San Francesco d'Assisi in Acilia

Creato da:

Giovanni Paolo II

Status Votante:

Non-Elettore

Nazione:

Sudafrica

Età:

84

Cardinale Wilfrid Fox Napier, O.F.M.

San Francesco d'Assisi in Acilia

Arcivescovo Emerito di Durban, Sudafrica

Sudafrica

Pax et Bonum

Pace e Bene

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Dati chiave

Data di Nascita:

8 Marzo 1941 (84 anni)

Luogo di Nascita:

Swartberg, Sudafrica

Nazione:

Sudafrica

Concistoro:

21 Febbraio 2001

da

Giovanni Paolo II

Status Votante:

Non-Elettore

Incarico:

Emerito

Tipo:

Cardinale Presbitero

Chiesa Titolare:

San Francesco d'Assisi in Acilia

Sintesi

L’educazione cattolica del Cardinale Wilfrid Napier è profondamente radicata nella cura per gli emarginati. Uno di sette figli, lasciò il Sudafrica da giovane, incontrò i francescani in Irlanda e ben presto entrò nel loro ordine.

Nel 1964 si laureò  in latino e inglese presso l’Università di Galway, in Irlanda. Da lì fu inviato all’Università di Lovanio, dove conseguì un master in filosofia e teologia. Tornato in Sudafrica, Napier fu ordinato sacerdote nel 1970 e per otto anni prestò servizio nelle aree rurali nei pressi di Kokstad. Negli anni Ottanta lavorò a stretto contatto con l’arcivescovo di Durban, a cui  infine succedette, ricoprendo per due mandati la presidenza della Conferenza Episcopale Cattolica Sudafricana.

Negli anni Novanta, Napier si adoperò per promuovere il dialogo in un contesto di disordini civili nel suo Paese e nel 1991 fu presente alla firma del Patto di Pace del Sudafrica. Nel 1992 fu nominato arcivescovo di Durban. Ritenuto fluente in sei lingue, fu creato Cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001. Il suo impegno con i moderni social media ha contribuito negli ultimi anni a consolidare la sua reputazione a livello mondiale come Cardinale disposto a denunciare pubblicamente le ingiustizie sociali.1Barbara Ludman and Paul Stober, eds., The Mail and Guardian A-Z of South African Politics: The Essential Handbook (Johannesburg: Jacana Media, 2004), 97-8. Partecipò al Sinodo dei Vescovi del 2014 e fu presidente delegato al Sinodo dei Vescovi del 2015, dedicato alla missione della famiglia.

Papa Francesco accettò le dimissioni del Cardinale Napier dalla guida dell’arcidiocesi di Durban il 9 giugno 2021, al compimento dell’ottantesimo anno di età. Continuò a servire come amministratore apostolico fino all’insediamento del suo successore, due mesi più tardi.

Considerato un centrista di tendenza progressista proveniente dal sud globale, il Cardinale Wilfrid Napier è stato incluso tra i Papabili sin dal conclave del 2005. Le nostre ricerche indicano che, in ambito liturgico, egli nutre una profonda devozione per l’Eucaristia, attribuisce grande valore al rispetto e alla riverenza in chiesa e interpreta l’allontanamento dall’Eucaristia come segno di tiepidezza sacerdotale. È un convinto sostenitore della liturgia riformata, poiché la considera una migliore espressione della partecipazione dei laici così come auspicato dal Concilio Vaticano II. Ha espresso pubblicamente critiche alla Forma Straordinaria del Rito Romano, paragonando la Messa tradizionale a un’epoca passata di “supremo clericalismo”.

Il Cardinale Napier ha la reputazione di essere un pastore attento e di usare attivamente i social media (in particolare X) per esprimere, talvolta con franchezza e senza filtri, le sue opinioni.

Il Cardinale è stato spesso un sostenitore esplicito di Papa Francesco e ritiene che la sinodalità e la collegialità — due temi centrali di questo pontificato — siano elementi fondamentali per la riforma della Chiesa.

Tuttavia, ha anche criticato pubblicamente alcuni aspetti di questo pontificato, in particolare riguardo al sinodo sulla famiglia del 2014 e al documento di lavoro del sinodo dei giovani del 2018. In entrambi i casi con i suoi interventi ha voluto  difendere l’Africa dall’imposizione della secolarizzaione occidentale , soprattutto in materia di vita, e  sostenere il matrimonio tradizionale di fronte alla poligamia e alla pressione per permettere ai divorziati risposati di ricevere la Comunione. Ritiene che l’Occidente possa imparare dall’Africa, in particolare da ciò che i fedeli del continente possono insegnare la visione dell’uomo come creato  a immagine e somiglianza di Dio.

Il Cardinale sudafricano si è opposto al Cammino sinodale tedesco, preoccupato per il suo impatto sulla Chiesa in Africa e per il fatto che le sue idee, non conformi  alla dottrina cattolica ortodossa, possano minacciare l’unità della Chiesa.

Il Cardinale Napier è fermamente pro-life ed è stato particolarmente esplicito nella sua opposizione all’aborto, alla colonizzazione ideologica e alle unioni tra persone dello stesso sesso, pur rimanendo in silenzio riguardo alle benedizioni di coppie omosessuali. È stato coerente nella sua opposizione all’uso del preservativo come mezzo per prevenire la diffusione dell’HIV e dell’AIDS. Ha attribuito parte della responsabilità della crisi degli abusi sessuali al periodo successivo al Concilio Vaticano II e ha dichiarato che escluderebbe fin dall’inizio i candidati omosessuali dal processo di selezione per il sacerdozio. Sebbene abbia commesso degli errori nel modo in cui ha presentato la crisi degli abusi ai media, non è stato accusato né di abusi né di averli insabbiati.

Il Cardinale Napier è favorevole a una politica migratoria ragionevole, che sia accogliente ma anche attenta a proteggere i Paesi o le regioni ospitanti, e ha spesso parlato in difesa dei poveri e contro la povertà. Il Cardinale ha partecipato attivamente alla lotta contro l’apartheid, ma è stato anche critico nei confronti del governo dell’ANC in materia di democrazia ed educazione.

Papa Francesco ha mantenuto Napier in carica oltre i 75 anni, non solo come arcivescovo, ma anche come membro del Consiglio per l’Economia della Santa Sede, segno della fiducia nell’impegno del Cardinale per la trasparenza e la correttezza finanziaria.

Fermamente leale a Papa Francesco, Napier ha spesso criticato coloro che incolpano il Santo Padre per le ambiguità, la confusione e la cattiva amministrazione che, secondo i critici, caratterizzerebbero questo pontificato.

Ordinazione Diaconale Femminile

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Il Cardinale Napier sull’Ordinazione Diaconale Femminile

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Contro

Il Cardinale Napier segue la stessa linea di San Giovanni Paolo II.

Benedizione delle Coppie dello Stesso Sesso

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Non ci sono certezze che il cardinale abbia affrontato questo tema

Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Il Cardinale Napier sul Rendere Opzionale il Celibato Sacerdotale

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Contro

Nel 2019, il Cardinale Napier ha respinto l’idea che l’ordinazione di uomini sposati come sacerdoti potesse diventare una pratica globale. Ciò suggerisce il suo sostegno al mantenimento della tradizione del celibato nel sacerdozio cattolico. La sua posizione riflette un impegno nella disciplina ecclesiastica vigente riguardante il celibato.

Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Il Cardinale Napier sulle Restrizioni al Vetus Ordo (Messa Antica)

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Ambigua

Sebbene il Cardinale Napier non abbia affrontato direttamente Traditionis Custodes, in passato ha criticato pubblicamente il rito antico, arrivando a paragonare la Messa tradizionale a un'epoca ormai superata di “supremo clericalismo.”

Accordi Segreti Santa Sede-Cina

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Non Nota

Non ci sono certezze che il cardinale abbia affrontato questo tema

Promuovere una Chiesa “Sinodale”

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Il Cardinale Napier sul Promuovere una “Chiesa Sinodale”

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A Favore

Il Cardinale Napier ritiene che la collegialità e la sinodalità siano centrali per una riforma efficace della Chiesa. Sebbene abbia espresso critiche su alcuni processi, vede la leadership della Chiesa come un'unica comunità e ha affermato che i vescovi devono “camminare insieme in uno sforzo comune per rendere la Chiesa un agente di cambiamento nella società moderna.”

Profilo Completo

MUNUS SANCTIFICANDI

Importanza dell’Eucaristia

In virtù della sua comprensione della Messa come centro della Fede cattolica, il Cardinale Wilfrid Napier ha dato priorità all’insegnamento ai fedeli su come prepararsi alla celebrazione eucaristica. In un recente comunicato alla sua arcidiocesi, Napier ha affermato che “l’Eucaristia è, o dovrebbe essere, il pilastro centrale della nostra Fede e della vita cristiana”.1Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37. Ha esortato i fedeli a “rendere veramente la Chiesa la Casa di Dio” “preparandosi ad adorare il Padre, ricevere il Corpo e il Sangue del Figlio, ed essere ricolmati dello Spirito Santo uscendo dalla Casa di Dio dopo la Messa”.2Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37. Ha proseguito:

Anche dove il Tabernacolo occupa un luogo prominente, molti cattolici parlano e conversano come se si trovassero in una sala, e non nella “Casa di Dio”! Spesso intrattengono lunghe conversazioni, senza preoccuparsi minimamente della presenza di persone vicine che sono venute per pregare, meditare, o semplicemente sedersi alla presenza di Dio nella Sua Casa!3Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37.

Il Cardinale Napier considera la devozione all’Eucaristia un segno di fedeltà alla vocazione sacerdotale. In un’omelia del 2018, ha avvertito che “allontanarsi dall’Eucaristia” è un segno di tiepidezza nella vocazione sacerdotale, mentre un segno di zelo è “quando i sacerdoti cominciano a parlare dell’Eucaristia [e] diventano visibilmente pieni di energia ed entusiasmo”. Ha invitato tutti i sacerdoti a offrirsi durante ogni Messa, affermando che ogni “sacerdote è più che un presidente, più che un attivista sociale”; piuttosto, “la santità per il sacerdote inizia quando egli diventa il sacrificio che offre”.

Il Cardinale ha anche sottolineato il ruolo del diacono nella Messa e ha incoraggiato sacerdoti, diaconi e comitati liturgici parrocchiali a consultare e rispettare le  rubriche, le norme e le linee guida appropriate.

Diaconesse

Non risulta che Napier abbia affrontato direttamente la questione delle donne diacono. Ha tuttavia interagito con un gruppo sostenitore dell’ordinazione femminile. In risposta a una protesta del gruppo Women’s Ordination South Africa nel 2001, il Cardinale Napier ha contestato l’affermazione del gruppo secondo cui Papa Giovanni Paolo II avrebbe detto che “i cattolici non dovrebbero più nemmeno discutere della questione delle donne sacerdote”. Napier ha invece interpretato la posizione del Papa come l’ammissione di non avere “la competenza per prendere una decisione sulla questione delle donne nel sacerdozio”. Da tali affermazioni sembra emergere che il Cardinale consideri che il Papa non possa modificare la restrizione dell’ordinazione agli uomini.

Critico del Vetus Ordo

Il Cardinale Napier ha espresso critiche nei confronti della Messa che Papa Benedetto XVI ha definito la Forma Straordinaria del Rito Romano, ossia il Vetus Ordo. In un tweet del 2018, in risposta a una foto di una Messa nella Forma Straordinaria, il Cardinale Napier ha affermato:

“Guardando questa immagine, mi torna in mente la mia infanzia, circa 70 anni fa. Era un’epoca in cui c’era un universo di distanza tra il Clero, specialmente i Vescovi, e i Fedeli laici! Qualcuno potrebbe definirla l’epoca del supremo clericalismo. Per me è un promemoria di ciò che non dobbiamo mai più essere!”

In risposta a una replica critica su Twitter, il Cardinale Napier ha affermato che “Gesù non era nel Tempio dove si celebravano liturgie sacre simili”. Al contrario, “egli era con il popolo, specialmente con coloro che erano considerati emarginati o addirittura i peggiori peccatori !” Napier ha dichiarato di non “volere che la Messa diventi uno spettacolo, ma un memoriale della morte salvifica di Cristo!” Da tali dichiarazioni emerge chiaramente che il Cardinale preferisce il Novus Ordo perché lo considera una migliore espressione della partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia, come richiesto dal Concilio Vaticano II:

“Rendo grazie a Dio perché vivo e svolgo il mio ministero nella Chiesa in Africa, dove i cristiani si concentrano sul bisogno di Dio nella sua forma più pura, dove la partecipazione attiva è più apprezzata rispetto a ciò su cui si concentra questo dibattito, ovvero paramenti e distacco dai Fedeli, in particolare dai Laici. Non biasimo coloro che trovano significato nella ‘religione dei tempi andati’! La mia supplica è che si rispetti e si dia libertà a chi segue il pensiero della Chiesa così come espresso dai Papi che l’hanno guidata attraverso le riforme liturgiche!”

Inculturazione

Parlando della liturgia, il Cardinale Napier ha affrontato anche il tema delicato ma necessario dell’inculturazione. Non è chiaro dove il Cardinale ponga i limiti dell’inculturazione, ma ha chiaramente fatto eco alla sfida di Papa Paolo VI di rendere la Fede cattolica più autenticamente africana e gli africani più autenticamente cattolici. In un’intervista del 2003, il Cardinale Napier ha affermato che si rimarrebbe “sorpresi da quanto poco di Roma ci sia nella Chiesa cattolica romana in Sudafrica”. Per Napier, “il Vangelo diventerebbe irrilevante” se non si considerasse “il modo in cui le persone lo comprendono dal proprio punto di vista culturale e in cui esprimono la loro religiosità attraverso i riti della Chiesa”. Lo stesso intervistatore ha commentato che il Cardinale ha sottolineato “che il processo di inculturazione non intacca l’essenza della fede cattolica , bensì solo il modo in cui le persone si esprimono”.4In questa discussione sull’inculturazione, il Cardinale non si è espresso più in generale sull’inerranza della Scrittura né sulle sue opinioni circa la storicità dei Vangeli.

Affrontare gli abusi liturgici

Durante il suo mandato come presidente della Conferenza Episcopale Cattolica Sudafricana (SACBC), il Cardinale Napier rispose prontamente a un avvertimento della Curia Romana riguardo  certe pratiche non sacramentali nella sua diocesi.

Nel 2008, l’Arcivescovo Ranjith, all’epoca segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, scrisse alla SACBC in merito a celebrazioni in cui i fedeli laici venivano unti con “olio della letizia” durante servizi di guarigione. L’Arcivescovo Ranjith richiamò la necessità di “una catechesi adeguata e di disciplina sacramentale”, osservando che “l’uso di qualsiasi altro olio o unzione diversi da quelli previsti nei libri liturgici approvati deve essere considerato vietato e soggetto a sanzioni ecclesiastiche”. In risposta, la SACBC pubblicò una dichiarazione sugli oli, distinguendo tra oli essenziali e oli benedetti, e concludendo che “i vescovi, da ora in poi, limitano la benedizione e l’uso di questo olio benedetto ai soli sacerdoti”.

Celibato sacerdotale

Il Cardinale Napier ha espresso la propria posizione sul celibato sacerdotale, in particolare nel contesto delle discussioni sull’ordinazione di uomini sposati. Nel 2019 ha respinto l’idea che l’ordinazione di uomini sposati come sacerdoti possa diventare una pratica globale. Ciò indica che sostiene il mantenimento della tradizione del celibato all’interno del sacerdozio cattolico. La sua posizione riflette un’adesione convinta alla disciplina ecclesiastica vigente in materia di celibato.

MUNUS REGENDI

Pastore attento

Durante il periodo in cui Napier è stato Cardinale arcivescovo di Durban, la percentuale di cattolici è diminuita da poco più del 7% della popolazione nel 1990 a poco più del 4% nel 2016. Tuttavia, nello stesso arco di tempo, il numero delle vocazioni sacerdotali è aumentato.

Napier è un pastore attento alla propria diocesi. Scrive trimestralmente un articolo in un bollettino diocesano su questioni rilevanti che interessano il suo gregge. Il Cardinale ha promosso e sostenuto numerose iniziative pastorali diocesane, tra cui un programma di pastorale per i rifugiati, un progetto di salvataggio e riabilitazione per ragazzi di strada, la campagna per il Diritto alla Vita, oltre ad altri programmi educativi, sanitari e di assistenza. Il Cardinale Napier ha inoltre contribuito a promuovere una mini Giornata Mondiale della Gioventù con la SACBC nel 2017.5Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (ottobre 2017): 66. Si è rivolto al grande pubblico parlando del “fortissimo senso del bisogno di Dio” tra il popolo africano. Rispondendo alla crescente secolarizzazione in Occidente e a ciò che quest’ultimo potrebbe apprendere dall’Africa, Napier ha dichiarato:

“Cosa può imparare l’Europa e l’Occidente da noi? È molto difficile dirlo, perché la cultura globale tende a dominare a tal punto che, il più delle volte, stiamo imparando da voi come diventare più autonomi o persino autosufficienti, il che è un passo breve dal dire: ‘Non ho davvero bisogno di Dio!’ Voi potete e dovete imparare a riconoscere il vostro bisogno di Dio! Forse l’Occidente potrebbe, e vorrebbe, imparare da noi se dedicasse più tempo a riflettere su ciò che ci rende veramente, come esseri umani, immagine e somiglianza di Dio”.

Trasparenza finanziaria

Il Cardinale Napier ha adottato misure concrete per affrontare le questioni finanziarie nella Chiesa — sia a livello locale nella sua diocesi, sia a livello globale. Nel 2015, sospese un sacerdote della sua diocesi per cattiva gestione finanziaria, affermando che “trasparenza e responsabilità sono essenziali, ed è questo il motivo di tale decisione”. La scelta del Cardinale fu impopolare tra alcuni membri della diocesi. Egli spiegò che la Chiesa stava seguendo le procedure corrette, poiché “vi era un chiaro segnale che [il sacerdote in questione] aveva gestito male una somma rilevante di denaro”. Il Cardinale Napier dichiarò che si trattava di “una somma che non guadagnerò mai in tutta la mia vita” e che “era mia responsabilità seguire i protocolli”.

In qualità di membro del Consiglio per l’Economia, Napier ha partecipato attivamente alla riforma dello IOR. Ha osservato che “tutti sanno… com’era rappresentato lo IOR nei media, e come non riuscisse a rendere conto di alcune delle sue operazioni”. La riforma era indubbiamente necessaria: “Bisognerebbe essere appena tornati dalla luna, forse, per pensare che non vi fosse bisogno di riforme in Vaticano”. Il Cardinale ha espresso pubblicamente solo sostegno per le riforme finanziarie, senza critiche esplicite.

Collegialità e sinodalità

Il Cardinale Napier ritiene che la collegialità e la sinodalità siano elementi centrali per una riforma efficace della Chiesa. Considera la guida della Chiesa come un’unica comunità  e ha affermato che i vescovi devono “camminare insieme in uno sforzo comune per fare della Chiesa un agente di cambiamento nella società moderna”. Durante la sua partecipazione ai sinodi del 2014 e del 2015, il Cardinale Napier ha esortato i vescovi a un approccio più unificato, restando  uniti tra loro e con il Papa. Ha dichiarato che “si tratta più che altro di essere noi stessi un tutt’uno, dai vescovi in giù ”. Si tratta di assicurarsi che “i vescovi della Chiesa… [siano] uniti sotto il Santo Padre e non divisi in fazioni”.

Napier ha messo in discussione le azioni della Curia romana e dei suoi confratelli vescovi quando lo ha ritenuto necessario. Ha apertamente criticato i processi sinodali, così come i documenti riassuntivi delle assemblee sinodali. Durante il Sinodo sui giovani del 2018, ad esempio, il Cardinale ha criticato l’Instrumentum laboris definendolo “eurocentrico”. Il Cardinale Napier ha affermato che il documento non teneva conto di numerose questioni che interessano la Chiesa e i giovani africani, tra cui la migrazione di massa dei giovani africani, lo sfruttamento delle risorse e il fenomeno dei giovani africani che cercano “Gesù e risposte ai loro problemi”.

Nel suo ruolo di presidente delegato al Sinodo sulla famiglia del 2015, il Cardinale Napier inviò una lettera a Papa Francesco (e ad altri cardinali) per esprimere la sua preoccupazione circa la composizione del comitato incaricato di redigere il documento finale del sinodo. Il Cardinale Napier non contestava tanto il diritto del Papa di nominare i membri del comitato, quanto il fatto che, per dare “un’espressione equa di ciò che il Sinodo rappresenta, [ad esempio] ciò che la Chiesa in Africa desidererebbe realmente che accadesse”, fosse necessario modificare la composizione del comitato di redazione.

Inoltre, il Cardinale Napier ha criticato l’Instrumentum laboris e il Sinodo sulla famiglia del 2014 per aver dato una luce positiva a comportamenti direttamente contrari all’insegnamento della Chiesa. In un’intervista del 2015, il Cardinale ha dichiarato:

“Ora, come può un documento ufficiale della Chiesa attribuire qualità positive a qualcosa che è in diretto contrasto con l’insegnamento della Chiesa — con l’insegnamento di Gesù? Per esempio, la convivenza è stata presentata come se fosse una buona preparazione al matrimonio o una valida alternativa al matrimonio. No, non si può fare questo e allo stesso tempo parlare del sacramento del matrimonio”.

Ha inoltre criticato la Relatio post disceptationem, un documento riassuntivo pubblicato a metà del Sinodo sulla famiglia del 2014, sostenendo che “il messaggio è uscito e non è un messaggio vero”. In un’intervista alla stampa, Napier ha detto che “qualsiasi cosa diciamo d’ora in avanti sembrerà solo un tentativo di riparazione”. La critica del Cardinale Napier al documento sinodale si basava sulla sua “insoddisfazione” per il fatto che affermazioni di singoli membri del sinodo erano state inserite nel testo “come se riflettessero davvero il sentimento dell’intero sinodo” e fossero state “fatte diventare il messaggio del sinodo”. Ha inoltre sostenuto il libro del 2015 Rigging of a Vatican Synod: An Investigation into Alleged Manipulation at the Extraordinary Synod on the Family, che mostra come siano stati compiuti vari tentativi di far passare agende eterodosse, come l’ammissione alla Santa Comunione dei divorziati risposati civilmente e l’invito a una maggiore accoglienza dell’omosessualità da parte della Chiesa — questione che in Africa rappresenta ancora un tabù sociale particolare.6Edward Pentin, The Rigging of a Vatican Synod: An Investigation into Alleged Manipulation at the Extraordinary Synod on the Family (San Francisco: Ignatius Press, 2015).

Il Cardinale Napier è stato attivamente coinvolto nelle discussioni relative al Sinodo sulla sinodalità. Nel giugno 2024, ha partecipato a un incontro virtuale in cui ha sottolineato l’importanza che la Chiesa africana partecipi al Sinodo come “Famiglia di Dio” e ha evidenziato le sfide che oggi affrontano le famiglie. Ha ribadito la necessità che la Chiesa si concentri sul diventare una vera “Famiglia di Dio in Africa e oltre”.

Cammino sinodale tedesco

Il Cardinale Napier ha espresso preoccupazioni riguardo al Cammino sinodale tedesco, in particolare in merito al suo potenziale impatto sulla Chiesa cattolica a livello globale. Ha firmato una lettera fraterna di preoccupazione indirizzata all’episcopato tedesco, che metteva in evidenza le implicazioni del Cammino sinodale per tutta la Chiesa universale. Preoccupato che tale percorso si stesse allontanando dagli insegnamenti consolidati della Chiesa, soprattutto su questioni legate alla sessualità,  riteneva che simili deviazioni potessero avere ripercussioni anche in altre parti del mondo, compresa l’Africa.

Affrontare gli abusi sessuali

Diverse testate giornalistiche hanno chiesto al Cardinale di intervenire direttamente sullo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa. In risposta a una domanda di EWTN sulle cause profonde dello scandalo, il Cardinale ha affermato che “abbiamo lasciato abbassare il modello di riferimento” dopo il Concilio Vaticano II, quando ai sacerdoti fu concesso di liberarsi da regole molto rigide “di etichetta, di comportamento”, il che, secondo il Cardinale, ha prodotto una reazione eccessiva. In un tweet riguardante il problema dell’omosessualità nel sacerdozio, il Cardinale sembrava indicare che avrebbe escluso i candidati omosessuali al sacerdozio già nelle prime fasi del processo di selezione.7Cardinal Napier (@CardinalNapier), “Wasn’t this the problem with sending abuse offenders to treatment centres for these to root the evil tendencies out of them?” È opportuno notare che il Cardinale non ha commentato l’attuale dibattito nella Chiesa cattolica sul celibato sacerdotale.

In un’intervista con Stephen Nolan della BBC, il Cardinale ha descritto la pedofilia come una “condizione o disturbo psicologico… non una condizione criminale”. Il Cardinale Napier ha riferito di conoscere “almeno due sacerdoti che sono diventati pedofili e che a loro volta erano stati abusati da bambini”. Napier ha contestato la generalizzazione secondo cui la Chiesa avrebbe “mal gestito” i casi di abuso sessuale clericale e ha parlato della propria esperienza nella gestione delle denunce nella sua diocesi. Ha spiegato di aver seguito i protocolli allora in vigore. Il Cardinale sembra preferire un approccio caso per caso alla colpevolezza di ciascun abusatore accusato. Durante l’intervista, Napier ha affermato di non poter determinare la colpevolezza dei pedofili abusati, e che tali persone non dovrebbero essere punite penalmente nello stesso modo degli abusatori che hanno agito con piena consapevolezza. Ha protestato: “Non ditemi che quelle persone sono penalmente responsabili come chi sceglie deliberatamente di fare una cosa simile. [Io] non penso che si possa davvero sostenere che quella persona meriti di essere punita”.

Dopo che tali commenti hanno suscitato forti critiche, il Cardinale Napier ha pubblicato su Twitter una dichiarazione di scuse “alle vittime di abusi sui minori offese dalla mia errata espressione di ciò che era ed è tuttora la mia preoccupazione per tutti gli abusati, incluso l’abusato che diventa abusatore”. Ha affermato che si trattava di “una suprema ironia”, poiché era stato lui a “sollevare la questione dell’abusato che diventa abusatore” e ora si trovava “accusato di insensibilità verso le sofferenze degli abusati”.

In un bollettino del 2018 rivolto alla sua arcidiocesi, Napier ha fatto riferimento allo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa e ha invitato alla preghiera e al digiuno per scacciare il male penetrato nella Chiesa:

“Data la natura radicata del male che è stato perpetrato, sembra esserci una sola cosa da fare. Dopo aver presentato scuse sincere alle vittime/sopravvissuti, alle loro famiglie e alle loro comunità, dobbiamo applicare il rimedio che lo stesso Gesù indicò ai suoi discepoli quando si trovarono incapaci di scacciare un demonio particolarmente ostinato. Il nostro demonio sembra altrettanto ostinato e altrettanto difficile da scacciare. ‘Questa specie di demòni si può scacciare solo con la preghiera e il digiuno!’”8Cardinal Napier, “Ad Intra Challenges”, Catholic News Bulletin (agosto 2018): 54.

Rivolgendosi alla sua diocesi, e raccomandando di non dire “agli altri, soprattutto a Papa Francesco, cosa fare”, il Cardinale Napier ha invitato “tutti coloro che hanno a cuore la Chiesa a seguire il consiglio di Gesù: digiunare e pregare!”9Napier, “Ad Intra Challenges”, Catholic News Bulletin (agosto 2018): 54.

Cardinale su Twitter/X

Il Cardinale Napier è un assiduo utilizzatore di Twitter — nonostante si tratti di una piattaforma alquanto anarchica, incline a insulti e provocazioni — per condividere opinioni schiette su questioni sociali e morali che toccano oggi la Chiesa. Ad esempio, il Cardinale reagì contro la richiesta rivolta ai cattolici di scusarsi per il loro trattamento delle persone omosessuali, formulata dopo la strage in un locale gay di Orlando. Espresse il proprio dissenso twittando: “Dio ci aiuti! Il prossimo passo sarà doverci scusare per aver insegnato che l’adulterio è peccato! Il Politicamente Corretto (PC) è la grande eresia dei nostri tempi!”

Inoltre, Napier ha criticato pubblicamente la BBC per la promozione dell’omosessualità in una serie di tweet nel 2017. Nell’ambito del suo sostegno al ruolo pastorale della Chiesa nell’aiutare le persone con attrazione per lo stesso sesso a vivere castamente, il Cardinale Napier ha twittato la sua approvazione verso due cattolici che hanno scritto contro la posizione pro-LGBTQ assunta da alcuni membri della Chiesa.10Cardinal Wilfrid Napier Subtly Rebukes Fr. James Martin’s Pro-Gay Agenda, PagadianDiocese.org, 12 febbraio 2018

Difesa della famiglia

Come delegato e partecipante a due sinodi sulla famiglia, Napier ha mostrato grande interesse per i problemi sociali e culturali che minacciano la famiglia tradizionale. Ha invitato la Chiesa cattolica a sostenere e rafforzare i buoni matrimoni. In un articolo scritto nel 2018 sulla vocazione dell’uomo, il Cardinale affermava:

“Nel suo ministero, dunque, la Chiesa deve presentare l’ordine originario del matrimonio e della vita familiare come punto di riferimento per tutte le relazioni tra uomo e donna. Ciò richiede che ogni uomo abbracci pienamente lo stato di vita che ha scelto. Se si tratta del matrimonio e della paternità, allora egli deve essere un partner alla pari e complementare alla moglie, specialmente nella loro vocazione comune a procreare e crescere una famiglia”.

Dopo l’intervista con la BBC sullo scandalo degli abusi nella Chiesa (v. sopra), il Cardinale Napier è stato interpellato  da vari organi di stampa su una gamma di questioni sociali e morali. Secondo Napier, i “matrimoni” tra persone dello stesso sesso sono contrari alla “ragione e alla rivelazione”. Rispondendo alla reazione dei giornalisti, il Cardinale sembrò affermare che la Chiesa possiede norme morali senza eccezioni e che “se non esprimiamo questo come Chiesa, significa che dobbiamo chiudere bottega”. Ha ancora una volta criticato la cultura del politicamente corretto, affermando che “la libertà di espressione sembra valere solo se si dice ciò che è ritenuto politicamente accettabile”.

Per il Cardinale Napier, la posizione della Chiesa secondo cui il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso è contrario alla ragione umana si fonda sulla differenza tra uomo e donna, che “sono stati creati in modo diverso, sono stati fatti per completarsi a vicenda”. In virtù di tali differenze, “uomini e donne sono stati creati per generare la vita insieme”. Di conseguenza, il Cardinale Napier ha dichiarato che il “matrimonio” omosessuale è “radicalmente sbagliato” perché è “privo del concetto di dare la vita alla terra”. Napier ha aggiunto che “per quanto riguarda la Chiesa, l’attività sessuale è prevista all’interno del matrimonio; per la procreazione e per la crescita del rapporto tra i coniugi”. Ha ammonito severamente che non si può “vivere la fede nella Chiesa cattolica se non si è sposati e si è sessualmente attivi”.

Il Cardinale Napier ha inoltre invocato l’introduzione, da parte della Chiesa, di un programma di “accompagnamento matrimoniale — per quattro, cinque, forse dieci anni”, nella speranza che accompagnando le coppie si possano “evitare gli ostacoli che portano a matrimoni falliti e divorzi e alla necessità di affrontare la questione dell’ammissione all’Eucaristia dei cattolici divorziati risposati civilmente”.

Controversie secolari

Negli ultimi anni, il Cardinale Napier non ha avuto timore di intervenire su alcune questioni che attaccano la fede, la famiglia e minacciano il benessere della società. Nell’agosto 2020 ha criticato il movimento Black Lives Matter, sostenendo che era stato strumentalizzato da agende che minano la famiglia tradizionale e promuovono l’aborto. Ha espresso preoccupazione per il fatto che tali posizioni distolgono l’attenzione dall’obiettivo originario del movimento: la giustizia razziale.

Nell’agosto 2024, si è unito ad altri leader cattolici nel firmare una lettera aperta in cui si chiedeva al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) di scusarsi per quella che è stata percepita come una rappresentazione blasfema dell’Ultima Cena durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. La lettera chiedeva una giornata di preghiera e digiuno in risposta all’episodio. Ha inoltre twittato che, secondo lui, i giochi avevano “posto davanti a noi un gigantesco paradosso: una moltitudine che grida affinché Papa Francesco condanni l’assolutamente offensiva cerimonia d’apertura, da un lato, e un rifiuto totale di seguire il suo insegnamento, dall’altro! Un mondo folle, folle in cui viviamo!”

Comunione per i divorziati “risposati”

Un altro attacco alla famiglia tradizionale in Africa è rappresentato dal problema della poligamia. In un’intervista del 2014, il Cardinale Napier ha dichiarato chiaramente che la Comunione ai cattolici divorziati e “risposati” non dovrebbe essere permessa, definendoli poligami consecutivi . Napier ha sottolineato che, se ai cattolici divorziati e “risposati” fosse consentito ricevere la Comunione, la Chiesa cattolica non avrebbe più motivo per rifiutarla a coloro che vivono in relazioni poligame. Ha invitato i cattolici divorziati e “risposati” a “portare la croce di Cristo”, anche se il mondo dice loro che l’opzione più facile è sempre preferibile.

Resistenza  alla colonizzazione ideologica

Parlando del Sinodo del 2014, il Cardinale Napier ha manifestato la propria disapprovazione nei confronti delle organizzazioni di aiuto occidentali che fanno pressioni sui Paesi africani affinché adottino politiche ispirate a ideologie contrarie al matrimonio e alla famiglia. Ha spiegato che l’esito del sinodo avrebbe avuto un impatto reale sulla famiglia tradizionale nei Paesi africani.

È evidente che Napier è fedele a norme morali non negoziabili, anche quando esse risultano impopolari. Per il Cardinale, la rilevanza nel mondo è secondaria rispetto alla missione della Chiesa di trasmettere certe verità. Egli afferma: “Non si tratta di stabilire se la Chiesa è rilevante. Si tratta del fatto che il messaggio che è chiamata a trasmettere è più che rilevante — che Dio ci ha creati per uno scopo molto speciale che ci ha affidato”.

HIV e AIDS

Il Cardinale è intervenuto anche sulla piaga dell’HIV e dell’AIDS in Africa. È stato costantemente critico verso l’uso dei preservativi come mezzo per prevenire la diffusione della malattia. Napier ha dichiarato che i vescovi africani “considerano la promozione diffusa e indiscriminata del preservativo come un’arma immorale e fuorviante nella lotta contro l’HIV/AIDS”. Napier vede il valore di “proclamare il nostro messaggio forte e chiaro”, poiché trasmettere chiaramente il messaggio “rafforzerà il tessuto morale dei nostri Paesi”. “Astenersi ed essere fedeli è il modo umano e cristiano per superare l’AIDS. Astenersi dai rapporti sessuali prima del matrimonio ed essere fedeli al coniuge all’interno del matrimonio. Questa è la risposta che Cristo ci dà”.

Napier distingue tuttavia tra i programmi che utilizzano i preservativi per ridurre la diffusione dell’HIV/AIDS e le coppie sposate che li usano a causa di uno stato sierodiscordante. In tali casi, il Cardinale Napier afferma chiaramente che “esiste un reale pericolo che il coniuge sano contragga questa malattia mortale” e, di conseguenza, “la Chiesa riconosce che ogni persona ha il diritto di difendere la propria vita dal pericolo mortale, e questo include l’uso di mezzi e azioni adeguate”.

Temi legati al diritto alla vita

Per il Cardinale, le esigenze del bene comune impongono a chi governa il dovere di proteggere la vita. Napier non sembra aver commentato pubblicamente il tema dell’eutanasia. Tuttavia, la seguente dichiarazione esemplifica la sua ampia comprensione di cosa significhi essere pro-life:

“Ciò significa che, nel cercare di soddisfare le esigenze del bene comune, il governo deve indicare chiaramente le misure che può e intende adottare per garantire ai suoi cittadini un alloggio, la sicurezza, il cibo, l’abbigliamento, l’assistenza sanitaria; ma la sua prima priorità è rispettare, proteggere, difendere, valorizzare e promuovere la vita umana”.

Napier è un feroce critico dell’aborto e ha pubblicamente criticato le istituzioni che lo praticano.11Cardinal Napier (@CardinalNapier), “I like the ring of #SayNopeToMarieStopes the abortion agency that is killing tens of thousands of unborn Babies in Africa including South Africa”. “1/3 Guttmacher Institute estimates that since 1973 USA has aborted 57 million+ babies! Isn’t this something we should be apologizing for?” Nel 2016 ha richiamato l’attenzione sull’altissimo numero di aborti praticati su donne nere, commentando che “comincia a sembrare un genocidio”. Ha inoltre criticato l’amministrazione Obama per il finanziamento di programmi abortivi in Africa. Da queste dichiarazioni risulta evidente che, per il Cardinale, l’aborto non è mai moralmente ammissibile.

Migranti e rifugiati

Napier non ha sostenuto una politica di concessione della residenza permanente a tutti i migranti in Sudafrica, citando in parte le preoccupazioni legittime di coloro che vivono già in condizioni di povertà. Il Cardinale ha identificato nella povertà quella che definisce la causa principale della violenza xenofoba in Sudafrica. Ha spiegato che “quando la maggior parte della popolazione vive in povertà, c’è sempre la tentazione di prendersela con chi è ancora più svantaggiato”. Parlando del problema della xenofobia nel Paese, il Cardinale Napier ha osservato che la fonte di tensione deriva spesso dall’immigrazione  e dalla percezione della minaccia rappresentata dai nuovi immigrati. Pur non esprimendosi su una politica migratoria generale, ha dichiarato:

“Per questo, provo compassione per la popolazione locale che teme che le opportunità di lavoro, di alloggio, di istruzione e tutte quelle altre cose che desidera ardentemente ottenere in modo migliore rispetto a quanto ha attualmente, possano esserle negate a causa degli stranieri che arrivano”.

Islam e dialogo interreligioso

Nell’ambito del suo impegno contro la povertà in Sudafrica, Napier ha partecipato al dialogo interreligioso nella sua diocesi. Ha realizzato iniziative comuni con leader islamici nel suo ruolo di arcivescovo di Durban, tra cui un progetto musulmano-cristiano per i senzatetto,12“DHC — Joint Muslim-Christian Initiative for the Homeless”, Catholic Archdiocese of Durban, 25 giugno 2015 e ha presieduto un dibattito interreligioso durante i colloqui sul cambiamento climatico a Durban.13Cardinal Napier (@CardinalNapier), “. . . Denis Hurley Centre AGM for Trustees and Supporters of the Centre, including Buddhist leader, Islamic leader, several Christian leaders and score of Parishioners”. Le tensioni tra i gruppi religiosi sono state inoltre evidenziate dalla SACBC, che ha ad esempio pubblicato nel suo bollettino dell’agosto 2014 una dichiarazione sulla persecuzione religiosa dei cristiani in Iraq:

“Come vescovi cattolici dell’Africa meridionale, imploriamo la tolleranza religiosa in Iraq. La distruzione totale di antiche diocesi, parrocchie vive e famiglie fedeli a causa della loro fedeltà alla fede è un crimine contro l’umanità. Portiamo anche nel cuore le altre tradizioni religiose dell’Iraq che soffrono la stessa sorte della comunità cristiana”.14“Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter 1, n. 7 (11 agosto 2014): 2.

La dichiarazione esprimeva anche ammirazione per “molti dei grandi insegnamenti religiosi dell’Islam, in particolare la loro cura per i poveri e i bisognosi”.15“Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter, 2. In un incontro interreligioso del 2016 in una moschea di Durban, il Cardinale ha affermato che “tutte le nostre religioni ci insegnano l’accoglienza, il rispetto e l’amore” e che è fondamentale “trovare rinnovamento e riforma nel migliorare i rapporti tra persone come quelle riunite qui oggi”. Il Cardinale Napier non ha mai indicato pubblicamente un’incompatibilità teologica profonda tra Islam e Cristianesimo. Ha piuttosto evidenziato una distinzione tra i musulmani fedeli e coloro che sono mossi da estremismo.16Nella stessa dichiarazione, i vescovi “invitano  i fedeli musulmani, che credono nella nostra comune umanità, a supplicare coloro che sono mossi dall’estremismo di cessare l’oppressione delle comunità profondamente religiose e di cercare quella pace che lo stesso Islam si impegna a promuovere”. Vedi “Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter, 2.

Evangelizzazione

Napier è stato un fervente promotore dell’impegno continuo per l’evangelizzazione nella sua diocesi. Durante l’Anno della Misericordia del 2016, ha invitato la sua diocesi ad affrontare il compito urgente dell’evangelizzazione:

“E che dire di coloro che non conoscono Dio, o Suo Figlio, Gesù? È qui che entriamo in gioco tu ed io! È nostro compito diffondere il messaggio della misericordia di Dio. E attraverso le Missioni — il lavoro di ogni religioso, di ogni laico, e di amici come voi che sostenete le Missioni, questo può essere realizzato”.17“The ‘Year of Mercy,’ Zulu Missions”, Catholic Archdiocese of Durban, 5 marzo 2016

Il Cardinale ha incoraggiato i fedeli a chiedere l’intercessione della Madonna nei loro sforzi di evangelizzazione. Sebbene non abbia commentato il ruolo di Maria come modello per le donne nella vita familiare, Napier ha affermato che ella è una fonte di ispirazione per la missione evangelizzatrice di tutti i cattolici. Ha spiegato che, mossa dallo Spirito, ella accolse il Verbo della vita nella profondità della sua umile fede. Possa la Vergine Madre aiutarci a pronunciare il nostro “sì”, consapevoli dell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù nel nostro tempo. Possa ottenere per noi uno zelo rinnovato nel portare a tutti la Buona Notizia della vita che vince la morte. Possa intercedere per noi affinché possiamo acquisire la santa audacia necessaria per scoprire nuove vie per portare a ogni uomo e donna il dono della salvezza.18Archdiocese of Durban, Catholic News Bulletin: Pope’s Message for World Mission Sunday (Durban: Archdiocese of Durban, 2017)

È evidente che Napier concepisce la Chiesa cattolica come custode della pienezza della verità e di una corrispondente legge divina. Secondo le sue stesse dichiarazioni :

“La giustizia di Dio significa che bisogna osservare la sua legge, ma quando si infrange quella legge, come si manifesta la sua misericordia? Questo, credo, è il dilemma che dobbiamo affrontare, e dobbiamo tenerlo presente in vista del sinodo, durante il sinodo e dopo il sinodo”.

“Come ogni credente, qualunque sia la sua fede, sarà pronto ad affermare, non si può chiedere e aspettarsi di ricevere la benedizione di Dio se non si è disposti e impegnati a sottomettersi alla Sua volontà; in particolare così come essa si esprime nei Suoi Comandamenti”, ha affermato.

Opposizione all’apartheid

Il Cardinale Napier ha lavorato per porre fine al regime dell’apartheid, pur prendendo posizione contro la vendetta e la violenza promosse da alcuni all’interno delle forze di liberazione. Alla fine degli anni ’70, i vescovi sudafricani pubblicarono una dichiarazione in cui affermavano che “la Chiesa cattolica in Sudafrica [era] in ritardo nel dare testimonianza al Vangelo in materia di giustizia sociale”. Dopo questa dichiarazione, Napier trovò ispirazione nel suo motto episcopale, Pax et Bonum, che divenne “un invito a fare tutto il necessario affinché le gioie e le speranze… soprattutto di coloro che sono poveri… venissero ascoltate”. Così incoraggiato, Napier si impegnò in attività di mediazione durante le lotte contro il regime dell’apartheid. Partecipò, ad esempio, ai lavori del Patriotic Front e alla Conferenza di Rustenburg delle Chiese.19Il Patriotic Front fu una collaborazione tra l’African National Congress e il Pan-Africanist Congress, i due principali movimenti di liberazione sudafricani durante il regime dell’apartheid. La Conferenza di Rustenburg delle Chiese fu una conferenza ecumenica che riunì 230 delegati da 80 Chiese e 40 altri gruppi ecclesiali, e produsse una dichiarazione sulla “inequivocabile condanna dell’apartheid come peccato” e sul riconoscimento del “ruolo eretico svolto dalle Chiese nella politica dell’apartheid, che ha causato sofferenze estreme a moltissimi nel nostro Paese”. Spiegò che la collegialità, definita come “la partecipazione dei vescovi al governo della Chiesa cattolica in collaborazione con il Papa”, fu uno strumento cruciale nella lotta all’apartheid. Durante tale lotta, Napier spiegò che il suo obiettivo iniziale era quello di “facilitare una consultazione che coinvolgesse ogni membro della Chiesa nella ricerca del modo migliore per… eliminare dalla società il pensiero, il linguaggio e l’azione improntati all’apartheid, [e]… innanzitutto dalla vita quotidiana della Chiesa stessa”. Questa consultazione si svolse sia tra i vescovi sia tra i vescovi e i laici, e fu “la forza fondamentale della Chiesa cattolica e la pietra angolare” del ruolo importante e decisivo che essa svolse nel porre fine al regime.

Napier ha osservato che la Chiesa cattolica non si è limitata a pubblicare una semplice dichiarazione di dottrina sociale. La Chiesa riuscì, invece, a passare “dalle dichiarazioni e prese di posizione contro l’apartheid a politiche esemplari e azioni trasformative all’interno della Chiesa stessa”. Un esempio citato da Napier fu la reazione della Chiesa alla rivolta studentesca di Soweto del giugno 1976: “I vescovi formularono e cominciarono subito a mettere in pratica la loro ‘Dichiarazione d’impegno per la giustizia sociale e le relazioni razziali nella Chiesa’ in tutte le istituzioni cattoliche”; ciò portò a una strategia di non collaborazione, avviata con l’apertura “delle scuole cattoliche agli studenti di tutte le razze — in contrasto con la politica governativa di segregazione allora vigente”.

Napier ha ammesso che vi era una “mentalità e un atteggiamento razziale tra i cattolici, risultato di generazioni di indottrinamento e di divisione su base razziale”. Per affrontare questa mentalità profondamente radicata, Napier ha affermato che i cattolici del Sudafrica “avevano bisogno di un cambiamento di paradigma per arrivare a riconoscere che ogni persona ha pari dignità e valore”. Questo cambiamento è ancora in atto, e Napier ha parlato in numerosi contesti dell’importanza della riconciliazione razziale continua in Sudafrica, esortando ogni gruppo a “andare oltre sé stesso”. Ha recentemente parlato degli sviluppi in Sudafrica dopo la caduta del regime dell’apartheid e ha criticato il governo dell’ANC per non aver migliorato in modo sostanziale il sistema educativo ereditato dal regime precedente. Per Napier, c’è ancora molto lavoro da fare nel campo della democrazia e dell’istruzione in Sudafrica.

Napier ha chiaramente affermato che la missione della Chiesa in Sudafrica va oltre la fine della segregazione razziale. La missione della Chiesa è quella di trasformare i cuori e le menti. Per questo, il Cardinale ha invitato la Chiesa sudafricana a diventare una “Comunità al servizio di Dio, dell’Umanità e di tutto il Creato”, fedele al mandato missionario di Cristo.20Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (marzo 2018): 10. Secondo il caridnale, “non siamo una comunità concentrata solo sulla rimozione degli effetti nefasti del colonialismo e dell’apartheid”. Siamo “piuttosto impegnati a diventare una comunità di battezzati che sono immagine di Dio, introducendo tutti gli uomini e le donne nella comunità di coloro che vivono la vita comunitaria di Dio nella Trinità”.21Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 39.

  • 1
    Barbara Ludman and Paul Stober, eds., The Mail and Guardian A-Z of South African Politics: The Essential Handbook (Johannesburg: Jacana Media, 2004), 97-8.
  • 2
    Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37.
  • 3
    Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37.
  • 4
    Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 37.
  • 5
    In questa discussione sull’inculturazione, il Cardinale non si è espresso più in generale sull’inerranza della Scrittura né sulle sue opinioni circa la storicità dei Vangeli.
  • 6
    Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (ottobre 2017): 66.
  • 7
    Edward Pentin, The Rigging of a Vatican Synod: An Investigation into Alleged Manipulation at the Extraordinary Synod on the Family (San Francisco: Ignatius Press, 2015).
  • 8
    Cardinal Napier (@CardinalNapier), “Wasn’t this the problem with sending abuse offenders to treatment centres for these to root the evil tendencies out of them?” È opportuno notare che il Cardinale non ha commentato l’attuale dibattito nella Chiesa cattolica sul celibato sacerdotale.
  • 9
    Cardinal Napier, “Ad Intra Challenges”, Catholic News Bulletin (agosto 2018): 54.
  • 10
    Napier, “Ad Intra Challenges”, Catholic News Bulletin (agosto 2018): 54.
  • 11
    Cardinal Wilfrid Napier Subtly Rebukes Fr. James Martin’s Pro-Gay Agenda, PagadianDiocese.org, 12 febbraio 2018
  • 12
    Cardinal Napier (@CardinalNapier), “I like the ring of #SayNopeToMarieStopes the abortion agency that is killing tens of thousands of unborn Babies in Africa including South Africa”. “1/3 Guttmacher Institute estimates that since 1973 USA has aborted 57 million+ babies! Isn’t this something we should be apologizing for?”
  • 13
    “DHC — Joint Muslim-Christian Initiative for the Homeless”, Catholic Archdiocese of Durban, 25 giugno 2015
  • 14
    Cardinal Napier (@CardinalNapier), “. . . Denis Hurley Centre AGM for Trustees and Supporters of the Centre, including Buddhist leader, Islamic leader, several Christian leaders and score of Parishioners”.
  • 15
    “Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter 1, n. 7 (11 agosto 2014): 2.
  • 16
    “Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter, 2.
  • 17
    Nella stessa dichiarazione, i vescovi “invitano  i fedeli musulmani, che credono nella nostra comune umanità, a supplicare coloro che sono mossi dall’estremismo di cessare l’oppressione delle comunità profondamente religiose e di cercare quella pace che lo stesso Islam si impegna a promuovere”. Vedi “Statement on Iraq”, Catholic Archdiocese of Durban Newsletter, 2.
  • 18
    “The ‘Year of Mercy,’ Zulu Missions”, Catholic Archdiocese of Durban, 5 marzo 2016
  • 19
    Archdiocese of Durban, Catholic News Bulletin: Pope’s Message for World Mission Sunday (Durban: Archdiocese of Durban, 2017)
  • 20
    Il Patriotic Front fu una collaborazione tra l’African National Congress e il Pan-Africanist Congress, i due principali movimenti di liberazione sudafricani durante il regime dell’apartheid. La Conferenza di Rustenburg delle Chiese fu una conferenza ecumenica che riunì 230 delegati da 80 Chiese e 40 altri gruppi ecclesiali, e produsse una dichiarazione sulla “inequivocabile condanna dell’apartheid come peccato” e sul riconoscimento del “ruolo eretico svolto dalle Chiese nella politica dell’apartheid, che ha causato sofferenze estreme a moltissimi nel nostro Paese”.
  • 21
    Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (marzo 2018): 10.
  • 22
    Cardinal Wilfrid Napier, “Cardinal’s Corner”, Catholic News Bulletin (giugno 2018): 39.

Servizio alla Chiesa

  • Ordinazione Sacerdotale: 25 luglio 1970, Ordine dei Frati Minori
  • Ordinazione Episcopale: 28 febbraio 1981
  • Creato Cardinale: 21 febbraio 2001

Studi

  • Noviziato, convento francescano, Killarney, Irlanda
  • 1964: University College, Galway; latino e inglese (B.A.)
  • 1970: Università Cattolica di Lovanio; filosofia e teologia (M.A.)
  • 1995: University College, Galway; Dottore in Legge Onorario

Incarichi

  • 1970-1981: Sacerdote, Parrocchia di Lusikisiki
  • 1978: Amministratore apostolico, Diocesi di Kokstad
  • 1981: Vescovo, Diocesi di Kokstad
  • 1987-1994: Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica del Sudafrica
  • 1992: Arcivescovo, Arcidiocesi di Durban
  • 1994-2008: Amministratore apostolico, Diocesi di Umzimkulu
  • 1999-2008: Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica del Sudafrica
  • 2001-oggi: Cardinale-sacerdote, Chiesa titolare, San Francesco d’Assisi ad Acilia
  • 2009: Presidente delegato, Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi
  • 2014: Partecipante, III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi
  • 2014: Membro, Consiglio per l’Economia, Consiglio dei Cardinali per lo Studio degli Affari Organizzativi ed Economici della Santa Sede
  • 2015: Presidente delegato, XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
  • 2019-oggi: Presidente, Dipartimento delle Finanze, Conferenza Episcopale Cattolica del Sudafrica

Incarichi Curiali (tutte cessate dopo il 2021)

  • Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
  • Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica
  • Consiglio per l’Economia
  • Consiglio dei Cardinali per lo Studio degli Affari Organizzativi ed Economici della Santa Sede

Foto: Abaca Press / Alamy