui, intitolato Il Vangelo secondo Matteo Z. Prodotto dal giornalista italiano Emilio Marrese e descritto come un “documentario rock”, il film racconta la storia del “vescovo di strada” in bicicletta che “sta cambiando Bologna, dialogando con tutti e incarnando la visione aperta e riformatrice di Papa Francesco”. Il docufilm è stato rilasciato il 17 dicembre 2019.25La sinossi del film recita: “L’Arcivescovo di Bologna, Sua Eminenza Cardinale Matteo Maria Zuppi – ma preferisce essere chiamato don Matteo — è uno che gira in bici e vive in una casa di riposo per preti, uno che cita Alda Merini e San Francesco, il Vangelo e la Costituzione, Giovanni XXIII e Guccini. È stato il primo vescovo di Bologna a parlare sul palco del Primo Maggio, a entrare in un centro sociale, a dialogare con la comunità LGBTI, e a far ballare i profughi nella basilica di San Petronio, durante la messa per il Santo Patrono”.

Comunicatore efficace, il Cardinale Zuppi appare regolarmente anche su TV2000, l’emittente ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, e su popolari talk show.26È inoltre ospite abituale della trasmissione A Sua immagine, trasmessa dalla RAI, per commentare il Vangelo e mostrare come viene vissuto nell’Arcidiocesi di Bologna.

MUNUS DOCENDI

Atteggiamento verso il Concilio Vaticano II

Il Cardinale Zuppi è nato l’11 ottobre 1955, giorno in cui si celebrava tradizionalmente la festa liturgica della Maternità della Beata Vergine Maria. Esattamente sette anni dopo, nella stessa data, si sarebbe aperto solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Poco prima di prendere possesso dell’Arcidiocesi di Bologna, nel dicembre 2018, l’arcivescovo Zuppi fu interrogato su cosa avrebbe portato con sé per adempiere alle sue responsabilità episcopali. Rispose: “Oltre al Vangelo che, non dobbiamo mai scordarlo, è il bagaglio principale, ci sono la mia storia, il Concilio e l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, che è il programma di Papa Francesco”.

Per il Cardinale Zuppi, il Concilio “ha operato un profondo cambiamento nella Chiesa che ha cominciato ad ascoltare di nuovo le tante domande del mondo”. Ripartire dalla misericordia, disse, significa “attuare il Concilio Vaticano II, perché la Misericordia rappresenta l’atteggiamento della Chiesa post conciliare”. Ciò significa “guardare con simpatia al mondo e ai suoi abitanti, quindi rispondere alle tante domande che lo stesso mondo pone alla Chiesa”.

Zuppi ha anche un legame personale con il Concilio Vaticano II attraverso suo padre, che conobbe e lavorò per Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.

Il Cardinale Zuppi cita spesso Paolo VI. In un intervento tenuto nel 2018 a TedxYouth dal titolo “Quello che unisce cielo e terra”, disse che ciò che li unisce è “l’orizzonte”. Dichiarò di credere che, “per ognuno di noi, guardare l’orizzonte significa anche capire quello che ci unisce, che unisce la terra e il cielo, e non capiamo che cosa ci stiamo a fare sulla terra senza misurarci anche con quella grandezza di orizzonte che è anche il cielo stesso”.

“Noi nasciamo in un luogo per imparare a stare dappertutto”, disse, aggiungendo che Paolo VI aveva una bellissima espressione: “la stanza del mondo”. “È l’unica stanza”, spiegò il Cardinale ai giovani, “e molte volte crediamo di più nella divisione e non sappiamo più vedere la stanza, ed è terribile, perché non capiamo più chi siamo”. Osservò che Papa Francesco “parla della ‘casa comune’, che è un’espressione molto simile, e ci invita a ricordarci che la casa è una e che non c’è nessuna di riserva e che tutti quanti siamo chiamati ad essere ‘cittadini del mondo’, un’espressione che andava molto negli anni Sessanta, quando si erano visti i frutti terribili del nazionalismo”. Sottolineò la necessità di imparare a convivere con gli altri, a vedere gli altri, perché altrimenti si finisce per chiudersi nel proprio piccolo mondo. Affrontando il tema delle disuguaglianze globali, Zuppi disse ai giovani che dobbiamo “aggiustare la stanza del mondo” e che questo inizia da ciascuno di noi, attraverso la solidarietà.

Nel suo intervento a TedxYouth, il Cardinale Zuppi non ha fatto alcun riferimento a Dio o Gesù, né al Cielo in senso soprannaturale.27Eppure, quando Paolo VI usò l’espressione “stanza del mondo”, si riferì interamente a Cristo, la vera Luce, che illumina la “stanza”, dando significato, splendore e vita soprannaturale a ogni anima che Lo accoglie. Il testo originale di Paolo VI recita: “Risuonano al Nostro spirito le parole del Vangelo, che ieri, nella festa della Presentazione al tempio del fanciullo Gesù e della Purificazione di Maria Santissima, la liturgia offriva alla Nostra meditazione, e che proclama Gesù il Messia del Signore ‘Christum Domini’, la salvezza di tutti i popoli ‘salutare . . . omnium populorum’, luce per illuminare le nazioni ‘lumen ad revelationem gentium’ (Luc. 2, 30-32). […] Gesù è al vertice delle aspirazioni umane, è il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere, è il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, è cioè il Messia, il centro dell’umanità, Colui che dà un senso agli avvenimenti umani, Colui che dà un valore alle azioni umane, Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i cuori, il vero uomo, il tipo di perfezione, di bellezza, di santità, posto da Dio per impersonare il vero modello, il vero concetto di uomo, il fratello di tutti, l’amico insostituibile, l’unico degno d’ogni fiducia e d’ogni amore: è il Cristo-uomo. E nello stesso tempo Gesù è alla sorgente d’ogni nostra vera fortuna, è la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma; bellezza ed ombra; è la parola che tutto definisce, tutto spiega, tutto classifica, tutto redime; è il principio della nostra vita spirituale e morale; dice che cosa si deve fare e dà la forza, la grazia, per farlo; riverbera la sua immagine, anzi la sua presenza in ogni anima che si fa specchio per accogliere il suo raggio di verità e di vita, che cioè crede in Lui e accoglie il suo contatto sacramentale; è il Cristo-Dio, il Maestro, il Salvatore, la Vita”.

Sull’Inferno

Durante un programma televisivo italiano nell’ottobre 2019, al Cardinale Zuppi fu chiesto dal conduttore: “Lei crede nell’inferno, o la misericordia di Dio lo esclude”? Il Cardinale Zuppi rispose: “L’inferno è qualcosa su cui misurarsi seriamente”. Aggiunse: “Credo che l’inferno sia, per esempio, quando tu sei talmente diffidente che non credi più nell’amore, oppure che ti costruisci un mondo del tutto autonomo in cui la misericordia non riesce ad entrare, perché fai tutto da solo. L’individualismo porta tanto a questo. Pensi anche di giudicarti da solo, per cui te ne stai solo col tuo giudizio, con gli specchi, con tutte le connessioni, ma sei solo. Questo io credo che sia l’inferno”. Il Cardinale Zuppi concluse sorridendo: “E quando la misericordia non può entrare, poi credo che la misericordia riesce a fare qualcosa dell’impossibile”.

Sulla pena di morte

In linea con il suo stretto legame con la Comunità di Sant’Egidio, il Cardinale Zuppi ha da tempo sostenuto l’abolizione universale della pena di morte. Parlando a Bologna nel 2016, durante la presentazione del libro del giornalista e politico di centro-sinistra Mario Marazziti, Life. Da Caino al Califfato: verso un mondo senza pena di morte, il Cardinale affermò che la pena capitale “nasce dai sentimenti di vendetta che sono alla base di una giustizia punitiva”. Questo concetto, disse, è “l’esatto contrario di quello che deve realmente essere la giustizia”. Appoggiando le dichiarazioni di Papa Francesco sull’argomento, il Cardinale Zuppi affermò che “parlare di pena di morte significa in realtà parlare anche di carcere, perché, ad esempio, l’ergastolo è di fatto una sorta di pena di morte mascherata. La pena, invece, deve essere un percorso di riabilitazione”.

Il Cardinale lodò le Nazioni Unite per il loro impegno (con Sant’Egidio) per una moratoria sulla pena capitale, affermando che lottare per un mondo senza pena di morte “è un dovere della nostra generazione”. Ritiene che si tratti di un impegno per la cultura della vita, mentre “la pena di morte, per esempio, ci trasforma da vittime in carnefici senza accorgercene”.

Eutanasia e aborto

Le posizioni del Cardinale su questi temi sono state ambigue. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair nell’agosto 2022, il Cardinale Zuppi, da appena due mesi presidente della Conferenza Episcopale Italiana, dichiarò che avrebbe celebrato il funerale di Piergiorgio Welby, poeta italiano e attivista per il suicidio assistito. Welby, affetto da distrofia muscolare, si batté per ottenere la sospensione del supporto vitale, che avvenne nel dicembre 2006. Il caso scatenò un acceso dibattito in Italia sull’eutanasia e sulle questioni di fine vita. All’epoca, le autorità ecclesiastiche rifiutarono la richiesta della famiglia di celebrare il funerale, sostenendo che Welby aveva contraddetto l’insegnamento cattolico esprimendo il desiderio di porre fine alla propria vita. Nello stesso anno, Zuppi affermò che, sebbene la Chiesa rifiuti il suicidio assistito, la Corte Costituzionale italiana “non può non essere un punto di riferimento” e che avrebbe atteso per vedere dove avrebbe condotto il “dibattito politico”.

Tuttavia, una donna di 74 anni, che aveva deciso di recarsi in una clinica in Svizzera per sottoporsi all’eutanasia, attribuì al Cardinale Zuppi il merito di averle fatto cambiare idea, dopo che il Cardinale l’aveva contattata telefonicamente su iniziativa di un sacerdote amico.

In un intervento in un talk show televisivo nell’aprile 2023, il Cardinale Zuppi dichiarò che la legge italiana sull’aborto, la n. 194, era “dolorosa” ma “garantisce una traduzione laica importante” e che “nessuno pensa di metterla in discussione”. Le sue dichiarazioni ambigue suscitarono critiche, poiché sembrava approvare la legge, un’accusa che successivamente negò.28Chiarendo le sue parole, Zuppi dichiarò al giornalista Edward Pentin di non aver “difeso” la legge 194, ma di aver semplicemente ribadito che “nessuno nel mondo cattolico (eccetto pochi ‘gladiatori’) vuole aprire una discussione sulla legge. Ciò che serve è l’applicazione dell’intera legge, specialmente della parte sulla prevenzione dell’aborto. Per fare questo, bisogna superare la logica degli ‘Orazi e Curiazi’, per cui non si collabora sulla questione. Riguardo al dolore, ho ribadito che la Chiesa favorisce le cure palliative, cioè togliere il dolore, e questo è sacrosanto. Il problema è togliere il dolore, non la vita! Questo è tutto”.

Il Cardinale Zuppi non ha esitato a elogiare figure pubbliche favorevoli all’aborto, come dimostrato altrove in questo profilo. Nel 2023, inviò un messaggio da leggere al funerale di Michela Murgia, scrittrice e attivista pro-aborto, il cui ultimo libro era intitolato God Save the Queer: Catechismo femminista. Zuppi, descritto come un suo “amico di lunga data”, affermò che la vita di Murgia “non è finita, e le sue pagine continueranno a essere scritte con lettere d’amore, in quel linguaggio universale dello spirito che rivela la grandezza di ogni persona e l’eternità che è nascosta in tutti noi”.

Amoris Laetitia

Come già menzionato, in qualità di presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, il Cardinale Zuppi ha avuto un ruolo chiave nella stesura delle linee guida pastorali per il capitolo 8 di Amoris Laetitia. Pubblicate nel 2018, queste linee guida sembrano discostarsi dall’insegnamento tradizionale della Chiesa sull’ammissione dei divorziati “risposati” alla Santa Comunione. Il documento sostiene che la castità non sia l’unica opzione possibile per i divorziati “risposati”, “in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali”. Aggiunge inoltre che si tratta di una questione “delicata” da discernere nel “foro interno”.

Per quanto riguarda la possibile riammissione ai sacramenti, le linee guida affermano che “sarà opportuno stabilirne le modalità, per evitare da una parte situazioni conflittuali e scandali e dall’altra la sensazione che la riammissione rappresenti una questione privata e una sorta di ‘eccezione’ concessa ad alcuni (cf. AL 300)”.

Humanae Vitae

Il Cardinale Zuppi ha espresso sostegno all’Enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, ma senza esplicitamente ribadire il suo insegnamento contro l’uso della contraccezione. Nell’ottobre 2018, Zuppi fu tra i relatori di una conferenza per il cinquantesimo anniversario di Humanae Vitae.29La conferenza di un giorno, sponsorizzata da numerose organizzazioni pro-vita e pro-famiglia, si intitolava “Humanae Vitae—Metodi naturali: una via alla felicità”. Tra gli interventi vi fu anche quello della giornalista e madre di famiglia Costanza Miriano su Come Humanae Vitae ha salvato la mia vita.Nel suo intervento, intitolato “Quali sono le strade per accogliere l’invito di Papa Francesco a riscoprire Humanae Vitae?”, il Cardinale Zuppi, quinto di sei figli, lodò un intervento a favore dell’enciclica e sottolineò che la “bellezza” del matrimonio descritta nel documento di Paolo VI deve essere riscoperta oggi, in un mondo in cui molte persone crescono in famiglie e relazioni instabili. Il Cardinale Zuppi, che preferisce non schierarsi e cerca il più possibile posizioni concilianti, ha messo in guardia dalle polemiche nella Chiesa. Ha affermato di ritenere che Papa Francesco abbia cercato in Amoris Laetitia di rilanciare l’insegnamento di Humanae Vitae.

Nel 2023, Zuppi ha indicato di sostenere un rinnovamento delle prospettive riguardo all’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione e ha incoraggiato i teologi ad “andare oltre” con “fedeltà creativa”. Ha anche messo in guardia dal “procedere per circoli ristretti e omogenei” affinché tutte le parti potessero essere ascoltate ed evitare di irrigidirsi nelle proprie posizioni, anche se — come ha sottolineato un critico — una di queste parti propone la verità e combatte l’errore. I suoi commenti, hanno osservato alcuni, rispecchiavano quelli dell’Arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il quale, come Zuppi, ha legami lunghi e profondi con la Comunità laicale di Sant’Egidio.

Omosessualità

Subito dopo la nomina di Zuppi a Bologna nel 2015, Famiglia Cristiana pubblicò un articolo sottolineando che, come vescovo ausiliare a Roma, il Cardinale era “sensibile ai percorsi di accoglienza di persone ‘marginali’ nella comunità”. L’articolo aggiungeva che, con il suo sostegno, i gesuiti di San Saba di Roma avevano organizzato un gruppo chiamato “Chiesa: casa per tutti”, i cui incontri erano “frequentati in prevalenza da divorziati risposati e omosessuali”.30“‘Chiesa: casa per tutti’ vuole essere un’opportunità per sperimentare un modo inclusivo di essere ‘Chiesa’, aperta a tutti; uno spazio ecclesiale dove potersi conoscere, raccontare e condividere la propria esperienza spirituale con altri a partire dalla condizione che ciascuno vive: laico o religioso, anziano o giovane, omosessuale o etero, single o sposato, convivente o divorziato”. Nel 2016, a Bologna, il Cardinale Zuppi affermò che “la lotta contro l’omofobia ci vedrà vicini”.

Le opinioni del Cardinale Zuppi sull’omosessualità possono apparire ambigue. Egli ha, infatti, mostrato sostegno a posizioni divergenti scrivendo le prefazioni a due libri con prospettive opposte sulla cura pastorale delle persone che provano attrazione per lo stesso sesso. La prima è stata scritta per L’Attrazione per lo Stesso Sesso— l’edizione italiana di Same-Sex Attraction: Catholic Teaching and Pastoral Practice, pubblicato dal Consiglio Supremo dei Cavalieri di Colombo nel 2007.

Il Cardinale Zuppi, che ha un’esperienza diretta dell’epidemia di AIDS grazie al suo lavoro in Africa con Sant’Egidio, ha scritto che essere pastori per le persone omosessuali significa rischiare di andare nelle periferie, verso chi “si sente rifiutato dalla famiglia o dalla società; implica una presenza in zone a rischio, dove – come in un ‘ospedale da campo’ di una ‘società dello scarto’ – ci sono morti e feriti da curare”. E precisa che questo non è da intendersi in senso figurato, ma si riferisce a quegli omosessuali morti di HIV o AIDS.

Ha scritto che in questo ambito “non ci sono soluzioni pastorali scontate”, aggiungendo che la Chiesa “non alza muri” né crea “crea categorie di persone in funzione dell’orientamento sessuale, perché, prima di avere un’attrazione sessuale particolare, sono persone”. Ha aggiunto che “fa piacere” vedere persone con tendenze omosessuali aiutarsi a vicenda a vivere una “vita cristiana piena” e ad acquisire “un senso profondo della Misericordia, vicino ai sacramenti”, dove “l’abbondante grazia di Dio aiuterà, ne sono certo”, a orientare “tante anime verso la felicità dell’Amore”.

Ma il Cardinale Zuppi ha anche scritto la prefazione di Un Ponte da Costruire [Building a Bridge], il controverso libro di Padre James Martin, S.J., elogiato da coloro che promuovono una maggiore accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa e, allo stesso tempo, criticato per non aver sottolineato l’importanza del celibato e della castità e per non aver riconosciuto quei cattolici che provano attrazione per lo stesso sesso e cercano di vivere in obbedienza all’insegnamento della Chiesa.

Richiamandosi agli scritti di Papa Francesco, ha esortato a “un vero e paziente accompagnamento (‘Accompagnare, Discernere, Integrare’), che favorisca la comprensione e l’assimilazione vitale del messaggio evangelico da parte di ogni persona, ma senza ridurlo”. Ha sostenuto “una saggia pedagogia del gradualismo”, tenendo conto delle circostanze particolari di ciascuno, ma senza “togliere nulla all’integrità della fede e della dottrina”. Ha affermato che il libro di Padre Martin è “utile per incoraggiare il dialogo, nonché la reciproca conoscenza e comprensione, in vista di un nuovo atteggiamento pastorale che dobbiamo cercare insieme ai nostri fratelli e sorelle LGBT”. Inoltre, ha condiviso l’approvazione espressa dal Cardinale Kevin Farrell, secondo cui il libro sarebbe “molto necessario” e sarebbe stato di aiuto ai pastori della Chiesa per “amministrare con compassione nella comunità LGBT” e farli “sentire più a casa” nella Chiesa.31Alcuni sostengono che, semplicemente utilizzando l’acronimo LGBT, un termine carico di implicazioni politiche, Zuppi abbia segnalato il suo sostegno alla loro agenda. Sicuramente, così l’ha interpretato Padre Martin, che nel giorno in cui è stato annunciato il cardinalato di Zuppi ha scritto su Twitter che egli è un “grande sostenitore dei cattolici #LGBT”.

Nel maggio 2020, Zuppi scrisse la prefazione a un terzo libro sullo stesso argomento, Chiesa e omosessualità: un’inchiesta alla luce del magistero di Papa Francesco, scritto da Luciano Moia, caporedattore del giornale Avvenire. Zuppi appoggiò il volume come un contributo a “definire meglio” i confini di una nuova pastorale per le persone omosessuali.

Riguardo a Fiducia Supplicans, il Cardinale Zuppi ha difeso con fermezza la linea di Papa Francesco sul documento, affermando che i vescovi italiani hanno “accolto” il nuovo insegnamento sulle benedizioni non liturgiche delle coppie dello stesso sesso. Il testo, ha detto Zuppi, mostra “lo sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio, senza tuttavia derogare dagli insegnamenti del Magistero”. Dio vuole “che tutti siano salvi”, ha aggiunto, sottolineando che è quindi compito della Chiesa “interessarsi di tutti e di ciascuno”. “Non possiamo dimenticare che tutti i battezzati godono della piena dignità dei ‘figli di Dio’ e, come tali, sono nostri fratelli e nostre sorelle”, ha affermato. Le sue dichiarazioni sono state criticate da un vescovo argentino, secondo il quale equivarrebbero a un’approvazione delle unioni omosessuali.

Nel giugno 2022, prima della pubblicazione di Fiducia Supplicans, il Cardinale Zuppi ha permesso nella sua diocesi la “benedizione” di una coppia dello stesso sesso in una chiesa diocesana, alla presenza di sei sacerdoti. La cerimonia è stata presentata come una “Messa di ringraziamento” per non violare un responsum vaticano del 2021 che proibiva le benedizioni alle coppie omosessuali. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, la cerimonia aveva tutte le caratteristiche di una benedizione e il Cardinale Zuppi ne era stato evidentemente informato in anticipo. Il quotidiano cattolico italiano La Nuova Bussola Quotidiana ha accusato Zuppi e la sua diocesi di mentire, avendo diffuso una dichiarazione che negava l’evidenza di una benedizione, quando la cerimonia ne aveva tutte le sembianze. Secondo LNBQ, non si trattava di un semplice accompagnamento pastorale, quanto piuttosto di un tentativo di “portare al cuore della Chiesa l’agenda LGBT, la legittimazione di qualsiasi orientamento sessuale, l’applicazione pratica della ideologia gender. Compresa l’accettazione delle unioni gay”.

Tre anni dopo, il Cardinale Zuppi ha nuovamente suscitato polemiche sul tema dell’omosessualità. Nel 2024, durante il Giffoni Film Festival, avrebbe elogiato le famiglie “queer”, sottolineando l’importanza dell’amore all’interno di tali relazioni. Ricalcando la posizione di Papa Francesco sulla questione, ha affermato che “tutti devono essere nella Chiesa” e ha descritto il termine “queer” come rappresentativo di un legame che può esistere all’interno di un quadro giuridico. La Nuova Bussola Quotidiana, una frequente voce critica di Zuppi, ha suggerito che le sue dichiarazioni rappresentassero una “decostruzione sistematica” della famiglia tradizionale. Inoltre, ha sottolineato che le sue parole contraddicevano l’enciclica di Papa Benedetto XVI Caritas in Veritate, che insegna che l’amore deve sempre essere considerato alla luce della verità.

Il movimento LGBT ha accolto con entusiasmo la sua nomina a presidente della Conferenza Episcopale Italiana, descrivendolo come “uno dei cardinali più vicini di sempre alla comunità LGBTQ+”. Hanno ricordato le sue dichiarazioni del 2016, in cui affermava che “la lotta contro l’omofobia … ci trover[à] vicini” e le sue osservazioni contenute nel libro di Padre Martin, in cui affermava di ritenere che l’orientamento sessuale sia qualcosa che “nessuno ‘sceglie’” e che “non è separabile dall’identità della persona”.

Risposta alla crisi della Chiesa

In un discorso pronunciato nel gennaio 2024 davanti al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Zuppi riconobbe “un senso di declino” nella Chiesa, una percezione che si sta diffondendo tra sacerdoti e fedeli. Zuppi affermò che, per rispondere a questa sfida, la Chiesa deve riscoprire la sua missione, essere “se stessa con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”, poiché ha ricevuto una vocazione da Dio per affrontare il disorientamento e l’isolamento diffusi nella società.

Perciò, continuò il Cardinale, non è solo un’epoca di secolarizzazione, ma anche l’era della Chiesa, un tempo non di declino, bensì di chiamata a essere la Chiesa di Dio. “Non facciamoci intimidire da una cultura per cui la fede è al tramonto!”, ha insistito, aggiungendo che la Chiesa ha superato molte crisi negli ultimi cinquant’anni perché i suoi pastori “non ebbero timore di predicare il Vangelo, di far parlare, di ascoltare, di convocare, consapevoli di essere un unico popolo di Dio, che aveva e ha una missione”. Anche allora, disse, si scriveva che il cristianesimo fosse destinato a scomparire. “Non ci spaventino fragilità e piccolezza! Non sono solo indici problematici, ma anche la quotidiana realtà in cui la Chiesa da sempre vive”.

Unioni civili

Nel gennaio 2016, pochi mesi prima che l’Italia riconoscesse legalmente le unioni civili tra persone dello stesso sesso, l’arcivescovo Zuppi dichiarò di essere d’accordo con il Cardinale Angelo Bagnasco, allora presidente della CEI, nel ritenere che “Ci sono altre priorità che bisogna affrontare”. Aggiunse che “ci sono sensibilità diverse. Speriamo si riescano a trovare delle soluzioni che mettano insieme queste sensibilità senza stravolgere le linee fondamentali della famiglia che tutti vogliamo”.

Parlando nell’agosto 2016, tre mesi dopo l’approvazione della legge Cirinnà, che legalizzava le unioni civili tra persone dello stesso sesso, l’arcivescovo Zuppi affermò che, per lui, queste coppie “rappresentano vicinanza umana. Chiariti gli aspetti che hanno preoccupato di più la Chiesa, e cioè la confusione con il matrimonio e la famiglia, si tratta di fratelli e di sorelle a cui vorremo bene. E con loro cercheremo di vivere e camminare assieme”.

Sulla possibilità che coppie omosessuali adottino bambini, disse che la vera preoccupazione dei vescovi italiani è che “non ci sono adeguate difese per la famiglia” e denunciò la “contraddizione” per cui chi ha più figli paga di più. “Siamo molto indietro su questo fronte”, aggiunse, affermando: “Credo che il compito della Chiesa sarà più per qualcosa che contro: per ridare alla famiglia quel ruolo indispensabile che in realtà ha, altrimenti con la crisi economica ci sarebbero state ulteriori conseguenze di impoverimento”.

Dialogo interreligioso

In quanto membro di lunga data della Comunità di Sant’Egidio — che da decenni promuove lo spirito della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace di Assisi del 1986 attraverso i suoi Incontri Internazionali di Preghiera per la Pace — il Cardinale Zuppi è un fervente sostenitore del dialogo interreligioso. L’incontro di Assisi del 1986 riunì 160 leader religiosi per trascorrere una giornata in preghiera, ciascuno rivolgendosi a Dio o ai propri dèi. I sostenitori vedono questi incontri come strumenti essenziali per la pace tra gli uomini, mentre i critici temono che l’incontro di Assisi e altre iniziative del genere relativizzino l’unicità di Cristo e della sua Chiesa per la salvezza delle anime.32Nel 2011, Benedetto XVI eliminò la preghiera comune per evitare l’impressione che le differenze teologiche fossero ridotte o irrilevanti.

Il Cardinale Zuppi partecipa regolarmente agli incontri annuali dello Spirito di Assisi, che si tengono ogni anno in una città diversa per perpetuare l’essenza di quell’evento. L’incontro del 2018 fu organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Bologna. Rivolgendosi ai rappresentanti delle grandi religioni del mondo, Zuppi dichiarò che le “magnifiche torri” di Bologna simboleggiano il “desiderio di Cielo”, ma che non si può vivere “chiusi nelle torri”, ridotti a una “insieme di individui isolati”.33Tra i partecipanti all’incontro di Bologna vi erano il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi; il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb; il patriarca siriaco-ortodosso Ignazio Afram II; il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia; il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani; e l’ex presidente della Commissione Europea, Romano Prodi. Parteciparono inoltre tre vescovi della Repubblica Popolare Cinese: Joseph Shen Bin, vescovo di Haimen; Anthony Dang Mingyan, vescovo di Xi’an; e Joseph Yang Yongqiang, vescovo di Zhoucun. Tra le altre personalità importanti vi erano Bernice King, figlia di Martin Luther King; padre Solalinde, difensore dei migranti in Messico; e il beninese Grégoire Ahongbonon, che lotta per la dignità dei malati mentali in Africa occidentale.

Questi incontri attraggono spesso ospiti e relatori controversi, sostenitori di una visione più globalista del mondo. Tra i partecipanti del 2018 vi furono tre vescovi cinesi, due dei quali vicepresidenti dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, la chiesa controllata dal regime comunista, sottolineando i legami di Sant’Egidio con la Cina e la sua chiesa di stato. Fu presente anche Jeffrey Sachs, consigliere dell’ONU e sostenitore del controllo demografico, che ha partecipato agli incontri del 2013, 2014, 2017 e 2019.34Sachs, Jeffrey D., Sant’Egidio, settembre 2019: Sachs ha guadagnato un’influenza crescente nella Pontificia Accademia delle Scienze e attirò l’attenzione nel 2020 per il suo attacco all’allora presidente USA Donald Trump durante un incontro dell’accademia, applaudito da molti presenti, tra cui il cancelliere dell’accademia, monsignor Marcelo Sánchez Sorondo.

In un’intervista rilasciata durante l’incontro del 2019 a Madrid intitolato “Pace senza confini”, il Cardinale Zuppi affermò che, a oltre trent’anni dalla loro nascita, questi incontri internazionali sono ancora molto “avanti” nella loro visione. “È un evento che ci aiuta a intravedere il futuro che ci attende”. Questo futuro, disse, “non sarà il ‘supermercato delle religioni’; il futuro non sarà una ‘super-religione’!”

Piuttosto, spiegò, “le singole religioni dovranno orientare i propri fedeli verso la realtà futura dell’intero pianeta, ovvero vivere insieme e pensare gli uni agli altri in questa casa unica e straordinaria che è la Terra. Ogni religione ha il dovere di insegnare ai suoi fedeli come vivere insieme agli altri”.

Il Cardinale Zuppi riconobbe che “una sorta di ONU delle religioni potrebbe spaventare alcuni, poiché significherebbe che esiste una ‘super-religione’ al di sopra di tutte le altre”. Tuttavia, precisò, “meglio un incontro tra amici che si invitano a vicenda, piuttosto che un’istituzione fredda”. Negli Incontri Internazionali di Preghiera per la Pace, concluse, “c’è molta amicizia. Ognuno sa chi lo ha invitato, chi altro partecipa… tutti si sentono a casa”.

Islam

Per il Cardinale Zuppi, uno dei frutti positivi dell’incontro di Assisi del 1986 è il controverso Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi.35Il documento di Abu Dhabi suscitò polemiche per l’affermazione: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”.

Parlando a studenti universitari cattolici e musulmani durante una scuola estiva all’inizio di settembre 2019, il Cardinale Zuppi ha affermato che dobbiamo essere “debitori” del primo incontro di Assisi per il documento di Abu Dhabi.36“Dialogo interreligioso: mons. Zuppi, (Bologna), ‘la fratellanza abbatte l’indifferenza che spesso è al limite dell’intolleranza’”, SIR, 5 settembre 2019. La scuola estiva, svoltasi nell’Arcidiocesi di Bologna, era un’iniziativa promossa dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in collaborazione con la Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS), l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII) e la Confederazione Islamica Italiana (CII). Durante l’evento, agli studenti cattolici è stato chiesto di partecipare alla preghiera musulmana del venerdì, mentre agli studenti musulmani è stato chiesto di partecipare alla Messa cattolica della domenica. Il Cardinale Zuppi ha detto ai giovani: “Se non c’è dialogo, c’è divisione. Se non c’è fraternità, c’è indifferenza. Quando non si comprende l’altro, c’è pregiudizio. Il dialogo è spesso visto come pericoloso, nel senso che scolorisce le identità, ma questa è una contraddizione. La fede ci aiuta a comprendere, ci fa gioire della diversità ed esprime fraternità”.37“Dialogo interreligioso: Mons. Zuppi, (Bologna), ‘la fratellanza abbatte l’indifferenza che spesso è al limite dell’intolleranza’”, SIR, 5 settembre 2019. Non sembra sia stata fatta alcuna distinzione tra la fede cristiana soprannaturale e la fede naturale.

L’adesione del Cardinale Zuppi al documento di Abu Dhabi è coerente con il suo approccio alla crescente presenza islamica a Bologna. Nel marzo 2016, durante una conferenza sulla comunità musulmana locale sponsorizzata dalla Open Society Foundation di George Soros, il Cardinale Zuppi chiese la costruzione di una moschea a Bologna. “A Roma la moschea addirittura c’è dagli anni Settanta e credo che sia un luogo importante. Qualcuno pensa il contrario ma sbaglia”, dichiarò. Il fatto che i Paesi islamici vietino la costruzione di chiese cattoliche, aggiunse, “ci impegna ancora di più a permettere ai credenti di pregare e sono convinto che tra credenti si ritrova quell’unica appartenenza, quell’unico Dio, il cui nome è pace”.

Durante l’incontro, Zuppi espresse anche la speranza che “alcune feste islamiche siano accolte nelle scuole”. Citando Papa Francesco, affermò: “Bisogna costruire ponti” tra culture diverse. La conferenza, intitolata Per una politica di inclusione dell’Islam e dei musulmani a Bologna, si basava sulle conclusioni di un rapporto finanziato anch’esso dalla Open Society Foundation.

Un mese dopo, nell’aprile 2016, il Cardinale Zuppi visitò una delle piccole moschee di Bologna e ricordò ai presenti l’appello di Papa Francesco a “costruire ponti” e non “muri”. “La violenza non ha niente a che vedere con Islam, il terrorismo non ha niente a che vedere con Islam”, ha insistito. In vista della festa della Beata Vergine di San Luca, invitò l’imam a “contemplare la fede così profonda della città, che non è una fede contro gli altri e senza gli altri, è sempre una fede che ci aiuta a vedere nell’altro un fratello”. Ricordando il trentesimo anniversario dell’incontro di Assisi del 1986, il Cardinale Zuppi ha anche espresso la speranza che un incontro simile possa essere organizzato a Bologna.

Nel maggio 2019, il Cardinale Zuppi visitò il Centro Islamico di Bologna (fondato per unire la maggioranza delle moschee più piccole sparse sul territorio) per il primo venerdì di Ramadan. Dichiarò ai giornalisti che “quando non ci si conosce, o quando si vede solo da lontano, molte volte si pensa che ci sia un nemico”. Conoscersi, disse, aiuterà a “vivere nella realtà” di Bologna e dell’Italia. “È quella che tutti i mulsumani vogliono, di inserirsi e di vivere pienamente nella cultura e nei diritti e nei doveri del nostro Paese. […] È chiaro che viviamo qualcosa di nuovo. È la prima volta che c’è una presenza di comunità islamiche così consistente [in Italia] — in Europa è già così da tempo — ma soprattutto dobbiamo essere più noi stessi e parlare e dialogare perché questa presenza sia un segno di rispetto e di umanesimo che noi viviamo”.

Nel contesto del documento di Abu Dhabi, Zuppi ha incoraggiato la partecipazione a celebrazioni pubbliche dell’iftar, il pasto serale che rompe il digiuno del Ramadan.38Diocesi: Bologna, a fine Ramadan momenti di scambio e incontro come iftar pubblici nella zona Barca, in via Torleone e piazza Marzabotto, SIR, 28 maggio 2019. Nel maggio 2019, ha incoraggiato la celebrazione di un iftar davanti alla chiesa cattolica di Marzabotto, nonostante il parroco avesse suggerito la piazza del municipio come luogo più adatto e meno controverso. L’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso giustificò la scelta affermando che era in armonia con il documento di Abu Dhabi.39Nell’ottobre 2019, scoppiò una polemica quando emersero notizie secondo cui Zuppi avrebbe ordinato la preparazione di tortellini privi di carne di maiale ma ripieni di pollo per la festa patronale di Bologna, al fine di rispettare i musulmani presenti. In una dichiarazione, l’Arcidiocesi aveva definito le notizie come “fake news”, affermando che il Cardinale Zuppi avesse appreso la notizia dai media. Tuttavia, l’Arcidiocesi ha confermato che sarebbero stati forniti tortellini senza carne di maiale, spiegando che la decisione è stata presa affinché “tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi”.

Il 2 febbraio 2020, festa cattolica della Candelora, il Cardinale Zuppi e il presidente della comunità islamica del posto hanno guidato insieme una preghiera interreligiosa per la pace al Centro Culturale Islamico di Bologna, con la partecipazione di bambini e giovani cattolici e musulmani. Zuppi dichiarò alla stampa locale: “Questo è un metodo importante e giusto, senza confusione e senza sincretismi, senza cedimenti, per vivere insieme. Questo è quanto è importante fare guardando al futuro”.

Durante la pandemia di coronavirus, il Cardinale Zuppi inviò un messaggio alla comunità musulmana per il Ramadan, dicendo loro: “Questa emergenza può stringere tra noi più forti legami di solidarietà”.

Nel marzo 2024, Zuppi scrisse un messaggio ai suoi “fratelli e sorelle” musulmani per il Ramadan, facendo un parallelismo tra il digiuno islamico e quello quaresimale, senza però menzionare Cristo o la differenza tra i due.

Immigrazione

Il Cardinale Zuppi è un forte sostenitore dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei rifugiati nella società italiana. Le sue posizioni sull’immigrazione lo hanno portato a scontrarsi con il movimento populista di Matteo Salvini.

Nel novembre 2019, poco dopo l’annuncio della sua nomina a Cardinale, Zuppi pubblicò un libro sulle cause della resistenza alla migrazione di massa nell’Europa degli ultimi anni: paura, individualismo e rifiuto di vedere nell’altro un proprio fratello. Nel libro, intitolato Odierai il prossimo tuo come te stesso. Perché abbiamo dimenticato la fraternità, il porporato affermava che è urgente saper “affrontare la questione dell’odio, un sentimento che ci disumanizza e ci condanna alla solitudine”. Critica “l’individualismo sfrenato” che rende le persone “impermeabili alla sofferenza altrui, ma anche più fragili e incapaci di pensarsi in relazione agli altri”. L’odio, ha scritto, deve essere respinto. L’amore e la fraternità sono l’antidoto. Zuppi invita, nel libro, a riscoprire la “autentica solidarietà”, a vedere il pluralismo religioso “come a un’opportunità per ritrovare le ragioni della propria fede” e a essere aperti all’amore, così da essere capaci di “cose grandi”.

Più recentemente, nel suo apparente sostegno a politiche migratorie senza restrizioni, Zuppi ha ulteriormente confuso la distinzione tra rifugiati e immigrati. In un incontro di Sant’Egidio nel giugno 2023, il Cardinale, ormai presidente della CEI, attirò l’attenzione sui 3.170 rifugiati morti nel Mediterraneo in un solo anno, tentando di raggiungere l’Europa. Tuttavia, fece anche appello per “un sistema legale che garantisca protezione e accoglienza per tutti”. I critici risposero che tali sistemi esistono già e che, ad oggi, 300 milioni di persone vivono e lavorano all’estero legalmente e i rifugiati godono già di protezione internazionale. La vera questione, sottolineano, è che la maggior parte di coloro che arrivano illegalmente in Europa non sono rifugiati.

  • 1
    Nel 2010, una selezione della corrispondenza professionale e personale di suo padre, che includeva otto lettere di Giovanni Battista Montini (che Enrico aveva incontrato durante gli anni universitari mentre era impegnato nell’apostolato cattolico nelle periferie di Roma) e ottanta lettere indirizzate a Carla durante il loro fidanzamento e matrimonio, fu pubblicata in un libro intitolato «Hai riempito gli abissi del mio cuore». Lettere a Carla. Con una prefazione del Cardinale Achille Silvestrini (collaboratore occasionale de L’Osservatore della Domenica durante gli anni di Enrico Zuppi), il libro fu presentato a Roma nel novembre 2010. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e Giovanni Maria Vian, allora direttore de L’Osservatore Romano, furono tra i relatori dell’evento.
  • 2
    Il Liceo Virgilio, situato nella nota via Giulia del centro storico di Roma.
  • 3
    Arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954. Riguardo alla sua tesi, l’Arcivescovo Zuppi ha affermato che “conoscerlo mi ha molto aiutato a comprendere la complessità della Chiesa. Lo vedevo come un esponente di una Chiesa debole contro il fascismo. In realtà, ho scoperto esattamente il contrario, ossia un padre molto amato dalla sua diocesi, tutt’altro che servile verso il potere. Fu Padre David Maria Turoldo, che da giovane predicò a Milano su richiesta del Cardinale, ad aiutarmi a scoprire questo aspetto di Schuster. Erano estremamente diversi, avevano modi e sensibilità quasi opposti, eppure Turoldo amava Schuster e si sentiva compreso da lui. Questo mi ha insegnato che la Chiesa è una realtà molto più complessa delle nostre idee e di alcune nostre letture ideologiche”.
  • 4
    Conferendogli il titolo di monsignore. Nel 2014, Papa Francesco ha abolito questo titolo per i sacerdoti diocesani sotto i sessantacinque anni.
  • 5
    Diocesi di Bologna, Ufficio per la Liturgia, La liturgia della “Chiesa in uscita”, 18 novembre 2019. Le linee guida, intitolate La Liturgia della “Chiesa in uscita”: Considerazioni sullo stile celebrativo della Chiesa nella sua “conversione missionaria” (EG 30), affermano: “Nel nostro bisogno di comprendere sempre meglio la celebrazione liturgica, è necessario tenere come orizzonte del nostro pensiero le indicazioni di Sacrosanctum Concilium, secondo la comprensione, il rilancio, l’ottica che Evangelii Gaudium offre alla Chiesa di oggi”. Pubblicate dall’Ufficio Liturgico diocesano, le linee guida individuano quattro dimensioni dell’evangelizzazione presenti nella Evangelii Gaudium: kerigmatica, mistagogica, sinodale, popolare.

    Per quanto riguarda il modo “sinodale” di celebrare, il documento afferma che la “tendenza anche in campo liturgico, a delegare la realizzazione della celebrazione ad esperti, ad altri che debbano compiere i riti, è un male che ci assale da secoli e dal quale possiamo essere risanati a fatica”. Il documento ricorda il monito della Sacrosanctum Concilium secondo cui tutti i battezzati hanno il “diritto e il dovere” di partecipare alla liturgia, non solo “solo del clero e di qualche altro ‘chierichetto’”.

    Secondo le linee guida, un modo “sinodale” di celebrare la liturgia implicherebbe il coinvolgimento dei laici “non solo nella preparazione della preghiera dei fedeli”, ma anche “ma anche nella preparazione delle letture domenicali, nella scelta delle varie opzioni che il rito prevede, in alcuni servizi, di modo che appaia che tutta l’Assemblea che Dio ha radunato è formata da tutto il Popolo di Dio”. Il documento afferma che, quando le liturgie sono preparate in questa maniera “sinodale” e “gran parte del Popolo di Dio si è sentito rappresentato nella celebrazione, abbiamo toccato con maggiore evidenza l’efficacia del rito, che ha ‘espresso e manifestato la genuina natura della vera Chiesa’”.
  • 6
    “Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. Ne consegue che, se è sommamente conveniente che alla celebrazione della Messa partecipi attivamente gran numero di fedeli, tuttavia non è da riprovarsi, anzi da approvarsi, la Messa celebrata privatamente”, scrisse Paolo VI. “Da tale Messa deriva grande abbondanza di particolari grazie, a vantaggio sia dello stesso sacerdote, sia del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo”. Prosegue: “Inoltre bisogna richiamare la conclusione che scaturisce da questa dottrina circa ‘l’indole pubblica e sociale di ogni Messa’. Giacché ogni Messa, anche se privatamente celebrata da un sacerdote, non è tuttavia cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa, la quale nel sacrificio che offre, ha imparato ad offrire sé medesima come sacrificio universale, applicando per la salute del mondo intero l’unica e infinita virtù redentrice del sacrificio della Croce. Poiché ogni Messa celebrata viene offerta non solo per la salvezza di alcuni, ma anche per la salvezza di tutto il mondo. Ne consegue che, se è sommamente conveniente che alla celebrazione della Messa partecipi attivamente gran numero di fedeli, tuttavia non è da riprovarsi, anzi da approvarsi, la Messa celebrata privatamente, secondo le prescrizioni e le tradizioni della santa Chiesa, da un Sacerdote col solo ministro inserviente; perché da tale Messa deriva grande abbondanza di particolari grazie, a vantaggio sia dello stesso sacerdote, sia del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo, grazie che non si possono ottenere in uguale misura mediante la sola Comunione”.
  • 7
    “Per nove giorni vi invito a recitare il S. Rosario ovunque vi troviate, uniti tutti spiritualmente a Lei e tra di noi, unanimi nella preghiera come gli Apostoli con Maria nel giorno di Pentecoste”, scrisse il Cardinale. In un messaggio video, ha detto ai fedeli di Bologna che solo con “un’insistenza più insistente del male” è possibile “combattere il male e sentire la protezione di Maria, sentire la forza del Signore che ama la vita degli uomini”. Il Cardinale Zuppi ha continuato a pregare (e trasmettere in streaming) il Rosario ogni sera per tutta la durata della pandemia, dalla cattedrale diocesana, dalla residenza arcivescovile o da un monastero di monache. Durante la crisi del coronavirus, pur avendo sospeso tutte le Messe pubbliche, il Cardinale Zuppi si oppose alla chiusura delle chiese.
  • 8
    “È il rammarico più grande che ho, e mi fa soffrire tanto”, ha detto, aggiungendo, “non trascuriamo l’assenza di funerali: le comunità non hanno potuto dire addio agli amici che se ne sono andati. Anche il vuoto delle esequie ci ricorda che non possiamo non essere una comunità”. Ha ribadito questa preoccupazione in un messaggio video congiunto con il sindaco di Bologna, riferendosi alla mancanza degli ultimi sacramenti per molti di coloro che sono morti. Il Cardinale ha annunciato che le campane delle chiese della città avrebbero suonato “per ricordare tutti coloro che portiamo nel cuore e che sono saliti al Cielo. Sarà un momento di raccoglimento e di sofferenza per loro, ma anche di consolazione per chi resta”.
  • 9
    Matteo Zuppi, La confessione. Il perdono per cambiare (Cinisello Balsamo: San Paolo Edizioni, 2016). Il Cardinale ha proseguito: “Qualora gli ammalati non possano confessare individualmente i propri peccati, ma chiedano l’assoluzione sacramentale, i sacerdoti possono assolverli, dopo aver invitato, per quanto possibile, ad esprimere il pentimento e la richiesta del perdono”. Egli ha previsto la possibilità di un’assoluzione generale limitata per i malati, gli operatori sanitari e le loro famiglie, ricordando però la necessità, “superata l’emergenza, di confessare i peccati gravi che sono stati assolti senza poter fare la confessione individuale”. Ha inoltre stabilito che “i sacerdoti che dovessero ricorrere all’assoluzione generale, ne informino l’Arcivescovo”.

    Interrogato durante la pandemia se fosse possibile immaginare “una sorta di diaconato agli operatori che operano negli ospedali”, ha risposto: “Più che il diaconato si potrebbe conferire un ministero dell’Eucaristia”. Ha citato l’esempio di un’infermiera della sua diocesi a cui è stata concessa la facoltà di portare la Comunione alle persone ricoverate nei reparti Covid dell’ospedale in cui lavora. “In realtà credo che tanti pazienti le abbiano chiesto anche benedizioni e preghiere e a quel punto è diventata quasi un ministro istituito”, ha detto il Cardinale Zuppi. “Questo fa parte di quell’enorme patrimonio di generosità, solidarietà, vicinanza, attenzione all’altro, compassione, pietà e sensibilità che queste settimane di lotta contro il virus hanno mostrato”.
  • 10
    “Non lo faccio per i soldi”, disse il Cardinale Caffarra accettando l’eredità FAAC. “Lo faccio per le 300 famiglie dello stabilimento di Bologna che rappresenta il cuore e la mente della Faac. Se cediamo verranno tutti assorbiti dai nuovi proprietari che trasferiranno anche la progettazione e la gestione altrove. Non posso permetterlo. Io sto dalla parte delle famiglie”.
  • 11
    Oggi la Comunità di Sant’Egidio è presente in oltre settanta Paesi: ventitré in Europa, ventinove in Africa, sette in Asia, otto in Nord America e cinque in Sud America.
  • 12
    Andrea Riccardi ha ricoperto la carica di Ministro per la cooperazione internazionale nel governo del Primo Ministro italiano Mario Monti (2010-2013) e, nel 2013, è stato presidente di Scelta Civica, un partito politico centrista. Nel marzo 2015, Riccardi è stato eletto presidente della Società Dante Alighieri, ricevendo “gli auguri di un proficuo lavoro” da parte dei massoni del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. Storicamente, la presidenza della Società Dante Alighieri è stata riservata ai membri della massoneria. “Società Dante Alighieri, Riccardi presidente. Con tanti auguri dalla massoneria”, Corrispondenza Romana, 26 marzo 2015.
  • 13
    Zuppi ha visitato il Mozambico nel 2022 per il 30º anniversario dell’accordo di pace.
  • 14
    Sant’Egidio ha organizzato gli incontri interreligiosi annuali di Assisi a partire dal primo, celebre, del 1986.
  • 15
    Il Cardinale George contestò alla Comunità il conferimento di un premio al governatore dell’Illinois Pat Quinn per l’abolizione della pena di morte, nonostante avesse firmato la legge sul “matrimonio” omosessuale e sostenuto la legalizzazione dell’aborto. Le preoccupazioni del Cardinale furono segnalate in un cablogramma criptato dalla nunziatura apostolica di Washington, D.C., al Vaticano, poi rivelato nei Vatileaks.
  • 16
    Il Cardinale Zen criticò la Comunità per aver invitato al loro incontro interreligioso del 2011 a Monaco un vescovo cinese colpevole di grave disobbedienza al Papa, in quanto partecipò all’ordinazione di un vescovo imposto dalle autorità cinesi. Nel settembre 2019, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, insieme all’ex parlamentare emiliano-romagnolo Romano Prodi, al Cardinale Claudio Maria Celli e a padre Federico Lombardi, furono tra i relatori alla presentazione di un libro che elogiava l’accordo segreto tra la Santa Sede e il governo comunista cinese. La prefazione del volume era firmata dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano.
  • 17
    Jeffrey Sachs ha assunto un ruolo sempre più influente nella Pontificia Accademia delle Scienze sotto la guida del Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo. Nel suo intervento a Sant’Egidio nel 2019, Sachs ha parlato di Gesù Cristo come di una figura storica al pari di Immanuel Kant, affermando: “Siamo gli eredi di Platone e Aristotele, che hanno esaltato il dono della ragione; di Gesù, che ha proclamato che i pacificatori sono figli di Dio; di Immanuel Kant, che ha immaginato un’unione di repubbliche per garantire una pace perpetua; di Franklin Roosevelt, che dopo la Seconda Guerra Mondiale ha dato vita alle Nazioni Unite per attuare la visione di Kant; di John F. Kennedy e Nikita Krusciov, che al culmine della Guerra Fredda hanno firmato il Trattato sul divieto parziale dei test nucleari, mostrando così la via per la pace; e di Martin Luther King, Jr., che ci ha ricordato che ‘l’arco dell’universo morale è lungo, ma tende verso la giustizia’”. “‘Pace senza confini’: Comunità di Sant’Egidio, da domenica a Madrid l’incontro internazionale nello ‘spirito di Assisi’”, SIR, 11 settembre 2019.
  • 18
    Veltroni, ex sindaco di Roma, è forse più noto per aver celebrato il matrimonio civile di George Clooney e Amal Alamuddin a Venezia.
  • 19
    L’Arcidiocesi di Bologna tiene un Congresso Eucaristico ogni dieci anni dal 1947. Il precedente Congresso Eucaristico si era svolto nel 2007 ed era stato organizzato dal Cardinale Carlo Maria Caffarra.
  • 20
    Scrisse: “Gesù (Mt 14,13-21) ci coinvolge nella sua commozione per la folla e insegna a tutti a rispondere alla fame di tanti. Per farlo non dobbiamo cercare capacità particolari o possibilità straordinarie, che non avremo mai, ma solo dare il poco che abbiamo e condividerlo, a darlo al suo amore perché tutti siano saziati, noi e il prossimo”. L’arcivescovo proseguì: “Proprio noi possiamo dare da mangiare se, come Gesù, non restiamo distanti dalla condizione difficile degli altri. Questo è l’obiettivo che vogliamo raggiungere nell’anno del Congresso Eucaristico, con un cammino sinodale che coinvolga tutte le comunità cristiane, riunite attorno al Signore, ma che hanno sempre l’orizzonte sconfinato della folla alla quale Gesù vuole dare da mangiare”.
  • 21
    “Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37)”.
  • 22
    “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie”.
  • 23
    “Infine, la comunità evangelizzatrice gioiosa sa sempre ‘festeggiare’. Celebra e festeggia ogni piccola vittoria, ogni passo avanti nell’evangelizzazione. L’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia in mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dell’attività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi”.
  • 24
    “L’evangelizzazione è compito della Chiesa. La Chiesa, come soggetto evangelizzatore, è più di un’istituzione organica e gerarchica; è anzitutto un popolo in cammino verso Dio. Certamente è un mistero radicato nella Trinità, ma esiste concretamente nella storia come popolo di pellegrini ed evangelizzatori, trascendendo ogni espressione istituzionale, per quanto necessaria”.
  • 25
    Nel marzo 2020, Papa Francesco scelse come tema della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
  • 26
    CIC/83 can. 396 § 1.
  • 27
    “Facendoci sentire parte di un unico corpo, tutti importanti e pieni dello stesso Spirito d’amore”, il Cardinale disse che la visita pastorale sarebbe stata “l’esatto opposto” del peggior nemico dell’Arcidiocesi: “quello che Papa Francesco chiama ‘individualismo postmoderno e globalizzato’ (EG 67)”. Ogni visita, iniziando il giovedì e concludendosi la domenica, includeva la celebrazione della Liturgia delle Ore, un momento di preghiera e fraternità con i sacerdoti, una lectio divina comunitaria, una veglia di preghiera vocazionale-missionaria, iniziative specifiche per ciascuna regione e la celebrazione della liturgia eucaristica domenicale.
  • 28
    In un’intervista a La Repubblica all’inizio di aprile, il Cardinale lasciò intendere che avrebbe voluto celebrare le liturgie della Settimana Santa e della Pasqua, ma era troppo “pericoloso” e “le regole vanno rispettate”. Continuò a trasmettere in streaming le liturgie della Settimana Santa e della Pasqua. Il Cardinale disse che, quando all’inizio della crisi vide i ristoranti aperti ma le Messe vietate, trovò “molto difficile comprendere la decisione del governo e si pose molte domande”. “Abbiamo bisogno di Dio così come degli scienziati e dei medici”, aggiunse, sottolineando che anche in lockdown era importante “rafforzare la comunione tra le persone e la consapevolezza che la comunità ha bisogno dell’Eucaristia e viceversa”. Il Cardinale Zuppi sottolineò inoltre che gli anziani “non sono oggetti” ma “persone indispensabili” che affrontano un doppio peso di isolamento. “Non è accettabile che l’età diventi un fattore discriminante per salvare o condannare una vita”, disse. Il Cardinale ha affermato che è una realtà deplorevole che si faccia troppo poco per prendersi cura dei genitori e dei nonni e per supportarli a casa. Ha sottolineato che, se un maggior numero di anziani fosse stato in grado di “restare a casa”, sarebbero stati meglio protetti. Questa crisi, ha osservato, sta insegnando una lezione su come trattare i più deboli. “Se è vero che nulla sarà come prima, anche noi dobbiamo essere migliori”, dichiarò.
  • 29
    La sinossi del film recita: “L’Arcivescovo di Bologna, Sua Eminenza Cardinale Matteo Maria Zuppi – ma preferisce essere chiamato don Matteo — è uno che gira in bici e vive in una casa di riposo per preti, uno che cita Alda Merini e San Francesco, il Vangelo e la Costituzione, Giovanni XXIII e Guccini. È stato il primo vescovo di Bologna a parlare sul palco del Primo Maggio, a entrare in un centro sociale, a dialogare con la comunità LGBTI, e a far ballare i profughi nella basilica di San Petronio, durante la messa per il Santo Patrono”.
  • 30
    È inoltre ospite abituale della trasmissione A Sua immagine, trasmessa dalla RAI, per commentare il Vangelo e mostrare come viene vissuto nell’Arcidiocesi di Bologna.
  • 31
    Eppure, quando Paolo VI usò l’espressione “stanza del mondo”, si riferì interamente a Cristo, la vera Luce, che illumina la “stanza”, dando significato, splendore e vita soprannaturale a ogni anima che Lo accoglie. Il testo originale di Paolo VI recita: “Risuonano al Nostro spirito le parole del Vangelo, che ieri, nella festa della Presentazione al tempio del fanciullo Gesù e della Purificazione di Maria Santissima, la liturgia offriva alla Nostra meditazione, e che proclama Gesù il Messia del Signore ‘Christum Domini’, la salvezza di tutti i popoli ‘salutare . . . omnium populorum’, luce per illuminare le nazioni ‘lumen ad revelationem gentium’ (Luc. 2, 30-32). […] Gesù è al vertice delle aspirazioni umane, è il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere, è il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, è cioè il Messia, il centro dell’umanità, Colui che dà un senso agli avvenimenti umani, Colui che dà un valore alle azioni umane, Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i cuori, il vero uomo, il tipo di perfezione, di bellezza, di santità, posto da Dio per impersonare il vero modello, il vero concetto di uomo, il fratello di tutti, l’amico insostituibile, l’unico degno d’ogni fiducia e d’ogni amore: è il Cristo-uomo. E nello stesso tempo Gesù è alla sorgente d’ogni nostra vera fortuna, è la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma; bellezza ed ombra; è la parola che tutto definisce, tutto spiega, tutto classifica, tutto redime; è il principio della nostra vita spirituale e morale; dice che cosa si deve fare e dà la forza, la grazia, per farlo; riverbera la sua immagine, anzi la sua presenza in ogni anima che si fa specchio per accogliere il suo raggio di verità e di vita, che cioè crede in Lui e accoglie il suo contatto sacramentale; è il Cristo-Dio, il Maestro, il Salvatore, la Vita”.
  • 32
    Chiarendo le sue parole, Zuppi dichiarò al giornalista Edward Pentin di non aver “difeso” la legge 194, ma di aver semplicemente ribadito che “nessuno nel mondo cattolico (eccetto pochi ‘gladiatori’) vuole aprire una discussione sulla legge. Ciò che serve è l’applicazione dell’intera legge, specialmente della parte sulla prevenzione dell’aborto. Per fare questo, bisogna superare la logica degli ‘Orazi e Curiazi’, per cui non si collabora sulla questione. Riguardo al dolore, ho ribadito che la Chiesa favorisce le cure palliative, cioè togliere il dolore, e questo è sacrosanto. Il problema è togliere il dolore, non la vita! Questo è tutto”.
  • 33
    La conferenza di un giorno, sponsorizzata da numerose organizzazioni pro-vita e pro-famiglia, si intitolava “Humanae Vitae—Metodi naturali: una via alla felicità”. Tra gli interventi vi fu anche quello della giornalista e madre di famiglia Costanza Miriano su Come Humanae Vitae ha salvato la mia vita.
  • 34
    “‘Chiesa: casa per tutti’ vuole essere un’opportunità per sperimentare un modo inclusivo di essere ‘Chiesa’, aperta a tutti; uno spazio ecclesiale dove potersi conoscere, raccontare e condividere la propria esperienza spirituale con altri a partire dalla condizione che ciascuno vive: laico o religioso, anziano o giovane, omosessuale o etero, single o sposato, convivente o divorziato”.
  • 35
    Alcuni sostengono che, semplicemente utilizzando l’acronimo LGBT, un termine carico di implicazioni politiche, Zuppi abbia segnalato il suo sostegno alla loro agenda. Sicuramente, così l’ha interpretato Padre Martin, che nel giorno in cui è stato annunciato il cardinalato di Zuppi ha scritto su Twitter che egli è un “grande sostenitore dei cattolici #LGBT”.
  • 36
    Nel 2011, Benedetto XVI eliminò la preghiera comune per evitare l’impressione che le differenze teologiche fossero ridotte o irrilevanti.
  • 37
    Tra i partecipanti all’incontro di Bologna vi erano il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi; il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb; il patriarca siriaco-ortodosso Ignazio Afram II; il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia; il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani; e l’ex presidente della Commissione Europea, Romano Prodi. Parteciparono inoltre tre vescovi della Repubblica Popolare Cinese: Joseph Shen Bin, vescovo di Haimen; Anthony Dang Mingyan, vescovo di Xi’an; e Joseph Yang Yongqiang, vescovo di Zhoucun. Tra le altre personalità importanti vi erano Bernice King, figlia di Martin Luther King; padre Solalinde, difensore dei migranti in Messico; e il beninese Grégoire Ahongbonon, che lotta per la dignità dei malati mentali in Africa occidentale.
  • 38
    Sachs, Jeffrey D., Sant’Egidio, settembre 2019: Sachs ha guadagnato un’influenza crescente nella Pontificia Accademia delle Scienze e attirò l’attenzione nel 2020 per il suo attacco all’allora presidente USA Donald Trump durante un incontro dell’accademia, applaudito da molti presenti, tra cui il cancelliere dell’accademia, monsignor Marcelo Sánchez Sorondo.
  • 39
    Il documento di Abu Dhabi suscitò polemiche per l’affermazione: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”.
  • 40
    “Dialogo interreligioso: mons. Zuppi, (Bologna), ‘la fratellanza abbatte l’indifferenza che spesso è al limite dell’intolleranza’”, SIR, 5 settembre 2019. La scuola estiva, svoltasi nell’Arcidiocesi di Bologna, era un’iniziativa promossa dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in collaborazione con la Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS), l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII) e la Confederazione Islamica Italiana (CII).
  • 41
    “Dialogo interreligioso: Mons. Zuppi, (Bologna), ‘la fratellanza abbatte l’indifferenza che spesso è al limite dell’intolleranza’”, SIR, 5 settembre 2019.
  • 42
    Diocesi: Bologna, a fine Ramadan momenti di scambio e incontro come iftar pubblici nella zona Barca, in via Torleone e piazza Marzabotto, SIR, 28 maggio 2019.
  • 43
    Nell’ottobre 2019, scoppiò una polemica quando emersero notizie secondo cui Zuppi avrebbe ordinato la preparazione di tortellini privi di carne di maiale ma ripieni di pollo per la festa patronale di Bologna, al fine di rispettare i musulmani presenti. In una dichiarazione, l’Arcidiocesi aveva definito le notizie come “fake news”, affermando che il Cardinale Zuppi avesse appreso la notizia dai media. Tuttavia, l’Arcidiocesi ha confermato che sarebbero stati forniti tortellini senza carne di maiale, spiegando che la decisione è stata presa affinché “tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi”.

Servizio alla Chiesa

  • Ordinazione sacerdotal: 9 maggio 1981
  • Incardinato a Roma: 15 novembre 1988
  • Ordinazione episcopale: 31 gennaio 2012
  • Creato Cardinale: 5 ottobre 2019

Studi

  • Liceo Virgilio, Roma
  • 1977: Università di Roma “La Sapienza”; Laurea in lettere e filosofia
  • Seminario di Palestrina
  • Pontificia Università Lateranense; Teologia (B.A.)

Incarichi

  • 1981-2000: Vicario di Mons. Vincenzo Paglia, Basilica di Santa Maria in Trastevere
  • 1983-2012: Rettore, Chiesa di Santa Croce alla Lungara
  • 2000-2012: Assistente ecclesiastico generale, Comunità di Sant’Egidio
  • 2000-2010: Parroco, Basilica di Santa Maria in Trastevere
  • 2005-2010: Prefetto della terza prefettura di Roma
  • 2010-2012: Parroco di Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, Roma
  • 2011-2012: Prefetto della diciassettesima prefettura di Roma
  • 2012-2015: Vescovo ausiliare di Roma, vescovo titolare di Villanova
  • 2015-presente: Arcivescovo di Bologna
  • 2015-presente: Presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna
  • 2022-presente: Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

Altri Incarichi

  • Anni 1990-presente: Membro della Comunità di Sant’Egidio
  • 1995-2012: Membro del consiglio presbiterale diocesano

Incarichi Curiali

  • Membro del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale
  • Membro dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica

Foto: Massimiliano Migliorato/CPP