MUNUS SANCTIFICANDI
Approccio alla Liturgia
Il Cardinale Robert Sarah nutre una grande ammirazione per la pietà e la devozione liturgica dei Missionari dello Spirito Santo, che evangelizzarono il suo villaggio in Guinea.1Sarah e Diat, God or Nothing. Mantiene questa profonda gratitudine per l’opera missionaria che ha convertito molti del suo popolo, insieme a un amore profondo per le virtù tradizionali presenti nella sua cultura. Sarah scrive: “Come africano ho certamente ereditato la nostra gioiosa paura di tutto ciò che è sacro”.2Sarah e Diat, God or Nothing, 51. Sarah mostra un atteggiamento tipicamente sottile nei confronti delle tradizioni pagane dei suoi antenati, poiché apprezza alcuni autentici spunti religiosi umani in tali tradizioni, pur condannando le pratiche superstiziose ancora esistenti.3Sarah e Diat, God or Nothing, 226, 21. In relazione al dialogo interreligioso, afferma che “esiste una sola verità che deve essere cercata, raggiunta e proclamata: essa è Gesù Cristo”.4Sarah e Diat, God or Nothing, 139.
Sarah sostiene che lo spirito di questo tempo sia particolarmente ostile a un vero senso liturgico. “Il miglior esempio di ciò è quando creiamo nuove liturgie, frutto di esperimenti più o meno artistici, che non permettono alcun incontro con Dio”.5Sarah e Diat, God or Nothing, 125. Alla domanda: “Alcuni sono allarmati per una crisi della liturgia nella Chiesa. Hanno ragione?”, Sarah rispose: “Ahimè, penso che abbiano ragione di essere preoccupati e di temere il peggio”.6Sarah e Diat, God or Nothing, 275.
Nel 2017, in occasione del decimo anniversario del Summorum Pontificum, il decreto di Benedetto XVI che liberalizzò pienamente la Messa Tradizionale in latino, Sarah pronunciò probabilmente la sua critica più esplicita alla pratica liturgica odierna nella Chiesa.
Egli criticò lo “spirito superficiale” delle liturgie moderne e il “disastro, la devastazione e lo scisma causati dai moderni promotori di una liturgia viva, che hanno rimodellato la liturgia della Chiesa secondo le loro idee”. Aggiunse che “la grave crisi della fede” ci ha resi “incapaci di comprendere la liturgia eucaristica come sacrificio” e condannò “la tendenza sacrilega a ridurre la Santa Messa a un semplice pasto conviviale”. Criticò un “numero significativo di leader della Chiesa” per aver sottovalutato la “grave crisi” nella Chiesa, caratterizzata da “relativismo nell’insegnamento dottrinale, morale e disciplinare, gravi abusi, la desacralizzazione e la banalizzazione della Sacra Liturgia, una visione meramente sociale e orizzontale della missione della Chiesa”.
Piuttosto che una “vera primavera” dal Concilio Vaticano II, disse, un “numero crescente di leader della Chiesa vede questa ‘primavera’ come un rifiuto, una rinuncia al patrimonio secolare della Chiesa, o persino come una messa in discussione radicale del suo passato e della sua Tradizione”. Lamentò che “molti rifiutano di affrontare il lavoro di autodistruzione della Chiesa attraverso la demolizione deliberata delle sue fondamenta dottrinali, liturgiche, morali e pastorali”. E sottolineò il numero crescente di “alti prelati” che “affermano ostinatamente errori dottrinali, morali e liturgici evidenti, già condannati cento volte, e lavorano per demolire la poca fede rimasta nel popolo di Dio, mentre la barca della Chiesa solca il mare tempestoso di questo mondo decadente e le onde si infrangono sulla nave, così che essa già si riempie d’acqua”.
Sarah desidera una sintesi unificatrice nella Liturgia Romana e ritiene che un ritorno al testo del Concilio Vaticano II sulla liturgia risolverebbe le dispute attuali.7Cardinal Robert Sarah, The Power of Silence: Against the Dictatorship of Noise (San Francisco: Ignatius Press, 2017), 131. L’approccio generale di Sarah si riflette nella sua dichiarata adesione alla “riforma della riforma”, sebbene sia statocriticato ufficialmente per aver usato questa espressione.8Sarah e Diat, God or Nothing, 125; Sarah, Power of Silence, 134.
Nel 2016 il Cardinale tenne una conferenza sull’attuazione autentica della Sacrosanctum Concilium, la Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Vaticano II; nel discorso riaffermò cheil centro della liturgia è Dio, non l’uomo. Dichiarò che l’usus antiquior — la Forma Straordinaria della Messa — dovrebbe essere “una parte importante” della formazione liturgica e che il Concilio non intendeva che il Rito Romano fosse “celebrato esclusivamente in lingua vernacolare”, ma richiedeva un maggiore uso delle letture. Affermò che l’adorazione deve essere al cuore delle celebrazioni liturgiche e che “inginocchiarsi alla consacrazione (a meno che non sia malato) è essenziale”. Ricordò inoltre ai presenti che per un sacerdote non permettere a un fedele di inginocchiarsi per ricevere la Santa Comunione è una “grave violazione” di un diritto cristiano fondamentale. In breve, il Cardinale Sarah desiderava promuovere “il giusto modo di celebrare la liturgia interiormente ed esteriormente” in modi che, a suo dire, erano “totalmente coerenti con il Concilio Vaticano II”.
Dopo le sue dimissioni come Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il Cardinale Sarah ha parlato frequentemente della centralità di Dio nella liturgia e, in particolare, ha nuovamente messo in discussione l’“inculturazione” della liturgia in Africa.
In un’omelia pronunciata nella cattedrale della capitale senegalese, Dakar, nel dicembre 2023, il Cardinale Sarah criticò lo “smantellamento dei valori della fede e della pietà” e la “distruzione delle forme della Messa” in Occidente. Aggiunse:
“Stiamo lavorando per introdurre elementi africani e asiatici nella liturgia, distorcendo così il mistero pasquale che celebriamo. Poniamo talmente tanta enfasi su questi elementi culturali che le nostre celebrazioni a volte durano sei ore”, disse. “Le nostre liturgie sono spesso troppo banali e rumorose, troppo africane e non abbastanza cristiane”.
Per quanto riguarda le restrizioni legate al Covid sul culto cattolico in molti Paesi, il Cardinale Sarah, mentre era ancora a capo della Congregazione per il Culto Divino, parlò ampiamente della liturgia e della Messa — e del suo sgomento per la chiusura delle chiese.
Nel settembre 2020 pubblicò una Lettera intitolata: “Torniamo con gioia all’Eucaristia!” Scrisse:
“Non appena però le circostanze lo consentono, è necessario e urgente tornare alla normalità della vita cristiana, che ha l’edificio chiesa come casa e la celebrazione della liturgia, particolarmente dell’Eucaristia, come “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua forza” (Sacrosanctum Concilium, 10). Consapevoli del fatto che Dio non abbandona mai l’umanità che ha creato, e che anche le prove più dure possono portare frutti di grazia, abbiamo accettato la lontananza dall’altare del Signore come un tempo di digiuno eucaristico, utile a farcene riscoprire l’importanza vitale, la bellezza e la preziosità incommensurabile.(…) Nessuna trasmissione è equiparabile alla partecipazione personale o può sostituirla. Anzi queste trasmissioni, da sole, rischiano di allontanarci da un incontro personale e intimo con il Dio incarnato che si è consegnato a noi non in modo virtuale, ma realmente”.
In un’intervista rilasciata al sito di informazione francese “Boulevard Voltaire” nel novembre 2021, il Cardinale Sarah dichiarò:
“È assolutamente sconvolgente e incomprensibile che per mesi interi le Messe siano state sospese e le chiese chiuse. In Italia ho visto la polizia entrare e interrompere una Messa. Questi sono atteggiamenti non solo contro il cristianesimo, ma contro Dio. Vogliono separare l’uomo da Dio, ma non ci riusciranno. Cristo ha detto: ‘Io sono con voi fino alla fine del mondo’”.
Il 23 gennaio 2023, il Cardinale Sarah approfondì questo tema in un’intervista a Martina Pastorelli sul giornale italiano La Verità:
“La pandemia è stata un test per verificare la nostra fede. Abbiamo chiuso le chiese e cancellato le relazioni umane, preoccupandoci solo di salvare il nostro corpo, laddove il corpo per vivere ha bisogno di nutrimento. I sacramenti ci mettono in relazione personale e intima con Dio: l’eucaristia ci dona la vita di Gesù, permettendoci di vivere veramente da cristiani e consanguinei in Cristo. Noi invece abbiamo acconsentito a stare per mesi senza la santa messa, accettando le decisioni di governi atei e indifferenti a Dio: pretendere di vivere così è uno sbaglio enorme”.
Ad Orientem
Il Cardinale sostiene che la celebrazione della Messa ad orientem, in quanto uso apostolico, sia preferibile, lecita e conforme sia allo spirito che alla lettera dei decreti del Concilio Vaticano II.9Sarah, Power of Silence, 133. L’oriente ha un significato come luogo in cui sorge il sole, simbolo della Resurrezione di Cristo e della Sua Seconda Venuta, e le Messe venivano celebrate solo in questo modo prima delle riforme del Concilio Vaticano II. Ha affermato che “appena giungiamo al momento in cui ci si rivolge a Dio — dall’Offertorio in poi — è essenziale che il sacerdote e i fedeli guardino insieme verso oriente. Questo corrisponde esattamente a quanto volevano i Padri Conciliari”. Il Cardinale Sarah ha spesso ripetuto tali affermazioni. Alla conferenza liturgica di Londra del 2016, invitò tutti i sacerdoti a celebrare la Messa ad orientem la prima domenica di Avvento di quell’anno, garantendo così che “nelle nostre celebrazioni, il Signore sia veramente al centro”. Sarah sostenne anche che, “contrariamente a quanto è stato talvolta affermato, e del tutto in linea con la Costituzione conciliare, è assolutamente appropriato che, durante il rito penitenziale, il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica, tutti, sacerdote e fedeli, si rivolgano insieme verso oriente, per esprimere la loro intenzione di partecipare all’opera di adorazione e redenzione compiuta da Cristo”.
Il suo appello ha ricevuto una pronta smentita da parte del Vaticano, che ha affermato che le parole del Cardinale erano state “male interpretate”, che Papa Francesco aveva chiarito che l’orientamento verso l’Oriente non doveva applicarsi alla Forma Ordinaria della Messa, e che non erano “previste nuove direttive liturgiche” per l’Avvento. Alla fine del 2016, la composizione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (nel seguito “la Congregazione”) è stata anche significativamente riorganizzata in un’operazione ampiamente intesa come una purga nei confronti di coloro che simpatizzavano della prospettiva del Cardinale Sarah.
Dopo aver emesso il suo appello, al Cardinale è stato chiesto da almeno un vescovo di annullare un intervento programmato nella diocesi di quest’ultimo. È stato anche occasionalmente dissuaso dal parlare in altre diocesi. Tuttavia, non ha mai voluto dare risonanza a tali restrizioni, preferendo rispettare le richieste dei vescovi e non rilasciare dichiarazioni pubbliche.
In un’intervista rilasciata a Matteo Matzuzzi del quotidiano italiano Il Foglio nel marzo 2021, dopo l’accettazione delle sue dimissioni da prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il Cardinale Sarah ribadì il suo sostegno alla celebrazione della Messa ad orientem.
Dichiarò:
“Troppo spesso nella Chiesa oggi ci comportiamo come se tutto fosse una questione di politica, potere, influenza e imposizione ingiustificata di un’ermeneutica del Vaticano II in rottura totale e irreversibile con la Tradizione. E’ stato un grande dolore per me vedere queste lotte tra fazioni. Quando ho parlato di orientamento liturgico e senso del sacro, mi è stato detto: ‘Siete contrari al Concilio Vaticano II!’. E’ sbagliato! Non credo che la lotta tra progressisti e conservatori abbia senso nella Chiesa. Queste categorie sono politiche e ideologiche. La Chiesa non è un campo di lotta politica. L’unica cosa che conta è cercare Dio sempre più profondamente, incontrarlo e inginocchiarsi umilmente per adorarlo. (…) Segnalo una straordinaria coincidenza: il giorno stesso dell’annuncio del mio avvicendamento, il Papa emerito Benedetto XVI mi ha inviato l’edizione francese delle sue opere sulla liturgia. Vi ho visto un invito della Provvidenza a continuare quest’opera per restaurare una liturgia che rimetta Dio al centro della vita della Chiesa”.
Comunione sulla Mano
Il Cardinale Sarah si è espresso con forza contro la pratica di ricevere la Santa Comunione sulla mano, definendola un “attacco diabolico” che “cerca di spegnere la fede nell’Eucaristia seminando errori e favorendo un modo inadeguato di riceverla”. Nella prefazione a un libro sull’argomento, ha scritto che “la guerra tra Michele e i suoi Angeli da una parte e Lucifero dall’altra continua davvero nei cuori dei fedeli” e che l’obiettivo di Satana “è il Sacrificio della Messa e la Presenza Reale di Gesù nell’Ostia consacrata”.
Nel 2017 il Cardinale Sarah cercò di limitare l’impatto delle nuove normative di Papa Francesco che attribuivano alle conferenze episcopali l’autorità sulle traduzioni liturgiche, insistendo sul fatto che il documento del 2001 Liturgiam Authenticam restasse in vigore. Per questo fu pubblicamente rimproverato dal Papa.
Dopo la crisi del Covid, quando l’accesso alle Messe pubbliche fu ripristinato ma molti vescovi vietarono la Comunione direttamente sulla bocca, il Cardinale Sarah dichiarò a Riccardo Cascioli de La Nuova Bussola Quotidiana (5 maggio 2020): “C’è già una regola nella Chiesa e questa va rispettata: il fedele è libero di ricevere la Comunione in bocca o nella mano”.
La Forza del Silenzio
Il libro di grande successo del Cardinale Sarah, La Forza del silenzio Contro la dittatura del rumore, è una profonda riflessione di un uomo che vive una profonda vita di preghiera. Il Papa emerito Benedetto XVI scrisse un postfazione all’opera, descrivendo il Cardinale Sarah come un “grande maestro spirituale”. Poiché egli è “un maestro del silenzio e della preghiera interiore, la liturgia è in buone mani”, scrisse. L’attrazione di Sarah per la vita monastica, il silenzio e la contemplazione permea la sua trilogia.10Sarah e Diat, Dio o Niente, 51, 108, 209, 251, 261-62; Sarah, La Forza del silenzio, passim. Scrive che per molto tempo “ho pensato di entrare in un monastero benedettino”.11Sarah e Diat, Dio o Niente, 53. Quando divenne vescovo, si impegnò a fondo per introdurre il monachesimo nella sua diocesi.
La sua avversione per alcune tecnologie moderne, in particolare gli smartphone è collegata al suo amore per il silenzio e la contemplazione. “Se il nostro ‘telefono cellulare interiore’ è sempre occupato perché siamo ‘in conversazione’ con altre creature, come può il Creatore raggiungerci, come può ‘chiamarci’?” scrisse ne La Forza del silenzio. E sebbene apprezzi la comodità di un cellulare per leggere la Liturgia delle Ore, ritiene che non sia “degno” di tale compito, poiché “desacralizza la preghiera”. Tali dispositivi, affermò, “non sono strumenti consacrati e riservati a Dio, ma li usiamo per Dio e anche per cose profane! Quando veniamo ad adorare Dio, I dispositivi elettronici devono essere spenti o meglio ancora lasciati a casa”.
Traditionis Custodes
Dopo il Motu proprio Traditionis Custodes del 16 luglio 2021, che impose severe restrizioni a quella che Papa Benedetto XVI aveva chiamato la “Forma Straordinaria” del Rito Romano, il Cardinale Sarah ha continuato a celebrare la Messa tradizionale in latino (in particolare nella Repubblica Ceca nel settembre 2023).
In un lungo articolo pubblicato nell’edizione invernale del 2022 di Communio International Catholic Review, intitolato The Inexhaustible Reality: Joseph Ratzinger and the Sacred Liturgy (La realtà inesauribile: Joseph Ratzinger e la sacra liturgia), il Cardinale Sarah scrisse: “È profondamente da deplorare che il Motu proprio Traditionis Custodes (16 luglio 2021) e i relativi Responsa ad dubia (4 dicembre 2021), percepiti da molti come atti di aggressione liturgica, sembrino aver danneggiato questa pace e possano persino rappresentare una minaccia per l’unità della Chiesa”.
“Se si verifica una rinascita delle ‘guerre liturgiche’ post-conciliari, o se le persone semplicemente vanno altrove per trovare la liturgia più antica, queste misure avranno ottenuto l’effetto opposto [a quello voluto]”, aggiunse. “È troppo presto per fare una valutazione approfondita delle motivazioni alla base di tali provvedimenti o del loro impatto definitivo, ma è tuttavia difficile concludere che Papa Benedetto XVI avesse torto nell’affermare che le forme liturgiche più antiche ‘non possono essere all’improvviso totalmente proibite o addirittura considerate dannose,’ specialmente quando la loro celebrazione senza restrizioni ha manifestamente portato buoni frutti”.
In una nota a piè di pagina, descrisse alcuni di questi frutti: “Posso anche testimoniare questa realtà grazie ai molti incontri con giovani — laici, religiosi, seminaristi e sacerdoti — le cui vocazioni nel mondo o al matrimonio cristiano o alla vita religiosa o apostolica sono fondate e nutrite dalle forme liturgiche più antiche in un modo veramente vivificante. A questo proposito, non potrò mai dimenticare la mia visita al pellegrinaggio di Pentecoste Parigi-Chartres nel 2018: quale speranza questi giovani danno alla Chiesa di oggi e del futuro!”
Devozione Mariana
Uno dei temi ricorrenti nell’insegnamento spirituale del Cardinale Sarah è la forza e la necessità del silenzio, che egli vede profondamente legato all’esempio della più perfetta delle creature, la Vergine Maria. Il 15 agosto 2023, pronunciò l’omelia al “pardon” (pellegrinaggio bretone) di Rochefort-en-Terre in Bretagna per la festa dell’Assunzione; le sue parole sono una testimonianza della sua devozione a Maria, colei che conduce i cristiani a suo Figlio e alla salvezza:
“Maria è la Signora del silenzio. È questo silenzio, che allo stesso tempo è un silenzio di accoglienza della parola di Dio, questa capacità di meditare sul mistero di Cristo Redentore, che la Vergine Maria trasmette alla Chiesa in quanto sua madre. Maria ci insegna a fare silenzio. Le parole pronunciate da Maria nei Vangeli sono pochissime e dobbiamo imparare il silenzio da Maria. In un mondo pieno di rumore, agitazione e frenesia, con messaggi di ogni genere che si scontrano sui social network e spesso si contraddicono fino alla nausea, la testimonianza e l’esempio della Vergine Maria ci permettono di ancorare la nostra vita al silenzio della contemplazione e dell’adorazione che lenisce le nostre anime, mentre pongono l’uomo alla presenza di Dio, suo creatore e redentore”.
Donne e intercomunione
Il Cardinale Sarah affermò che l’ordinazione delle donne è un “ostacolo insormontabile” per un “vero progresso” con gli anglicani.12Sarah e Diat, Dio o Niente, 136. Ha escluso la possibilità di diaconesse, definendole un’impossibilità.
Nella sua conferenza sul sacerdozio intitolata Servitori gioiosi del Vangelo, tenuta il 3 luglio 2023 presso il Seminario Conciliar di Città del Messico, dichiarò: “Nessun concilio, nessun sinodo, nessuna autorità ecclesiastica ha il potere di inventare un sacerdozio femminile… senza danneggiare seriamente la fisionomia perenne del sacerdote, la sua identità sacramentale, all’interno della rinnovata visione ecclesiologica della Chiesa, mistero, comunione e missione”.
Cercò evitare di mettere in difficoltà con la loro coscienza i sacerdoti che non accettano di lavare i piedi alle donne il Giovedì Santo. La Congregazione, con la sua approvazione finale, emise per volere di Papa Francesco un decreto che consente ai parroci di selezionare per la lavanda dei piedi un piccolo gruppo che può (ma non deve necessariamente) essere composto sia da uomini che da donne.
Il Cardinale rifiuta un ecumenismo che ignora l’importanza della fede: “L’intercomunione non è permessa tra cattolici e non cattolici. Bisogna professare la fede cattolica. Un non cattolico non può ricevere la Comunione. Questo è molto, molto chiaro. Non è una questione di seguire la propria coscienza”. Disapprova inoltre gli eccessi delle liturgie africane “inculturate”: “Dio è inorridito dalle forme di ritualismo in cui l’uomo si soddisfa da sé”.13Sarah e Diat, Dio o Niente, 126.
Per quanto riguarda la propria santificazione personale, il Cardinale Sarah dichiarò che si prepara alla battaglia spirituale con la preghiera e il digiuno, una disciplina che ha imparato affrontando le sfide come arcivescovo in Guinea. Decise allora che ogni due mesi avrebbe fatto un ritiro spirituale in un luogo isolato, digiunando da cibo e acqua per tre giorni. Portava con sé solo una Bibbia, il necessario per celebrare la Messa e un libro di lettura spirituale. Questa pratica, ha detto, lo ha aiutato a “ricaricarsi e tornare alla battaglia”.
Il Cardinale Sarah invita tutti i cristiani a prendere coscienza di ciò che è in gioco nelle loro vite e nel mondo. Nel suo discorso inaugurale del 26 giugno 2023 all’Università La Salle di Città del Messico, sull’essere “testimoni della verità in un mondo in crisi”, espresse un giudizio netto sul nostro tempo: “Spiritualmente, gli uomini sono in bancarotta”. Aggiunse: “L’uomo moderno ha iniziato una guerra terribile contro Dio e contro l’uomo: una guerra satanica. Per questo la battaglia spirituale contro il male fa parte della vita cristiana”. Esortò poi i fedeli a “ritirarsi dal mondo e dalle sue illusioni”, a “andare nel deserto… lontano da ogni distrazione, per imparare a scoprire noi stessi e Dio, la nostra dipendenza da Lui, la dura realtà del nostro peccato e il nostro bisogno della Sua grazia e misericordia”.
MUNUS REGENDI
Da sacerdote
Robert Sarah ha ricordato che, quando era ancora un giovane sacerdote, gli fu chiesto di dirigere il seminario minore di Conakry. Lì trovò una disciplina gravemente compromessa. Impose un nuovo regime rigoroso che suscitò ostilità tra i “quasi cento” seminaristi. Un ignoto incendiario appiccò il fuoco alla cappella. Poiché il colpevole non si fece avanti e non fu identificato dagli altri seminaristi, don Sarah decise di chiudere il seminario. Rifiutò di revocare questa decisione nonostante le pressioni del governo affinché lo facesse.14Sarah e Diat, Dio o Niente, 56-57.
Da giovane Vescovo
Quando fu nominato vescovo all’età di trentaquattro anni, Sarah divenne il vescovo più giovane del mondo. Il Cardinale sottolinea il suo senso di inadeguatezza. Scelse come motto Sufficit tibi gratia mea, “Ti basta la mia grazia” (2 Cor 12,9). Ha dichiarato di aver cercato di evitare l’episcopato e di aver quasi rinunciato alla sua diocesi.15Sarah e Diat, Dio o Niente, 70. Tuttavia, i suoi vent’anni come vescovo di Conakry, in Guinea, gli fornirono un’ampia esperienza pastorale alla guida di una vivace Chiesa locale.
Sarah manifesta orgoglio per la sua identità africana e fiducia nel futuro del cattolicesimo in Africa: “Come si può dimenticare che l’Africa accolse e salvò il bambino Gesù dalle mani di Erode che voleva ucciderlo? Come possiamo dimenticare che l’uomo che aiutò Cristo a portare la sua Croce fino al Golgota era un africano, Simone di Cirene?”16Sarah e Diat, Dio o Niente, 91. Osserva inoltre: “In Africa, il sacro è qualcosa di del tutto evidente per il popolo cristiano, ma anche per i credenti di tutte le religioni. Molti occidentali guardano al sacro con sufficienza, considerandolo infantile e superstizioso, ma questo disprezzo deriva dall’egocentrismo di bambini viziati”.17Sarah, La Forza del silenzio, 120. Pur esprimendo fiducia nell’espansione della Chiesa in Asia e in Africa, avverte che “la bellezza della Chiesa non risiede nel numero dei suoi fedeli, ma nella loro santità”.18Sarah e Diat, Dio o Niente, 75.
Cor Unum
Nel suo ruolo di presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, Sarah lavorò instancabilmente per promuovere la carità concreta e per prendersi cura dei bisognosi in tutto il mondo. Fu in questa veste che assistette Benedetto XVI nella redazione del Motu Proprio De Caritate Ministranda, “Sul servizio della carità”. Questa legislazione regola le attività caritative della Chiesa. Molti considerano la seguente affermazione il principio cardine del documento: “Il servizio della carità èuna dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”. In linea con questa visione, Sarah lamenta apertamente la crescente sostituzione istituzionale della filantropia secolarizzata alla vera carità cristiana: “Alcune organizzazioni cattoliche si vergognano e rifiutano di manifestare la loro fede”.19Sarah e Diat, Dio o Niente, 80.
Di conseguenza, la riforma del 2012 stabilì che Cor Unum dovesse monitorare l’attività di Caritas Internationalis, mettendo di fatto Sarah a capo dell’azione caritativa cattolica, allora diretta dal Cardinale honduregno Óscar Rodríguez Maradiaga.
La sua posizione gli permise anche di criticare istituzioni che perseguivano programmi contrari alla fede sotto la maschera dell’umanitarismo. Nel 2012, l’allora Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, esortò le nazioni africane a porre fine alla discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, nonostante tali questioni siano tabù nella maggior parte del continente. In risposta, il Cardinale Sarah definì le parole di Ban “stupide”. I vescovi africani “devono reagire” a una tale imposizione, affermò, poiché “questa non è la nostra cultura; è contro la nostra fede”.
Vivere sotto una dittatura marxista
Il Cardinale Sarah sembra essere stato profondamente segnato dalla difficoltà di vivere ed esercitare un’autorità spirituale sotto un dittatore crudele. Per sei “terribili anni”, Sarah servì come vescovo di Conakry durante il regime del comunista Ahmed Sékou Touré. Sotto la direzione di Touré, tutte le opere sociali della Chiesa furono confiscate e nazionalizzate — scuole, dispensari medici, movimenti giovanili e beni ecclesiastici. Allo stesso tempo, tutti i missionari europei furono espulsi dalla Guinea.20Gérard Vieira, L’Église catholique en Guinée à l’épreuve de Sékou Touré, 1958-1984 (Parigi: Editions Karthala, 1984), 4. Sarah è quindi ben consapevole di come combattere i regimi dittatoriali e di quando mantenere un prudente silenzio pur dicendo abbastanza per evitare la complicità con essi; infatti, la scelta del titolo del suo libro, La Forza del silenzio, sembra essere influenzata dalla storia della Chiesa cattolica in Guinea sotto il regime di Touré.21Si veda il capitolo sulla diocesi di Conakry sotto il regime dittatoriale di Ahmed Sékou Touré, “L’Église du Silence (1970-1984)”, in Vieira, L’Église catholique en Guinée; si veda anche Sarah e Diat, Dio o Niente, 66-68.
Allo stesso tempo, Sarah non ha avuto paura di condannare sistemi e politiche contrarie all’insegnamento di Cristo. John Allen riporta:“Quando Papa Giovanni Paolo II visitò la Guinea nel 1992, Sarah gli chiese pubblicamente di esortare i leader africani a cambiare rotta. ‘Dite ai governi africani che le riforme saranno prive di significato se saranno macchiate di sangue, provocando gravi catastrofi umane ed economiche,’ disse Sarah al Papa”.
Quando lasciò la Guinea nel 2001 per assumere il nuovo incarico di segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli a Roma, Sarah colse l’occasione per denunciare il governo del dittatore Lansana Conté. Nel suo discorso profetico, Sarah affermò che l’amministrazione di Conté era “costruita sull’oppressione degli insignificanti da parte dei potenti, sul disprezzo per i poveri e i deboli, sull’astuzia di cattivi amministratori del bene pubblico, sulla corruzione e la compravendita nell’amministrazione e nelle istituzioni della repubblica”.22Sarah e Diat, Dio o Niente, 73.
Il Cardinale Sarah ha inoltre espresso una forte ostilità verso le ideologie “egualitarie”: “L’umiltà della fede [missionaria] è stata la difesa più forte contro le aberrazioni egualitarie dell’ideologia marxista rivoluzionaria del Partito-Stato in Guinea”.23Sarah e Diat, Dio o Niente, 37. Al Sinodo sulla Famiglia del 2015, il Cardinale Sarah paragonò l’islam radicale e l’ideologia di genere alle “due bestie dell’Apocalisse”, affermando che “non lottiamo contro creature di carne e sangue” e osservando che “ciò che il nazifascismo e il comunismo furono nel XX secolo, lo sono oggi le ideologie occidentali dell’omosessualità e dell’aborto e il fanatismo islamico”. Il Cardinale ha inoltre criticato la “grande deriva”, iniziata quando “gli intellettuali cattolici iniziarono a scrivere o a dire ‘via libera all’aborto’ e ‘via libera all’eutanasia’”. Sia l’aborto che l’eutanasia hanno portato alla “distruzione delle istituzioni naturali del matrimonio e della famiglia”.
Sarah descrive questi mali in termini quasi apocalittici. Considera molte di queste attività dannose come l’ultima evoluzione del colonialismo. Non si tratta semplicemente di decadenza indigena. È “una dittatura dell’orrore, un genocidio programmato di cui le potenze occidentali sono colpevoli”.24Sarah e Diat, Dio o Niente, 161. Alla luce dei mali perpetuati dalle forze occidentali, Sarah afferma: “Penso che l’immensa influenza economica, militare, tecnologica e mediatica di un Occidente senza Dio potrebbe essere un disastro per il mondo. Se l’Occidente non si converte a Cristo, potrebbe finire per rendere pagano l’intero mondo”.25Sarah e Diat, Dio o Niente, 161.
Mentre serviva come vescovo di Conakry, Robert Sarah partecipò alle grandi assemblee dei religiosi e dei vescovi africani, aiutando a guidarli come presidente della Conferenza Episcopale Guineana e della Conferenza Episcopale dell’Africa Occidentale. Attraverso questi incarichi, iniziò a collaborare con donatori cattolici tedeschi desiderosi di aiutare la Chiesa in Africa.26Si veda, ad esempio, Vieira, L’Église catholique en Guinée, 419. Avendo così sperimentato in prima persona la fede dell’Europa cristiana, Sarah denunciò l’Unione Europea per essersi allontanata dalla fonte dei veri diritti, che si trova in Dio e nel Vangelo, a favore di astrazioni secolarizzate.
Abilità generali di governo
Il Cardinale Sarah è da molti visto come un potenziale occupante della Sede di Roma, qualcuno che esprimerebbe simbolicamente la straordinaria crescita e il dinamismo del cattolicesimo fuori dall’Occidente. Da una varietà di fonti emerge il ritratto di un prelato con una profonda vita di preghiera. Si sa che trascorre diverse ore al giorno nella sua cappella privata e prega molto anche di notte. Sia contemplativo che ascetico, il Cardinale Sarah è noto per non prendere mai una decisione senza pregare a lungo su di essa. Il suo atteggiamento verso il lavoro e la vita in generale è molto “ora et labora” — preghiera e lavoro: ha una grande ammirazione per la vita contemplativa ma ama anche la vita apostolica e desidera molto essere un contemplativo che vive nel mondo. Si tiene aggiornato sugli affari correnti e ama leggere i giornali.
Il governo del Cardinale Sarah nella Congregazione si basava su una fiducia implicita nei suoi collaboratori. Sono state sollevate domande riguardo le sue abilità amministrative e sul fatto che fosse spesso assente, trascorrendo molto tempo in viaggio o scrivendo. Ma anche quando si occupava di altri compiti, aveva la reputazione di prendere sul serio il suo lavoro nella Congregazione e le questioni liturgiche. Non amava prendere decisioni da solo e consultava gli altri, ascoltando attentamente i consigli che gli venivano dati. Non aveva nemmeno problemi a delegare compiti. Era onesto, si aspettava che lo fossero anche gli altri e trattava tutti allo stesso modo, che fossero lavoratori, studenti, poveri o capi di stato.
Alcuni lo criticano per essere ingenuo o almeno apparire tale e ciò ha portato alcuni a credere che fosse un cattivo giudice del carattere delle persone. Ma i suoi sostenitori dicono che ciò è dovuto alla sua personalissima mancanza di astuzia e al semplice fatto che non comprende la meschinità, la codardia e il tradimento. Semplicemente non riesce a capire come possano originarsi, nonostante abbia affrontato una dittatura tanto crudele in Guinea. Gran parte di questo si è saputo quando ha preso molti rischi per difendere il suo popolo, eppure ogni volta rimane sempre sorpreso quando deve affrontare una situazione malvagia. Ciò non è ingenuità, dicono alcuni che lo conoscono, ma è piuttosto dovuto a una bontà innata che lo rende estraneo al male.
Alcuni sostengono che, soprattutto quando si tratta di esporsi, criticare o prendere posizione contro azioni dubbie di questo pontificato, possa essere troppo cauto e circospetto; altri ritengono che ciò sia saggio e strategico.
MUNUS DOCENDI
Studi biblici
La formazione intellettuale del Cardinale Sarah ha raggiunto il suo massimo sviluppo negli studi biblici. La sua tesi di dottorato in esegesi biblica si concentrava sulla proposta di “una nuova analisi critica di alcune difficoltà testuali nel testo masoretico del Libro di Isaia”, che sottolineava come i copisti del testo ebraico fossero totalmente fedeli al testo originale.27Sarah e Diat, God or Nothing, 37. Per il Cardinale Sarah, è necessario mostrare fedeltà al testo biblico “per non manipolarlo in base a circostanze storiche, politiche o ideologiche, con lo scopo di compiacere gli uomini e acquisire una reputazione di studioso o teologo all’avanguardia”.28Sarah e Diat, God or Nothing, 37. Questa affermazione mostra che Sarah riconosce l’inerranza delle Scritture e la storicità dei Vangeli. Esprime una ammirazione attentamente formulata per alcuni accademici che ha incontrato durante i suoi studi alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, così come presso il Pontificio Istituto di Studi Biblici — studiosi come Ignace de la Potterie, Stanislas Lyonnet, Etienne Vogt e Albert Vanhoye.29Sarah e Diat, God or Nothing, 49.
Catechesi
Forse il primo dovere di un vescovo è insegnare al suo gregge la vera fede cattolica. Il 26 ottobre 2023, il Cardinale Sarah è stato membro del panel che ha presentato al pubblico romano Credo, il Compendio della fede cattolica del Vescovo Athanasius Schneider. I seguenti estratti del suo discorso testimoniano l’importanza che il Cardinale attribuisce a un Catechismo che possa offrire ai fedeli chiarezza su questioni dottrinali e morali nel tempo presente:
“In questo tempo di grave crisi della Chiesa, di confusione, e soprattutto nel sentire troppo spesso troppe voci discordanti che escono dalla bocca di tanti prelati di alto livello di responsabilità su questioni dottrinali e morali, e sull’accoglienza di ideologie che negano Dio e i suoi insegnamenti sulla natura e la missione dell’uomo, la pubblicazione del libro Credo. Compendio della fede cattolica è un’iniziativa di grande importanza, ed è arrivata al momento opportuno”, ha detto.
Citando il suo stesso endorsement per il Compendio, ha insistito:
“Pienamente consapevole dell’incarico ricevuto al momento della sua consacrazione episcopale di trasmettere integralmente e fedelmente ciò che lui stesso ha ricevuto dalla tradizione vivente della Chiesa, in questo Compendio monsignor Schneider invita tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad approfondire e anche, quando necessario, a correggere la loro conoscenza della dottrina cattolica. Le sue domande e risposte chiare e concise facilitano tale approfondimento, e allo stesso momento la sua assidua annotazione delle fonti incoraggia un’esplorazione più profonda delle ricchezze della fede cattolica.
Mentre sono sicuro che questo libro permetterà a monsignor Schneider di raggiungere il suo scopo, quello di venire in aiuto dei che sono affamati del pane della sana dottrina, sono anche convinto che questo documento si rivelerà uno strumento importante nel cuore del lavoro missionario di evangelizzazione e di apologetica nell’annuncio della Verità salvifica di Gesù Cristo nel nostro mondo che ne ha così disperatamente bisogno.
Questo libro ci ricorda la natura e il contenuto ben strutturato delle verità cristiane. Ci aiuta a credere. Ma credere presuppone sapere, e sapere implica un impegno della ragione per meglio conoscere, interiorizzare, insegnare e trasmettere.
(…) Il deposito della fede continua a essere un dono divino soprannaturale. Ma oggi la crisi della Chiesa è entrata in una nuova fase: la crisi del magistero”.
Evangelizzazione
Per il Cardinale Sarah, l’approccio giusto all’evangelizzazione è l’amore per la verità di Cristo: “Dio è verità; attraverso Suo Figlio, intende condurci alla Sua verità. L’attaccamento e l’amore per la verità sono l’atteggiamento più autentico, più giusto e più nobile che un uomo possa desiderare su questa terra”.30Sarah e Diat, God or Nothing, 244. Di conseguenza, il Catechismo della Chiesa Cattolica è assolutamente fondamentale per la re-evangelizzazione del neo-paganesimo occidentale, che è un compito urgente per il Cardinale. “Tutta la dottrina della Chiesa si trova in questo documento”. Dietro di esso ci sono le fonti della Fede: “la tradizione antica, [l’]insegnamento e la fede della Chiesa Cattolica, che è stata rivelata dal Signore, proclamata dagli Apostoli, e custodita dai Padri. Perché la Chiesa è fondata su questa fede, e se qualcuno dovesse allontanarsi da essa, non sarebbe più cristiano né di fatto né di nome. Ma la fede è rafforzata attraverso il cuore, tramite un incontro personale con l’esperienza di Gesù. Ogni giorno dobbiamo ancora una volta scegliere Cristo come nostra guida, nostra luce e nostra speranza”.31Sarah e Diat, God or Nothing, 147. A causa del rifiuto musulmano di Cristo, afferma che “con l’Islam non può esserci un dialogo teologico”, sebbene un modus vivendi sia stato ed è occasionalmente possibile in alcuni contesti (come nella sua Guinea).32Sarah e Diat, God or Nothing, 137.
Sarah critica la “narrativa prevalente” che proviene dal protestantesimo e dall’Illuminismo, che “cerca costantemente di presentare l’idea di una Chiesa sorpassata, medievale”.33Sarah e Diat, God or Nothing, 157, 167. A causa della narrativa laicista, afferma, “penso che sia necessario acquisire la capacità di considerare se stessi come ‘intolleranti’, in altre parole, di avere il coraggio di dire a qualcun altro che ciò che fa è sbagliato o male. Solo allora saremo in grado di accettare le critiche di un altro quando sono intese ad aprirci gli occhi sulla verità”.34Sarah e Diat, God or Nothing, 133. Le sue luci guida per un’integrazione tra pensiero pagano e cristiano sono Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e altri che hanno ricevuto la filosofia greca e l’hanno battezzata con la rivelazione cristiana.35Sarah e Diat, God or Nothing, 177. Esprime anche la sua speranza che un giorno Benedetto XVI venga canonizzato e proclamato Dottore della Chiesa.36Sarah e Diat, God or Nothing, 99.
Sessualità e matrimonio
Per quanto riguarda le questioni della sessualità e del matrimonio, il Cardinale Sarah è fermamente legato alle pratiche tradizionali cattoliche e a quelle africane in accordo con la legge naturale. Egli afferma: “La filosofia africana dichiara: ‘L’uomo non è nulla senza la donna, la donna non è nulla senza l’uomo e i due non sono nulla senza un terzo elemento che è il figlio.’ Fondamentalmente, la visione africana dell’uomo è trinitaria. In ciascuno di noi c’è qualcosa di divino; il Dio Trino abita in noi e impregna tutto il nostro essere”.37Sarah e Diat, God or Nothing, 163. Secondo il vescovo di Anversa, il Cardinale Sarah ha bloccato ogni discussione su nuove soluzioni per la “cura pastorale dei cattolici gay” nel suo gruppo durante il Sinodo del 2015. Sarah ha descritto i tentativi di separare la dottrina dalla pratica pastorale riguardo al matrimonio e alla famiglia come “una forma di eresia” e “una pericolosa patologia schizofrenica”. Sostiene l’uguaglianza intellettuale e la libertà matrimoniale delle donne e, perciò, citando l’oggettivazione prevalente dei corpi femminili e la crescita della prostituzione, respinge fermamente il femminismo occidentale moderno: “L’Occidente pretende falsamente di difendere i diritti delle donne”.38Sarah e Diat, God or Nothing, 117. Ha anche incoraggiato la maternità affermando che “è importante che le donne possano avere un lavoro compatibile con la maternità”.39Sarah e Diat, God or Nothing, 158. In una omelia del 2018 alle Guide Scouts d’Europa, il Cardinale Sarah ha promosso la Madonna come modello per la donna contemporanea, affermando in particolare che “nella gerarchia della santità, è proprio una donna, la Santissima Vergine Maria, che è al vertice. Lei vi precede nel cammino della santità”.40Equipe Communication Uigse-Fse, “Homily of Cardinal Sarah to the Guides of Europe in Paray-Le-Monial”, Fédération du Scoutisme Européen, 12 novembre 2018. Ha incoraggiato le Guide a “ascoltarla; imparare da lei: in lei si trova la donna pienamente realizzata, in lei si trova il segreto della vera gioia e pace”.41Equipe Communication Uigse-Fse, “Homily of Cardinal Sarah”.
A seguito della pubblicazione della molto controversa dichiarazione Fiducia supplicans del 18 dicembre 2023 a favore della benedizione delle “coppie irregolari”, incluse le coppie omosessuali, il Cardinale Sarah si è posto tra i suoi avversari più espliciti, definendola un’“eresia”. Ha scritto una critica approfondita del documento in un “Messaggio di Natale” pubblicato il 6 gennaio 2024 sul sito web di informazione religiosa in più lingue diakonos.be.
Eccone alcuni passaggi:
“La verità è la prima delle misericordie che Gesù offre al peccatore”. (…)
“Alcuni media asseriscono che la Chiesa cattolica incoraggia la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Mentono. Fanno il lavoro del divisore. Alcuni vescovi vanno nella stessa direzione, seminano il dubbio e lo scandalo nelle anime dei fedeli pretendendo di benedire le unioni omosessuali come se fossero legittime, conformi alla natura creata da Dio, come se potessero condurre alla santità e alla felicità umana. Non fanno che generare errori, scandali, dubbi e delusioni. Questi vescovi ignorano o dimenticano il severo monito di Gesù contro coloro che scandalizzano i piccoli (…) Una recente dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicata con l’approvazione di Papa Francesco, non ha saputo correggere questi errori e fare opera di verità. Di più, con la sua mancanza di chiarezza, non ha fatto che amplificare la confusione che regna nei cuori e alcuni addirittura se ne sono impadroniti per sostenere il loro tentativo di manipolazione”.
Ricordando l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2357), ha dichiarato:
“Qualsiasi approccio pastorale che non richiamasse questa verità oggettiva verrebbe meno alla prima opera di misericordia che è il dono della verità”.
“La dichiarazione Fiducia supplicans scrive che la benedizione è invece destinata alle persone che ‘mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo’ (n. 31). Ma cosa c’è di buono, di vero e di umanamente valido in una relazione omosessuale, definita dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione come una depravazione grave e “intrinsecamente disordinata”?”
“Devo ringraziare le conferenze episcopali che hanno già fatto quest’opera di verità, in particolare quelle del Camerun, del Ciad, della Nigeria, ecc., di cui condivido e faccio mie le decisioni e la ferma opposizione alla dichiarazione Fiducia supplicans. Dobbiamo incoraggiare le altre conferenze episcopali nazionali o regionali e ogni vescovo a fare lo stesso. Facendo così, non ci opponiamo a Papa Francesco, ma ci opponiamo fermamente e radicalmente a un’eresia che mina gravemente la Chiesa, Corpo di Cristo, perché contraria alla fede cattolica e alla Tradizione”.
“Consentitemi inoltre di non cadere in vani cavilli a proposito del significato della parola benedizione. È ovvio che possiamo pregare per il peccatore, è ovvio che possiamo chiedere a Dio la sua conversione. È ovvio che possiamo benedire l’uomo che, poco a poco, si rivolge a Dio per chiedere umilmente la grazia di un cambiamento vero e radicale della sua vita. La preghiera della Chiesa non si rifiuta a nessuno. Ma non può mai essere deviata facendola diventare una legittimazione del peccato, della struttura del peccato, o anche dell’occasione prossima del peccato”.
Humanae Vitae, contraccezione, Comunione per i divorziati “risposati”
Sulla Humanae Vitae, il Cardinale osserva che il “successore di Pietro sapeva di essere fedele alla verità” e “questo documento era profetico”.42Sarah e Diat, God or Nothing, 89, 157. In un recente discorso sulla Humanae Vitae, Sarah ha descritto la contraccezione come intrinsecamente malvagia, poiché distrugge la verità dell’amore e la relazione umana.
Sulla questione della comunione per i divorziati e “risposati”, cita il paragrafo 1650 del Catechismo e prosegue affermando: “La Familiaris Consortio ha stabilito definitivamente l’insegnamento e la disciplina della Chiesa che si fondano sulla Sacra Scrittura. Oggi, penso che dovremmo smettere di discutere questa questione come intellettuali irrispettosi, dando l’impressione di contestare l’insegnamento di Gesù Cristo e della Chiesa”.43Sarah e Diat, God or Nothing, 249. Osserva con ironia: “Molti si aspettano che sia normale che Dio riversi la sua misericordia su di loro mentre restano nel peccato”.44Sarah e Diat, God or Nothing, 173. Sarah dichiara quindi che denuncerà “senza stancarsi” i chierici che “considerano il pensiero di Dio sulla vita coniugale come un ‘ideale evangelico’. [e per i quali] il matrimonio non è più un requisito voluto da Dio, modellato e manifestato nel vincolo nuziale tra Cristo e la Chiesa”.45Sarah, Power of Silence, 38.
Ideologia di genere
Sarah definisce l’ideologia di genere “una crudele menzogna” e “un totalitarismo da incubo”.46Sarah e Diat, God or Nothing, 130, 164. Ribadisce: “Un uomo non diventerà mai una donna e lei non diventerà mai un uomo, indipendentemente dalle mutilazioni che l’uno o l’altro accetterà di subire”.47Sarah e Diat, God or Nothing, 164. La visione alternativa cattolica del genere e della sessualità si trova negli insegnamenti morali di San Giovanni Paolo II, inclusa la sua Teologia del Corpo.48Sarah e Diat, God or Nothing, 157, 156. Riguardo al “matrimonio gay”, Sarah afferma: “ci stiamo allontanando dalla storia morale dell’umanità”.49Sarah e Diat, God or Nothing, 149. Da questi commenti, è chiaro che Sarah si opporrebbe alla legalizzazione del “matrimonio” civile tra persone dello stesso sesso. “I principali nemici delle persone omosessuali sono le lobby LGBT. È un grave errore ridurre un individuo al suo comportamento, soprattutto al suo comportamento sessuale. La natura finisce sempre per avere la sua vendetta”.50Sarah e Diat, God or Nothing, 160. Il movimento popolare francese contro il “matrimonio gay”, Manif pour tous, “offre un esempio delle iniziative necessarie. È stata una manifestazione dello spirito del cristianesimo”.51Sarah e Diat, God or Nothing, 149. Inoltre, “la battaglia per preservare le radici dell’umanità è forse la più grande sfida che il nostro mondo abbia affrontato sin dall’origine”.52Sarah e Diat, God or Nothing, 166. Nota che “il colonialismo occidentale continua oggi in Africa e in Asia, con maggiore vigore e perversità, attraverso l’imposizione di una falsa moralità e di valori ingannevoli”.53Sarah e Diat, God or Nothing, 158. Di conseguenza, “in alcuni paesi africani sono stati creati ministeri dedicati alla teoria di genere in cambio di aiuti economici!”54Sarah e Diat, God or Nothing, 159. Sarah condanna quindi inequivocabilmente i tentativi da parte dei politici “di fare dell’omosessualità la pietra angolare di una nuova etica globale”.55Sarah e Diat, God or Nothing, 164.
Per il Cardinale Sarah, l’ideologia di genere è chiaramente una conseguenza del rifiuto della legge di Dio e della fede cristiana. Nella sua intervista con Martina Pastorelli per La Verità (23 gennaio 2023), ha commentato:
“La stabilità dell’uomo sta nella croce, ma questo mondo la toglie di mezzo perché vuole una instabilità e una ambiguità costante. Così ci ritroviamo senza insegnamenti morali e dottrinali fissi e con una crisi antropologica gravissima, che arriva a non distinguere più tra maschile e femminile”.
Celibato sacerdotale
Riguardo al sacramento dell’Ordine Sacro, il Cardinale si oppone fermamente al rilassamento della disciplina del celibato sacerdotale: “Distaccare il celibato dal sacerdozio conferendo il sacramento dell’Ordine a uomini sposati avrebbe conseguenze gravi, rompendo, infatti, definitivamente con la Tradizione Apostolica. Vorremmo fabbricare un sacerdozio secondo la nostra dimensione umana, ma senza perpetuare, senza estendere il sacerdozio di Cristo, obbediente, povero e casto”.56Sebbene il Cardinale non abbia affrontato esplicitamente la questione del divieto di accesso al sacerdozio ministeriale per uomini attratti dallo stesso sesso, i suoi commenti sul celibato sacerdotale sembrano indicare il suo sostegno al prevenire l’ingresso nel sacerdozio di uomini attratti dallo stesso sesso.
Nel gennaio 2020, il Cardinale Sarah ha scritto un libro con il Papa emerito Benedetto XVI, Dal profondo del nostro cuore, che sostiene il celibato sacerdotale e affronta la crisi nel sacerdozio. Il tempismo del libro ha suscitato polemiche, essendo stato pubblicato poco prima dell’esortazione apostolica di Papa Francesco sul Sinodo per l’Amazzonia, Querida Amazonia, che si prevedeva avrebbe allentato per la regione amazzonica il celibato sacerdotale obbligatorio nel rito latino, come misura per far fronte alla carenza di sacerdoti lì. Molti temevano che il cambiamento, che successivamente non è stato esplicitamente fatto nel documento, avrebbe minato il celibato sacerdotale a livello globale.
Ne è seguita una controversia che ha portato il segretario di Benedetto, l’arcivescovo Georg Gänswein, a dichiarare che Benedetto fosse stato coinvolto nel libro con l’inganno. Il Cardinale Sarah ha sottolineato che non c’era alcun malinteso ma piuttosto “sordide macchinazioni” attuate da “oppositori del sacerdozio”, intenzionati a distogliere l’attenzione dal “contenuto del libro”. Ha sostenuto che i fedeli non volevano la fine del celibato, che lui “in nessun modo era in opposizione a Papa Francesco” e che coloro che affermavano che voleva “dividere la Chiesa” erano in errore.
Il Cardinale Sarah ha dichiarato in un’intervista poco prima della pubblicazione di Querida Amazonia che il sacerdozio era in “pericolo mortale” e ha chiesto una migliore formazione. Ha detto che la Chiesa è stata “sopraffatta dalla tiepidezza e dalla mediocrità” e che “dobbiamo aspirare alla santità”. L’Occidente, ha aggiunto, è “senza fiato” e “aspetta sacerdoti che siano radicalmente santi”.
Inoltre, ha affermato: “L’idea di una donna Cardinale è ridicola quanto l’idea di un sacerdote che volesse diventare una suora!” e “capisco” quale grande trappola sarebbe affidare un dicastero della Curia romana a una donna solo perché è una donna”.57Sarah e Diat, God or Nothing, 118-19.
L’approccio tradizionale del Cardinale Sarah al sacerdozio non è certamente sintomo di misoginia, come mostra il suo atteggiamento generalmente favorevole verso le donne (in contrasto con il femminismo) descritto sopra; piuttosto, è radicato nella configurazione del sacerdote con Cristo.
Quando ha visitato il Camerun nell’aprile del 2024, ha descritto sinteticamente cosa sia o debba essere il sacerdote durante la sua omelia per la Messa di Ordinazione di 12 nuovi sacerdoti: “Essere sacerdote è diventare Gesù Cristo stesso. È estendere la Sua presenza salvifica tra gli uomini; è sforzarsi ogni giorno di portare nei nostri corpi le sofferenze e la morte di Gesù e irradiare la Sua presenza per rendere a Dio il Suo posto centrale e preminente nel mondo, perché un mondo senza Dio è un mondo senza speranza… Essere sacerdote è il dono più grande che Dio ha dato all’umanità, perché ci fa portare avanti l’opera di evangelizzazione iniziata da Gesù e ci aiuta a farlo”.
Durante la stessa omelia, il Cardinale Sarah ha parlato ancora una volta del celibato sacerdotale: “Essendo radicalmente consacrati, offerti e dati a Dio, i sacerdoti rinunciano al matrimonio, alla famiglia, ai guadagni materiali e finanziari. Dio solo è il loro unico bene, il loro unico amore, la loro unica felicità, e la loro unica eredità”, ha spiegato. Rinunciando a ogni potere, a ogni possesso e a ogni famiglia, “i sacerdoti devono imitare e incarnare la povertà di Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo, che non aveva dove posare il capo, per scegliere Dio solo come loro unica ricchezza”.
Decentralizzazione della dottrina
Il Cardinale Sarah condanna fermamente il movimento verso la decentralizzazione dell’autorità dottrinale della Chiesa. Nella situazione attuale, afferma, “commetteremmo un grave peccato contro l’unità del Corpo di Cristo e la dottrina della Chiesa, conferendo alle conferenze episcopali qualsiasi autorità decisionale su questioni dottrinali, disciplinari o morali”.58Sarah e Diat, God or Nothing, 111. Il Cardinale Sarah è anche preoccupato per l’accademizzazione della Fede. Egli afferma che “alcuni hanno intellettualizzato e complicato talmente tanto il messaggio cristiano che un gran numero di persone non sono più toccate o interessate all’insegnamento della Chiesa”.59Sarah e Diat, God or Nothing, 114. In un altro passaggio aggiunge: “Il Vangelo non è un cammino teorico; non deve diventare una sorta di scuola riservata all’élite. La Chiesa è un cammino evidentemente chiaro verso il Signore risorto”.60Sarah e Diat, God or Nothing, 145.
Riguardo a Papa Francesco, scrive: “Per quanto mi riguarda, non credo che il Papa intenda mettere in pericolo l’integrità del Magistero. In effetti, nessuno, nemmeno il Papa, può distruggere o cambiare l’insegnamento di Cristo. Nessuno, nemmeno il Papa, può mettere il ministero pastorale in opposizione alla dottrina. Questo sarebbe ribellarsi contro Gesù Cristo e il suo insegnamento”.61Sarah e Diat, God or Nothing, 246.
In un discorso pronunciato nell’aprile del 2024 agli studenti della Scuola Teologica di Saint-Cyprien nella Diocesi di Obala, Camerun, pubblicato in francese dalla rivista La Nef, il Cardinale Sarah sviluppa la sua frequente critica verso un “Occidente” che non vuole più accettare l’universalità della verità, presentando l’Africa come avente una missione in questo senso.
Ha detto:
“Il mondo accademico africano deve fare attenzione a non lasciarsi contaminare dalle malattie mentali che l’Occidente gli vorrebbe imporre. L’Occidente ha paura della ricerca della verità. Per molti occidentali, la verità è diventata un termine impronunciabile. Se parli di verità, ti accusano di dogmatismo, di oppressione. Ma, in realtà, dietro questi discorsi ingannevoli si nasconde la violenza della dittatura del relativismo, che è spesso la maschera di interessi finanziari e materiali non dichiarati. (…) La reazione dottrinale dei teologi africani alla recente messa in discussione dell’insegnamento cattolico sulla sessualità è esemplare in questo senso.No, nonostante ciò che alcuni hanno affermato, gli africani non hanno reagito a causa di un particolareismo culturale che li renderebbe allergici all’omosessualità. No! Gli africani hanno reagito per il loro attaccamento alla verità universale e senza tempo”.
Migrazione
Durante una conferenza in Polonia nel 2017, il Cardinale Sarah distinse tra veri rifugiati e migranti economici, sottolineando il diritto della Polonia e di altri Paesi simili di fare lo stesso, nonostante i tentativi di forze esterne di imporre loro una politica indiscriminata. La sua soluzione è rivolgersi a Cristo: “I cristiani non riusciranno mai a superare le sfide del mondo appellandosi agli strumenti politici, ai diritti umani o al rispetto della libertà religiosa”.62Sarah e Diat, God or Nothing, 194.
Il Cardinale Sarah, in quanto africano, è stato spesso interrogato dai media francesi sulla posizione della Chiesa in merito alla migrazione, quest’ultima spesso promossa dall’attuale Papa e dal Vaticano, anche in nome del diritto di cercare migliori condizioni economiche. In una serie di interviste con Boulevard Voltaire dal 2016 al 2021 ha esplicitamente messo in guardia l’Europa dalla perdita delle sue radici e dall’essere “invasa da altre culture”.
Il 26 novembre 2021 ha dichiarato:
“È un errore promuovere l’immigrazione. È un triplice tradimento nei confronti dell’Africa e del Medio Oriente, perché li priva di ricchezze, potenziale di sviluppo, capacità intellettuali e forza lavoro. In secondo luogo, non fermiamo i trafficanti di esseri umani, gli scafisti che stipano centinaia di persone sulle imbarcazioni per poi farle annegare in mare. Questo è un crimine. Infine, facciamo credere a queste persone che, arrivando qui, abbiano raggiunto l’Eldorado e il paradiso in terra. Rimangono bloccati in un campo, non sono i benvenuti e non hanno un lavoro. L’Occidente non può accogliere tutti, quindi promuovere l’immigrazione è un’idea falsa. La Bibbia viene spesso usata per dire che Gesù Cristo emigrò in Egitto, ma Gesù Cristo emigrò perché era minacciato da Erode e poi tornò a casa. Il popolo ebraico fu esiliato più volte in Mesopotamia, ma poi tornò. Le persone fioriscono nella loro patria. Se vogliamo davvero aiutare queste persone, non è accogliendoli in condizioni disumane, Aiutiamoli a svilupparsi e a essere felici nei loro Paesi”.
Opinione sul Coronavirus
Durante la pandemia di COVID-19, il Cardinale Sarah dichiarò in un’intervista che il virus aveva dissipato l’illusione dell’autosufficienza umana e dell’“uomo onnipotente” e sperava che avrebbe permesso alle persone di ritornare all’essenziale, riscoprendo Dio e la preghiera.
“Questo virus ha agito come un avvertimento. Nel giro di poche settimane, la grande illusione di un mondo materiale che si credeva onnipotente sembra essere crollata. Pochi giorni fa, i politici parlavano di crescita, pensioni, riduzione della disoccupazione. Erano sicuri di sé. E ora un virus, un virus microscopico, ha messo in ginocchio questo mondo, un mondo che si guarda allo specchio, che si compiace di sé, ubriaco del proprio autocompiacimento perché si credeva invulnerabile. Credo che questa epidemia abbia dissolto il fumo dell’illusione. Il cosiddetto uomo onnipotente appare nella sua nuda realtà. Eccolo lì, spogliato. La sua debolezza e vulnerabilità sono evidenti. Essere confinati nelle nostre case, si spera, ci permetterà di rivolgere di nuovo la nostra attenzione all’essenziale, riscoprendo l’importanza della nostra relazione con Dio e quindi la centralità della preghiera nell’esistenza umana. E, nella consapevolezza della nostra fragilità, affidarci a Dio e alla sua misericordia paterna”.
Nel maggio 2020, il Cardinale Sarah criticò duramente quelle che definì “proposte bizzarre” adottate in Germania e prese in considerazione in Italia e altrove per una Comunione “fai-da-te”, in cui le ostie consacrate sarebbero state confezionate in sacchetti di plastica affinché i fedeli potessero prenderle e portarle via per evitare il contagio. Affermò che una tale pratica era “assolutamente impossibile” e sostenne che l’Eucaristia “deve essere trattata con fede”. Dio, disse, “merita rispetto; non lo si può mettere in un sacchetto”.
Di fronte alla sospensione della Comunione e della Confessione in alcune parrocchie e diocesi, il Cardinale Sarah dichiarò che “nessuno ha il diritto di impedire” a un sacerdote di celebrare i sacramenti, un dovere che “deve essere rispettato”. Aggiungeva inoltre che, anche se non fosse stato possibile partecipare alla Messa, “i fedeli possono chiedere di confessarsi e ricevere la Comunione”.
Criticò anche un vescovo tedesco per aver vietato le Messe, consentendo solo la liturgia della Parola, affermando che ciò era “protestantesimo”.
Nel maggio 2020, il Cardinale Sarah fu inizialmente elencato tra gli oltre ottanta firmatari — tra cui prelati, medici, avvocati e giornalisti — di un appello che esprimeva preoccupazione per le misure globali adottate per contenere la pandemia e chiedeva che fossero rispettati i “diritti inalienabili dei cittadini e le loro libertà fondamentali”. Ritirò successivamente la sua firma dall’iniziativa dopo aver ricevuto il consiglio che non fosse appropriato per un alto funzionario della Curia sottoscrivere un tale appello.
L’ateismo e il declino della civiltà occidentale
Il Cardinale Sarah parla frequentemente del declino dell’Occidente come legato al suo ateismo e identifica persino un “ateismo pratico” all’interno della Chiesa stessa.
Il 13 giugno 2024, ha parlato per quasi un’ora in un’affollata aula universitaria presso la Busch School of Business della Catholic University of America (CUA). Il suo intervento è stato co-sponsorizzato dall’Istituto Napa e dal Catholic Information Center di Washington, D.C. Parlando ai cattolici americani, non ha avuto paura a puntare il dito contro il presidente Joe Biden:
“Avete un presidente che sostiene di essere cattolico ed è un esempio di quello che il Cardinale Gregory ha recentemente descritto come un ‘cattolico da mensa’. Molti dei vostri funzionari pubblici cattolici appartengono alla stessa categoria. Molti dei vostri ospedali e università cattoliche sono cattolici solo di nome. La condizione minoritaria di tante cose cattoliche qui negli Stati Uniti, che fornivano una testimonianza importante della pienezza della nostra fede cattolica, è stata scambiata con l’assimilazione culturale”.
Ha proseguito accusando alcune parti della Chiesa di aver “perso la preoccupazione di essere un segno di contraddizione”, dicendo:
“Credo che la Chiesa del nostro tempo stia vivendo la tentazione dell’ateismo. Non l’ateismo intellettuale. Ma questo stato di mente sottile e pericoloso: un ateismo fluido e pratico. (…) Nessuno dei sostenitori di questo cambiamento di paradigma all’interno della Chiesa rifiuta esplicitamente Dio, ma tratta la Rivelazione come secondaria, o almeno sullo stesso piano dell’esperienza e della scienza moderna. Ecco come funziona l’ateismo pratico. Non nega Dio, ma funziona come se Dio non fosse centrale. (…) La crisi non è tanto nel mondo laico e nei suoi mali, ma nella mancanza di fede all’interno della Chiesa”.
In una precedente intervista del 26 novembre 2021 con l’emittente francese Boulevard Voltaire, il Cardinale Sarah aveva avvertito l’Occidente che sta commettendo un suicidio nel rifiutare la cristianità e aveva addirittura profetizzato la sua fine.
Disse:
“L’Occidente ha portato la civiltà cristiana in Africa e in Asia. Noi siamo stati educati da questa civiltà, dagli europei, e se essi rinunciano a questa ricchezza e a questa eredità, questo è un sogno che porterà alla scomparsa dell’Occidente. Se la cristianità sparisce dalla propria cultura, un’altra cultura la sostituirà. Sarà una cultura islamica, una cultura buddhista, tutto ciò che sta invadendo l’Occidente oggi. Li accogliete a braccia aperte, ma non date loro le vostre ricchezze. Prendete le loro, e non so come sopravviverete. (…) La povertà più grande non è non avere denaro, la povertà più grande dell’uomo è perdere la sua fede, non avere Dio come sostegno. Oggi, l’Occidente è il continente più povero, perché Dio non esiste più e la gente non ha più bisogno di Lui”.
Sinodo sulla Sinodalità
Il Cardinale Sarah è stato uno dei cinque cardinali che, il 21 agosto 2023, hanno inviato cinque domande o “Dubia” a Papa Francesco per esprimere le loro preoccupazioni e chiedere chiarimenti su punti di dottrina e disciplina.
Inviate prima dell’apertura del Sinodo sulla Sinodalità svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2023, i cardinali hanno chiesto chiarimenti su temi relativi allo sviluppo dottrinale, alla benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso, all’autorità del Sinodo sulla Sinodalità, all’ordinazione delle donne e all’assoluzione sacramentale.
Lo stesso gruppo di alti prelati ha affermato di aver presentato una versione precedente dei “Dubia” il 10 luglio, che ha ricevuto risposte complete anziché la consueta forma di risposte “sì” o “no”, rendendo necessario presentare una richiesta riformulata di chiarimenti. In una “Notifica ai fedeli di Cristo” datata 2 ottobre, il gruppo ha dichiarato di aver deciso di presentare i “Dubia” “considerate varie dichiarazioni di alcuni alti Prelati” fatte in relazione al sinodo imminente che sono state “palesemente contrarie alla costante dottrina e disciplina della Chiesa”. Quelle dichiarazioni, hanno detto, “hanno generato e continuano a generare tra i fedeli e in altre persone di buona volontà grande confusione e la caduta in errore”, pertanto, hanno deciso di manifestare “la nostra profondissima preoccupazione al Romano Pontefice”. La risposta del Papa, che è stata pubblicata quasi immediatamente, è in realtà la serie di risposte indirizzate alle prime domande dei cardinali di luglio, il che significa che non sono giunti chiarimenti sulle loro preoccupazioni.
In un discorso ai Vescovi del Camerun, il 9 aprile 2024, pubblicato online dal vaticanista Sandro Magister con il titolo: “I vescovi d’Africa, i difensori dell’unità della fede”, il Cardinale Sarah si è presentato chiaramente come colui che cerca di avere influenza sulla seconda sessione romana del sinodo, nell’ottobre 2024:
“Nella prossima sessione del Sinodo, è essenziale che i vescovi africani parlino nel nome dell’unità della fede e non nel nome di culture particolari. Nella precedente sessione la Chiesa d’Africa ha difeso con forza la dignità dell’uomo e della donna creati da Dio, ma la sua voce è stata ignorata e disprezzata da coloro la cui unica ossessione è compiacere le lobby occidentali
La Chiesa d’Africa dovrà presto difendere la verità del sacerdozio e l’unità della fede. La Chiesa d’Africa è la voce dei poveri, dei semplici e dei piccoli. A lei spetta il compito di annunciare la Parola di Dio a fronte dei cristiani dell’Occidente che, perché ricchi, si credono evoluti, moderni e saggi della saggezza del mondo. Ma ‘ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini’ (1 Cor 1,25)”
Durante il suo discorso all’Istituto Napa il 13 giugno 2024, il Cardinale Sarah ha avvertito:
“Ci viene detto che il Sinodo sulla Sinodalità è per portare tutta la Chiesa al dialogo. Forse questo può essere un cammino attraverso cui lo Spirito Santo parla alla Chiesa. Sarebbe una benedizione. Tuttavia, c’è preoccupazione che questo non sia un cammino attraverso il quale si eserciti il sensus fidelium. Ci sono voci al Sinodo che non parlano a partire dal sensus fidei. Solo perché qualcuno si identifica come cattolico, non significa che faccia parte del sensus fidelium. Essere cattolici è più di un’identificazione culturale; è una professione di fede. Ha un contenuto particolare di fede. Uscire da quel contenuto, sia nella credenza che nella pratica, è uscire dalla fede. Ed è un grave pericolo considerare tutte le voci legittime. Questo porterebbe a una cacofonia di voci che si riduce a rumore, che sembra crescere di giorno in giorno”.
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Il Cardinale Sarah è stato il prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Ha una profonda sensibilità liturgica che attribuisce, in parte, alla sua eredità africana, dalla quale ha ricevuto “un timore gioioso di tutto ciò che è sacro”63Sarah e Diat, God or Nothing, 51.. Durante il seminario, il Cardinale Sarah ha compreso che “il modo migliore di stare con il Figlio di Dio fatto uomo era ancora la liturgia”64Sarah e Diat, God or Nothing, 51.. La sua profonda pietà e il suo amore per la liturgia si possono riassumere nella seguente citazione: “La Messa è la cosa più importante nelle nostre vite”65Sarah e Diat, God or Nothing, 51..
Il Cardinale Sarah ha riconosciuto la triste realtà delle “battaglie ideologiche” sulla liturgia e ha spiegato che “la mancanza di comprensione tra i diversi modi di pensare alla liturgia può essere spiegata da fattori culturali legittimi, ma nulla può giustificarne la trasformazione in anatemi scagliati da una parte o dall’altra”66Sarah e Diat, God or Nothing, 125.. Ha lodato il buon lavoro e i frutti delle comunità dedicate alle forme di culto pre-conciliari. “Non sono nostalgiche né oppresse dalle battaglie ecclesiastiche degli ultimi decenni, sono piene di gioia nel vivere la vita con Cristo tra le sfide del mondo moderno”. Ha anche osservato che il messale preconciliare non è “mai stato abrogato” e che era stata la Messa di “innumerevoli santi”67Sarah e Diat, God or Nothing, 125..
Allo stesso tempo, sembra vedere un pericolo di fariseismo in alcuni tradizionalismi liturgici. Per il Cardinale, “se una persona rispetta il rito antico della Chiesa ma non è innamorata, quell’individuo sta morendo… Il ritualismo rigoroso, quasi fondamentalista, o la decostruzione del rito in stile modernista possono allontanare le persone da una vera ricerca dell’amore di Dio”68Sarah e Diat, God or Nothing, 125.. Pur rispettando la liturgia pre-Vaticano II, non gradisce il termine “tradizionalista” e ha detto in una conferenza tenuta all’Angelicum per celebrare il decimo anniversario di Summorum Pontificum: “Non appartenete a una scatola sulla mensola o a un museo di curiosità. Non siete tradizionalisti: siete cattolici del rito romano come lo sono io e lo è il Santo Padre. Non siete membri di seconda classe o in qualche modo peculiari della Chiesa cattolica per la vostra vita di culto e le vostre pratiche spirituali”.
Per quanto riguarda l’attuazione concreta delle riforme liturgiche legate al Concilio Vaticano II, in particolare nella sua diocesi, il Cardinale Sarah condanna apertamente la “preparazione raffazzonata della riforma liturgica”, che, dice, “ha avuto effetti devastanti sulla popolazione cattolica”69Sarah e Diat, God or Nothing, 84-85.. Il Cardinale si chiede come “un movimento così strano [abbia] potuto produrre nella vita della Chiesa altro che grande confusione tra la gente”70Sarah e Diat, God or Nothing, 84-85.. Afferma:
“Certamente, il Concilio Vaticano II ha voluto promuovere una maggiore partecipazione attiva del popolo di Dio e portare giorno dopo giorno a un progresso nella vita cristiana dei fedeli (cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 1). Certamente, sono state intraprese alcune belle iniziative in questo senso. Tuttavia, non possiamo chiudere gli occhi sul disastro, sulla devastazione e sullo scisma che i moderni promotori di una liturgia vivente hanno causato rimodellando la liturgia della Chiesa secondo le loro idee”.
Alcuni hanno osservato che, nonostante le frequenti richieste del Cardinale Sarah per una liturgia più reverente e la fine degli abusi, poco è cambiato in merito durante il suo mandato come prefetto della Congregazione. La sua scarsa efficacia è ritenuta dovuta non tanto alle sue abilità di governo quanto al fatto di servire un pontificato con una visione considerevolmente diversa.
Ora che il Cardinale Sarah non ha più un ruolo di guida a riguardo della liturgia della Chiesa, Papa Francesco, che lo aveva nominato a capo dell’allora Congregazione per il Culto Divino, ha dichiarato in un libro intervista con il giornalista spagnolo Javier Martínez-Brocal, Il successore, che la sua nomina “può essere stata un errore”.
“Da lì è stato manipolato da gruppi separatisti, ma è un brav’uomo”, ha detto il pontefice. “A volte ho l’impressione che lavorare nella Curia Romana lo abbia reso un po’ aspro”.
I sostenitori del Cardinale Sarah probabilmente non sarebbero d’accordo con la valutazione del Papa. Come uomo di Dio noto per la sua intensa vita interiore, il suo impegno nella preghiera e nella santità personale, direbbero che tra tutti in Vaticano, è probabilmente tra i meno aspri di tutti.
- 1Cardinal Robert Sarah and Nicolas Diat, God or Nothing (San Francisco: Ignatius Press, 2015).
- 2Sarah e Diat, God or Nothing.
- 3Sarah e Diat, God or Nothing, 51.
- 4Sarah e Diat, God or Nothing, 226, 21.
- 5Sarah e Diat, God or Nothing, 139.
- 6Sarah e Diat, God or Nothing, 125.
- 7Sarah e Diat, God or Nothing, 275.
- 8Cardinal Robert Sarah, The Power of Silence: Against the Dictatorship of Noise (San Francisco: Ignatius Press, 2017), 131.
- 9Sarah e Diat, God or Nothing, 125; Sarah, Power of Silence, 134.
- 10Sarah, Power of Silence, 133. L’oriente ha un significato come luogo in cui sorge il sole, simbolo della Resurrezione di Cristo e della Sua Seconda Venuta, e le Messe venivano celebrate solo in questo modo prima delle riforme del Concilio Vaticano II.
- 11Sarah e Diat, Dio o Niente, 51, 108, 209, 251, 261-62; Sarah, La Forza del silenzio, passim.
- 12Sarah e Diat, Dio o Niente, 53.
- 13Sarah e Diat, Dio o Niente, 136.
- 14Sarah e Diat, Dio o Niente, 126.
- 15Sarah e Diat, Dio o Niente, 56-57.
- 16Sarah e Diat, Dio o Niente, 70.
- 17Sarah e Diat, Dio o Niente, 91.
- 18Sarah, La Forza del silenzio, 120.
- 19Sarah e Diat, Dio o Niente, 75.
- 20Sarah e Diat, Dio o Niente, 80.
- 21Gérard Vieira, L’Église catholique en Guinée à l’épreuve de Sékou Touré, 1958-1984 (Parigi: Editions Karthala, 1984), 4.
- 22Si veda il capitolo sulla diocesi di Conakry sotto il regime dittatoriale di Ahmed Sékou Touré, “L’Église du Silence (1970-1984)”, in Vieira, L’Église catholique en Guinée; si veda anche Sarah e Diat, Dio o Niente, 66-68.
- 23Sarah e Diat, Dio o Niente, 73.
- 24Sarah e Diat, Dio o Niente, 37.
- 25Sarah e Diat, Dio o Niente, 161.
- 26Sarah e Diat, Dio o Niente, 161.
- 27Si veda, ad esempio, Vieira, L’Église catholique en Guinée, 419.
- 28Sarah e Diat, God or Nothing, 37.
- 29Sarah e Diat, God or Nothing, 37. Questa affermazione mostra che Sarah riconosce l’inerranza delle Scritture e la storicità dei Vangeli.
- 30Sarah e Diat, God or Nothing, 49.
- 31Sarah e Diat, God or Nothing, 244.
- 32Sarah e Diat, God or Nothing, 147.
- 33Sarah e Diat, God or Nothing, 137.
- 34Sarah e Diat, God or Nothing, 157, 167.
- 35Sarah e Diat, God or Nothing, 133.
- 36Sarah e Diat, God or Nothing, 177.
- 37Sarah e Diat, God or Nothing, 99.
- 38Sarah e Diat, God or Nothing, 163.
- 39Sarah e Diat, God or Nothing, 117.
- 40Sarah e Diat, God or Nothing, 158.
- 41Equipe Communication Uigse-Fse, “Homily of Cardinal Sarah to the Guides of Europe in Paray-Le-Monial”, Fédération du Scoutisme Européen, 12 novembre 2018.
- 42Equipe Communication Uigse-Fse, “Homily of Cardinal Sarah”.
- 43Sarah e Diat, God or Nothing, 89, 157.
- 44Sarah e Diat, God or Nothing, 249.
- 45Sarah e Diat, God or Nothing, 173.
- 46Sarah, Power of Silence, 38.
- 47Sarah e Diat, God or Nothing, 130, 164.
- 48Sarah e Diat, God or Nothing, 164.
- 49Sarah e Diat, God or Nothing, 157, 156.
- 50Sarah e Diat, God or Nothing, 149. Da questi commenti, è chiaro che Sarah si opporrebbe alla legalizzazione del “matrimonio” civile tra persone dello stesso sesso.
- 51Sarah e Diat, God or Nothing, 160.
- 52Sarah e Diat, God or Nothing, 149.
- 53Sarah e Diat, God or Nothing, 166.
- 54Sarah e Diat, God or Nothing, 158.
- 55Sarah e Diat, God or Nothing, 159.
- 56Sarah e Diat, God or Nothing, 164.
- 57Sebbene il Cardinale non abbia affrontato esplicitamente la questione del divieto di accesso al sacerdozio ministeriale per uomini attratti dallo stesso sesso, i suoi commenti sul celibato sacerdotale sembrano indicare il suo sostegno al prevenire l’ingresso nel sacerdozio di uomini attratti dallo stesso sesso.
- 58Sarah e Diat, God or Nothing, 118-19.
- 59Sarah e Diat, God or Nothing, 111.
- 60Sarah e Diat, God or Nothing, 114.
- 61Sarah e Diat, God or Nothing, 145.
- 62Sarah e Diat, God or Nothing, 246.
- 63Sarah e Diat, God or Nothing, 194.
- 64Sarah e Diat, God or Nothing, 51.
- 65Sarah e Diat, God or Nothing, 51.
- 66Sarah e Diat, God or Nothing, 51.
- 67Sarah e Diat, God or Nothing, 125.
- 68Sarah e Diat, God or Nothing, 125.
- 69Sarah e Diat, God or Nothing, 125.
- 70Sarah e Diat, God or Nothing, 84-85.
- 71Sarah e Diat, God or Nothing, 84-85.