Ruoli dei Cardinali di Oggi

Come abbiamo visto nelle considerazioni storiche sul cardinalato, all’inizio della storia della Chiesa, il papa riuniva a sé vari membri del clero romano per assisterlo in alcuni compiti pastorali, compreso anche il lavoro amministrativo, giuridico, liturgico e dottrinale. Col tempo, il gruppo di cardinali che lo assisteva regolarmente, anche più volte alla settimana, venne a costituire il centro della sua “curia”, modellata, in parte, sui consigli cittadini dell’epoca pre-cristiana (curia latina), che aiutavano a governare la Roma secolare e i suoi dintorni.1Si veda “City Councils and Councilors”, in The Oxford Dictionary of Late Antiquity, vol. 1, 352. Questa organizzazione ecclesiastica ha subito vari cambiamenti nel corso dei secoli, in particolare dopo l’invito del Concilio Vaticano II a rimodellare la Curia romana, successivamente attuato da Papa Paolo VI.2Concilio Vaticano II, Decreto Christus Dominus (28 ottobre 1965), 9: “Tuttavia i Padri del santo Concilio esprimono il desiderio che questi dicasteri, i quali hanno finora reso senza dubbio un prezioso aiuto al romano Pontefice ed ai pastori della Chiesa, vengano riorganizzati in modo nuovo e conforme alle necessità dei tempi”. Paolo VI, Costituzione apostolica Regimini Ecclesiae Universae (15 agosto 1967) Attualmente la Curia romana è organizzata per l’essenziale dal Codice di diritto canonico del 1983 e dalla Costituzione apostolica di Papa Francesco del 2022 intitolata Praedicate Evangelium (Predicate il Vangelo).

Senza dubbio il compito più importante di un cardinale è quello di eleggere il romano pontefice (e di questo tema tratteremo più avanti), ma per capire la figura di questi elettori — alcuni dei quali sono stati a loro volta eletti — giova avere una visione più ampia dei loro ruoli attuali. Per secoli, i cristiani hanno riconosciuto che il color rosso dei vestiti, siano essi liturgici i cerimoniali, ricorda il martirio; nel 1245 Papa Innocenzo IV inaugurò l’usanza di dare ai cardinali dei cappelli rossi come abbigliamento loro caratteristico — che durò fino all’abrogazione di tale prassi da parte di Paolo VI nel 1967.3Carol M. Richardson, “The Cardinal’s Wardrobe”, in A Companion to the Early Modern Cardinal, 535-56 at 540-41. Nel 1630, Papa Urbano VIII insistette sul fatto che ai cardinali ci si rivolgesse con il titolo di “Vostra Eminenza”, e questa usanza permane tuttora.4Sägmüller, “Cardinal.” I cardinali nelle epoche precedenti erano importanti come principi della Chiesa che, con i loro redditi e grazie al loro seguito, patrocinavano dipinti, musica e architettura di pregio, comprese le loro proprie tombe. Nei casi straordinari di Richelieu e Mazzarino, e altri simili, alcuni cardinali hanno contribuito al destino di interi Stati. Sebbene in posizioni più umili, i cardinali svolgono comunque un ruolo significativo nella Chiesa e nel mondo anche oggi. Le qualifiche generali necessarie perché un uomo possa essere promosso al cardinalato sono stabilite dalla legge della Chiesa: devono infatti essere “veramente eccellenti per dottrina, virtù, pietà e prudenza nelle questioni pratiche”5CIC/83 can. 351.1.

Tutti i cardinali possiedono per diritto alcuni privilegi, tra cui: tenere una cappella privata con il Santissimo Sacramento; confessare e predicare in qualsiasi parte del mondo; non essere soggetti ad alcuna giurisdizione se non quella del Papa.6CIC/83 cans. 357.2, 967.1. Cfr anche Elenchus privilegiorum et facultatum S.R.E Cardinalium in re liturgica et canonica (18 marzo 1999) Ora che i cardinali non hanno più la giurisdizione sulle loro chiese suburbicarie o titolari7CIC/83 can. 357.1, si possono dividere tutti i cardinali in uno di tre gruppi: i cardinali di Curia, che prestano servizio a tempo pieno e unicamente nella Curia romana, i cardinali che hanno responsabilità a tempo pieno come vescovi diocesani, e i cardinali senza giurisdizione che non prestano servizio in Curia. 8Cfr. CIC/83 can. 356, che obbliga tutti i cardinali che non sono vescovi diocesani a risiedere a Roma. Di seguito ci soffermiamo sui primi due gruppi.

Ordinariamente il Papa conduce gli affari della Chiesa universale per mezzo della Curia romana, “che in suo nome e con la sua autorità adempie alla propria finzione per il bene e a servizio delle Chiese”9CIC/83 can. 360. Giovanni Paolo II sottolinea che la Curia romana è uno strumento a servizio del Papa; come una penna in mano ad uno scrittore, essa non possiede “alcuna autorità nè alcun potere all’infuori di quelli che riceve dal supremo pastore”10Giovanni Paolo II, Pastor Bonus 7. Pertanto, i cardinali lavorano nella Curia con “carattere vicario”, partecipando all’Ufficio petrino del Romano Pontefice.11Ibidem, 8. La loro collaborazione con il Papa contribuisce a garantire l’unità cattolica — in primo luogo, l’unità della fede, e poi l’unità della disciplina, nella comunione con Cristo.12Ibidem, 10. Gli incarichi curiali ricoperti dai cardinali a primavera del 2020 riguardano le seguenti istituzioni curiali:

  • Segreteria di Stato (Pietro Parolin)
  • Dicastero per l’Evangelizzazione (Luis Tagle)
  • Dicastero per la Dottrina della Fede (Vìctor Manuel Fernández)
  • Dicastero per i Vescovi (Robert Prevost)
  • Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (Arthur Roche)
  • Dicastero per la Cultura e l’Educazione (José Tolentino Calaça de Mendonça)
  • Dicastero delle Cause dei Santi (Marcello Semeraro)
  • Dicastero per il Clero (Lazzaro You Heung-sik)
  • Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (João Bráz de Aviz)
  • Dicastero per le Chiese Orientali (Claudio Gugerotti)
  • Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (Kevin Farrell; anche Camerlengo pontificio)
  • Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale (Michael Czerny)
  • Dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani (Kurt Koch)
  • Dicastero per il Dialogo Interreligioso (George Koovakad)
  • Ufficio della Carità Pontificia/Aller (Konrad Krajewski)

Questi cardinali potrebbero sembrare abbastanza numerosi — e ci sono anche alcuni altri cardinali di Curia — ma in realtà meno del 20% dei cardinali elettori, che possono votare per il prossimo Papa, sono esclusivamente dei cardinali di Curia. Va notato che essere a capo di una istituzione curiale non garantisce il diventare cardinale. Tra il 1940 e il 1950, Pio XII non elevò al cardinalato molti prefetti e presidenti di istituzioni curiali.

La grande maggioranza del collegio è costituita da cardinali che prestano servizio come arcivescovi a tempo pieno nelle diocesi di tutto il mondo. Tradizionalmente, i cardinali vescovi, come si è visto nella sezione storica, erano coloro che avevano sedi nei dintorni di Roma. Con la crescita della Chiesa, il Papa iniziò a desiderare che anche gli arcivescovi di alcune importanti zone metropolitane fossero cardinali: queste sedi divennero note come “sedi cardinalizie”: un vescovo nominato a capo di esse riceveva abitualmente la porpora. In questo modo, i cardinali potevano avere una conoscenza approfondita delle città e dei centri cattolici più importanti del mondo, tra cui Venezia, Milano, Parigi, Santiago de Compostela, Londra, Colonia, Lisbona, Budapest e, più tardi, Tokyo, New York, Washington D.C., Bombay e Città del Messico, oltre a molte altre. Ma essere arcivescovo in una determinata sede non dà diritto al cardinalato, come ha dimostrato Papa Francesco non dando la berretta rossa agli arcivescovi di alcune sedi come Venezia, Tokyo, Los Angeles e Filadelfia.13Papa Francesco ha preferito invece nominare cardinali coloro che si trovano nelle “periferie”, vescovi che guidano diocesi più piccole o diocesi metropolitane nel sud del mondo, in parte per riflettere dove la Chiesa sta crescendo più velocemente. Poiché le grandi arcidiocesi richiedono molta attenzione, pochissimi cardinali che li guidano sono anche a capo di istituzioni curiali — con le rare eccezioni recenti di Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e coordinatore del Consiglio per l’Economia, e Oscar Rodríguez Maradiaga, che per un periodo è stato allo stesso tempo arcivescovo di Tegucigalpa in Honduras e coordinatore del Consiglio dei Cardinali.

  • 1
    Si veda “City Councils and Councilors”, in The Oxford Dictionary of Late Antiquity, vol. 1, 352.
  • 2
    Concilio Vaticano II, Decreto Christus Dominus (28 ottobre 1965), 9: “Tuttavia i Padri del santo Concilio esprimono il desiderio che questi dicasteri, i quali hanno finora reso senza dubbio un prezioso aiuto al romano Pontefice ed ai pastori della Chiesa, vengano riorganizzati in modo nuovo e conforme alle necessità dei tempi”. Paolo VI, Costituzione apostolica Regimini Ecclesiae Universae (15 agosto 1967)
  • 3
    Carol M. Richardson, “The Cardinal’s Wardrobe”, in A Companion to the Early Modern Cardinal, 535-56 at 540-41.
  • 4
    Sägmüller, “Cardinal.”
  • 5
    CIC/83 can. 351.1.
  • 6
    CIC/83 cans. 357.2, 967.1. Cfr anche Elenchus privilegiorum et facultatum S.R.E Cardinalium in re liturgica et canonica (18 marzo 1999)
  • 7
    CIC/83 can. 357.1
  • 8
    Cfr. CIC/83 can. 356, che obbliga tutti i cardinali che non sono vescovi diocesani a risiedere a Roma.
  • 9
    CIC/83 can. 360.
  • 10
    Giovanni Paolo II, Pastor Bonus 7.
  • 11
    Ibidem, 8.
  • 12
    Ibidem, 10.
  • 13
    Papa Francesco ha preferito invece nominare cardinali coloro che si trovano nelle “periferie”, vescovi che guidano diocesi più piccole o diocesi metropolitane nel sud del mondo, in parte per riflettere dove la Chiesa sta crescendo più velocemente.