Nei primi anni della Chiesa, l’acclamazione dei fedeli, unita a quella del clero, poteva canonizzare un santo o eleggere un uomo come vescovo, persino il vescovo di Roma. Purtroppo questo modo di fare poteva essere soggetto a manipolazioni da cattive influenze. Miles Pattenden osserva che le folle romane, rumorose e talvolta violenti, potevano esercitare forti pressioni sui cardinali a favore di determinati candidati al soglio pontificio, talvolta anche istigati da promesse di “pane e circo”. Molti prelati del ‘400 e del ‘500 attribuirono alla pressione popolare la responsabilità del Grande Scisma d’Occidente, precipitato dalla cattiva scelta del papa da parte dei cardinali. Per correggere questi seri difetti e garantire un processo che sia il più libero possibile per seguire le ispirazioni dello Spirito Santo, la Chiesa ha progressivamente sviluppato strumenti più formali per queste importanti decisioni. La prima grande riforma dell’elezione papale ebbe luogo nel 1059, quando papa Niccolò II stabilì che solo i cardinali vescovi avessero il diritto di eleggere il suo successore, precisando che la loro decisione dovesse essere ratificata dagli altri cardinali, dal clero, dal popolo di Roma e dal Sacro Romano Imperatore. San Pier Damiani, il famoso benedettino riformatore dell’epoca, scrisse che i cardinali vescovi si occupano dell’elezione, gli altri ecclesiastici danno il loro assenso, e il popolo applaude.
Un secolo dopo, Alessandro III estese il diritto di eleggere a tutti e tre gli ordini cardinalizi, richiedendo una maggioranza dei due terzi per la validità. Durante l’intervallo tra la morte del papa e l’elezione del suo successore, cioè durante lo status di sedes vacans, in cui la cattedra di San Pietro era vuota, a Roma poteva regnare il caos, in quanto il popolo cercava di sfruttare l’assenza di un capo di Stato spirituale e temporale.1Pattenden, Electing the Pope, 102-6, 114-32. Anche John M. Hunt, “Cardinals and the Vacant See”, in A Companion to the Early Modern Cardinal, 322-32. Per accelerare l’elezione papale e ridurre l’influenza esterna, Gregorio X istituì il conclave: i cardinali erano costretti a vivere dietro porte chiuse a chiave (cum clave), fino a quando la maggioranza non si fosse accordata su un successore di San Pietro.2Hollingsworth, “Cardinals in Conclave”, 60. D’allora in poi, i cardinali si riunirono in un conclave. Seguì forse il conclave più bizzarro e farsesco che abbia mai avuto luogo: l’elezione papale del 1271, quando i cardinali elettori, dopo aver lottato per un anno e mezzo per decidere un papa a causa dell’influenza e dell’interferenza di poteri esterni, furono rinchiusi nel palazzo papale; il tetto fu rimosso, esponendoli alle intemperie, la loro alimentazione fu limitata e i locali circondati da soldati. Alcuni cardinali si ammalarono perché lasciati esposti alle intemperie. Oggi solo il Collegio cardinalizio possiede la prerogativa di eleggere il sovrano pontefice, secondo le leggi particolari previste per il conclave.3CIC/83 can. 349. Queste leggi includono l’Ordo Rituum Conclavis (Ordine dei Riti del Conclave) (2000), e la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (UDG) di Giovanni Paolo II (22 febbraio 1996), con le modifiche apportate di Benedetto XVI con la Lettera Apostolica Motu Proprio Normas Nonnullas (NN) (22 febbraio 2013). I cardinali elettori sono quelli di età inferiore agli ottant’anni, che non sono gravemente impediti a partecipare, anche se tutti i cardinali non impediti possono prendere parte alle riunioni preparatorie del conclave.4Tra i gravi impedimenti possono esserci l’impossibilità di viaggiare a causa di una grave malattia, l’incarcerazione o un regime dittatoriale.
La preparazione di un conclave inizia con la vacanza della Cattedra di San Pietro (sede vacante), che può verificarsi solo in due modi: per le dimissioni valide del Papa regnante o per la sua morte.5CIC/83 can. 332.2. Il decano del Collegio cardinalizio deve informare tutti i cardinali della morte del papa e convocare il conclave.6UDG 19. I cardinali fuori Roma sono tenuti a rientrare in città il prima possibile e a prendere alloggio presso la Domus Sanctae Marthae, ristrutturata sotto Giovanni Paolo II per ospitare i cardinali durante il conclave, con stanze scelte a sorte. La Cappella Sistina chiude in questo periodo e vengono adottate misure di sicurezza per garantire che la sorveglianza elettronica non possa avvenire durante l’elezione, compresi i disturbatori per radio e telefoni cellulari.
Prima del conclave, nei giorni precedenti si svolge una “congregazione generale”, alla quale tutti i cardinali sono liberi di partecipare. Si discute quando inizierà il conclave e si ascoltano gli interventi dei cardinali su una serie di questioni, come le necessità attuali della Chiesa, lo stato della Curia e del suo lavoro, il miglioramento della Curia e del rapporto della Chiesa con il mondo, e così via (è stata la visione della riforma della Chiesa che il cardinale Jorge Bergoglio ha presentato durante questi incontri a catalizzare la sua elezione a Papa Francesco).
È il decano del Collegio che presiede ordinario queste congregazioni e che deve assicurarsi che ogni cardinale presti giuramento di fedeltà alle regole del conclave, mettendo la mano sul Vangelo. I cardinali giurano di mantenere “un rigoroso segreto su tutte le questioni in qualche modo connesse all’elezione del Romano Pontefice o su quelle che, per la loro stessa natura, durante la vacanza della Sede Apostolica, richiedono lo stesso segreto”7UDG 12. Si svolgono anche delle congregazioni particolari, composte solo da cardinali-elettori, in cui il Camerlengo pontificio guida le discussioni e le decisioni su questioni di minore importanza. Prima dell’inizio del conclave devono trascorrere almeno quindici giorni interi, con un massimo di venti giorni prima dell’elezione.8NN 37.
Il primo giorno del conclave, i cardinali elettori si recano nella Basilica di San Pietro per celebrare la Messa Pro Eligendo Pontifice (per l’elezione del Papa). Nel 2005, Joseph Ratzinger, quale decano del Collegio cardinalizio, ha tenuto l’omelia di questa Messa, utilizzando l’espressione “dittatura del relativismo”, poi divenuta famosa.9Joseph Ratzinger, Messa Pro Eligendo Pontifice, “Omelia di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger Decano del Collegio Cardinalizio” (18 aprile 2005). Quando Benedetto XVI abdicò, fu il cardinale Sodano a tenere l’omelia davanti a un nutrito corpo diplomatico, in una Messa che comprendeva le lingue latino, italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, swahili e malese. Più tardi, nel corso della prima giornata, i cardinali elettori si recano nella Cappella Paolina in Vaticano e lì implorano la venuta dello Spirito Santo per assecondare lo svolgersi dell’elezione. Ascoltano anche una breve esortazione da parte di un predicatore. Da lì, accompagnati dalla musica, si dirigono verso la Cappella Sistina. I cardinali prestano poi collettivamente un giuramento, che recita in parte:
Promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutte le persone, ecclesiastiche o laiche, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo si riferisce all’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, direttamente o indirettamente legato ai risultati della votazione; promettiamo e giuriamo di non infrangere in alcun modo questo segreto, né durante né dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non venga concessa un’esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; e di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o qualsiasi altra forma di intervento, con cui le autorità secolari di qualsiasi ordine e grado o qualsiasi gruppo di persone o individui vogliano intervenire nell’elezione del Romano Pontefice.10UDG 53.
Dopodiché, ciascun cardinale, con la mano sul Vangelo, presta in modo individuale questo stesso giuramento.
I cardinali-elettori devono astenersi da ogni contatto con il mondo esterno durante l’elezione: niente messaggi condivisi, niente giornali, niente radio, niente televisione.11UDG 57. Nel 2013, poco prima di dimettersi, Benedetto XVI ha introdotto la pena della scomunica automatica (latae sententiae) per chi viola questa norma di riservatezza.12NN 55. Papa Francesco sembra aver violato questa norma di riservatezza in un libro-intervista del 2024 intitolato La vita: My Story Through History con il giornalista spagnolo Javier Martinez-Brocal, in cui ha fornito dettagli sui conclavi del 2005 e del 2013, comprese le manovre politiche e la sua stessa candidatura. Ha giustificato le rivelazioni con il fatto che “i papi hanno la licenza di raccontarlo”.
Quindi viene pronunciata un’altra omelia, e iniziano le votazioni.
Spesso la prima votazione è puramente cerimoniale, una specie di modo per i cardinali di onorare particolari membri del Collegio che, sebbene illustri, non sono considerati papabili. Da quel momento in poi, le votazioni sono programmate in due sessioni al giorno, con due turni di votazione per sessione (cioè in totale, quattro turni a giorno).
I cardinali scelgono tre dei loro colleghi per contare i voti, altri tre per controllare i conteggi e tre, se necessario, per raccogliere le schede di coloro che, per infermità, non possono recarsi all’altare maggiore. Ogni cardinale abile scrive su una scheda il nome della sua scelta per il papa, poi si reca all’altare maggiore. Lì, sotto l’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, dice ad alta voce: “Chiamo come testimone Cristo Signore, che sarà il mio giudice, affinché il mio voto sia dato a colui che davanti a Dio ritengo debba essere eletto”13UDG 66. Il cardinale depone quindi la scheda nell’apposito contenitore, si inchina all’altare e torna al suo posto.
Una volta riposte nel contenitore, le schede vengono mescolate e poi contate ad alta voce. Se il numero non corrisponde a quello degli elettori, le schede vengono immediatamente bruciate. Se il numero corrisponde, le schede vengono estratte singolarmente, annotate da due cardinali e poi annunciate a voce alta e chiara da un terzo cardinale.
Negli anni ‘70, Papa Paolo VI introdusse il limite di età di 80 anni per gli elettori e 120 come numero massimo raccomandato di cardinali votanti (questo numero non è ancora mai stato superato in un conclave; infatti, nei due conclavi precedenti erano 115 i cardinali che hanno espresso il loro voto).
Per essere validamente eletto papa, un uomo deve ricevere i due terzi dei voti. Papa Giovanni Paolo II ha cambiato le regole nel 1996, in modo che dopo 33 o 34 scrutini senza una maggioranza di due terzi, un candidato potesse essere eletto alla maggioranza semplice.
Successivamente, Benedetto XVI ha ripristinato il requisito della maggioranza dei due terzi per eleggere un Papa, ribaltando il cambiamento di Giovanni Paolo II che era stato visto come un’innovazione “radicale” rispetto alla regola dei due terzi che esisteva dal 1179. Questa modifica di Benedetto ha stabilito che se dopo 13 giorni di votazioni vi persiste una situazione di stallo, i due candidati migliori vanno al ballottaggio. Questo per evitare che un blocco di maggioranza potesse far passare un candidato semplicemente resistendo fino al 34° scrutinio, quando si sarebbe raggiunta la maggioranza semplice. Si riteneva inoltre che questo cambiamento avrebbe garantito il massimo consenso possibile tra i cardinali, piuttosto che un candidato che avrebbe potuto vincere con una maggioranza risicata. Questo provvedimento di Benedetto è stato un ritorno alla norma storica.
Egli ha anche modificato le regole per consentire al conclave di iniziare prima dei 15 giorni tradizionali dopo che il soglio pontificio fosse diventato vacante — tale cambiamento era dovuto a circostanze particolari e all’avvicinarsi della Pasqua nel 2013, ma la modifica rimane.14 Difatti, Francesco non ha apportato alcuna modifica alle regole del conclave, ma si pensa che stia progettando di cambiare le congregazioni generali — le riunioni di cardinali che si svolgono prima del conclave — limitandole ai soli cardinali elettori (quelli sotto gli 80 anni) e rendendole sinodali con discussioni di gruppo. Si è anche ipotizzato di includere i laici nelle discussioni pre-conclave, in qualche modo ritornando al tempo dell’acclamazione e del coinvolgimento dei laici, ma finora queste ipotesi sono state smentite.
Durante l’elezione, alcuni candidati guadagneranno consensi, altri li perderanno. E se i candidati principali nella prima votazione non riescono a ottenere la maggioranza dei due terzi dopo diversi scrutini, il sostegno degli elettori verrà trasferito a qualcun altro. Papa Giovanni XXIII una volta descrisse il modo in cui i candidati salgono e scendono durante le votazioni “come piselli in una pentola di acqua bollente”. Un cardinale può continuare a salire fino a quando non si avvicina alla maggioranza dei due terzi, ma poi svanisce, perché la gente conclude che non ha i numeri e passa a qualcun altro. In seguito può riemergere quando altri candidati perdono il favore.
Sono state stabilite varie leggi per evitare di prolungare indebitamente un conclave se non emerge un candidato chiaro, e se non emerge alcun risultato dopo tre giorni (la durata abituale dei conclavi moderni). Si prevede infatti che in tale ipotesi le votazioni vengono sospese per un giorno di “preghiera, riflessione e dialogo”15NN 75.
Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate e il fumo che esce dal comignolo sopra la Cappella Sistina è nero se il voto è inconcludente, bianco se è stato eletto un nuovo successore di Pietro.16Frederic J. Baumgartner sostiene che l’uso di colori distinti del fumo è di origine recente: Behind Locked Doors: A History of the Papal Elections (New York: Palgrave Macmillan, 2005), 241-45.
- 1Pattenden, Electing the Pope, 102-6, 114-32. Anche John M. Hunt, “Cardinals and the Vacant See”, in A Companion to the Early Modern Cardinal, 322-32.
- 2Hollingsworth, “Cardinals in Conclave”, 60.
- 3CIC/83 can. 349. Queste leggi includono l’Ordo Rituum Conclavis (Ordine dei Riti del Conclave) (2000), e la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (UDG) di Giovanni Paolo II (22 febbraio 1996), con le modifiche apportate di Benedetto XVI con la Lettera Apostolica Motu Proprio Normas Nonnullas (NN) (22 febbraio 2013).
- 4Tra i gravi impedimenti possono esserci l’impossibilità di viaggiare a causa di una grave malattia, l’incarcerazione o un regime dittatoriale.
- 5CIC/83 can. 332.2.
- 6UDG 19.
- 7UDG 12.
- 8NN 37.
- 9Joseph Ratzinger, Messa Pro Eligendo Pontifice, “Omelia di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger Decano del Collegio Cardinalizio” (18 aprile 2005).
- 10UDG 53.
- 11UDG 57.
- 12NN 55. Papa Francesco sembra aver violato questa norma di riservatezza in un libro-intervista del 2024 intitolato La vita: My Story Through History con il giornalista spagnolo Javier Martinez-Brocal, in cui ha fornito dettagli sui conclavi del 2005 e del 2013, comprese le manovre politiche e la sua stessa candidatura. Ha giustificato le rivelazioni con il fatto che “i papi hanno la licenza di raccontarlo”
- 13UDG 66.
- 14Difatti, Francesco non ha apportato alcuna modifica alle regole del conclave, ma si pensa che stia progettando di cambiare le congregazioni generali — le riunioni di cardinali che si svolgono prima del conclave — limitandole ai soli cardinali elettori (quelli sotto gli 80 anni) e rendendole sinodali con discussioni di gruppo. Si è anche ipotizzato di includere i laici nelle discussioni pre-conclave, in qualche modo ritornando al tempo dell’acclamazione e del coinvolgimento dei laici, ma finora queste ipotesi sono state smentite.
- 15NN 75.
- 16Frederic J. Baumgartner sostiene che l’uso di colori distinti del fumo è di origine recente: Behind Locked Doors: A History of the Papal Elections (New York: Palgrave Macmillan, 2005), 241-45.