MUNUS SANCTIFICANDI
L’Eucaristia
“Attraverso il sacramento dell’Eucaristia siamo uniti a Gesù; quindi, a Dio stesso e dunque al Suo amore infinito. L’Eucaristia, Gesù stesso, è la nostra caparra della vita eterna e dell’amore eterno di Dio. Chiunque, attraverso l’Eucaristia, lasci che il proprio amore sia completato dall’amore di Dio può amare Dio e il prossimo come Gesù ci ha mostrato”. Così ha scritto il Cardinale in una rubrica pubblicata sul sito web dell’Arcidiocesi di Utrecht.
Eijk afferma che l’Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”.1CCC 1324. Da questa fonte dovrebbero scaturire tutte le nostre azioni. “Se serviamo Dio e il nostro prossimo, allora l’Eucaristia domenicale è radicata nella nostra vita. Come la donna che a Betania versa un vaso di prezioso balsamo sul capo o sui piedi di Gesù, offriamo il meglio che abbiamo al Signore e serviamo i poveri con la stessa generosità”.
Nel 2012 Eijk pubblicò una significativa lettera pastorale sull’Eucaristia, riflettendo sul valore e sul significato della celebrazione della Santa Eucaristia.2La lettera pastorale di Eijk fece seguito a una nota di politica pastorale-liturgica del 2011 e si basa sulle sue rubriche online (vedi www.aartsbisdom.nl/home/organisatie/aartsbisschop/columns/) e sulla sua lettera pastorale del 2010 “Perché i sacerdoti?” A queste fece poi seguito un’ulteriore lettera contro le violazioni delle norme liturgiche stabilite dal diritto canonico e dal documento Redemptionis Sacramentum. In questa lettera, scrisse che “se ci si rende conto che Cristo stesso è presente nell’Ostia, non si può fare a meno di adorarLo nell’Ostia. Nell’adorazione possiamo soffermarci sul modo in cui Cristo vuole essere presente in questo mondo: è lì, vulnerabile come il pane, con l’abbandono dell’amore, nel silenzio”. Eijk annunciò l’Anno dell’Eucaristia a partire dal 1° dicembre 2019, in vista del quale fu pubblicata un’ulteriore lettera pastorale sull’Eucaristia.
In risposta alle critiche per aver celebrato la Messa ad orientem — o, come qualcuno ha detto, “voltando le spalle al popolo” — Eijk dichiarò:
“Non celebro la Messa dando le spalle al popolo; la celebro rivolgendomi a Cristo, verso il tabernacolo, così che… insieme al popolo, siamo veramente rivolti a Cristo. Non celebro più voltando le spalle a Cristo, ma guardando Cristo, presente sotto il sacramento dell’Eucaristia nel tabernacolo”.
Evangelizzazione nella secolarizzazione
Affrontando la realtà con coraggio, Eijk si è distinto da molti altri prelati per aver affrontato direttamente la diffusa secolarizzazione e la perdita della fede in Occidente. In un’intervista a Radio Vaticana, osservò: “Negli anni Cinquanta, il novanta per cento dei cattolici andava ancora a Messa ogni domenica. Oggi, è solo il cinque per cento”. Nel suo messaggio per la Quaresima del 2015, parlò della necessità di chiudere un vasto numero di chiese in Olanda, una realtà per molti dolorosa. Scrisse che, a causa degli errori commessi dalla Chiesa locale dopo il Concilio Vaticano II e dell’effettivo abbandono dell’evangelizzazione, il numero dei fedeli è drasticamente diminuito negli ultimi decenni. In risposta a questa situazione, che talvolta genera amarezza nei laici, il Cardinale li ha incoraggiati a portare più persone alla fede cattolica attraverso l’evangelizzazione e la catechesi. Similmente, vedendo il basso numero di giovani coinvolti nella Chiesa in Olanda e all’estero, nel 2009 Eijk lanciò una campagna mondiale su Twitter per le vocazioni.3Tom McFeely, “Tweeting for Vocations”, National Catholic Register, 22 giugno 2009
Come vescovo di Groningen e poi come arcivescovo di Utrecht, Eijk ha guidato numerosi pellegrinaggi a Lourdes. Ha osservato: “Molti seminaristi mi hanno detto di aver scoperto la loro vocazione a Lourdes. Vediamo dunque quanto dobbiamo alla Vergine Maria! La sua intercessione è incredibilmente feconda”.
Devozione Mariana
Eijk ha una marcata devozione alla Beata Vergine Maria. Il 13 maggio 2017 il Cardinale consacrò tutte le diocesi olandesi al Cuore Immacolato di Maria. Durante l’omelia, parlò del messaggio di Maria a Fatima: “Il primo fu una visione dell’inferno e l’appello alla preghiera, alla conversione e alla penitenza per salvare le anime e condurle alla salvezza eterna. L’esistenza dell’inferno era (ed è) negata da molti cristiani e non è menzionata nella predicazione o nella catechesi, se non raramente. Tuttavia, il severo ammonimento di Maria deve essere preso sul serio”. Scrisse che Maria, sebbene spesso fraintesa, era “una donna forte e risoluta”. L’umiltà di cui parla nel suo Magnificat “non è falsa modestia, ma un senso di realtà riguardo ai reali rapporti che noi, in quanto esseri umani, abbiamo con Dio e con il prossimo”. “Maria scelse consapevolmente di rendersi umile e piccola per poter servire Dio e noi. A causa del nostro innato egoismo, spesso abbiamo una considerazione troppo alta di noi stessi, dando di conseguenza poca attenzione a quello che Dio o il prossimo ci vuole dire o chiedere di fare”. Aggiunse: “Abbiamo bisogno di questa obbedienza interiore per poter ascoltare ciò di cui i nostri simili hanno profondamente bisogno e desiderano. Senza questa obbedienza interiore, è impossibile servire Dio o il prossimo”. Disse: “Nessuno meglio di Maria può prenderci per mano nella preghiera. È la figura della Chiesa… è il nostro più bel modello, anche nella preghiera, ed è per questo che è un così gran bene pregare [il Rosario] in unione con lei”.
Parlando della propria vocazione e del suo motto episcopale, “Non rifiutare il lavoro”, spiegò:
“Il sacerdote che mi aiutò nel cammino della mia vocazione — e al quale devo quindi eterna gratitudine — mi disse: ‘Wim, hai il dovere di resistere: è la virtù della perseveranza’. Mi disse che la maggior parte delle persone non ci riesce: ‘Se resisti, vedrai che vincerai’”.
Concluse descrivendo la sua determinazione: “Non dimenticherò mai quel [consiglio]. Continua. Prosegui. Continua ad annunciare la fede. Sono ancora di buon animo, ho una fede ardente e credo sempre anche nella potenza del Signore: Egli trionfa. Christus vincit. Non noi, ma Lui in noi”.
Crisi della Chiesa
Il Cardinale Eijk è preoccupato per la confusione nella Chiesa e nella società, che attribuisce a un sovraccarico di informazioni, ma ritiene importante continuare a confidare che lo Spirito Santo sta guidando la Chiesa e che i fedeli vedranno dopo cosa Dio intendesse ottenere da tutto questo. Crede inoltre che il tempo attuale sia di “grande purificazione” per la Chiesa. “Il numero dei credenti sta diminuendo, ma la qualità sta aumentando. Le persone credono di più, coloro che vanno in Chiesa sono persone di preghiera”, ha detto nel 2019.
Eijk ha dichiarto di ritenere che il Concilio Vaticano II fosse necessario, che sia stato voluto dallo Spirito Santo e che sia avvenuto “al momento giusto e fosse necessario per spiegare meglio alcune verità della fede cattolica e per adattare la nostra cura pastorale alla nuova situazione sociale del mondo”.
MUNUS REGENDI
Da giovane vescovo
Il primo incarico episcopale di Eijk (1999) fu la diocesi di Groningen.4Situata nella parte settentrionale dei Paesi Bassi, comprende le province di Groningen, Friesland, Drenthe e la parte Noordoostpolder della provincia del Flevoland. Con 115.000 cattolici, era geograficamente la diocesi più grande dei Paesi Bassi ma la più piccola in termini di popolazione cattolica.
L’inizio di Eijk a Groningen fu turbolento. Poche settimane dopo la sua nomina, la stampa passò dall’essere curiosa di conoscere chi fosse Eijk ad attaccare le sue posizioni sulla morale sessuale in quanto “estremamente conservatrici e inflessibili“. Questi attacchi si basavano in gran parte su appunti inediti di lezioni tenute da Eijk, la cui fonte non fu mai rivelata. Ciononostante, furono esaminati dal procura olandese, al fine di stabilire se avviare un procedimento penale per discriminazione contro gli omosessuali. (Il pubblico ministero decise che non vi era motivo per un’indagine penale nei confronti di Eijk.)5Non vi fu alcuna indagine penale per discriminazione contro gli omosessuali poiché si stabilì che non vi era intenzione di disconoscere la dignità degli omosessuali e che gli appunti di Eijk non soddisfacevano il cosiddetto requisito di pubblicità. Pertanto, gli appunti delle sue lezioni di teologia morale furono ritenuti al di fuori dell’ambito del diritto penale.
In risposta alla controversia legata alla sua nomina, Eijk chiarì che la Chiesa cattolica non condanna nessuno e che neanche lui lo avrebbe fatto. Affermò tuttavia che “la Chiesa cattolica ha una visione etica che non è sempre compresa nella cultura odierna”.
Proteste e battute d’arresto
La consacrazione di Eijk come vescovo di Groningen ebbe luogo come previsto il 6 novembre 1999. Fu tuttavia segnata da proteste fuori dalla chiesa e dal rifiuto di alcune importanti personalità di partecipare alla cerimonia o al successivo ricevimento di congratulazioni.
Eijk scelse come motto Noli Recusare Laborem, che traduce come: “Non rifiutare il lavoro o le sofferenze e le fatiche associate all’annuncio della fede cristiana secondo l’insegnamento della Chiesa nel nostro tempo”. Eijk scelse questa variante delle parole che San Martino di Tours rivolse a Cristo poco prima della sua morte, per esprimere il desiderio di assumere lo stesso atteggiamento di San Martino nel continuare a lavorare per Cristo.
In un discorso del 2018 Eijk ricordò numerosi momenti in cui ebbe particolarmente bisogno di questo atteggiamento, tra cui i quattro mesi tra la sua nomina e la sua consacrazione nel 1999, durante i quali ricevette quotidianamente lamentele e minacce. “Alcuni cercarono [persino] di intimidirmi in modo tale da spingermi a rinunciare alla mia nomina a vescovo”.
Nel gennaio 2001 Eijk subì un’emorragia cerebrale. Dopo essere tornato al lavoro alcuni mesi dopo (a metà del 2002), iniziò a soffrire di forti dolori al volto, che gli impedirono nuovamente di lavorare. Circa questo periodo della vita di Eijk, il vescovo Van den Hende6Vicario di Eijk dal 2000 al 2006. scrisse che per “Eijk, nato e cresciuto ad Amsterdam, la Chiesa della diocesi di Groningen era completamente nuova. Lavorò molto rapidamente visitando le parrocchie e incontrando persone di tutta la diocesi. Eijk mostrò grande impegno e perspicacia. Il suo motto, Non Rifiutare il Lavoro, gli si addice perfettamente”.
Correggere gli abusi, avviare iniziative
Il lavoro di Eijk nella diocesi di Groningen includeva la correzione di alcune libertà introdotte durante la gestione del vescovo precedente negli anni Sessanta e Settanta. Queste pratiche erronee comprendevano l’intercomunione tra cattolici e protestanti, l’amministrazione dei sacramenti da parte di operatori pastorali e un coinvolgimento disordinato dei laici nell’organizzazione della liturgia. L’operato di Eijk in tal senso fu sostenuto dai sacerdoti più giovani e dai cattolici più conservatori ma fu fortemente osteggiato da alcuni operatori pastorali, sacerdoti più anziani, cattolici liberali e pastori ecumenici e protestanti.
Nel corso dei suoi otto anni nella diocesi di Groningen-Leeuwarden, Eijk intraprese numerose iniziative che furono complessivamente ben accolte.7Dal 2005, la diocesi è chiamata Groningen-Leeuwarden. Tra queste, iniziative rivolte ai giovani, la creazione di una piattaforma giovanile diocesana e l’organizzazione di una giornata diocesana per i chierichetti. Inoltre, Eijk attuò una grande riorganizzazione della diocesi. Abolì la struttura dei decanati a favore della formazione di vicariati. Trasferì la residenza del vescovo diocesano in una sede che ospitava anche l’ufficio diocesano. Nel corso del suo operato, riuscì a riportare la diocesi di Groningen-Leeuwarden a una situazione finanziariamente sana.
Eijk incoraggiò i fedeli a rinnovare la loro vita di preghiera e organizzò un pellegrinaggio a Roma con novecento membri della sua diocesi nel contesto dell’Anno di San Bonifacio, nel 2004 (1250° anniversario del martirio del santo). Per incrementare il numero di sacerdoti nella diocesi, Eijk invitò la comunità religiosa Misionéros de Cristo Maestro originaria della Colombia a stabilire due comunità di sacerdoti e seminaristi al servizio della diocesi di Groningen. Per gli uomini in discernimento vocazionale, organizzò anche “ritiri conventuali” in cui era possibile discutere questioni riguardanti la vita e la fede, in un clima di silenzio e preghiera. Durante il suo episcopato, il numero delle vocazioni sacerdotali aumentò.8Tjebbe T. De Jong, Katholiek leven in Noord-Nederland 1956-2006: vijftig jaar bisdom Groningen (La vita cattolica nei Paesi Bassi settentrionali 1956-2006: cinquant’anni della diocesi di Groningen) (Groningen: Uitgeverij Verloren, 2006), 136.
In qualità di vescovo responsabile per l’educazione all’interno della Conferenza Episcopale Olandese, Eijk contribuì alla fusione che portò alla fondazione della Facoltà di Teologia Cattolica, riconosciuta dalla Santa Sede (ora denominata Tilburg School of Catholic Theology [TSCT]), il 1º gennaio 2007. In qualità di gran cancelliere, Eijk agisce come rappresentante della Chiesa Cattolica Romana ed è tenuto a preservare l’integrità del messaggio cristiano insegnato presso la TSCT. Fu inoltre responsabile della riorganizzazione avvenuta a seguito della fusione. Quando alcuni membri della facoltà noti per il loro sostegno esplicito alla causa LGBT non ottennero un incarico presso la TSCT, Eijk fu accusato di aver abusato del proprio potere per “epurare” membri del corpo docente.
Arcivescovo di Utrecht
Nel dicembre 2007 Papa Benedetto XVI annunciò la nomina di Eijk ad arcivescovo di Utrecht. Ancora una volta ne seguì un grande clamore mediatico. Questa volta, tuttavia, e principalmente a causa delle riorganizzazioni finanziarie necessarie all’arcidiocesi e del successo ottenuto da Eijk nella riorganizzazione della diocesi di Groningen-Leeuwarden, diversi vescovi di grande reputazione si espressero a suo favore. Il tumulto si placò rapidamente.
Eijk prese l’insolita decisione di rifiutare l’incarico di presidente della Conferenza Episcopale Olandese, ruolo che ci si sarebbe aspettati assumesse. Le ragioni di questa scelta includevano la vasta riorganizzazione finanziaria che lo attendeva nell’arcidiocesi, il desiderio di concentrarsi innanzitutto sulla conoscenza della sua nuova diocesi e il fatto che continuava ad amministrare la diocesi di Groningen-Leeuwarden.9Ciò durò per quasi un anno, fino a settembre 2008, quando il vescovo De Korte divenne vescovo della diocesi di Groningen-Leeuwarden. Il vescovo Van Luyn della diocesi di Rotterdam fu quindi scelto per sostituire il Cardinale Simonis come presidente della Conferenza Episcopale Olandese. Quando a Van Luyn fu concessa la rinuncia come vescovo di Rotterdam, Eijk lo sostituì come presidente della Conferenza Episcopale Olandese nel 2011. Nel 2016, tuttavia, dopo un mandato di cinque anni, Eijk rinunciò nuovamente alla presidenza della Conferenza Episcopale Olandese e fu succeduto dal suo ex vicario, allora vescovo di Rotterdam, Van den Hende.
Affrontare gli abusi sessuali
Poco dopo la sua nomina ad arcivescovo, Eijk dovette affrontare le sfide poste dagli abusi sessuali commessi da chierici nel passato. Questo ebbe un enorme impatto su di lui, così come sulla Chiesa cattolica olandese. Dopo che il Cardinale istituì una commissione speciale d’inchiesta, fu creata una fondazione per avviare diversi programmi volti a gestire ed esaminare le migliaia di denunce. Nel 2016 Eijk si scusò nuovamente pubblicamente a nome della Chiesa cattolica olandese per gli abusi avvenuti e promise di riferire annualmente al governo sulla gestione delle nuove denunce.
Enfasi su una buona catechesi e formazione
Durante il suo ministero episcopale e arcivescovile, Eijk ha sottolineato la necessità di una buona catechesi, ritenendola particolarmente urgente, poiché dopo il Vaticano II la catechesi è quasi scomparsa nei Paesi Bassi.
“È di grande importanza che i cattolici abbiano il coraggio di difendere la loro fede. Dopotutto, viviamo in un’epoca in cui la fede è spesso liquidata come irrilevante e i credenti sono considerati ignoranti o persino ritardati di mente. Se vogliamo essere missionari efficaci in circostanze così difficili, dobbiamo proclamare con forza e chiarezza in cosa consiste la nostra fede. Ciò richiede coraggio e anche una conoscenza approfondita della fede. Solo con questa possiamo portare a compimento il mandato che Gesù ha affidato ai suoi discepoli: ‘Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli’ (Mt 28,19). Questa chiamata missionaria riguarda tutti noi ed è ancora salda come una roccia. Una relazione personale con Gesù, una vita di preghiera viva e una buona catechesi costituiscono il fondamento comune di tutto ciò”.
Eijk ha anche ribadito il dovere dei genitori di trasmettere la Fede ai propri figli e di portarli a Messa. In una recente intervista, Eijk ha affermato:
“Vediamo un’intera schiera di giovani che portano con sé anche i loro figli — questi giovani spesso hanno una famiglia — e quindi la Messa è molto vivace, perché di tanto in tanto si vede un bambino che inizia a correre, urlare, piangere o fare qualsiasi altra cosa, ma tutto questo non ha davvero importanza. Questi bambini, anche se non comprendono ciò che viene detto, percepiscono già qualcosa del rispetto mostrato dai loro genitori; per esempio, durante la preghiera eucaristica, nel momento della Consacrazione, quando rimangono in completo silenzio. I bambini lo vedono e ciò che si vede, che si impara dai genitori da piccoli non si dimentica mai. Quello che si apprende più tardi, a volte lo si dimentica. Da qui l’estrema importanza di questo periodo per l’apprendimento della fede”.
Eijk ha spesso sottolineato l’importanza della preghiera personale, della riflessione sulle proprie azioni e, in particolare, della lettura della Bibbia. Ha ribadito questo concetto in un’omelia durante il simposio per il cinquantesimo anniversario del Vaticano II e l’inizio dell’Anno della Fede: “I padri conciliari del Vaticano II volevano tornare alle fonti della fede: la Bibbia e la vita della Chiesa nei primi secoli. Per questo motivo, il Concilio ha dato impulso allo studio della Bibbia e al suo utilizzo da parte dei laici, … in particolare con la Costituzione dogmatica Dei Verbum”.
Sinodalità
Il Cardinale olandese considera la sinodalità come “una riflessione sulle possibilità di costruire una Chiesa in cui ogni membro della comunità contribuisca attivamente alla sua missione”. Tuttavia, riconosce che alcuni partecipanti al processo ne fraintendono il senso, interpretandola come un’occasione per modificare la dottrina. A suo avviso, questo equivoco è il risultato della secolarizzazione e dell’individualismo.
MUNUS DOCENDI
Fermo difensore della morale sessuale
Negli anni Novanta, Eijk insegnò teologia morale e mantenne salda l’adesione all’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale, attirandosi alcune critiche. Solo un anno prima della sua nomina a vescovo di Groningen nel 1999, nei Paesi Bassi fu concesso agli omosessuali il cosiddetto partenariato registrato legale, che garantiva quasi gli stessi diritti civili del matrimonio civile.10Il Codice Civile olandese fu modificato il 21 dicembre 2000 (con effetto dal 1 aprile 2001), permettendo a due persone dello stesso o di sesso opposto di contrarre matrimonio civile.
Molti omosessuali protestarono pubblicamente contro la sua nomina a vescovo. L’emorragia cerebrale subita da Eijk nel 2001 potrebbe essere stata causata dal clamore suscitato dalle sue precedenti dichiarazioni sull’omosessualità. Non si espresse pubblicamente quando, nel 2001, il “matrimonio” civile tra persone dello stesso sesso fu legalizzato. Alla pubblicazione della relazione intermedia dell’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi del 2014, che sembrava particolarmente indulgente nei confronti dell’omosessualità, Eijk tenne una conferenza stampa per chiarire che tale documento era semplicemente un resoconto di “ciò che è stato detto e quindi poteva anche riflettere l’opinione di una minoranza”. Eijk sottolineò che l’opinione della maggioranza — incluso Papa Francesco — non intendeva discostarsi dall’insegnamento della Chiesa. Ribadì la necessità di una pastorale capace di condurre le persone omosessuali su un cammino di vita conforme al Vangelo e anche su questo punto fu molto chiaro: “Gli omosessuali devono osservare la castità”.
Comunione per i divorziati “Risposati” e intercomunione
In un saggio del 2015, Eijk approfondì la morale matrimoniale e sessuale e affermò che “la questione se i divorziati civilmente ‘risposati’ possano ricevere la Comunione è intrinsecamente legata ad altre questioni di moralità matrimoniale e sessuale”. Riguardo alla questione principale, dichiarò: “Negli anni Settanta, vari teologi discussero questo problema, senza che vi fosse un pronunciamento preciso in merito da parte del Magistero della Chiesa. Tuttavia, nella Sacra Scrittura e nella costante tradizione della Chiesa esistono a questo riguardo loci theologici che escludono l’ammissione alla Santa Comunione dei divorziati ‘risposati.’” L’insegnamento della Chiesa, aggiunse, “è sempre stato chiaro e fermo sull’indissolubilità del matrimonio rato e consumato e sul divieto assoluto del divorzio seguito da un nuovo matrimonio”.
Eijk sottolineò l’analogia fondamentale tra la relazione tra Cristo e la Chiesa e quella tra i coniugi. In entrambe le relazioni, le parti “dànno e accettano reciprocamente se stessi”.11CIC/83 can. 1057 §2. “Questo dono è totale, il che implica il suo carattere definitivo e quindi irrevocabile. La totalità del dono reciproco dei coniugi implica che esso comprenda sia la dimensione spirituale che quella materiale, non solo a livello di intenzione o emozione, ma abbraccia anche il livello fisico, includendo le relazioni sessuali”. In questo senso, Eijk evidenziò l’importanza di una corretta’antropologia non dualista, che consideri anche la dimensione fisica come intrinseca alla persona umana.
In un saggio del 2015 Eijk sottolineò che coloro che sono divorziati e “risposati” civilmente sono colpevoli del peccato di adulterio e, di conseguenza, hanno perso “la grazia della giustificazione già ricevuta e [sono] indegni di ricevere la Comunione, a meno che [non si siano] pentiti del peccato, lo abbiano confessato e non lo [commettano] più”.12Aymans, Eleven Cardinals Speak on Marriage [Matrimonio e famiglia. Prospettive pastorali di undici cardinali, Cantagalli]. Osservò inoltre che i cattolici non sono obbligati a ricevere la Santa Comunione in ogni celebrazione eucaristica.13Fatta eccezione per il sacerdote celebrante. Eijk, Living with Christ. Chi desidera ricevere la Santa Comunione deve essere in quello stato che gli permetta di accogliere le grazie conferite nel sacramento.
Eijk spiegò la ragione fondamentale per cui una persona divorziata e “risposata” non può ricevere la Comunione, affermando:
“L’amore degli sposi è assunto nella carità stessa di Cristo, ossia nel dono reciproco tra Lui e la Chiesa. Il dono reciproco tra Cristo e la Chiesa è reso presente nell’Eucaristia, attraverso la quale partecipiamo più intensamente a questo dono, cioè alla Sua passione, morte e risurrezione. L’adulterio — e quindi anche un divorzio seguito da un nuovo matrimonio civile — viola la totalità del dono reciproco tra gli sposi a livello spirituale, emotivo e fisico e, di conseguenza, è incompatibile con il dono totale e reciproco tra Cristo e la Chiesa, a cui il dono degli sposi è analogo e nel quale dovrebbe essere assunto”.
Eijk attirò una notevole attenzione a livello internazionale dopo aver pubblicato una lettera aperta nel maggio 2018, in cui aveva dichiarato che Papa Francesco doveva fornire chiarezza sulla questione dell’intercomunione — tema che alcuni avevano collegato alle ambiguità riguardanti la Comunione ai divorziati “risposati” civilmente. Eijk scrisse che il mancato intervento del pontefice nel dare ai vescovi tedeschi direttive appropriate, fondate sulle chiare dottrina e prassi della Chiesa, indicava una deriva verso l’apostasia dalla verità e, citando il Catechismo, poteva essere un segno e un presagio della Fine dei Tempi.
Critiche a Papa Francesco
Alla fine della lettera aperta del maggio 2018, Eijk criticò fermamente Papa Francesco e altri vescovi per tali ambiguità, suggerendo che potessero essere un segno degli Ultimi Tempi. “Osservando che i vescovi e, soprattutto, il Successore di Pietro non mantengono e non trasmettono fedelmente e in unità il deposito della fede contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, non posso fare a meno di pensare all’Articolo 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica”, scrisse Eijk, citando il passo che parla della “prova finale” dell’umanità e del “mistero dell’iniquità”.14Il Catechismo afferma: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il ‘mistero di iniquità’ sotto la forma di un’impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità”.
Humanae Vitae
Eijk applicò la stessa analogia all’uso dei contraccettivi: “L’argomento contro l’uso dei contraccettivi è che il loro ostacolare il dono della maternità e della paternità attraverso l’atto coniugale rende incompleti a livello fisico il dono reciproco dei coniugi e quindi la totalità del dono stesso”. In una conferenza sull’enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, Eijk chiarì che questo testo, un tempo visto come una questione controversa, oggi “è sempre più riconosciuto come un documento profetico”. (si veda di seguito il suo ulteriore commento sulla contraccezione).
“La dignità inalienabile della persona umana, creata da Dio a Sua immagine, sulla quale dovrebbe fondarsi la legge morale naturale, deve essere anche il fondamento delle leggi umane”, dichiarò in un’altra intervista. “Non appena la legge civile offre un’apertura, per quanto minima, a un atto che viola la dignità della persona umana, vi è il rischio di minare il rispetto per questa dignità in tutti i suoi aspetti”.
Contraccezione
Nei Paesi Bassi, a partire dagli anni Sessanta, entrarono in vigore molte leggi che violano la dignità della persona umana. Eijk scrisse che “dopo l’introduzione della contraccezione ormonale nel 1964, sorse il problema delle gravidanze indesiderate, per le quali l’aborto procurato fu prescritto come rimedio”.
La maggior parte delle giovani donne inizia a prendere la pillola a partire dai 13-14 anni su iniziativa dei genitori, timorosi che le figlie possano rimanere incinte. Così, l’Olanda continua a vantarsi di avere relativamente poche gravidanze adolescenziali. Questa situazione genera anche un problema nella formazione dei giovani, poiché l’uso diffuso della pillola in età così precoce non favorisce la formazione della virtù della castità, ossia l’integrazione degli impulsi e dei sentimenti sessuali in un dono totale e reciproco di sé, che si realizza nel matrimonio o nella vita celibataria.
I Cattolici nella vita pubblica
Eijk ha osservato che “alcune sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo rendono più difficile per gli individui esprimere apertamente le loro convinzioni cristiane su diverse questioni etiche. Lo stesso accade per i paesi che vogliono tener conto dei principi cristiani nella loro legislazione ma vengono bloccati dalle decisioni della corte”. Eijk ha tuttavia sottolineato che “non è l‘‘Eurpoa unita’ in quanto tale a essere la colpevole, ma l’assenza di ideali, valori e norme, che si riflette anche sulla legislazione e sulla giurisprudenza”.
Alla domanda se condividesse l’impressione che molti cattolici impegnati in politica abbiano dimenticato i cosiddetti “principi non negoziabili” come la difesa della vita e della famiglia naturale, Eijk ha fatto riferimento ai paragrafi 73 e 74 dell’enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II del 1995, che permette ai politici cattolici, in determinate condizioni, di votare per una legge intrinsecamente ingiusta, nel tentativo di impedire l’approvazione di una legge ancora più permissiva. Tuttavia, Eijk ha affermato: “Ci si può chiedere se abbiano veramente rispettato tutte le condizioni menzionate nell’Evangelium Vitae e se il loro voto possa davvero essere interpretato come un contributo al bene comune”. Ha aggiunto: “A prescindere dal fatto che oggi molti politici cattolici potrebbero essere meno preparati a dialogare sui principi non negoziabili per arrivare a un compromesso eticamente giustificabile, temo che molti di loro non vedano più nemmeno queste questioni come non negoziabili”. Eijk ha sottolineato che “le leggi umane devono corrispondere alla legge morale naturale, che tutela la dignità della persona e deriva dall’ordine che Dio ha dato alla Sua creazione”.
Difesa del diritto alla vita
Riguardo alla dignità della persona, Eijk ha sempre condannato l’aborto, definendolo un “male intrinseco”.15Willem Jacobus Cardinal Eijk, “Capitolo IV: L’aborto e lo status etico dell’embrione”, Katholieke Stichting Medische Ethiek, 23 marzo 1994. Con l’accettazione dell’aborto, è stato infranto il confine che è indicato dalla norma fondamentale secondo cui la persona umana non può essere degradata a oggetto d’uso. Una volta superato questo limite, non è più chiaro perché ciò non possa essere permesso in altre situazioni. È evidente che la vera dignità umana inizia con il rispetto della dignità intrinseca del nascituro. … Le Sacre Scritture chiariscono che la vita è un dono del Creatore, che è sotto la Sua speciale protezione poiché l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. La vita non è solo un dono, ma anche un compito: è il ‘talento’ fondamentale necessario per sviluppare gli altri talenti a beneficio del Regno di Dio.16Willem Jacobus Cardinal Eijk, “Capitolo IV: L’aborto e lo status etico dell’embrione”, Katholieke Stichting Medische Ethiek, 23 marzo 1994
Fin dai tempi in cui era giovane medico, Eijk si è fortemente opposto all’eutanasia (che in seguito ha incluso il cosiddetto Protocollo di Groningen e il suicidio assistito).17Un accordo tra neonatologi e il procuratore della città di Groningen, secondo il quale un medico che poneva fine alla vita di un neonato con handicap non poteva essere perseguito, a condizione che avesse rispettato una serie di requisiti cautelativi. Da questo protocollo locale nacque una normativa nazionale per la soppressione della vita dei neonati con handicap. Nell’ottobre 2016, il governo olandese annunciò di voler sviluppare una nuova legge che rendesse possibile il suicidio assistito — non necessariamente da parte di un medico — per le persone che non soffrono di alcuna malattia psichiatrica o somatica, ma che ritengono, a causa della solitudine, della vecchiaia o della ridotta mobilità, che la loro vita sia “compiuta”, cioè priva di senso e quindi da terminare. Eijk conseguì il dottorato in medicina nel 1987 con una tesi sull’eutanasia e ha scritto numerose pubblicazioni sull’argomento, tra cui il dettagliato Handboek katholieke medische ethiek [Manuale di Etica Medica Cattolica] del 2010.18W.J. Eijk e L.J.M. Hendriks, Handboek katholieke medische ethiek: verantwoorde gezondheidszorg vanuit katholiek perspectief (Almere: Parthenon, 2010). Ne esiste anche un’edizione inglese: W.J. Eijk e M.R. Berg, Manual of Catholic Medical Ethics: Responsible Healthcare from a Catholic Perspective (Ballarat: Connor Court Publishing, 2014).
Nel settembre 2020, Eijk dichiarò che i Paesi Bassi dimostrano come, una volta legalizzata l’eutanasia, le garanzie vengono lentamente ma inevitabilmente abbandonate. Nel 2022, criticò due membri della Pontificia Accademia per la Vita, di cui è egli stesso membro, per aver pubblicamente sostenuto il suicidio assistito come strategia per evitare la legalizzazione dell’eutanasia volontaria in Italia. Affermò che non vi è “alcuna differenza morale significativa” tra il suicidio medicalmente assistito e l’eutanasia volontaria, e che tale strategia “spianerebbe semplicemente e automaticamente la strada alla legalizzazione dell’eutanasia”.
Il Cardinale Eijk ha parlato con forza contro la teoria del gender, affermando che smascherarne gli errori è “di estrema urgenza” perché mina i ruoli di madri, padri e sposi, compromette il rapporto biologico tra genitori e figli e ostacola la trasmissione dell’insegnamento della Chiesa su Dio come Santissima Trinità. Eijk ritiene che essa metta il mondo contro la fede cristiana, sia un’ideologia radicata nel “femminismo radicale” e venga diffusa con il termine “parità di genere”. Egli la collega anche alla contraccezione.
Nel 2022, dichiarò che le forme estreme della teoria del gender sono diventate così influenti che un’enciclica Papale dovrebbe affrontare l’argomento, anche perché la Chiesa ha detto poco sulla teoria del gender in generale. Già nel 2017 aveva fatto una richiesta simile, ma aveva affermato di non vedere necessariamente un’enciclica come unico mezzo per affrontare la questione e aveva suggerito che anche un’istruzione del Dicastero per la Dottrina della Fede sarebbe stata utile.
Nel 2016, Eijk condannò il fatto che i Paesi Bassi fossero diventati uno dei primi stati al mondo ad autorizzare la coltivazione di embrioni in vitro per scopi di ricerca. Sottolineò le preoccupazioni etiche per una tale mossa e il valore della vita umana fin dal concepimento, evidenziando la sua posizione contraria alle pratiche biomediche che possano mettere in pericolo la vita.
Opposizione alle benedizioni per le coppie dello stesso sesso
Nel settembre 2022, il Cardinale Eijk criticò la decisione dei vescovi fiamminghi di introdurre cerimonie di benedizione per le coppie dello stesso sesso. Sostenne che tali pratiche minano l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla morale sessuale. Ha inoltre sottolineato che permettere le benedizioni per le coppie dello stesso sesso potrebbe portare a una svalutazione delle benedizioni stesse e che contraddice la posizione della Chiesa sulla moralità delle relazioni omosessuali.
Nel gennaio 2024, Eijk, insieme ad altri vescovi olandesi, ha offerto una risposta prudente alle indicazioni vaticane sulle benedizioni, meno entusiasta rispetto a quella dei loro vicini più prossimi in Europa occidentale. In un commento alla giornalista vaticana Diane Montagna, Eijk ha affermato che i vescovi olandesi non scrivono mai nulla che contraddica la Santa Sede e ha sottolineato che essi già permettono benedizioni di singoli individui che vivono in relazioni irregolari, ma mai la benedizione della relazione in quanto tale. Ha dichiarato che la posizione dei vescovi olandesi era chiara, anche se non esplicita, nel ribadire che “una relazione irregolare è contraria all’intenzione di Dio nella creazione dell’uomo e della donna e a quella del matrimonio e quindi non può né deve essere benedetta”.
La sua posizione personale, espressa chiaramente in un libro del 2022,19Il libro tratta della morale matrimoniale (De band van de liefde, Utrecht, Kokboekencentrum, 2022, pp. 290-291 e 379-382; una traduzione in polacco è stata pubblicata nel dicembre 2023: Więź MiƗości, Cracovia, Wydawnictwo Esprit, 2023, pp. 373-374 e 492-496). Ne esiste anche una traduzione italiana: “Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale” Cantagalii, 2024. spiega “con argomentazioni teologiche” perché ritiene che le relazioni irregolari, incluse quelle omosessuali o quelle tra persone divorziate e “risposate” civilmente, “non possano essere benedette, poiché sono relazioni contrarie all’ordine della creazione di Dio”.
Difesa dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio
Nell’ottobre 2022, Eijk ha pubblicato “Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale” (De band van der liefde), un’opera approfondita che contiene una spiegazione di alto livello dell’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio e sulla morale sessuale.
Nel libro, Eijk sottolinea, tra gli altri insegnamenti, che il matrimonio riflette la relazione tra Dio e l’umanità e che l’uomo e la donna nel matrimonio “si completano a vicenda e insieme possono realizzare la riproduzione della vita”.
Lo scopo del matrimonio include sia la procreazione sia il sostegno reciproco. Aggiunge che, sebbene la Chiesa cattolica in passato abbia enfatizzato maggiormente la procreazione, oggi vi è anche una maggiore attenzione al “sostegno reciproco tra uomo e donna”. Tuttavia, egli ribadisce che “la procreazione, la trasmissione della vita, è inclusa nel dono reciproco di sé tra uomo e donna”.
Affronta anche il tema delle relazioni omosessuali, sottolineando che esse sono considerate “innaturali e moralmente malvagie”. Respinge inoltre i cosiddetti ‘matrimoni’ omosessuali e le benedizioni per tali unioni. “Non si può benedire un atto moralmente malvagio,” scrive. “Il sole della grazia di Dio non splende sul cammino del peccato”. Eijk sottolinea che le coppie omosessuali non possono donarsi completamente l’una all’altra perché “non può esserci un dono totale di sé senza la possibilità della procreazione”.
Il Cardinale sostiene che la Chiesa dovrebbe mostrare rispetto ed empatia verso le persone omosessuali, pur mantenendo la propria posizione dottrinale.
Di fronte alle pressioni interne alla Chiesa per modificare il Catechismo ed eliminare l’espressione “intrinsecamente disordinato” riferita all’omosessualità, il Cardinale Eijk dichiarò nel 2021 che, sebbene “si potrebbe forse cercare una formulazione più comprensibile per la mentalità odierna,” egli personalmente non vedeva “alcuna necessità di modificare l’attuale formulazione”.
Gli atti omosessuali sono “intrinsecamente malvagi,” affermò, così come “tutti gli atti sessuali che non sono atti coniugali e non sono aperti al dono della maternità e della paternità”. Questo è conforme alla Sacra Scrittura, alla Tradizione e al Magistero e quindi “immutabile,” aggiunse. Osservò che cambiare la terminologia per “nascondere la verità” sull’ordine creato da Dio e sulla legge morale naturale non sarebbe “un atto di carità”.
Il celibato sacerdotale
Eijk ha spesso ricevuto il suggerimento di risolvere il “problema” del numero limitato di sacerdoti olandesi abolendo il celibato per i sacerdoti. Nella sua lettera pastorale del 2010 Perché i sacerdoti?, Eijk spiegò che “nella Chiesa nel nostro Paese si discute molto del ministero sacro: che cosa può fare un chierico che un operatore pastorale non può fare? Perché gli uomini possono essere ammessi agli ordini sacri [ossia, al diaconato e al sacerdozio] e le donne no? Perché un sacerdote deve vivere in celibato? In tutte queste discussioni, il contenuto e il significato del sacerdozio spesso rimangono sullo sfondo”. Nella sua lettera, Eijk invitò i lettori a “guardare ai sacerdoti con occhi di fede, non soffermandosi su ciò che è o non è permesso, ma riflettendo su domande come: Perché abbiamo bisogno dei sacerdoti? Qual è la finalità del sacerdozio? Perché qualcuno dovrebbe diventare sacerdote?”
Facendo riferimento al documento della Congregazione per il Clero Il presbitero, maestro della parola, ministro dei sacramenti e guida della comunità in vista del terzo millennio cristiano e all’Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores Dabo Vobis di Giovanni Paolo II, Eijk spiegò nella sua lettera perché il celibato è inseparabile dal sacerdozio. In un’intervista del 2018, Eijk dichiò esplicitamente: “Con [l’attuazione dei ‘viri probati’], si perderebbe il celibato sacerdotale e, con esso, una splendida e feconda tradizione secolare della Chiesa latina”.20 Viri probati si riferisce alla discussa proposta di permettere l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati “di provata virtù”.
Formazione sacerdotale e vocazioni
Il Cardinale Eijk si è impegnato nella formazione e nell’educazione dei sacerdoti e dei futuri leader della Chiesa, dedicandosi al lavoro dell’Istituto Ariens, la casa di formazione sacerdotale dell’arcidiocesi di Utrecht.
Durante gran parte del suo mandato come arcivescovo di Utrecht (dal 2010 fino alle ultime statistiche disponibili del 2022), il numero di sacerdoti diocesani è sceso da 214 a 117; i sacerdoti religiosi da 211 a 183; i religiosi da 320 a 283 e le religiose da 697 a 540. Sebbene il numero complessivo sia diminuito, è rimasto relativamente stabile dal 2014, nonostante il crollo della fede nei Paesi Bassi e la chiusura di molte chiese.
Ordinazione femminile
Sebbene la questione dell’ordinazione delle donne abbia ricevuto molta attenzione (per lo meno da parte dei media) durante il Sinodo sulla Sinodalità tenuto a Roma nel 2023-2024, il Cardinale Eijk la considera un argomento ormai superato, che non è più rilevante per i giovani che cercano di incontrare Cristo nella Chiesa cattolica. Nella sua omelia per un’ordinazione sacerdotale nel novembre 2024, il Cardinale Eijk ha dichiarato:
“Vediamo qualcosa fiorire nell’arcidiocesi ultimamente. Ci sono chiese dove, sedici anni fa, incontravo gruppi di anziani che vedevano con un certo timore l’arrivo di questo arcivescovo conservatore. In quelle stesse chiese, soprattutto nelle città, ora incontro ferventi credenti e giovani in preghiera, oltre a famiglie con bambini. Più della metà dei presenti non ha bisogno del deambulatore. È qualcosa di sorprendente. Questi giovani non vengono per discutere l’ordinazione delle donne, perché quello è un argomento degli anni Sessanta che non ha più alcun interesse per loro. Vengono per pregare. Vengono per rafforzare la presenza di Cristo nei loro cuori, il fondamento della loro vita. E, qualunque cosa facciano, propagano liberamente la fede cristiana attraverso i social media e altre piattaforme digitali. Di conseguenza, soprattutto nelle città, ogni anno sempre più giovani all’incirca tra i venti e i cinquant’anni chiedono il Battesimo e/o la Cresima e anche la Prima Comunione”.
Migranti e rifugiati
Nella loro lettera d’Avvento del 2015 sulla situazione dei rifugiati in Europa, i vescovi olandesi espressero le loro preoccupazioni per la “crisi dei rifugiati” e per l’impatto che grandi gruppi di rifugiati avrebbero avuto sulla loro società. Una tale sfida richiedeva “una risposta realistica da parte di coloro che hanno responsabilità politiche, delle Chiese e delle organizzazioni della società civile, [che] insieme condividono la responsabilità di una buona convivenza e del benessere generale”.
Si opposeroa ogni forma di discriminazione e xenofobia, poiché esse ignorano e violano la dignità più profonda di ogni persona, e sottolinearono che i cristiani hanno il dovere di aiutare i rifugiati, “di tendere una mano ai nostri simili nel bisogno”. Affermarono che ai rifugiati “può essere chiesto di collaborare” affinché il loro arrivo “non sconvolga la nostra società” e che il governo dovrebbe “sviluppare e applicare una politica di asilo equa, che serva e promuova il bene comune, in particolare la coesione della nostra società”.
In un’intervista del dicembre 2018, Eijk ribadì che “i migranti, a loro volta, hanno obblighi nei confronti del benessere del paese in cui cercano rifugio e devono rispettare i valori universali, come l’inviolabilità della persona umana”. Sottolineò l’importanza dell’ospitalità da parte degli europei, “ma dobbiamo anche tenere conto di ciò che una società può sostenere”. Per quanto riguarda i migranti economici, Eijk affermò che “il governo non è obbligato a concedere un permesso di soggiorno a ogni migrante, certamente non ai migranti economici. Essi sono necessari per il benessere del loro paese d’origine”.
Eijk commentò relativamente poco la crisi dei rifugiati, se non per affermare che i rifugiati non devono sconvolgere la società olandese. Durante una conferenza intitolata Testimoni di Sangue: il martirio attraverso i secoli, in occasione dei milletrecento anni dall’arrivo di San Bonifacio nei Paesi Bassi, a Eijk fu posta una domanda sulla differenza tra i martiri cristiani e quelli musulmani. Eijk spiegò che esiste una differenza fondamentale tra il “martirio islamico”, che “è un’azione attiva: uccidere gli altri. Per i cristiani si tratta di soffrire”. “Bonifacio esortò i suoi compagni a non prendere le armi, a rimanere fedeli come cristiani e a morire in quel modo”.
Minaccia della secolarizzazione e dell’iper-individualismo
Dalle numerose lettere, conferenze, interviste e insegnamenti, sembra che Eijk consideri la secolarizzazione attuale e “l’iper-individualismo” come le minacce più gravi alla vita e ai valori cristiani. Le questioni su come “contrastare” la secolarizzazione e su come evangelizzare una società post-cristiana sono i suoi principali punti di interesse. In un articolo del 2012, ad esempio, Eijk scrisse che la maggioranza dell’Europa occidentale è diventata spiritualmente cieca negli ultimi cinquant’anni e che ormai sembra non importare più in cosa si creda. “Oltre a questa cultura, l’evangelizzazione è resa complessa anche dall’idea che fede e ragione si escludano a vicenda e dal falso pregiudizio che le religioni in sé siano la causa di violenza, discordia e guerra”.
Eijk sottolineò che ciò in cui crediamo influisce non solo sulla nostra immagine di Dio, ma anche sulla nostra comprensione della dignità umana e sulla nostra visione del mondo. “Il Dio Trino ama ogni essere umano senza eccezioni”. Eijk evidenziò che “per i musulmani, ad esempio, Dio è una sola Persona, un essere che mantiene le distanze dal mondo, che, supremamente potente, in quanto sovrano assoluto, regna in solitudine assoluta sopra il mondo. È proprio la fede in un Dio in Tre Persone che rende Dio così vicino a noi ed è l’elemento più caratteristico della nostra fede cristiana”.
Nel luglio 2023, il Cardinale Eijk parlò del’affrontare ostilità per amore di Cristo. Sottolineò che, in un’epoca in cui prevale il soggettivismo, è importante rimanere saldi nella fede e testimoniare i valori cristiani. In un’altra occasione dello stesso anno, incoraggiò i credenti a rendere una testimonianza coraggiosa della loro fede. Affermò che quando le persone hanno il coraggio di testimoniare, lo Spirito Santo parla attraverso di loro.
Coronavirus
Eijk fu un forte sostenitore dei vaccini contro il COVID-19, sostenendo, sulla base della sua formazione medica, che essi fossero “efficaci nel controllare” la malattia e nel “proteggere la propria vita e quella degli altri con solo effetti collaterali proporzionati (gli effetti collaterali gravi, in ogni caso, sono rari o molto rari)”. Espresse queste considerazioni nell’ottobre 2021, prima che i danni causati dai vaccini diventassero più ampiamente noti.
Inoltre, a differenza di alcuni leader della Chiesa come il vescovo Athanasius Schneider, non riteneva che i vaccini fossero moralmente problematici, in quanto comportavano solo una “cooperazione molto remota con l’aborto” nella loro produzione.
“La cooperazione nel male è talvolta inevitabile o persino obbligatoria, per quanto possa sembrare contraddittorio”, dichiarò Eijk in una conferenza a Roma. “Questa è la conseguenza del vivere in un mondo sfigurato dal peccato originale”.
Anzi, affermò che, poiché i vaccini sembravano proteggere efficacemente la vita degli altri, “si potrebbe forse concludere che vaccinarsi sia richiesto dalla giustizia” e costituisca un “obbligo morale”.
Tuttavia, sostenne anche fermamente che i vaccini contro il COVID-19 sarebbero dovuti rimanere volontari e che l’obbligo vaccinale “non era eticamente giustificato”.
“Bisogna rispettare l’obiezione di coscienza nel senso che non si può costringere le persone a vaccinarsi”, dichiarò.
Eijk comunque sostenne l’obbligo del “Green Pass” in Italia e in altri paesi, il quale richiedeva un pass per accedere a determinati servizi e luoghi, a condizione che offrisse “un’alternativa per superare il problema dell’obiezione di coscienza contro i vaccini”. Precisò che ciò sarebbe stato possibile se fossero stati consentiti test frequenti come alternativa, ma solo nel caso in cui questi fossero stati offerti gratuitamente.
I novissimi
Eijk ha osservato che “molti sono preoccupati per tutti i segni del cambiamento climatico” e che “le persone sono spaventate dall’idea della fine del mondo”. “Ma non si rendono conto che siamo già nell’ultima epoca del mondo. E poiché non sappiamo quando arriverà la fine del mondo, siamo chiamati a essere vigilanti”.
In una recente intervista, Eijk ha sottolineato:
“Il primo segreto [di Fatima], sull’inferno, beh, penso che sia un segreto ancora estremamente rilevante per il nostro tempo. Questo è il nostro dovere: fare in modo, poiché siamo incaricati di annunciare la Fede cattolica, che le persone non finiscano all’inferno, e metterle in guardia a questo riguardo. A questo proposito, possiamo sinceramente chiederci se lo facciamo abbastanza spesso. Perché quando si parla dell’inferno, ciò suscita spesso molte emozioni. Eppure credo che abbiamo davvero il dovere di farlo”.
Nella stessa intervista, Eijk ha anche parlato della dottrina della salvezza universale: “Sì, è vero che Cristo vuole salvare tutti gli uomini, ma bisogna aprirsi a questa salvezza. Quindi c’è una condizione legata ad essa e quindi la salvezza non è automatica. Bisogna davvero scegliere Cristo”.
Riorganizzare la Chiesa in una società post-cristiana
Il Cardinale Eijk ha dovuto prendere decisioni difficili, come è richiesto ai leader che presiedono una chiesa in forte declino.
In un’epoca in cui meno del cinque percento degli olandesi che si dichiarano cattolici partecipa ancora alla Messa, Eijk è stato costretto a chiudere molte chiese.
Quando è diventato arcivescovo nel 2008, l’arcidiocesi contava 312 parrocchie. Nel 2014 Eijk previde che, quando avrebbe compiuto settantacinque anni nel 2028, sarebbero rimaste 20 parrocchie con una o due chiese ciascuna. In un’intervista del 2018, dichiarò che persino questa previsione era troppo ottimistica. Per quanto riguarda l’intera Olanda, Eijk affermò nel 2013 che si aspettava che entro il 2025 due terzi di tutte le chiese olandesi sarebbero state chiuse.
Queste cupe previsioni hanno suscitato molte opposizioni. Sono state inviate petizioni sia a Papa Benedetto XVI sia a Papa Francesco per chiedere di fermare gli sforzi di riorganizzazione di Eijk. Di fatto, sia i cattolici liberali che quelli conservatori hanno criticato pesantemente Eijk. La sua risposta è stata: “A volte si può mantenere l’unità solo essendo decisi. Non ho un messaggio estremamente popolare. Ma non cerco un premio di popolarità”.
“Mi addolora quando una chiesa deve chiudere”, ha affermato. “Ma l’ho detto prima: nel processo di ridimensionamento che la Chiesa sta attraversando, non dobbiamo aggrapparci agli edifici; non è questa la nostra salvezza. La nostra Fede non è legata a un edificio, ma a Dio”. Eijk aveva persino pianificato la chiusura della propria cattedrale a Utrecht, ma, principalmente grazie a un’iniziativa dei parrocchiani, è stato recentemente annunciato che è stato elaborato un piano finanziario che consentirà alla cattedrale di rimanere aperta.
Eijk ha spiegato molte volte che la riorganizzazione è l’unica opzione possibile.
“Vediamo le finanze parrocchiali sprofondare in perdita. Bisogna guardare la situazione in questo modo: il 10 percento delle parrocchie è ricco, il 10 percento è semplicemente in bancarotta. I costi di mantenimento delle chiese sono troppo alti per loro. Anche se eliminassero completamente il loro team pastorale, avrebbero comunque un deficit finanziario. L’altro 80 percento non è ancora in bancarotta, ma non ha neppure una situazione solida. Abbiamo organizzato un incontro tra il personale diocesano e i consigli parrocchiali. Ci sono state conversazioni con il nostro economo. La domanda era: cosa possiamo mantenere aperto a lungo termine? Cosa dobbiamo fare per garantire ‘numeri in attivo’? Si dice che il vescovo parli sempre di soldi. Ma il denaro è una condizione per la cura pastorale. Se non puoi pagare le bollette, sia la prima che la seconda lettura saranno fatte dall’ufficiale giudiziario”.
Eijk sostiene fermamente che, nonostante ci sia una carenza di sacerdoti nella Chiesa olandese e di conseguenza i compiti dei sacerdoti restanti siano aumentati, le mansioni sacerdotali non verranno assegnate a persone non ordinate. Né la scarsità di sacerdoti né le preferenze dei parrocchiani né il desiderio di abbassare la soglia per portare le persone ad assistere alla Messa sono motivi validi per deviare dalla liturgia.
A causa della penuria di sacerdoti nei Paesi Bassi, l’Eucaristia, purtroppo, non viene più celebrata in tutte le chiese ogni domenica. Eijk ha dichiarato che è “una grande perdita se i fedeli non ascoltano e non pregano regolarmente con le preghiere recitate nella celebrazione dell’Eucaristia”, il che rende “più difficile scoprire la ricchezza dell’Eucaristia”.
Eijk, sebbene abbia affermato che chiudere le chiese “gli ferosce l’anima”, vede il lato positivo della massiccia riorganizzazione dell’arcidiocesi. “Può sembrare contraddittorio, ma chiudere chiese (superflue) significa costruire la Chiesa del futuro”. “Per esempio, sette comunità religiose in declino, con scarsa partecipazione alla Messa e quasi nessuna attività, sono state trasformate in un’unica comunità religiosa viva, con un’alta partecipazione alla Messa e nuove iniziative”.
Eijk afferma di voler emulare l’atteggiamento di San Martino:
“Ho dovuto procedere a una riorganizzazione pastorale e finanziaria nella mia attuale arcidiocesi, dove nel primo anno ho dovuto licenziare due terzi del personale della curia per evitare che l’arcidiocesi fallisse. Tuttavia, le riorganizzazioni hanno anche portato all’emergere di nuove iniziative pastorali: il rafforzamento della posizione del sacerdote, un nuovo programma di pastorale giovanile e — grazie alla, seppur modesta, crescita del numero di seminaristi — nel 2014 ho potuto riaprire il seminario dell’arcidiocesi”.21Eijk era stato costretto a chiudere il seminario nel 2010.
Eijk ha ricordato ai fedeli di “non lasciare che il nostro cuore si turbi o si appesantisca”. “Dobbiamo ricordare queste parole ogni giorno, perché, indipendentemente da quanto grande o piccola diventerà la Chiesa, il Signore è con noi. E probabilmente ci sorprenderà! Ricordiamo le parole di Gesù in Luca (18,27): ‘Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio.’”
“È vero che i numeri [di fedeli praticanti] stanno diminuendo, ma a volte dico: la quantità è in costante calo, ma la qualità sta aumentando. La comunità è diventata piccola, ma è anche una comunità più forte. Sono ancora di buon animo, ho una fede ardente e credo sempre nella potenza del Signore: Egli trionfa. Christus vincit. Non noi, ma Lui in noi”.
In conclusione, Eijk dice di sé stesso:
“A volte paragono un vescovo di oggi a un meteorologo che si occupa del cambiamento climatico. E il clima religioso nei Paesi Bassi sta peggiorando; un vero e proprio fronte di tempesta si sta avvicinando. Un vescovo ha molti doveri, ma fingere che stia arrivando il bel tempo non è tra questi. Il mio avvertimento sulla Chiesa in contrazione, tuttavia, non significa attendere passivamente il futuro. Certamente no. In questi tempi individualistici dobbiamo dimostrare che una comunità ecclesiale ha un valore aggiunto. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo prepararci a ciò che è possibile e in parte già presente. Dico possibile, perché a volte una tempesta si attenua all’ultimo momento o prende un’altra direzione. Ma dobbiamo anche tenere conto della possibilità che ci colpisca”.
In un libro intervista del 2020, intitolato Dio vive in Olanda, Eijk ha condiviso le sue opinioni sullo stato del cattolicesimo nei Paesi Bassi e sul suo rapido declino, che lo ha reso uno dei paesi più scristianizzati d’Europa e dell’Occidente. La Chiesa nel paese è oggi descritta come una minoranza odiata, piccola e perseguitata, ma, come nelle persecuzioni della Chiesa primitiva, mostra semi di speranza e la possibilità che emerga una piccola ma zelante comunità cattolica. In un’intervista del gennaio 2024, il Cardinale Eijk ha affermato di credere che il futuro della Chiesa in Olanda sarà caratterizzato da “comunità creative” e che ha avviato un programma per trasformare le chiese in “parrocchie missionarie”.
- 1CCC 1324.
- 2La lettera pastorale di Eijk fece seguito a una nota di politica pastorale-liturgica del 2011 e si basa sulle sue rubriche online (vedi www.aartsbisdom.nl/home/organisatie/aartsbisschop/columns/) e sulla sua lettera pastorale del 2010 “Perché i sacerdoti?” A queste fece poi seguito un’ulteriore lettera contro le violazioni delle norme liturgiche stabilite dal diritto canonico e dal documento Redemptionis Sacramentum.
- 3Tom McFeely, “Tweeting for Vocations”, National Catholic Register, 22 giugno 2009
- 4Situata nella parte settentrionale dei Paesi Bassi, comprende le province di Groningen, Friesland, Drenthe e la parte Noordoostpolder della provincia del Flevoland.
- 5Non vi fu alcuna indagine penale per discriminazione contro gli omosessuali poiché si stabilì che non vi era intenzione di disconoscere la dignità degli omosessuali e che gli appunti di Eijk non soddisfacevano il cosiddetto requisito di pubblicità. Pertanto, gli appunti delle sue lezioni di teologia morale furono ritenuti al di fuori dell’ambito del diritto penale.
- 6Vicario di Eijk dal 2000 al 2006.
- 7Dal 2005, la diocesi è chiamata Groningen-Leeuwarden.
- 8Tjebbe T. De Jong, Katholiek leven in Noord-Nederland 1956-2006: vijftig jaar bisdom Groningen (La vita cattolica nei Paesi Bassi settentrionali 1956-2006: cinquant’anni della diocesi di Groningen) (Groningen: Uitgeverij Verloren, 2006), 136.
- 9Ciò durò per quasi un anno, fino a settembre 2008, quando il vescovo De Korte divenne vescovo della diocesi di Groningen-Leeuwarden. Il vescovo Van Luyn della diocesi di Rotterdam fu quindi scelto per sostituire il Cardinale Simonis come presidente della Conferenza Episcopale Olandese. Quando a Van Luyn fu concessa la rinuncia come vescovo di Rotterdam, Eijk lo sostituì come presidente della Conferenza Episcopale Olandese nel 2011. Nel 2016, tuttavia, dopo un mandato di cinque anni, Eijk rinunciò nuovamente alla presidenza della Conferenza Episcopale Olandese e fu succeduto dal suo ex vicario, allora vescovo di Rotterdam, Van den Hende.
- 10Il Codice Civile olandese fu modificato il 21 dicembre 2000 (con effetto dal 1 aprile 2001), permettendo a due persone dello stesso o di sesso opposto di contrarre matrimonio civile.
- 11CIC/83 can. 1057 §2.
- 12Aymans, Eleven Cardinals Speak on Marriage [Matrimonio e famiglia. Prospettive pastorali di undici cardinali, Cantagalli].
- 13Fatta eccezione per il sacerdote celebrante. Eijk, Living with Christ.
- 14Il Catechismo afferma: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il ‘mistero di iniquità’ sotto la forma di un’impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità”.
- 15Willem Jacobus Cardinal Eijk, “Capitolo IV: L’aborto e lo status etico dell’embrione”, Katholieke Stichting Medische Ethiek, 23 marzo 1994
- 16Willem Jacobus Cardinal Eijk, “Capitolo IV: L’aborto e lo status etico dell’embrione”, Katholieke Stichting Medische Ethiek, 23 marzo 1994
- 17Un accordo tra neonatologi e il procuratore della città di Groningen, secondo il quale un medico che poneva fine alla vita di un neonato con handicap non poteva essere perseguito, a condizione che avesse rispettato una serie di requisiti cautelativi. Da questo protocollo locale nacque una normativa nazionale per la soppressione della vita dei neonati con handicap. Nell’ottobre 2016, il governo olandese annunciò di voler sviluppare una nuova legge che rendesse possibile il suicidio assistito — non necessariamente da parte di un medico — per le persone che non soffrono di alcuna malattia psichiatrica o somatica, ma che ritengono, a causa della solitudine, della vecchiaia o della ridotta mobilità, che la loro vita sia “compiuta”, cioè priva di senso e quindi da terminare.
- 18W.J. Eijk e L.J.M. Hendriks, Handboek katholieke medische ethiek: verantwoorde gezondheidszorg vanuit katholiek perspectief (Almere: Parthenon, 2010). Ne esiste anche un’edizione inglese: W.J. Eijk e M.R. Berg, Manual of Catholic Medical Ethics: Responsible Healthcare from a Catholic Perspective (Ballarat: Connor Court Publishing, 2014).
- 19Il libro tratta della morale matrimoniale (De band van de liefde, Utrecht, Kokboekencentrum, 2022, pp. 290-291 e 379-382; una traduzione in polacco è stata pubblicata nel dicembre 2023: Więź MiƗości, Cracovia, Wydawnictwo Esprit, 2023, pp. 373-374 e 492-496). Ne esiste anche una traduzione italiana: “Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale” Cantagalii, 2024.
- 20Viri probati si riferisce alla discussa proposta di permettere l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati “di provata virtù”.
- 21Eijk era stato costretto a chiudere il seminario nel 2010.