Qualità Richieste ad un Papa

La maggior parte dei libri e dei trattati che sono stati scritti sui papi si sono concentrati sulla natura e sull’estensione della potestà del papa, su ciò che un papa può fare nella sua attività di governo. Mono meno sono le opere che riguardano il modo in cui un papa dovrebbe governare e le qualità che un cardinale dovrebbe avere per essere degno del papato. Le fonti che abbiamo sono nondimeno eloquenti.

Il vescovo di Roma è il successore di San Pietro, non di Cristo; è il vicario di Cristo sulla terra, non un suo sostituto. Di conseguenza, la figura di San Pietro nella Sacra Scrittura può insegnarci molto sulle qualità necessarie per un papa virtuoso. Dopo la sua risurrezione, Gesù si avvicinò a Pietro, che lo aveva tradito, e gli chiese: “Mi ami tu?”. Poi ordinò all’apostolo: “Pasci i miei agnelli, pascola le mie pecore” (cfr. Gv 21,15-17). Queste parole manifestano alcune delle virtù fondamentali necessarie nel cuore di un futuro papa. Un papa dovrebbe essere uno il cui amore per Cristo si estende a tutti i membri del Corpo Mistico di Cristo, il “gregge” di cui Cristo è il Buon Pastore. A differenza di un politico che si concentra esclusivamente su questa vita, il ruolo primario di un papa è quello di aiutare a pascere milioni di anime in modo sicuro verso l’aldilà. La sua carità, quindi, dovrebbe essere tale da permettergli di prendersi cura del gregge attraverso la sua funzione regale di governo, e di nutrire le pecore attraverso la sua funzione sacerdotale di santificazione nella liturgia e attraverso la sua funzione profetica di insegnamento della sana dottrina.1Tutti i vescovi dovrebbero avere queste qualità, ma il papa in modo preminente: “I Vescovi, che per divina istituzione sono successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché siano anch’essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo.” (CIC/83 can. 375). L’insegnamento di San Pietro offre uno sviluppo di questi temi, esortando gli ordinati al sacerdozio: “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce” (1 Pt 5, 2-4). Inoltre, il papa, come colui che sarà cinto da un altro e portato in luoghi dove non vuole andare, deve essere umile e docile ai piani della divina provvidenza (Gv 21,18). Come successore di Pietro, la “roccia” su cui è stata fondata la Chiesa visibile (Mt 16,18), il romano pontefice deve essere forte nel carattere e nella fede. In quanto detentore delle “chiavi del regno dei cieli”, che può “legare e sciogliere” (Mt 16,19), il papa deve essere uno che giudica con giustizia, temperata dalla misericordia, alla luce del vero bene delle anime e della loro salvezza eterna. Deve anche confermare i fedeli nella fede della Chiesa, tramandata dalla tradizione, e vigilare sul rispetto dell’ortodossia — compiti che, in sintesi, equivalgono al ruolo primario di Pietro: mantenere l’unità della Chiesa.

Tutti gli uomini sono chiamati ad essere santi, ma la santità è assegnata in modo diverso a seconda delle vocazioni. Quando il suo discepolo monastico fu eletto papa con il nome di Eugenio III (1145), San Bernardo di Chiaravalle decise di continuare la sua istruzione con un trattato su come essere un papa santo, intitolato De consideratione. I consigli del monaco cistercense risuoneranno nelle orecchie dei papi nel corso dei secoli. Benedetto XIV (1740-58) apprezzò a tal punto il trattato da considerarlo la regola con cui si misura la santità papale, e nel suo trattato sulla canonizzazione dei santi riassunse i “consigli d’oro” di San Bernardo. Bernardo.2Cfr. Benedetto XIV (Prospero Lambertini), De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione (La beatificazione dei Servi di Dio e la Canonizzazione dei Beati III/2) (Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2017), no. 3, pp. 51-55. In inglese: Benedetto XIV, On Heroic Virtue: A Portion of the Treatise of Benedict XIV on the Beatification and Canonization of the Servants of God, vol. 2, (London: Thomas Richardson and Son, 1851), no. 3, pp. 97-100. I punti principali, che seguono, danno un indizio su cosa cercare nei cardinali considerati papabili.

  1. Il papa non deve essere completamente assorbito dall’attività, ma deve ricordare che il suo lavoro principale è quello di edificare la Chiesa, di pregare e di insegnare al popolo.
  2. Al di sopra di tutte le altre virtù, un papa deve coltivare l’umiltà: “Quanto più sei elevato al di sopra degli altri, tanto più deve manifestarsi la tua umiltà”3Bernardo, In libris de consideratione, lib. 2, c. 6, col. 246, n. 13. In inglese: San Bernardo: De consideratione, trad. George Lewis (Oxford, UK: Clarendon Press, 1908). Ciò è stato chiaramente affermato nella frase che si usava durante l’antica cerimonia di intronizzazione papale: Sic transit gloria mundi (1409-1963).
  3. Lo zelo di un papa deve riguardare la sua santità personale e non gli onori mondani.
  4. Un papa dovrebbe avere amici noti per la loro bontà.
  5. Poiché le strutture di potere accolgono più facilmente gli uomini buoni che non rendano buoni gli uomini, il papa dovrebbe sforzarsi di promuovere coloro che hanno dato prova di virtù.
  6. Nel trattare con i malvagi, il Papa dovrebbe rivolgere la faccia contro di loro: “Temano lo spirito della tua ira coloro che non hanno paura dell’uomo. Temano le tue preghiere coloro che hanno disprezzato i tuoi ammonimenti”4Ibidem, lib. 4, c. 4, col. 450.

Benedetto XIV rileva una settima caratteristica, sottolineata dal Concilio di Trento:

  1. Il papa deve scegliere i cardinali tra gli uomini più eminenti per cultura e virtù, tra coloro che sono buoni e ben qualificati pastori.5Cfr. Trento, Sessione 24, in decreto Reform, c. 1.

Da San Roberto Bellarmino, anch’egli cardinale, deriva questa lezione:

  1. Un papa deve nominare buoni vescovi, controllare che compiano i loro doveri e, se necessario, obbligarli in tal senso.

Infine, dall’antico giuramento che i papi facevano al momento di assumere l’ufficio di vescovo di Roma, si può imparare qualcosa di più:

  1. I papi devono avere zelo per la propagazione della fede cattolica, per l’incoraggiamento e il ripristino della disciplina ecclesiastica e per la difesa dei diritti della Santa Sede.

Vedendo la grande virtù necessaria a un uomo per essere un buon e santo pontefice, San Roberto Bellarmino si lamentò il 25 aprile 1605, davanti a un conclave, di non riuscire a pensare a un solo candidato che fosse adatto a diventare vescovo di Roma. In una lettera privata scrisse:

Stiamo per entrare di nuovo in conclave e abbiamo bisogno di molta preghiera, perché non vedo nel Sacro Collegio [dei Cardinali] una sola persona che possieda le qualità [necessarie]. E quel che è peggio, nessuno sta cercando una persona del genere. Mi sembra che per il Vicario di Cristo non siamo cercando uno che conosca la volontà di Dio, cioè che sia ben addentro alle Sacre Scritture; invece [si sta cercando] solo uno che conosca la volontà di Giustiniano [il legislatore] e di altri autori simili. Stiamo cercando un buon principe temporale, ma non un santo vescovo che si spenda veramente per il bene delle anime.6Citato in Peter Godman, The Saint as Censor: Robert Bellarmine between Inquisition and Index (Leiden: Brill Academic, 2000), 190n139. Traduzione mia.

Alla luce di questa prospettiva desolante, ci si potrebbe chiedere quale ruolo svolga lo Spirito Santo in tutto questo. Certamente si invoca l’aiuto divino prima di votare, ma ogni papa è veramente “scelta da Dio”? Poco dopo la pubblicazione delle nuove regole di Giovanni Paolo II sulle elezioni papali, questa domanda fu posta al cardinale Ratzinger. Egli rispose:

Non direi, nel senso che lo Spirito Santo scelga il Papa. . . . Direi che lo Spirito non prende esattamente il controllo della faccenda, ma piuttosto come un buon educatore, per così dire, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza abbandonarci del tutto. Quindi il ruolo dello Spirito va inteso in un senso molto più elastico, non che imponga il candidato per cui votare. Probabilmente l’unica garanzia che offre è che la cosa non può essere totalmente rovinata.

Con realismo storico, conclude: “Ci sono troppi casi contrari di papi che lo Spirito Santo ovviamente non avrebbe scelto!”.

Un vecchio detto sulle elezioni papali è che un “papa grasso segue un papa magro”, il che significa che un pontefice appena eletto sarà probabilmente di visione opposta al suo predecessore, o forse più liberale del papa conservatore che sostituisce, e viceversa. Un altro vecchio detto sui conclavi è che un uomo che entra in conclave come papa ne esce come cardinale. In altre parole, le aspettative vengono spesso ribaltate. Anche il fatto che un papa nomini la grande maggioranza dei cardinali non garantisce che essi eleggano qualcuno come lui; a volte è il contrario. Chiunque venga scelto, e per quanto i cardinali elettori ascoltino o meno Dio nella loro scelta, diventa papa nel momento in cui accetta verbalmente il loro voto. Poco dopo, il cardinale protodiacono annuncia al mondo:

Annuntio vobis gaudium magnum; (Vi annuncio una grande gioia)

habemus Papam! (abbiamo un Papa!)

  • 1
    Tutti i vescovi dovrebbero avere queste qualità, ma il papa in modo preminente: “I Vescovi, che per divina istituzione sono successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché siano anch’essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo.” (CIC/83 can. 375).
  • 2
    Cfr. Benedetto XIV (Prospero Lambertini), De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione (La beatificazione dei Servi di Dio e la Canonizzazione dei Beati III/2) (Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2017), no. 3, pp. 51-55. In inglese: Benedetto XIV, On Heroic Virtue: A Portion of the Treatise of Benedict XIV on the Beatification and Canonization of the Servants of God, vol. 2, (London: Thomas Richardson and Son, 1851), no. 3, pp. 97-100.
  • 3
    Bernardo, In libris de consideratione, lib. 2, c. 6, col. 246, n. 13. In inglese: San Bernardo: De consideratione, trad. George Lewis (Oxford, UK: Clarendon Press, 1908). Ciò è stato chiaramente affermato nella frase che si usava durante l’antica cerimonia di intronizzazione papale: Sic transit gloria mundi (1409-1963).
  • 4
    Ibidem, lib. 4, c. 4, col. 450.
  • 5
    Cfr. Trento, Sessione 24, in decreto Reform, c. 1.
  • 6
    Citato in Peter Godman, The Saint as Censor: Robert Bellarmine between Inquisition and Index (Leiden: Brill Academic, 2000), 190n139. Traduzione mia.